La fantomatica «efficacia negativa» dei vaccini
Nel maggio scorso fece discutere anche l’intervento del dottor Giovanni Frajese presso la Camera dei Deputati che strizzano l’occhio al concetto di «efficacia negativa» dei vaccini Covid. Secondo il medico, allora sospeso di recente, diversi studi dimostrerebbero la loro inefficacia rispetto alla mera immunità naturale. Frajese ribadisce anche altre tesi apprezzate negli ambienti No vax, come quelle riguardanti la geno-tossicità dei vaccini, che avevamo già visto essere infondate. Nella nostra analisi ci eravamo avvalsi anche della consultazione di Aureliano Stingi (PhD in Cancer Biology), uno degli scienziati che avevano risposto alle affermazioni di Frajese smontandole punto per punto.
Frajese fa cherry picking, considerando solo alcune parti degli studi che cita, tralasciando la visione generale degli autori. Prendiamo per esempio lo studio intitolato «Risk of infection, hospitalisation, and death up to 9 month after a second dose of COVID-19 vaccine», da cui il medico trae l’idea di una «protezione negativa» del vaccino dopo nove mesi. Eppure i ricercatori non trovano affatto questo. Basta leggere cosa riportano esattamente:
Per quanto riguarda la COVID-19 grave, l’efficacia del vaccino sembrava essere meglio mantenuta, anche se dopo 4 mesi è emersa una certa diminuzione. I risultati rafforzano il razionale basato sull’evidenza per la somministrazione di una terza dose di vaccino come richiamo».
Anche lo studio condotto in Qatar, inizialmente preprint, ora pubblicato sul New England Journal of Medicine, non può dimostrare la protezione negativa. Frajese lo cita a sproposito, perché tratta le forme lievi e non i casi gravi:
La protezione contro le infezioni indotta da BNT162b2 sembra diminuire rapidamente dopo il picco subito dopo la seconda dose, ma persiste a un livello robusto contro il ricovero e la morte per almeno sei mesi dopo la seconda dose.
Non possiamo nemmeno pensare che il problema sia l’esigenza di ulteriori dosi booster, perché parliamo di vaccini antigenici, che generalmente richiedono almeno tre dosi entro un anno. Ricordiamo alcuni esempi:
- Difterite;
- Polio Salk;
- Tetano;
- Epatite B;
- Pertosse;
- Papilloma.
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