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Catania, maxi rissa in strada: i parenti di una ragazza non accettano la sua relazione. Denunciati in dieci

29 Dicembre 2022 - 12:51 Redazione
La scintilla che ha portato allo scontro sarebbe stata l’ennesima uscita in pubblico di una coppia di giovani fidanzati, una 18enne di origini albanesi e un 21enne di origini marocchine

Non accettano la relazione sentimentale della figlia e scoppia la rissa. È successo a Biancavilla, in provincia di Catania, dove i carabinieri hanno denunciato 10 persone che si sono rese colpevoli di vari reati, tra cui rissa aggravata, lesioni personali, minacce gravi e danneggiamento in concorso. La scintilla che ha portato allo scontro è stata la relazione sentimentale tra una 18enne di origini albanesi e un 21enne di origini marocchine, osteggiata dai familiari di quest’ultima che – secondo Catania Today – non avrebbero accettato le radici nordafricane del ragazzo. I militari sono riusciti a ricostruire le varie fasi anche attraverso la visione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Tutto è iniziato nella serata di ieri – mercoledì 28 dicembre – quando i due giovani si sono imbattuti in alcuni parenti della giovane, un lontano zio di 47 anni e la moglie di 43 anni accompagnati da una coppia di amici, che avrebbero subito iniziato a offendere la coppia. A quel punto la 18enne si sarebbe avvicinata ai familiari per chiedere loro di smettere, venendo però malmenata e presa a ceffoni. Mentre il giovane 21enne, anch’egli preso a ceffoni dallo zio della ragazza, avrebbe cercato di difendersi anche con un palo di ghisa trovato in strada. Inoltre, a dar manforte allo zio e a sua moglie, sarebbero intervenuti anche altri familiari: un 32enne armato di coltello e un 37enne che, invece, come riporta il sito web locale, avrebbe iniziato a lanciare verso la giovane coppia delle bottiglie di birra. Durante la colluttazione sarebbero inoltre intervenuti un 67enne, padre della donna di 43 anni e suo figlio di 23 anni che avrebbero preso parte alla rissa, colpendo il giovane con calci e pugni fino a farlo scappare. Il bollettino medico all’uscita del pronto soccorso dell’ospedale di Biancavilla ha fatto registrare per le vittime lesioni guaribili tra i 4 e gli 8 giorni, mentre gli zii che hanno scatenato la rissa hanno riportato ferite con prognosi di 8 giorni.

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Spazzacorrotti, ok del governo all’OdG del Terzo Polo: cambia di nuovo la prescrizione?

29 Dicembre 2022 - 12:12 Redazione
Il centrodestra converge sull'iniziativa centrista per cancellare la riforma-Bonafede. «Ora il ministro Nordio segua quest'atto di indirizzo», dice il primo firmatario Enrico Costa

Il governo Meloni ha dato parere favorevole a un ordine del giorno del Terzo Polo sulla prescrizione che propone di cancellare la riforma Bonafede, ovvero la cosiddetta Spazzacorrotti, tra le riforme-bandiera spinte all’approvazione nella scorsa legislatura dal Movimento 5 Stelle. «Si tratta – commenta il primo firmatario, il deputato Enrico Costa – di un grande risultato niente affatto scontato. Dimostra che le nostre idee sui temi della giustizia rappresentano un punto di riferimento. Nel nostro programma è scritto chiaro e tondo “ripristino della prescrizione sostanziale” ed è quello che abbiamo previsto nell’Odg. Siamo certi che il ministro Nordio darà attuazione a questo importante atto di indirizzo». Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto in un’intervista al Il Giornale ha chiarito le intenzioni dell’esecutivo: «L’istituto della prescrizione, così come scritto oggi, mescola temi sostanziali a profili processuali. Per coerenza di sistema va, a mio avviso, ripristinata la matrice sostanziale. Serve una riflessione attenta, valutando la proposta sul punto della commissione Lattanzi, correttamente tesa a garantire la ragionevole durata del processo».

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ESTERIFrodiInchiesteMidtermNew YorkUSA

Usa, la bugie del giovane repubblicano di New York eletto alla Camera: la procura apre un’inchiesta su George Santos

29 Dicembre 2022 - 12:02 Redazione
Il 3 gennaio prossimo dovrebbe presentarsi al Congresso Usa per cominciare la sua attività di rappresentante della Camera

Non si è mai laureato, né ha mai lavorato per Citigroup e Goldman Sachs. Non è stato costretto a lasciare una prestigiosa scuola di New York a causa di problemi economici e non è neppure il nipote di ebrei ucraini sopravvissuti all’Olocausto. Si allunga la lista di menzogne di George Santos, il giovane repubblicano di New York eletto alla Camera nelle elezioni di metà mandato di novembre scorso, finito nella bufera per aver mentito sul suo curriculum. Dopo la rivelazione del New York Times sulle incongruenze relative al suo passato, ora i procuratori di Long Island hanno deciso di aprire un’inchiesta sulle finanze del giovane neo-eletto che proprio sulla base delle bugie raccontate in campagna elettorale – scrive il Washington Post – avrebbe raccolto circa 700 mila dollari in donazioni. La procuratrice distrettuale della contea di Assau, la repubblicana Anne T. Donnelly, citata dal quotidiano americano, ha definito le bugie e le incongruenze del politico «a dir poco sbalorditive». «Gli abitanti di questa contea di Nassau e di altre parti del terzo distretto devono avere un rappresentante onesto e responsabile al Congresso», ha detto sottolineando che «se è stato commesso un crimine lo perseguiremo». Nonostante abbia ammesso di aver mentito su una serie di questioni professionali e private, Santos – per l’Associated Press – non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi. Nessuna spiegazione, invece, sulle incongruenze relative alle sue finanze e sulle varie proprietà a suo nome. Ed è probabile che l’indagine della procura si concentri proprio su questi due punti. 

La lunga lista di menzogne

George Santos ha ammesso nei giorni scorsi di aver mentito sulla laurea ottenuta all’università di Baruch e sul fatto di aver lavorato per Citigroup e Goldam Sachs. Non solo. Il neo-eletto Rep al Congresso ha anche sminuito le sue affermazioni sul fatto di essere ebreo, sostenendo di non averlo mai detto ma di aver parlato – al contrario – della fuga dei suoi nonni materni ebrei dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. Ciò a cui non ha dato importanza, invece, sono le sue incongruenze relative alle finanze e alle proprietà che detiene. Ed è ora la procura che con l’apertura del fascicolo a suo carico ha deciso di fare luce sulla vicenda. Secondo quanto riporta il Washington Post, durante la sua prima candidatura nel 2020, il repubblicano avrebbe dichiarato di non avere avuto entrate e di aver inoltre versato per la sua campagna elettorale poche migliaia di euro.

Tuttavia, passano due anni e – scrive il quotidiano americano – dalla sua dichiarazione fiscale il politico sembra essere diventato improvvisamente ricco tanto da poter contribuire con circa 700mila dollari alla sua campagna per le Midterm. Un’ingente somma – sostiene Santos – arrivata dalla società della Florida, Devolder Organization, di cui è l’unico proprietario. Ma dai documenti visionati dal Wp risulta che la società sia stata creata a maggio del 2021, ovvero – spiega – solo un mese prima della sua candidatura alle elezioni di metà mandato e con una fatturazione pari a oltre 43mila dollari già nel luglio del 2022. Al momento non è ancora chiaro se l’inchiesta potrebbe mettere a rischio l’elezione di Santos che il 3 gennaio prossimo dovrebbe presentarsi al Congresso Usa per cominciare la sua attività di rappresentante della Camera. Un portavoce della procura si è limitato a confermare le indagini: «Ci stiamo occupando del caso», ha detto citato dal Washington Post.

La notizia dell’indagine è arrivata mentre un altro dettaglio nella biografia di Santos veniva svelato. La Cnn ha infatti sottolineato come il repubblicano abbia mentito anche sul fatto di essere stato costretto da ragazzo a lasciare una scuola privati di New York a causa di problemi finanziari legati alle «molte proprietà» della famiglia. La scuola, riporta l’emittente Usa, ha però smentito la versione di Santos, confermando di non averlo mai avuto come studente. In un’intervista rilasciata nell’ottobre 2022 e riemersa sui social media, il neo-eletto – riferendosi ai suoi genitori – ha dichiarato: «Mi hanno mandato in un’ottima scuola. E durante il mio ultimo anno, purtroppo, i miei genitori hanno attraversato momenti difficili. La mia famiglia non poteva permettersi una retta da 2.500 dollari e così ho lasciato l’Istituto».

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ESTERIBlackoutBombardamentiEnergia elettricaKievMissiliRussiaUcraina

Ucraina, pioggia di missili dalla Russia: abbattuti 54 razzi. L’allarme di Kiev: «Metà dei residenti è senza luce»

29 Dicembre 2022 - 11:50 Redazione
Almeno 15 proiettili sono stati intercettati sopra i cieli della capitale

In Ucraina risuona ancora l’allarme aereo, in tutte le regioni, ad annunciare l’ennesima pioggia di missili dal cielo. Allarme aereo in tutte le regioni dell’Ucraina. In mattinata i governatori e le autorità locali hanno avvertito la popolazione dell’imminente attacco: secondo il governatore della città meridionale di Mykolaiv Vitaliy Kim 13 aerei dell’aviazione russa e 2 navi portamissili nel Mar Nero sono entrati in azione. Un missile è stato segnalato in arrivo sulla città nordorientale di Sumy. Altri missili sono entrati nello spazio aereo ucraino. L’allerta è stata annunciata a Kiev, Cherson, Mykolaiv e nella regione occidentale di Zhytomyr. Il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych ha scritto su Facebook che «oltre 100 missili» stavano arrivando in diverse ondate. L’amministrazione militare di Kiev ha avvisato i cittadini su Telegram che la difesa antiaerea sta funzionando. Il governatore di Zhytomyr Vitaliy Bunechko ha dichiarato che razzi russi stanno piovendo sulla regione. L’amministrazione militare di Kryvyi Rih riferisce che i missili arrivano da navi nel Mar Nero. L’esercito ucraino, dopo ore di fuoco, ha annunciato di aver intercettato e abbattuto 54 dei 69 missili lanciati contro il Paese, almeno 15 sopra la capitale. Che però ha subito gravi danni: circa il 40 per cento dei residenti è senza elettricità, come ha dichiarato Vitali Klitschko. «Gli ingegneri stanno attualmente lavorando per ripristinare l’alimentazione di corrente», ha comunicato sul suo canale Telegram. In una giornata concitata, anche la Russia ha attivato i suoi sistemi di difesa aerea, ancora nei pressi della base militare di Engels – a 500 chilometri dal confine con l’Ucraina – e droni ucraini sono stati abbattuti anche nela regione di Bryansk.

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POLITICADebito pubblicoGiancarlo GiorgettiGoverno MeloniLegaLegge di bilancioSenatoVoto di fiducia

Manovra, via libera definitivo al Senato. Giorgetti: «Missione compiuta, tiene insieme sguardo al futuro e stabilità dei conti»

29 Dicembre 2022 - 11:46 Redazione
La prima finanziaria del governo Meloni è ora legge dello Stato: l'esame al fotofinish concluso a Palazzo Madama con 107 sì, 69 no e un astenuto

L’Aula del Senato ha approvato in via definitiva la legge di bilancio per il 2023, la prima varata dal governo Meloni, già passata alla vigilia di Natale al vaglio della Camera. I sì al testo della manovra, su cui l’esecutivo ha posto la questione di fiducia, sono stati 107. 69 i voti contrari e un astenuto.

La soddisfazione del governo

Soddisfazione per l’approvazione è stata espressa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di fine anno, così come dal ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, che ne riassume il senso con tre aggettivi: prudenza, coerenza e responsabilità. «Sono soddisfatto di questa prima manovra economica. La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora, ancora più importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così». Quello approvato dai due rami del Parlamento, ha detto ancora Giorgetti, è «un testo coraggioso con uno sguardo al futuro e alla costruzione di un nuovo assetto sociale che privilegia e tutela i figlie e le nuove generazioni, senza trascurare la stabilità dei conti pubblici». Per il ministro, che ha ringraziato tutti i collaboratori per il lavoro svolto, gli effetti della manovra si vedranno nel tempo. Per il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, quella approvata dal Parlamento è un manovra che «non fa miracoli, ma dà soprattutto a chi ha più bisogno, partendo dagli stipendi e dalle pensioni più basse».

Le altre reazioni

A giudicare positivo il pacchetto di misure messo in campo dal governo per il 2023 sono anche alcune delle parti sociali. Come la Cisl. «È una manovra in più parti condivisibile e migliorata grazie al dialogo sociale e alle nostre proposte», ha scritto su Twitter il numero uno del sindacato Luigi Sbarra, pur rimarcando che occorrerebbe «cambiare opzione donna, flat tax, e voucher». Sbarra ha poi ribadito la necessità di un patto tra governo e parti sociali contro l’inflazione, della riforma fiscale oltre che di un confronto serrato su pensioni, sicurezza, politiche industriali e sociali, lavoro, Pnrr.

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ESTERIBambiniInchiesteIndiaSanitàUzbekistan

Lo sciroppo per la tosse indiano accusato di aver provocato la morte di 18 bambini in Uzbekistan

29 Dicembre 2022 - 10:49 Redazione
Le autorità uzbeke accusano il Doc-1 Max prodotto dalla Marion Biotech. I precedenti

Uno sciroppo per la tosse indiano avrebbe provocato la morte di 18 bambini in Uzbekistan. Il ministero della Salute del paese accusa il Doc-1 Max, prodotto dalla Marion Biotech, casa farmaceutica che ha sede a Noida nell’Uttar Pradesh. Lo sciroppo, secondo le autorità uzbeke, contiene «dosi eccessive di glicole etilenico, una sostanza che non dovrebbe essere presente nella formula». Il ministero della Salute indiano ha fatto sapere sapere in una nota di essere «in contatto con l’Ente regolatore uzbeco da due giorni» e ha aggiunto di avere già inviato ispettori a prelevare campioni dello sciroppo nei laboratori della Marion Biotech. Le accuse arrivano a pochi giorni dal rapporto finale degli esperti del Gambia che hanno osservato livelli analoghi della stessa sostanza negli sciroppi dell’azienda Maiden Pharma. Responsabili, a loro dire, della morte di almeno 63 bambini. Il 5 ottobre l’Oms ha diramato un comunicato che collega quattro sciroppi indiani alla morte dei bambini in Gambia, determinando la sospensione della licenza per l’export della Maiden Pharma. Secondo l’India, tuttavia, l’Oms ha «deciso una correlazione frettolosa tra le morti e i farmaci indiani».

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Il Gip di Venezia: indagate la pm del caso Gambirasio per depistaggio

29 Dicembre 2022 - 10:23 Redazione
L'accusa a Letizia Ruggeri dopo una denuncia-querela di Massimo Bossetti

Letizia Ruggeri, il pm di Bergamo che ha lavorato sul caso di Yara Gambirasio, deve essere indagata per depistaggio. Lo ha deciso, fa sapere l’AdnKronos, il giudice per le indagini preliminari di Venezia Alberto Scaramuzza, che ha puntato il dito sulla presuntamente non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne di Brembate. E che la difesa di Massimo Bossetti chiede da tempo di potere analizzare. Il Gip ha ordinato la trasmissione degli atti al pm della procura veneta perché proceda all’iscrizione nell’apposito registro. Proprio la difesa di Bossetti, condannato all’ergastolo, aveva depositato una denunzia-querela nei confronti di Ruggeri. Per questo, spiega il Gip, c’è la necessità di «un’estensione soggettiva dell’iscrizione nei suoi confronti in relazione al reato di frode in processo penale e depistaggio (articolo 375 del codice penale)». Un reato punito con il carcere da 3 a 8 anni, per chi «immuta artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato».

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Modena, neonati scossi per fermare il pianto: indagati i genitori per maltrattamenti

29 Dicembre 2022 - 10:10 Redazione
In uno dei due casi la vittima di cinque mesi avrebbe riportato danni cerebrali. I piccoli sono stati allontanati dalle famiglie

A Modena due neonati sono finiti in ospedale dopo essere stati “scossi” dai genitori per farli smettere di piangere. In uno dei due casi, registrati al Policlinico della provincia emiliana, la vittima di cinque mesi avrebbe riportato danni cerebrali. Per entrambi i neonati, la causa dei traumi è riconducibile alla cosiddetta Shaken baby syndrome, ovvero lo scuotimento violento del neonato per interromperne il pianto. Secondo il direttore di Pediatria del Policlinico, Lorenzo Lughetti, citato da il Resto del Carlino, il «lattante – in questi casi – ha l’incapacità di controllare il capo e questi movimenti ripetuti possiamo correlarli a quando noi siamo tamponati in auto; sono come decine di tamponamenti che il bambino subisce; si “strappano” delle vene a ponte a livello cerebrale e vi è un sanguinamento. Il bambino – continua – cessa di piangere ma cessa di piangere perché in realtà è andato in coma. Questo abbiamo riscontrato nella pratica clinica degli ultimi anni ed è un cosa a cui i genitori, soprattutto i nuovi genitori, devono stare attenti; non si scuote mai un bambino», ha concluso.

La Shaken Baby Syndrome

Nel frattempo, la procura di Modena  – che indaga per maltrattamenti – ha aperto due fascicoli con ipotesi di reato: in tutti e due i casi gli indagati sono i genitori dei piccoli che sono già stati allontanati dai figli.  Alla sindrome del bambino scosso si deve anche aggiungere quello dei bambini maltratti o non adeguatamente curati. Si stima infatti che in Italia l’1% degli accessi ai pronto soccorso dei neonati sono legati a comportamenti di trascuratezza da parte dei genitori, oppure cure inadeguate ai bisogni degli stessi. «Anche questi sono casi – spiega Lughetti – che purtroppo riscontriamo anche a Modena. Vi è una differenza sostanziale tra la trascuratezza e il maltrattamento fisico, ma la prima può essere il prodromo del secondo. Un bambino trascurato, vestito con abiti non idonei, un bambino sporco, mostra una carenza di attaccamento da parte dei tutori o genitori e quindi è un soggetto più a rischio anche di maltrattamenti». Per il primario in aumento sono i ricoveri dovuti a problemi psichiatrici nei bambini, come le psicosi acute: «Nel 2018 i ricoveri per questi tipi di problemi erano soltanto cinque, ora sono una ventina». «Famiglie disgregate – conclude il pediatra– la situazione economica difficile e lo stress stesso che la pandemia ha provocato in tutti noi sono elementi sensibili per inquadrare gesti che normalmente non vengono messi in pratica».

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ATTUALITÀArrestiDrogaGrossetoInchiesteToscanaViolenza sessualeViolenza sulle donne

Isola del Giglio, donna violentata e picchiata dopo 3 giorni di festini a base di droga: arrestata una coppia

29 Dicembre 2022 - 09:39 Redazione
I due indagati, un 57enne originario dell'isola e una 38enne romana, avrebbero venduto cocaina alla vittima

Prima le feste a base di cocaina, poi la violenza sessuale e infine la rapina. Una coppia è stata arrestata il 23 dicembre scorso sull’isola del Giglio con l’accusa di violenza sessuale, spaccio, lesioni e rapina dopo aver drogato e abusato sessualmente di una 38enne del Nord Italia che lo scorso agosto si era recata sull’isola per motivi lavorativi. A riportare la notizia è stato Il Messaggero secondo cui la vicenda si sarebbe svolta all’interno dell’abitazione dell’uomo al Giglio, un 57enne originario dell’isola toscana. Interrogato insieme alla compagna, 35enne romana, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Grosseto, l’indagato – nonché la compagna – si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.  

La vicenda

Tutto nasce lo scorso agosto quando la 38enne viene trovata dalle forze dell’ordine dell’isola toscana a vagare per strada in stato confusionale. Dopo averla soccorsa, i carabinieri hanno ascoltato il racconto della donna. Sbarcata sull’isola qualche settimana prima per lavoro, sarebbe stata accompagnata da un amico a comprare droga nell’abitazione della coppia. In base alla ricostruzione degli inquirenti, l’uomo a un certo punto le avrebbe offerto di pagare la droga con una prestazione sessuale. La 38enne, che aveva sempre rifiutato la proposta del 57enne, nei giorni successivi era ritornata nella stessa abitazione per una cena alla quale avevano preso parte anche altre persone. Ma quella sera la situazione sarebbe degenerata. La vittima, infatti – scrive il Corriere fiorentino – sarebbe stata minacciata dalla compagna dell’uomo perché, a suo dire, si stava approfittando del suo compagno per ottenere cocaina. Stando al racconto della vittima, per due ore lei sarebbe stata malmenata dalla coppia all’interno dell’abitazione. Tuttavia, una volta che la donna – originaria di Roma – è uscita di casa per andare al bar, l’uomo avrebbe abusato sessualmente della vittima. Una volta ricevuta la denuncia della 38enne, i carabinieri hanno fatto partire le intercettazioni. In una telefonata tra la vittima e un’amica, lei stessa ripercorre con esattezza quei giorni nella casa dell’isola.

Due episodi di violenza sessuale e la rapina

Secondo la procura di Grosseto, sarebbero due gli episodi di violenza sessuale subiti dalla 38enne. Nel primo caso, il 57enne – approfittando dell’assenza della compagna – avrebbe abusato dalla vittima sul divano. In questo caso al gigliese la procura di Grosseto contesta l’aggravante della minorata difesa. In quel momento, infatti, la vittima non era in grado di essere presente a se stessa, probabilmente per l’abuso di stupefacenti. Nel secondo episodio, invece, l’uomo avrebbe seviziato – come riporta il quotidiano romano – con un oggetto la vittima durante un rapporto. Secondo la tesi accusatoria, in questa situazione sarebbe coinvolta anche la moglie del gigliese poiché avrebbe incoraggiato il compagno ad abusare della vittima. Alla 35enne romana, infatti, i magistrati contestano il concorso morale. Tra gli altri reati contestati c’è anche la rapina, perché la 38enne ha riferito che la coppia si sarebbe appropriata di 400 euro che erano nella sua valigia.

Lo spaccio

I carabinieri dell’isola toscana – durante le indagini – avrebbero anche ricostruito alcuni episodi di spaccio tra l’Isola e Porto Santo Stefano, anche grazie a delle telecamere che hanno nascosto all’interno dell’auto dell’uomo. Nel veicolo della coppia – fermata all’imbarco per il Giglio – sarebbero spuntati 75 grammi di cocaina, nascosti in mezzo alle spezie. Il giudice, come riporta Corriere, dopo aver disposto l’obbligo di dimora a Roma per la 38enne romana e i domiciliari per il 57enne, aveva poi deciso di mettere entrambi ai domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto martedì 27 dicembre e durante il quale entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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Genova, incendio in un albergo nel centro storico: 22 evacuati

29 Dicembre 2022 - 09:24 Redazione
Ha interessato una stanza al primo piano e parte della hall. L'intervento dei Vigili del fuoco

Un incendio è divampato alle 4.30 di stamane in un albergo di via Pre’ nel centro storico di Genova. I Vigili del Fuoco hanno spento le fiamme divampate in una delle camere e messo in sicurezza gli occupanti. Quattro di questi sono stati trasferiti in ospedale per alcune leggere ustioni e per il fumo respirato. L’incendio, che ha interessato una stanza al primo piano e parte della hall, è stato poi rapidamente spento dalle due squadre intervenute. Ora è in corso la bonifica. Sul posto anche la Polizia. Ventidue le persone allontanate dall’albergo.

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Francesca racconta il suo coming out con il padre Roberto Vecchioni: «Mi disse: “Ma vaff… non potevi dirlo subito?”»

29 Dicembre 2022 - 08:48 Redazione
La figlia del cantante: avevo paura della sua reazione

Francesca Vecchioni, 47 anni, è la figlia del cantautore Roberto. Ma è anche presidente dell’associazione Diversity, che promuove la cultura dell’inclusione nei media. In un’intervista al Corriere della Sera racconta del suo coming out e della reazione del padre: «Era maggio, io ero appena uscita dall’adolescenza. Mi chiese se frequentavo qualcuno: mi rovesciai addosso il succo che stavo bevendo. Fino ad allora non avevo detto nulla della mia vita sentimentale. Non volevo mentire e quindi omettevo». Vecchioni padre «si allarmò subito: “Perché non me lo vuoi dire, cosa c’è che non va? È un drogato, un poco di buono?! Non sarà mica in galera, vero?”. Era troppo, non potevo non dirglielo: “È che non sto con un uomo, papà, sto con una donna!”. Rimase un attimo in silenzio. Poi mi disse: “Ma vaff… mi hai fatto spaventare… Non sapevo più cosa pensare! Ma non me lo potevi dire subito?!». Francesca ha avuto due gemelle con la compagna Alessandra Brogno. Poi le due si sono separate: «Abbiamo avuto la fortuna di essere residenti nel comune di Milano, con figlie nate nel comune di Milano. Ci ha riconosciuto il sindaco, un processo immediato che ci ha permesso di evitare i lunghi ricorsi in tribunali per l’adozione in casi particolari. E l’assurdità che Alessandra dovesse “adottare” le sue figlie, magari dopo anni di attesa e incertezza. Nella maggior parte delle città non è così». E sulla questione della carta d’identità con mamma e papà anche per i genitori gay dice: «Mi preoccupa che un ministro spinga i cittadini a rivolgersi ai giudici. Intanto perché costringe i tribunali, già intasati, a intervenire a spese dei contribuenti per far riconoscere un diritto che i bambini e le bambine dovrebbero già avere acquisito nel momento in cui sono stati riconosciuti. E poi perché così mette in conto l’esistenza di bambini di Serie A e di serie B: crea una difformità di diritti e tutele tra quelli che hanno bisogno del tribunale per avere la carta di identità scritta correttamente e quelli che ce l’hanno subito».

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Cambogia, incendio nell’hotel-casinò di Poipet: 10 morti. I video delle persone che si lanciano dal balcone per salvarsi

29 Dicembre 2022 - 08:39 Redazione
Il rogo scoppiato al primo piano nel complesso Diamond City si è propagato velocemente

Almeno dieci persone sono morte e 30 sono rimaste ferite, secondo quanto riportato dalla polizia, in un vasto incendio che ha travolto nella notte di giovedì 29 dicembre un hotel-casinò nella città cambogiana di Poipet, al confine con la Thailandia. Secondo le autorità locali, all’interno del «Grand Diamond City Hotel and Casino» si trovavano centinaia di persone. I feriti – sottolinea una fonte del ministero degli Esteri thailandese – sono stati trasportati negli ospedali della vicina provincia thailandese di Sa Kaeo. Nei video postati sui social network, si vede un gruppo di persone intrappolate sul tetto dell’edificio, alcune delle quali hanno deciso di saltare per evitare le fiamme. Le squadre di soccorso, riporta il Guardian,  hanno dovuto utilizzare gli elicotteri per salvare i sopravvissuti. L’incendio, scoppiato intorno alle 23:30 ora locale al primo piano nel complesso Diamond City, si è propagato velocemente anche agli altri piani a causa della moquette con cui sono rivestiti i pavimenti dell’edificio. Sebbene sia stato in gran parte spento «ci sono ancora piccole sacche di fiamme», ha dichiarato la polizia all’agenzia di stampa cambogiana. Secondo quanto riferito dagli agenti locali, inoltre, sarebbero circa 400 le persone che lavorano nella struttura alberghiera. Sono molti i casinò che sono sorti al confine con la Thailandia e sono particolarmente frequentati dalla clientela thailandese che non può giocare – come spiega la Bbc – nel proprio Paese a causa delle restrizioni. 

Foto copertina: BBC | Incendio scoppiato all’interno del «Grand Diamond City Hotel and Casino» in Cambogia

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