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L’avvocato di Maradona, il legale (ripudiato) del cardinale Becciu e l’eroe dei dissidenti M5S. La carica dei 126 candidati al Csm

28 Dicembre 2022 - 21:48 Simone Disegni
Il Parlamento è convocato in seduta comuna il 17 gennaio per eleggere i 10 nuovi membri dell'organo di autogoverno della magistratura. Ma la lista dei candidati è già lunga e ricca di sorprese

Avvocati di grido e illustri sconosciuti, politici dimenticati o in attesa di collocamento, eminenti docenti e attivisti senza speranza. È un mix di profili variegato quello dei 126 candidati auto-propostisi per il ruolo di componenti del Consiglio superiore della magistratura (Csm). Per sottoporre la propria candidatura al prestigioso incarico c’è tempo fino al 14 gennaio, ma a poche settimane dalla chiusura dei termini l’elenco delle candidature fin qui sottoposte, pubblicato sui siti di Camera e Senato, presenta già un ricco parterre. Materiale da studiare tra una fetta di panettone e un calice per i membri delle due Camere, che il prossimo 17 gennaio saranno convocate in seduta comune per eleggere – a norma di Costituzione – i 10 nuovi componenti del Csm di nomina parlamentare. Requisito necessario per entrare nella rosa dei candidati: essere professore ordinario di una materia giuridica, e/o avvocati con all’attivo almeno 15 anni di esercizio effettivo. Al Parlamento in seduta comune, al momento dell’elezione, il compito di assicurare il rispetto dell’altro criterio previsto dalla legge: la garanzia della parità di genere, riservando almeno il 40% dei posti al genere meno rappresentato.

Penalisti di grido

Scorrendo la lista dei candidati, saltano all’occhio i nomi di diversi avvocati noti per aver difeso personaggi accusati di crimini e stragi molto discussi negli ultimi anni. C’è Valter Biscotti, avvocato penalista impegnato in alcuni dei processi più chiacchierati d’Italia: da quello per l’omicidio-Moro (in cui ha difeso i famigliari dei membri della scorta) a quello di Perugia per la morte di Meredith Kercher, dal caso Avetrana (in cui difese i familiari di Sarah Scazzi) al giallo dell’Olgiata. C’è il difensore di Luca Traini, l’uomo che nel 2018 sparò per le vie di Macerata ferendo sei immigrati: Giancarlo Giulianelli, oggi garante per i diritti della persona della Regione Marche. E l’avvocatessa aquilana, Fabiana Gubitoso, già legale del figlio di Totò Riina, Salvatore Giuseppe, nonché di Leoluca Bagarella, membro di Cosa Nostra condannato all’ergastolo. Molti i processi dal forte valore politico e mediatico cui ha preso parte da protagonista anche Gaetano Pecorella: ha difeso nella sua carriera Nunzio De Falco, il boss della camorra condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio di don Peppino Diana, il comandante partigiano Giambattista Lazagna, assolto dall’accusa di fiancheggiamento delle Br, e l’estremista di destra Delfo Zorzi, assolto per le stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia. E poi ancora Ovidio Bompressi, condannato per l’omicidio del commissario Calabresi, e Francesco Furchì, condannato per il ferimento mortale del politico torinese Alberto Musy. Parlamentare del centrodestra a lungo vicino a Silvio Berlusconi, ha difeso in diversi processi lo stesso ex premier.

Tra giustizia, media e politica

Tra gli (ex) uomini di fiducia del leader di Forza Italia si rivede nell’elenco dei candidati al Csm anche Luigi Vitali. Già deputato e senatore per Forza Italia e Pdl e sottosegretario alla Giustizia, dopo la militanza giovanile nell’Msi, Vitali ha legato il suo nome ad alcune delle leggi più controverse dell’era-Berlusconi: la depenalizzazione del reato di falso in bilancio, i condoni fiscali e quello edilizio. Ma all’incrocio tra giustizia e politica spuntano nell’elenco dei 126 altri nomi saliti negli ultimi anni agli onore delle cronache. C’è quello di Lorenzo Borrè, difensore dei dissidenti del Movimento 5 Stelle ad ogni latitudine negli anni dei mille ricorsi contro il “non-Statuto” di Beppe Grillo, e Alfonso Furgiuele, per anni legale di Clemente Mastella. L’avvocato Ivano Iai il suo cliente più famoso lo ha invece perso, almeno per il momento. Designato in un primo momento dal cardinale Becciu, il porporato cui il Papa ha chiesto di dimettersi dopo le accuse di distrazione di fondi vaticani, Iai ha dovuto rinunciare all’incarico dopo che una sua foto in abiti un po’ troppo succinti (in slip essenziali) su Instagram ha costretto Becciu al “doloroso” dietrofront. L’avvocato napoletano Angelo Pisani difese invece un grande campione oggi scomparso, Diego Armando Maradona, nel contenzioso con Equitalia. Sulle ali del successo, Pisani ha poi fondato il movimento “Noi consumatori”, che avrebbe vinto centinaia di cause proprio contro Equitalia. Un organismo quasi omonimo del celebre Codacons, il cui presidente, Carlo Rienzi, è pure in lizza.

Politici di lungo corso e mancati

Tra le altre decine di profili che saranno al vaglio del Parlamento in seduta comune, ci sono poi molti avvocati che hanno tentato, con alterne fortune, l’avventura politica. Il 17 gennaio si capirà se hanno gettato il loro nome nella mischia autonomamente o possono contare sull’appoggio di uno o più partiti. Ci sono candidati vicini a formazioni dell’intero arco parlamentare. Tra i molti: Stefano Passigili a lungo in Parlamento con Ds e Pd e Luigi Florio, già sindaco di Asti per Forza Italia. Aniello Formisano, che negli anni ha vestito la casacca di Pci, Pds e Ds, Margherita, e Italia dei valori, Centro democratico e Moderati, Articolo 1 e infine Demos. Antonino Lo Presti, già uomo di Fini, e Massimiliano Marotta di Noi Moderati. Giuseppe Rossodivita dei Radicali e Giovanni Barbatella vicino al M5S. E ancora la giurista femminista Antonella Anselmo e la fedelissima di Alfredo Mantovano, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Daniela Bianchini. Innumerevoli, poi, i professori universitari di materie giuridiche e gli avvocati privi di chiara affiliazione politica. Nell’elenco dei candidati c’è posto per tutti. Dal setaccio del Parlamento ne passeranno a gennaio solo dieci.

Foto: Ivano Iai, ex avvocato del cardinale Angelo Becciu, in uno scatto pubblicato sui suoi canali social

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Ventimiglia, bimbo ferito in strada: si costituisce il compagno della nonna. Il padre: «Deve marcire»

28 Dicembre 2022 - 21:30 Redazione
Il piccolo di 6 anni si trova ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Gaslini di Genova

È indagato in stato di libertà per lesioni gravissime il compagno della nonna del bimbo di 6 anni trovato in gravi condizioni in via Gallardi, a Ventimiglia, lo scorso 19 dicembre. L’uomo è stato a lungo interrogato dal pubblico ministero Maria Paola Marrali per capire se è stato lui a picchiare il piccolo, attualmente ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Gaslini di Genova. Anche la nonna è stata ascoltata dagli inquirenti, ai quali ha riferito di non aver visto l’episodio. Ma non si esclude che possa essere indagata per favoreggiamento. L’uomo si è presentato in commissariato di Ventimiglia questa mattina, 28 dicembre, rendendo dichiarazioni spontanee assieme al suo avvocato. Il piccolo quel giorno aveva riportato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e aveva un polmone collassato.

La dinamica dei fatti

La mattina del 19 dicembre il bambino era stato affidato alla custodia della nonna e del suo compagno. La coppia ha poi riferito che quel giorno hanno perso di vista momentaneamente il piccolo, a causa di una distrazione, e per poi ritrovarlo vicino casa, in strada, ferito. A raccogliere il bambino – secondo il loro racconto – era stato proprio il compagno della nonna che lo aveva portato in auto sul luogo di lavoro del padre, a circa 2 chilometri di distanza. In quell’occasione il compagno disse che il bimbo era stato investito da un’auto pirata, ma le telecamere della zona lo smentirono. Così il cerchio si è stretto attorno alla coppia e oggi il compagno che si è costituito.

Il padre: «Deve marcire lentamente. Che coraggio»

«Non riesco a darmi pace. Non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Ha avuto anche la faccia di venirmi a dirmi in ospedale forza! Deve marcire lentamente». Sono queste le parole del padre del bambino. Sul suo profilo Facebook aggiunge: «Dove hai trovato il coraggio di commettere un gesto simile, se questa è la verità! Figlio mio, sto lottando con tutto me stesso per te, per i tuoi diritti, per la tua dignità».

Foto di copertina da archivio

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Migranti, il governo approva il decreto: sanzioni fino a 50mila euro e sequestro delle navi per le Ong

28 Dicembre 2022 - 21:14 Redazione
Le novità nel consiglio dei Ministri del 28 dicembre: dal decreto migranti alle misure per l'ex Ilva

Nel consiglio dei Ministri di mercoledì 28 dicembre sono stati approvati il decreto legge sui migranti e quello per gli impianti di interesse strategico, nel quale vi sono misure per l’ex Ilva. Alla seduta non era presente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, influenzato, che si è collegato virtualmente. Per quanto riguarda la questione immigrazione, il ministro Piantedosi ha presentato un testo di condotta per le Ong che si occupano di ricerca e soccorso in mare – nel 2022 sono 10mila, circa l’11 per cento del totale, i migranti arrivati in Italia attraverso le navi delle Ong -, e che semplifica le procedure per le richieste di asilo e di permesso di soggiorno. Nello specifico, nel decreto è previsto che «il transito e la sosta di navi nel mare territoriale» sono garantiti ai soli fini «di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità».

Le sanzioni alle Ong

Le navi delle Ong – che devono avere l’idoneità tecnico nautica alla sicurezza della navigazione – devono tempestivamente avviare le procedure per richiedere la protezione internazionale, richiedere immediatamente alle autorità Sar il porto di sbarco e raggiungerlo senza ritardi. Il comandante deve riferire alla autorità italiane come si è svolta l’attività di ricerca e quella di soccorso dei migranti in mare e, nel caso di operazioni plurime, quelle successive alla prima non devono compromettere le tempistiche concordate per il raggiungimento del porto sicuro. In caso di violazione di queste norme, il comandante della nave è costretto al pagamento di una sanzione amministrativa tra i 10mila e i 50mila euro. Contestualmente, viene poi imposto il fermo amministrativo dell’imbarcazione fino a 2 mesi, contro il quale si può fare ricorso al prefetto. Nel caso in cui il comandante o l’armatore della nave non forniscano le informazioni richieste, si applica una sanzione dai 2 ai 10mila euro. Per quanto riguarda la semplificazione delle procedure per il rilascio della protezione internazionale, viene previsto che «il nulla osta è rilasciato in ogni caso qualora, nel termine indicato, non sono state acquisite dalla questura le informazioni relative agli elementi ostativi». Il rilascio del visto di ingresso e del permesso di soggiorno viene anche concesso per il lavoro subordinato quando il migrante superi un corso di formazione «organizzato nei limiti delle richieste di assunzione», comunicate allo sportello unico per liimmigrazione dai datori di lavoro tramite le associazioni di categoria del settore produttivo interessato.

Ex Ilva: 680 milioni per l’aumento di capitale

Per quanto riguarda il decreto sugli «impianti di interesse strategico nazionale» presentato dal ministro Urso e dal ministro Nordio, il governo ha dato il via libera affinché il prestito ponte di 680 milioni di euro, già stanziati, possa essere utilizzato per un aumento di capitale per l’ex Ilva di Taranto. Il dl prevede inoltre modifiche alla normativa per la attivazione delle procedure per l’amministrazione straordinaria in caso di insolvenza della società. Il governo autorizza poi Invitalia.

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Spagna, la battaglia degli infarinati: dal finto colpo di stato al lancio di farina e uova – Foto e video

28 Dicembre 2022 - 20:32 Redazione
I cittadini di Ibi hanno finto di prendere il controllo del governo locale e stabilito leggi assurde: le immagini della tradizionale festa che ha più di 200 anni

Come da tradizione, il 28 dicembre in Spagna si festeggia la festa degli infarinati. Più precisamente, nella città di Ibi, in provincia di Alicante. La festa è una sorta di Carnevale anticipato, dura un giorno e i partecipanti, chiamati gli Enfarinats (infarinati), simulano un colpo di Stato. Vestiti con abiti militari, sotto fuochi d’artificio, oggi si sono lanciati circa 10mila uova e 600 kg di farina. Hanno finto di prendere il controllo del governo locale e stabilito leggi assurde, come ad esempio una serie di sanzioni a chi cammina sui marciapiedi. Solitamente, una volta conquistata la città e destituito il governo, eleggono un sindaco e fanno un’assemblea. Alcuni degli infarinati, entrano nei negozi e chiedono una tassa, spesso pagata realmente. Il ricavato poi va in beneficenza. Questo finto colpo di stato viene festeggiato da 200 anni ed è parte delle celebrazioni legate al giorno della Strage degli innocenti, il giorno in cui – secondo il Vangelo – il re della Giudea, Erode, ordinò il massacro di tutti i neonati per riuscire a uccidere Gesù

TWITTER | Al Jazeera / Battaglia degli infarinati, 28 dicembre, Spagna
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Foto di copertina: Al Jazeera

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No! Bill Gates non ha messo in dubbio la sicurezza dei vaccini: l’intervista è precedente al loro rilascio

28 Dicembre 2022 - 20:31 Ludovica Di Ridolfi
Nella clip condivisa, il magnate americano sembra riconoscere gli effetti collaterali dei vaccini e metterne dunque in dubbio la sicurezza

Ci sono due argomenti che accendono l’ira dei complottisti: i vaccini e Bill Gates. Quando entrambi i temi si uniscono, la disinformazione è assicurata: dopo aver falsamente supposto che siano stati trovati farmaci abortivi nei vaccini di Gates in Kenya, teorizzato la presunta previsione del vaiolo delle scimmie da parte della fondazione del miliardario e affermato che quest’ultimo prevede e accetterebbe 700mila morti a causa del vaccino, è il turno di un’intervista che secondo alcuni utenti sul web dimostrerebbe la scarsa affidabilità delle dosi usate per prevenire le conseguenze più serie dei contagi da Coronavirus.

Per chi ha fretta:

  • Circola sui social una clip tratta da un’intervista a Bill Gates, in cui il magnate americano sembra riconoscere gli effetti collaterali dei vaccini e metterne dunque in dubbio la sicurezza.
  • Il video viene condiviso recentemente, lasciando intendere una presunta ammissione di colpevolezza da parte del fondatore di Microsoft, impegnato nella promozione dei piani vaccinali.
  • In realtà l’intervista da cui è stata tratta la clip risale al luglio 2020: quindi a un periodo decisamente precedente al rilascio dei vaccini per contrastare le complicazioni del Coronavirus.

Analisi

«Un classico su Bill Gates è l’osservazione del linguaggio del corpo, che dimostra sempre quanto è falso. Persino viscido», si legge in questo post condiviso il 27 dicembre 2022. In allegato, troviamo un estratto di quella che sembra essere un’intervista rilasciata da Gates in merito ai vaccini anti-Covid. Nel video, il magnate americano sembra avere più di qualche perplessità sulla sicurezza delle dosi utili a prevenire le controindicazioni più pericolose della malattia. Scetticismo che risulta strambo se proveniente da lui, che assieme a sua moglie, da anni è impegnato attraverso la Fondazione in diversi programmi, compresi quelli volti a studiare l’emergere di nuovi pericolosi patogeni, e lo sviluppo di piani vaccinali.

Nella clip, che dura poco più di un minuto e mezzo, vediamo infatti una giornalista chiedergli: «Gli effetti collaterali del vaccino Moderna sembrano essere preoccupanti. Dopo la seconda dose, circa l’80% dei partecipanti ha sperimentato severi effetti collaterali, che vanno dai brividi alla febbre. Dunque, questi vaccini sono sicuri?». Al che il fondatore di Microsoft risponde: «Ecco, la FDA (Food and Drug Administration, ovvero l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ndr) guarderà attentamente a questo. La FDA è il gold standard dei regolatori e la loro attuale guida su questo, è molto, molto adeguata. Gli effetti collaterali non erano super-gravi; cioè, non hanno causato problemi di salute permanenti. Si è dovuto somministrare Moderna con una dose abbastanza alta per ottenere gli anticorpi. Alcuni degli altri vaccini sono in grado di essere somministrati con dosi più basse per ottenere risposte piuttosto alte, compresi i vaccini Johnson & Johnson e Pfizer».

E quando l’intervistatrice ribatte: «Ma tutti con una dose elevata hanno avuto un effetto collaterale», Gates puntualizza: «Sì, ma in parte non è drammatico, è solo molto doloroso. Ma, sì, dobbiamo assicurarci che non ci siano gravi effetti collaterali. La FDA, penso, farà un buon lavoro, nonostante la pressione». Un utilizzo dei tempi futuri che risulta quantomeno sospetto, se supponiamo che l’intervista sia stata condotta recentemente, come le ultime condivisioni lasciano intendere.

In effetti, una spiegazione c’è: la clip è stata infatti estrapolata da un’intervista condotta nel luglio 2020, molto prima che le vaccinazioni fossero approvate da qualsiasi paese. Ne troviamo traccia sul sito ufficiale dell’emittente di cui vediamo il logo, Cbs News, che ne condivide un estratto titolando: «Bill Gates sulla gestione da parte degli Stati Uniti della pandemia di COVID-19 e della disinformazione sui vaccini».

Il discorso sopracitato, dunque, non è da intendere come uno scetticismo a posteriore sugli eventuali effetti collaterali dei vaccini, ma semmai come una prudenza a priori necessaria prima della loro messa in circolazione definitiva. I vaccini Covid distribuiti nei Paesi occidentali hanno ricevuto una autorizzazione emergenziale a seguito del superamento di tre fasi di sperimentazione clinica. Il 2 dicembre 2020 il primo vaccino ha completato le diverse fasi di sperimentazione e controlli ed è stato approvato per un uso d’emergenza.

Conclusioni

La clip dove Bill Gates riconosce e commenta gli effetti collaterali dei vaccini non è tratta da un’intervista recente: risale al luglio 2020, dunque in un periodo precedente all’approvazione e al rilascio dei farmaci.

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Milano, stop ai certificati per «soggetti terzi» in edicole e tabaccherie. Il Comune: «Ci saranno 500 richieste in più al giorno all’Anagrafe»

28 Dicembre 2022 - 19:55 Redazione
Nell'ultimo anno dalla piattaforma digitale comunale sono stati scaricati circa 1,5 milioni di certificati, due terzi dei quali «per conto terzi»

A fine ottobre è arrivata la direttiva del ministero dell’Interno e ora, dopo l’allarme lanciato dall’ordine degli avvocati, anche il Comune di Milano accende i riflettori sulle conseguenze dello stop al rilascio digitale – online e presso edicole, tabaccherie o cartolibrerie – di certificati anagrafici per soggetti terzi. «Le conseguenze ricadranno purtroppo su cittadini e cittadine che saranno costretti a recarsi in Anagrafe», spiega l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani, «l’impatto sui nostri sportelli è stimato, infatti, in circa 500 utenti in più al giorno». La circolare di fine ottobre chiarisce le modalità di rilascio della certificazione dal sito dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, sottolineando che è consentito solo al soggetto interessato o a un membro del suo nucleo familiare. I numeri mostrano che dall’inizio del 2022 dalla piattaforma comunale sono stati scaricati circa 1,5 milioni di certificati, due terzi dei quali richiesti da soggetti terzi. Una possibilità che oggi verrebbe a decadere. «Con questa decisione si rischia di tornare indietro anziché andare avanti, riducendo la semplificazione e dilatando i tempi», è l’allarme di Romani. Il Comune si è attivato per garantire almeno le convenzioni stipulate con gli Ordini forensi, che a Milano e provincia hanno scaricato circa 500mila certificati nell’ultimo anno. È stato proprio l’Ordine degli Avvocati di MIlano, insieme a quello di Roma, Napoli e Palermo, a segnalare come la direttiva del ministero «mette a rischio» il servizio che l’Ordine degli Avvocati offre ai propri iscritti per l’accesso telematico alla banca dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) «per esigenze legali e di giustizia». «Il servizio», si legge nella lettera inviata al ministero, «consente un accesso privilegiato per il rilascio di certificati anagrafici in via telematica a favore degli avvocati, i quali, direttamente attraverso il sito istituzionale dell’Ordine, beneficiano della possibilità di interrogare il sistema di certificazione». Secondo l’Ordine, l’interruzione di questa possibilità aumenterebbe le difficoltà del cittadino ad accedere agli uffici del Comune, «appesantiti da migliaia di accessi fisici degli avvocati».

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Decreto rave, la Camera vota la fiducia. Sì alla seduta fiume, ma Fontana “richiama” Ciriani sulla richiesta di ghigliottina

28 Dicembre 2022 - 19:55 Felice Florio
L'auspicio era trovare un accordo tra maggioranza e opposizioni per chiudere entro domani, 29 dicembre. Invece, la mancata intesa dei capigruppo fa restare in piedi tutti i 157 ordini del giorno

L’Aula della Camera dei deputati ha dato il suo via libera alla fiducia sul cosiddetto decreto rave, che include anche le norme sui benefici penitenziari per i detenuti che non collaborano con la giustizia e l’allentamento degli obblighi vaccinali per il personale sanitario. Sono stati 206 i “sì”, 145 i “no” e tre gli astenuti. Dopodiché, su richiesta della maggioranza – per bocca di Maurizio Lupi – è stata richiesta la seduta fiume: ovvero il prosieguo ininterrotto dei lavori fino al voto finale sul provvedimento. È un espediente della maggioranza per sminare l’ostruzionismo delle opposizioni. Andrà avanti partendo già da questa sera, dunque, l’illustrazione di ben 157 ordini del giorno presentati: in base al regolamento di Montecitorio chi presenta un ordine del giorno può intervenire per cinque minuti per illustrare il suo documento e per altri cinque in dichiarazione di voto. Il voto sugli odg inizierà domani, 29 dicembre, non prima delle 19. Poi, un tour de force per approvare definitivamente il decreto rave entro la scadenza del 30 dicembre. Al momento, la presidenza della Camera non ha fatto riferimento all’utilizzo della ghigliottina parlamentare. Era stato il ministro per i Rapporti con il parlamento ad assicurare che la maggioranza, dopo il mancato accordo della capigruppo, ne avrebbe fatto ricorso.

«Il ministro Ciriani ha detto che verrà applicata la ghigliottina. A tutela di tutto il parlamento e soprattutto a tutela delle prerogative del presidente della Camera, ricordiamo che questo strumento non è prerogativa del governo, ma del presidente. È inaccettabile che ci sia una invasione del governo», dichiara, dopo la fiducia, la capogruppo del Partito democratico, Debora Serracchiani. «Dichiariamo il nostro sconcerto rispetto a questo atteggiamento. Se il buongiorno si vede dal mattino, come primo atto di questa maggioranza, non avete cominciato bene», le fa eco la grillina Vittoria Baldino. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, allora, prende parola per garantire che è nel suo stesso interesse chiedere informazioni a Ciriani circa la sbavatura istituzionale. «Chiamerò il ministro Ciriani per chiedergli delucidazioni su quanto letto sulle agenzie, e immagino che sicuramente ci intenderemo su quanto è avvenuto. Ma è chiaro che il ricorso alla “ghigliottina” è prerogativa della presidenza, strumento che in questo momento non è stato ancora adottato. Mi auguro tutti lavorino per evitarlo».

Nessun accordo sul decreto rave, si va verso la seduta fiume. Ciriani: «Opposizione irragionevole, usiamo la ghigliottina»

«Dobbiamo restare a Roma fino al 30 dicembre». «Sì, ma fino a che ora?». «A me hanno detto fino al primo pomeriggio». «Hai spostato il volo?». Al termine della conferenza dei capigruppo alla Camera, i deputati hanno iniziato a riorganizzare i piani per la fine dell’anno. Nel transatlantico, per alcuni minuti, sono circolati discorsi da agenzia viaggi. L’auspicio era trovare un accordo tra maggioranza e opposizioni per chiudere entro domani, 29 dicembre, la pratica sul cosiddetto decreto rave. Invece, la mancata intesa fa restare in piedi tutti i 157 ordini del giorno. Saranno illustrati oggi pomeriggio, dopo la chiama nominale sulla questione di fiducia posta dal governo, che comincia alle 17.25. I capigruppo della maggioranza hanno chiesto a tutti i parlamentari di essere presenti per votare la delibera sulla seduta fiume, indispensabile per arrivare alla conversione in legge del decreto entro il limite di 60 giorni, fissato il 30 dicembre.

Ad ogni modo, le votazioni sugli ordini del giorno avranno inizio domani alle ore 19. La presidenza della Camera, su sollecitazione dei leader del centrodestra, potrebbe ricorrere alla cosiddetta ghigliottina parlamentare per cercare di comprimere i tempi. Con questo strumento, ad esempio, si potrebbero ridurre i minuti concessi per ogni intervento, ma anche con l’applicazione di questo istituto è impossibile impedire che ci sia una discussione, seppure ridotta, su ogni ordine del giorno che le opposizioni hanno depositato. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, non ha dubbi che si utilizzerà la ghigliottina parlamentare: «Faremo così, tutti i tentativi per trovare una mediazione sono falliti. L’opposizione intende andare allo scontro in maniera irragionevole, dovremo per forza ricorrere a questo strumento». E non è detto che anche così si riesca a votare in tempo la conversione in legge.

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Trentino, atterraggio d’emergenza a 2.100 metri per un aereo da turismo. Incolumi i tre passeggeri – Le foto

28 Dicembre 2022 - 19:51 Redazione
Il velivolo depositato sulla neve del gruppo Lagorai. L'intervento dell'elisoccorso per verificare le condizioni dei ragazzi a bordo

Un aereo con a bordo tre turisti ha effettuato un atterraggio di emergenza a 2.100 metri di altezza sul gruppo del Lagorai, sulle Dolomiti del Trentino. Le due ragazze e il ragazzo che erano a bordo del velivolo sono riusciti a uscirne in autonomia e hanno raggiunto sani e salvi il bivacco «Paolo e Nicola». Quindi, attorno alle 16.25, hanno dato l’allarme. Secondo le prime informazioni, l’atterraggio d’emergenza si sarebbe reso necessario a causa di un calo di potenza del motore. I tre turisti a bordo non hanno riportato gravi ferite. Recuperati al bivacco dall’elicottero di soccorso del Trentino, sono stati comunque portati all’ospedale Santa Chiara di Trento per i controlli sanitari. Solo uno di loro ha riportato un leggero trauma. L’aereo, ora, si trova in sicurezza in quota. Nella giornata di domani, sarà effettuato un sopralluogo sul posto, fa sapere la Provincia di Trento. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo è stata informata dell’episodio.

TWITTER / Atterraggio d’emergenza di un aereo, Trentino, 28 dicembre 2022
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Segreteria Pd, Bonaccini annuncia il tandem con Picierno: «È una donna da combattimento come lo sono io»

28 Dicembre 2022 - 19:01 Felice Florio
La vicepresidente del Parlamento europeo: «Nessuna delle ragioni che hanno determinato la nascita del Pd è venuta meno, anzi, si sono moltiplicate»

Stefano Bonaccini è a Roma per lanciare, in una conferenza stampa, la sua partner nella corsa alla segreteria del Partito democratico. Preferisce non definirlo ticket, quello che ha finalizzato con la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. «Abbiamo bisogno di pedalare quindi preferiamo la metafora del tandem più che del ticket. Ringrazio Pina Picierno per essere qui con me e per aver accettato di correre al mio fianco in questo congresso», ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna. «Le ho chiesto prima di sostenermi e ora di affiancarmi perché la stimo come dirigente politica e per il lavoro che fa a Bruxelles. Avere qui Pina, per me, significa non solo dire che la dimensione europea è cruciale per il nostro partito. Noi – aggiunge – siamo la sinistra riformista e progressista che ha nell’europeismo un suo tratto distintivo, che ci rende diversi e alternativi a questa destra sovranista. Ma significa anche ribadire che la questione morale va affrontata senza infingimenti e senza incertezze. E Pina Picierno è una donna da combattimento come lo sono io. Per un tandem, ripeto, in grado di pedalare forte su ogni percorso, anche i più duri. Come tutta la squadra che stiamo definendo insieme».

Un codice di autoregolamentazione per il Pd

Il candidato alla successione di Enrico Letta non si esime dall’affrontare la questione Qatargate. E per farlo, cita Enrico Berlinguer: «Il garantismo, che per me vale sempre ed è quindi fuori discussione, non c’entra nulla – con la vicenda tangenti -. I contorni della vicenda hanno un connotato anzitutto morale, nel senso indicato da Berlinguer. E tocca alla politica reagire immediatamente. Perché anche un solo caso è sempre troppo». A tal proposito, «se diventerò segretario – afferma -, proporrò ai nostri eletti un codice di autoregolamentazione interna che porti alla pubblicazione di tutti i portatori di interesse incontrati, con l’obbligo di non accettare rimborsi spese, gettoni di presenza e viaggi da parte di organizzazioni e Paesi terzi. Se sarò eletto, proporrò una riunione urgente allargata agli altri segretari nazionali, per mettere in campo azioni di trasparenza condivise e riformare i criteri complessivi di gestione del Partito socialista europeo, del gruppo S&d e delle sue attività nei vari Paesi».

Sul tema interviene la stessa Picierno, presente all’iniziativa: «Il Pd non è nato col principio della superiorità morale sugli altri, ma col principio della moralità come strumento essenziale di credibilità delle istituzioni, ma anche personale. Il nostro mandato deve essere svolto con disciplina e onore, come recita la nostra Costituzione. Coloro che proveranno a disonorare le istituzioni non troveranno posto nella nostra comunità democratica». La vicepresidente dell’Europarlamento, poi, si entusiasma nel raccontare alcune motivazioni che l’hanno spinta ad affiancare Bonaccini: «Nessuna delle ragioni che hanno determinato la nascita del Pd è venuta meno, anzi, si sono moltiplicate proprio in risposta alle marginalità. Forse uno dei nostri errori più grandi è non aver dato compiutezza a quella intuizione».

Chi sostiene la candidatura di Bonaccini

Il presidente dell’Emilia-Romagna si presenta alla sfida per conquistare il Nazareno con la copertura della maggior parte delle aree di influenza interne al Pd. Ad appoggiarlo, c’è Base riformista di Lorenzo Guerini. A sostegno del governatore c’è anche il nuovo soggetto di Piero Fassino, Iniziativa democratica, uscito da Areadem di Dario Franceschini insieme a diversi esponenti, tra cui Picierno. E poi può contare sul supporto di sindaci e presidenti di regione di spicco, come Matteo Ricci, Giorgio Gori, Emilio Del Bono, Dario Nardella, Eugenio Giani e Michele Emiliano. Infine, vicini al nome di Bonaccini ci sarebbero anche Matteo Orfini, Brando Benifei e Vincenzo De Luca.

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Genitori massacrati a Padova, il padre in fin di vita: «È stata tua sorella»

28 Dicembre 2022 - 18:34 Redazione
La figlia minore, Chiara, ha scoperto il corpo senza vita della madre e ha prestato i primi soccorsi al padre, ferito alla testa e al volto

È stata la figlia più piccola, Chiara Miatello, a riferire agli investigatori quanto le avrebbe detto il padre, ridotto in fin di vita nella sua abitazione. La donna non riusciva a mettersi in contatto né con i suoi genitori, né con sua sorella maggiore Diletta, che vive con loro a San Martino di Lupari in provincia di Padova, per questo si era preoccupata ed era andata a controllare di persona. Chiara ha così scoperto il corpo senza vita di sua madre, Maria Angela Sarto, 84 anni, ex insegnante elementare, trovata con il volto coperto di sangue in camera da letto. In soggiorno invece c’era il padre, l’89enne Giorgio Miatello, ferito gravemente al volto e alla testa. «È stata tua sorella», avrebbe rivelato l’uomo alla figlia, come poi ha raccontato ai carabinieri. L’uomo è ora ricoverato in gravissime condizioni. Irrintracciabile per alcune ore, la 51enne è stata poi individuata in un comune vicino, a Romano d’Ezzelino, 20 chilometri più a nord. Diletta è stata quindi portata in caserma in stato di fermo. Sentita dai militari, Chiara avrebbe indicato senza esitazioni nella sorella maggiora la responsabile di quanto accaduto. Diletta, ha raccontato la sorella minore, avrebbe anche mandato via frettolosamente la badante, giunta nell’abitazione come ogni mattina, per ritardare i soccorsi e il ritrovamento dei due genitori.

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Lopalco avverte sulla Cina, perché i contagi di Covid preoccupano di nuovo: «È in corso una tempesta perfetta»

28 Dicembre 2022 - 18:05 Giada Giorgi
L'abbandono della strategia "zero Covid" e la bassa copertura vaccinale «anche tra gli anziani», sono per l'epidemiologo i due fattori scatenati della catena di contagi che ha colpito il Paese asiatico

A poche ore di distanza dalla decisione del ministro della Salute Schillaci di introdurre l’obbligo di tampone Covid per tutti i viaggiatori dalla Cina, è Pier Luigi Lopalco, uno degli esperti italiani più in prima linea nella lotta al virus, a spiegare perché la situazione di Pechino sia così preoccupante anche per il resto del mondo. «La Cina si trova in una sorta di tempesta perfetta, senza potere più sostenere quei lockdown pazzeschi in cui si mettevano in quarantena intere città», osserva l’epidemiologo intervenuto a in diretta su Rai Radio1, «e, dall’altra parte, anche coi virus della famiglia Omicron che si sono trovati liberi di circolare e hanno trovato terreno fertile, con una popolazione completamente suscettibile». L’abbandono della strategia zero Covid che aveva sollevato proteste in tutto il Paese e una copertura vaccinale ancora troppo bassa sarebbero, per l’esperto, i due fattori che più di tutti in Cina hanno favorito la catena di contagi che ora torna a spaventare il mondo. «Loro hanno una bassa copertura vaccinale sicuramente anche tra gli anziani, e non hanno utilizzato i nostri stessi vaccini», osserva Lopalco, che per i prossimi giorni ribadisce l’attendibilità di una previsione preoccupante sui contagi nel paese asiatico. «La stima di 250 milioni di casi entro la fine del mese è molto verosimile: se è vero che chi arriva dalla Cina è positivo al 50%, vuol dire che metà della popolazione cinese ora sta incubando o sta avendo un contatto con questo virus molto contagioso».

La catena del contagio

La catena del contagio va fermata anche e soprattutto per evitare la diffusione di nuove e potenzialmente più pericolose varianti. «Per ora è probabile che questa ondata pandemica sia ancora sostenuta dalla famiglia Omicron, una famiglia di sottovarianti», osserva Lopalco. «Il timore è quello che Omicron possa sviluppare ulteriori varianti, per ora questo allarme non esiste». A confermarlo è anche la nota del ministero della Salute sul sequenziamento di parte dei test eseguiti all’aeroporto di Malpensa su viaggiatori dalla Cina: «Al momento non risultano in circolazione in Italia varianti che possano destare preoccupazione». Nelle prossime ore saranno anche disponibili gli esiti dei tamponi degli ultimi due voli atterrati a Malpensa di cui l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha dato conto, con il 38% e il 52% di positivi riscontrati sul totale dei presenti a bordo. E anche a proposito dei test negli aeroporti Lopalco chiarisce: «Il senso di quei tamponi è monitorare la circolazione del virus, non bloccare le persone alla frontiera. Il virus circola anche qui ma noi siamo ben protetti, dalla vaccinazione e dalle precedenti ondate pandemiche. I tamponi insomma sono fatti per individuare precocemente una eventuale nuova variante».

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Google, crescono le voci sulla raffica di licenziamenti: paura tra i dipendenti sul nuovo sistema di valutazione

28 Dicembre 2022 - 17:54 Redazione
Il New York Times cita una lettera dei lavoratori del colosso in Svizzera in cui parlano dell'arrivo potenziale di un nuovo sistema che cambia i criteri con cui verrà giudicato il lavoro e dei rischi sempre più alti di essere licenziati

I dipendenti di Google iniziano a temere l’arrivo di un’ondata di licenziamenti. Al momento non ci sono state riduzioni del personale, ma tra lo staff circola la paura. A raccontarlo è il New York Times che riferisce di una lettera dei lavoratori di Google in Svizzera inviata al vicepresidente delle risorse umane dell’azienda, in cui delineano le loro preoccupazioni sul fatto che un nuovo sistema di valutazione dei dipendenti possa essere introdotto e utilizzato per ridurre la forza lavoro. «Il numero e la diffusione delle segnalazioni che ci sono pervenute indicano che almeno alcuni dirigenti sono stati sottoposti a pressioni aggressive per applicare una quota su un processo che potrebbe portare i dipendenti a ottenere valutazioni negative e potenzialmente a perdere il lavoro», hanno scritto alcuni rappresentanti dei lavoratori nella lettera. In quest’ultima vengono fatti anche alcuni esempi concreti che, a loro avviso, sono i primi segnali di un potenziale cambio di registro: dall’imminente chiusura di un piccolo ufficio alla cancellazione di un progetto di moderazione dei contenuti per ridurre il budget.

Il calo degli utili di Google

«Durante le riunioni di pianificazione del 2023, il colosso della Silicon Valley è diventato una polveriera di ansia», emerge dalla testata statunitense che ha ascoltato le testimonianze di 14 dipendenti attuali ed ex. Pur restando in corsa per realizzare profitti per decine di miliardi di dollari di utile quest’anno, Google ha subito alcuni rallentamenti A ottobre, quando il mercato della pubblicità digitale è crollato, la società madre di Google, Alphabet, ha riferito che i profitti sono diminuiti del 27% nel terzo trimestre rispetto all’anno precedente, a 13,9 miliardi di dollari. Il tema dei licenziamenti sta colpendo diversi grandi colossi quest’anno. A metà dicembre, il Ceo del Washington Post ha annunciato una riduzione del personale senza dare spiegazioni. Solo pochi giorni prima è uscita l’indiscrezione che anche Amazon prevede licenziamenti per 10mila dipendenti. E a precedere Amazon, c’erano già stati DisneyTwitter e Meta.

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