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Fedez, il primo Natale dopo l’operazione: «Ancora fitte e crampi allo stomaco…»

28 Dicembre 2022 - 17:24 Redazione
Il rapper milanese continua a condividere con i suoi follower il delicato percorso di ripresa dopo la diagnosi di tumore al pancreas

È il primo Natale dopo l’operazione per il cantante Fedez che, anche in questi giorni di festa, ha deciso di condividere con i follower il suo delicato percorso di ripresa. «Primo Natale post operazione: fitte e crampi allo stomaco derivati dall’intervento», ha scritto in una storia di Instagram, «forse è il primo Natale in cui non ho messo su chili». Lo scorso marzo Fedez ha subìto un intervento di quasi sei ore per l’asportazione di un tumore neuroendocrino del pancreas. Da quel momento in poi l’artista ha deciso di condividere la sua esperienza con le persone che lo seguono, raccontando tutte la fasi del difficile percorso: dalla scoperta della malattia all’operazione, alla riabilitazione fino alle sedute psicologiche per riuscire ad affrontare uno dei momenti più complicati della sua vita. «Faccio un esame generale ogni 6 mesi, mentre mi visitavano è passata di lì, per caso, una dottoressa», ha raccontato tornando indietro al momento in cui i medici si sono accorti del suo tumore. «Non doveva essere in quello studio, ma sbirciando sul monitor ha visto che c’era qualcosa che non andava al pancreas. Le devo la vita».

La condivisione social è andata avanti nei mesi tra i ringraziamenti allo staff medico del San Raffaele di Milano all’incoraggiamento del cantante per tutte le persone nella stessa situazione. Tra le numerose stories pubblicate, anche quelle di un audio preso da alcuni colloqui avuti da Fedez con lo psicologo nello stesso giorno in cui ha scoperto di essere malato. Una scelta che ha destato non poche reazioni negli utenti, tra chi ha applaudito il coraggio del cantante e chi lo ha accusato per l’ennesimo gesto di protagonismo. «Non avevo mai riascoltato quell’audio, quella mattina me lo sono risentito e ho cominciato a piangere come un cretino. Sto cercando di tenere aperta la finestra della mia malattia per non dimenticare, quella finestra mi aiuta a rivalutare le priorità della mia vita», si era difeso Fedez, sottolineando come la sua opera di condivisione fosse un tentativo «di esorcizzare il male provato». Poche ore fa tra le foto e i video con la moglie Chiara Ferragni e i due bambini sulla neve, l’ultimo aggiornamento dell’artista sul suo stato di salute.

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SOSTENIBILITÀAndrew TateGreta ThunbergInquinamentoSocial media

«Greta dammi la tua email e ti dico quanto inquino…». E l’attivista gela l’ex kickboxer Andrew Tate – La foto

28 Dicembre 2022 - 17:13 Ygnazia Cigna
La risposta durissima dell'ambientalista svedese all'ex lottatore Andrew Tate, riammesso solo lo scorso novembre da Elon Musk su Twitter dopo essere stato bannato per circa cinque anni

Greta Thunberg blasta Andrew Tate. «Io ho 33 macchine. La mia Bugatti ha un motore W16 da 8 litri con turbo quadruplo. Le mie DUE Ferrari da competizione hanno un V12 da 6 litri e mezzo. Questo è l’inizio. Per favore, inviami il tuo indirizzo email così che possa mandarti una lista completa delle mie macchine e le loro enormi emissioni», così ha scritto su Twitter l’ex atleta di kickboxing tentando di provocare la giovane ambientalista svedese. E, in meno di 24 ore, è arrivata la risposta di Thunberg: «Sì, ti prego, illuminami. Scrivimi pure a smalldickenergy@getalife.com (complessodapenepiccolo@fattiunavita.com, ndr)». Una risposta che non è passata inosservata agli utenti e che in poche ore è già in trend sul social. Non è la prima volta che Andrew Tate se la prende con Greta. Già in precedenza, aveva diffuso alcuni video in cui sovrapponeva ai discorsi della ragazza spezzoni di ostentazione dei suoi lussi materiali.

Chi è Andrew Tate, bannato da tutti i social

Andrew Tate è un ex kickboxer statunitense, con cittadinanza britannica, diventato noto nel 2016 dopo essere stato allontanato dal programma Il Grande Fratello per alcuni attacchi sessisti. Solo un anno dopo è stato bannato da Twitter per ben 5 anni. Poi, quest’anno è stato bannato anche da Facebook e Instagram per aver violato le loro politiche. Tate, in questi anni, è spesso stato al centro delle polemiche per diverse affermazioni divisive e dai tratti discriminatori. In un tweet scrisse che «certe donne dovrebbero assumersi la responsabilità per essere state violentate». Lo scorso novembre l’ex kickboxer è stato riammesso su Twitter quando Elon Musk ha rilevato l’azienda e introdotto nuove politiche sulla libertà di espressione sul social.

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ECONOMIA & LAVOROGasGazpromPolitiche energeticheRussia

Gazprom ammette: «2022 molto difficile, costretti a guardare all’Asia». Prezzo del gas ai minimi da febbraio

28 Dicembre 2022 - 16:57 Redazione
L'anno che volge al termine ha portato «cambiamenti radicali nei mercati energetici», ha detto l'Ad del gruppo Alexei Miller

L’anno che si sta per chiudere è stato «molto difficile» per Gazprom. Lo ha ammesso lo stesso Ad della società, Alexei Miller, nel corso della sua conferenza stampa di fine anno. Sull’onda del conflitto tra Russia e Ucraina, e delle conseguenti sanzioni di Ue e Usa sull’export da Mosca di idrocarburi e non solo, il 2022 ha portato «cambiamenti radicali nei mercati energetici», ha osservato Miller, spingendo il suo gruppo a un grande cambio di strategia, con le esportazioni che ora si rivolgono verso l’Asia. Dopo l’imposizione del price cap sul gas da parte dell’Ue, intanto, stamattina il prezzo del metano alla borsa di Amsterdam è calato ancora sotto quota 77 euro al megawattora, ai minimi da febbraio, prima dell’inizio della guerra. Il prezzo di scambio del gas è poi risalito nel corso della giornata, sopra quota 82 euro. Quotazioni in forte ribasso anche a Londra, dove alla riapertura delle contrattazioni dopo le feste il prezzo del metano è calato di oltre il 7%.

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ESTERIArrestiIncendiInchiesteMoscaRussiaVideoVladimir Putin

La protesta anti Putin di due 70enni russi, così hanno provato a dare fuoco al centro di arruolamento – Il video

28 Dicembre 2022 - 16:55 Redazione
La coppia sarebbe stata scoperta mentre cercava di dare fuoco all'ufficio del commissario locale per il reclutamento

Una coppia di anziani settantenni è stata arrestata a Podolsk, cittadina russa vicino Mosca, per aver tentato di dare fuoco a un’ufficio di arruolamento militare locale. Alexander Rassokhin, è stato filmato mentre cercava di dare fuoco all’edificio e il video è diventato presto virale sui social. L’uomo, però, è riuscito solo ad appiccare un piccolo incendio perché è stato fermato poco dopo dalla polizia. Il 70enne avrebbe cosparso uno straccio di benzina per poi metterlo sul telaio della finestra dell’edificio e ha, infine, acceso lo straccio. Dato l’immediato intervento delle autorità, il piccolo incendio è stato domato e non ha provocato nessuna vittima o ferito. Con l’uomo è stata arrestata anche sua moglie di 76 anni, Maria Medvedeva, che sarebbe stata l’autrice del video secondo quanto riportato da Novaya Gazeta e ripreso da diversi media ucraini. A diffondere il video anche il giornalista ucraino e veterano Viktor Kovalenko e Novaya Gazeta, che diffonde le foto due protagonisti della vicenda, spiegando però di non aver ancora trovato riscontri dal ministero delle situazioni di emergenza della regione di Mosca.

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ESTERIKosovoSerbiaUnione europeaUSA

Il Kosovo chiude la frontiera con la Serbia. Il monito Ue-Usa: «Agire immediatamente per una de-escalation senza condizioni»

28 Dicembre 2022 - 16:02 Simone Disegni
Bruxelles e Washington chiedono a entrambi i Paesi di «esercitare la massima moderazione e astenersi da minacce o provocazioni». Mosca ribadisce il sostegno a Belgrado ed esclude ogni coinvolgimento

Il Kosovo ha chiuso oggi, 28 dicembre, il principale valico di frontiera con la Serbia, dopo settimane di crescente tensione tra i due Paesi culminate, l’altro ieri, nell’annuncio del governo di Belgrado di aver predisposto «al massimo livella di prontezza per i combattimenti» il suo esercito. A dare notizia della chiusura della frontiera è il Financial Times. Pur impegnate da mesi nel cercare di smorzare le tensioni etniche e favorire il dialogo tra Pristina e Belgrado, le istituzioni internazionali – dall’Ue alla Nato all’Onu – non sono riuscite sin qui nell’obiettivo. E la loro preoccupazione cresce al pari della tensione sul terreno, alimentata dalle barricate erette nel nord del Kosovo dalla minoranza serba. «L’Unione europea e gli Usa sono preoccupati per la persistente situazione di tensione nel nord del Kosovo e chiedono a tutti di esercitare la massima moderazione, e di agire immediatamente per una de-escalation senza condizioni, astenendosi da provocazioni, minacce o intimidazioni», si legge in una nota diffusa oggi dal servizio di azione esterna dell’Ue, il “ministero degli Esteri” dei 27. «Stiamo lavorando con il presidente Vučić e il primo ministro Kurti per trovare una soluzione politica al fine di disinnescare le tensioni e concordare la via da seguire nell’interesse della stabilità, della sicurezza e del benessere di tutte le comunità locali», ribadisce ancora il messaggio congiunto diffuso da Bruxelles e Washington.

La posizione della Russia

Poche ore prima a dire la sua sulle tensioni in corso era stato il Cremlino, per bocca del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. In linea con la tradizione alleanza ortodossa, Peskov ha ribadito che Mosca sostiene la Serbia nei suoi passi sul Kosovo. E ne ha approfittato per smentire che sia proprio la Russia a soffiare sul fuoco della rivalità tra i due Paesi: i sospetti di una «influenza distruttiva» di Mosca sulla situazione sono da considerarsi «assolutamente errati», ha detto Peskov, come riportato dall’agenzia di stampa russa Tass.

Foto: EPA/Alexandra Beier – Il Segretario di Stato Usa Antony Blinken con l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell – Monaco, 19 febbraio 2022.

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ATTUALITÀAeroportiCinaCoronavirusGoverno MeloniOrazio SchillaciPechinoPunti di VistaSanitàTamponiVariante CovidVideo

«Tamponi obbligatori per chi arriva dalla Cina», Schillaci firma l’ordinanza: stretta contro possibili varianti da Pechino – I video

28 Dicembre 2022 - 15:44 Giada Giorgi
Dal 24 dicembre a oggi il ministro della Salute ha seguito l'esito dei test effettuati sui passeggeri di Malpensa. Oggi la decisione per tutto il territorio nazionale

«Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia». Dopo ore di attenta valutazione arriva così l’annuncio del ministro della Salute Orazio Schillaci per contrastare il rischio di una nuova ondata nel Paese. «La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana», ha continuato il ministro, che ha annunciato ulteriori dettagli della sua decisione nel corso del Consiglio dei ministri convocato per oggi 28 dicembre. Mentre il virus mette di nuovo in ginocchio la Cina, l’Italia dunque pensa a come difendersi da una nuova possibile ondata di Covid-19 proveniente dall’estero. Dal 24 di dicembre ad oggi Schillaci ha seguito l’esito dei tamponi effettuati sui passeggeri in arrivo a Malpensa e provenienti dalla Cina, raccomandando anche il sequenziamento di tutte le varianti che possono emergenti dai test elaborati.

«Al momento», spiega una nota diffusa dal ministero poche ore fa, «non risultano in circolazione in Italia varianti che possano destare preoccupazione». Ma i dati di Malpensa restituiscono tutta la preoccupazione degli ultimi giorni: nella giornata del 26 dicembre quasi un passeggero su due, tra quelli atterrati all’aeroporto milanese dalla Cina a bordo di due voli, sono risultati positivi al Covid dopo il tampone non obbligatorio predisposto dalla Regione Lombardia. «Sul primo volo», ha spiegato l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, «su 92 passeggeri sono 35 i positivi, il 38%». E ancora: «Nel secondo, su 120 passeggeri 62 sono positivi, il 52%». Dopo i test elaborati, la regione ha attivato la procedura per il sequenziamento che permetterà di individuare la presenza di varianti. «Domani mattina avremo i primi risultati».

Intanto cresce anche la preoccupazione per la quantità di persone in arrivo gli arrivi dalla Cina. L’ultima decisione del governo di Pechino di sollevare gli abitanti dall’obbligo di quarantena per chi arriva nel Paese dall’estero a partire dal prossimo 8 gennaio ha scatenato le prenotazioni della popolazione asiatica verso molte città del mondo. Entro mezz’ora dall’annuncio le ricerche di viaggi all’estero sono schizzate ai livelli massimi da tre anni. Un dato non incoraggiante se si pensa che solo nei primi 20 giorni di dicembre circa 250milioni di persone in Cina hanno contratto il virus. Un numero rivelato dal vicedirettore del centro per il controllo e la prevenzione cinese Sun Yang, citato dal Financial Times, e che ora appare in netto contrasto con i bollettini ufficiali diffusi dalla National Health Commission che invece parlano di poco più di 60mila contagi.

Nel pericoloso silenzio delle autorità cinesi, il rischio di una nuova catena di contagi alle porte preoccupa il ministro delle Salute Schillaci che da giorni è in contatto con le autorità competenti degli Stati Ue per definire modalità di prevenzione e lotta al virus il più possibile condivise. La nota del ministero fa sapere che nel pomeriggio di oggi, 28 dicembre, il ministro riferirà gli esiti delle valutazioni durante il Consiglio dei ministri. Le decisioni saranno il frutto anche di diversi confronti avuti da Schillaci negli ultimi giorni con la Cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità per il il monitoraggio sull’andamento dei contagi Covid19.

Anche Fiumicino comincia con i test

Poco prima che arrivassero le disposizioni a livello nazionale, l’aeroporto di Roma Fiumicino ha diffuso la ripresa dei tamponamenti preventivi per i voli provenienti dalla Cina. A comunicarlo è stato lo stesso l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato: «I test si svolgeranno con le consuete modalità, sotto la supervisione dell’ Istituto “Spallanzani” e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia, le ultime notizie sul Covid ci spingono a tenere alta l’attenzione». E ad esortare a una rapida strategia anti virus è lo stesso “Spallanzani” di Roma: «Serve un potenziamento della sorveglianza mediante test antigenici per chi proviene in particolare dalla Cina, e caratterizzazione molecolare con analisi di sequenza nei casi positivi», scrive la struttura d’eccellenza romana in una nota, invitando a un coordinamento dei tamponi di sorveglianza a livello europeo. «Un intervento di questo tipo servirebbe a monitorare la comparsa ed intercettare precocemente l’arrivo di nuove varianti, sia come nuove evoluzioni di Omicron che come nuove varianti diverse da Omicron, e a predisporre eventuali misure quarantenarie selettive».

De Luca: «Tamponi per chi atterra a Capodichino dalla Cina»

«Abbiamo il dovere di tenere aperti gli occhi sul Covid». Così anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato l’adozione di misure di prevenzione «relative allo scalo aeroportuale napoletano di Capodichino». Tamponi per tutti i passeggeri che arrivano dalla Cina anche in Campania dunque: «In quel Paese che fa registrare oltre un milione di contagi al giorno, la situazione è allarmante. Non possiamo permetterci l’introduzione di altre varianti del virus dopo gli enormi sforzi compiuti negli ultimi due anni».

Anche gli Usa verso una nuova strategia di difesa

Alla luce di quanto sta accadendo in Cina, anche gli Usa cominciano a pensare a nuove misure di prevenzione per i viaggiatori asiatici. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Bloomberg, gli Stati Uniti potrebbero imporre misure simili a quelle decise dal Giappone e dalla Malesia: Tokyo richiede per l’ingresso un test Covid negativo e la Malesia ha imposto misure di tracciamento e sorveglianza. Le stesse fonti aggiungono che Washington sarebbe preoccupata per il balzo dei casi in Cina e avrebbe sollevato dubbi sulla trasparenza dei dati di Pechino sui contagi.

Video copertina: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev | L’assessore regionale lombardo al Welfare Guido Bertolaso

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DIRITTIAfghanistanParità di genereTalebaniTvUniversitàVideo

«Se mia sorella e mia madre non possono studiare, questi non mi servono più», il prof di Kabul strappa diplomi e lauree in diretta tv – Il video

28 Dicembre 2022 - 15:39 Ygnazia Cigna
Docente all'Università di Kabul, Ismail Meshal ha voluto protestare davanti alle telecamere dopo il divieto alle donne di frequentare scuole e università

«Da quando ci sono i Talebani, non mi servono più questi diplomi, questo non è un Paese per l’educazione. Se mia sorella e mia madre non possono studiare non accetterò questo sistema». A parlare è il professore dell’università di Kabul, Ismail Meshal, che – ospite in diretta televisiva su Tolo Tv – ha strappano diplomi e lauree per protesta contro il bando alle donne nelle scuole e nelle università. «Non accetto quest’istruzione», dice fermamente. Meshal si aggiunge ai tanti gesti di dissenso della popolazione nei confronti del regime talebano. Sono oltre 40, infatti, i professori universitari che si sono dimessi a seguito dell’annuncio del ministro dell’Istruzione, Neda Mohammad Nadeem, che vieta alle afghane l’accesso agli atenei. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è rivolto all governo di Kabul dichiarando: «Le ultime restrizioni imposte dai talebani all’occupazione e all’istruzione di donne e ragazze sono ingiustificabili violazioni dei diritti umani e devono essere revocate». E ci ha tenuto ad aggiungere che «le azioni per escludere e mettere a tacere le donne e le ragazze continuano a causare immense sofferenze e gravi battute d’arresto al potenziale del popolo afghano».

Le proteste continuano da tempo

Il divieto di accesso alle università per le donne ha provocato in primis l’ira degli stessi studenti e delle studentesse. Molte sono scese in piazza in queste settimane per manifestare contro l’ordinanza del ministero, solo l’ultima delle tante promesse tradite dal governo, nonostante la consapevolezza di doversi aspettare l’arresto immediato. La scorsa settimana alla Nangarhar University a Jalalabad gli studenti uomini si sono rifiutati di svolgere un esame e sono usciti dall’aula in segno di solidarietà alle colleghe donne. E ieri, 27 dicembre, una giovane donna si è fermata nei pressi dell’università di Kabul davanti ai soldati talebani per protesta. «Volevo dimostrare il potere di una singola ragazza afghana, che anche una sola persona può opporsi all’oppressione», ha poi dichiarato.

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ESTERIMar MediterraneoNATORussia

Navi russe nel Mediterraneo, la Marina conferma: «Flotta italiana in mare incaricata di sorvegliarle»

28 Dicembre 2022 - 15:37 Redazione
Il comandante in capo della Squadra Navale Aurelio De Carolis: «Attività di controllo intensificata già da mesi, in sinergia con gli alleati»

Navi della marina russa sono presenti anche nel Mediterraneo. Lo ha confermato il comandante in capo della Squadra Navale italiana, l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, a margine della cerimonia di avvicendamento del Comando tattico dell’Operazione Mediterraneo Sicuro (OMS), svoltasi oggi 28 dicembre a bordo della nave San Giorgio ormeggiata presso la stazione navale Mar Grande di Taranto. «Confermo la presenza di navi russe nel Mediterraneo – ha detto De Carolis – A noi spetta pertanto il compito di sorvegliare il Mediterraneo e controllare da vicino queste navi. Un forte messaggio dal punto di vista della comunicazione strategica che l’alleanza dà». La Marina italiana, ha sottolineato in proposito De Carolis, opera «in un contesto pienamente sinergico con le altre Marine alleate che operano nel Mediterraneo e con tutte le altre operazioni: quelle dell’Ue come l’operazione Irini, e della Nato come la Sea Guardian, e quella ancora più importante che vede permanentemente presente nel Mediterraneo la portaerei Usa Bush». L’impegno della Marina italiana in attività operative si è intensificata già dall’inizio del 2022, ha spiegato ancora De Carolis, sottolineando che «questo si traduce in un maggior numero di navi in mare, dunque uno sforzo più intenso per i nostri equipaggi, tant’è vero che anche in occasione di queste festività sono diverse le nostre navi in mare, alcune delle quali partite proprio qui da Taranto». L’ultimo mezzo italiano a ripartire in missione è stato il cacciatorpediniere Andrea Doria, dispiegato il 27 dicembre nel quadro della forza permanente Nato che opera nel Mediterraneo.

Foto di copertina: ANSA/FRANCESCO AMMENDOLA/US QUIRINALE – Una visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla portaerei italiana Cavour al largo di Civitavecchia – 13 settembre 2022

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No! L’Onu non ha mentito sulla concentrazione di CO2 nell’atmosfera

28 Dicembre 2022 - 14:54 Antonio Di Noto
Secondo una pagina Facebook, le Nazioni Unite avrebbero mentito per convincere la popolazione del cambiamento climatico, ma non c'è nessuna prova

«Una campagna di paura delle Nazioni Unite», così viene bollato dalla pagina Facebook negazionista del cambiamento climatico il fenomeno del riscaldamento globale. Il post sta circolando con insistenza su Facebook, e insinua l’ipotesi secondo la quale il cambiamento climatico non sarebbe reale. Per farlo, viene mostrata una tabella che classifica i gas dell’atmosfera terrestre in ordine di presenza. Chi condivide il post sostiene che l’Onu abbia mentito sulla quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera, che viene considerata troppo bassa per causare un vero cambiamento.

Per chi ha fretta:

  • Una pagina negazionista del cambiamento climatico usa la bassa concentrazione di CO2 nell’atmosfera terrestre per negare l’esistenza del riscaldamento globale, sostenendo che l’Onu abbia mentito a riguardo.
  • Non ci sono prove delle presunte menzogne, i dati mostrati dalla pagina sono corretti, e corrispondono a quelli diffusi dagli esperti.
  • Il fatto che la concentrazione di CO2 sia bassa non implica che questa non possa determinare un significativo effetto serra.

Analisi

Questo è quello che si legge nella descrizione di uno dei post che condividono la tabella:

«Una campagna di paura delle Nazioni Unite sull’anidride carbonica è la più grande truffa della storia umana. Questi i dati oggettivi: l’atmosfera è composta da 2 gas principali: azoto 78% e ossigeno 21% – questo fa il 99%, l’argon è meno dell’1%. Se si somma tutto il resto, arriviamo a meno dell’1%, la CO2 è “solo” lo 0,04%, quella antropica il 3% dello 0,04%. Questi burloni vi stanno prendendo per fessi. Inoltre qualcuno è in grado di spiegare come l’aumento dello 0,01% in due secoli di CO2 può creare tanto scompiglio al clima prima di rubare altro futuro alle nuove generazioni?»

La stessa narrativa viene sostenuta anche in un altro post della stessa pagina: Attività solare. Nella descrizione si legge:

Non esiste alcun esperimento che dimostri l’esistenza dell’effetto serra antropico. Almeno, nulla che non sia fraudolento. Il GHE sfida la seconda legge della termodinamica, il GHE è stato smascherato dalle leggi dei gas ideali e dagli effetti adiabatici, e la meccanica quantistica distrugge la polarizzazione della radiazione IR sul gas CO2

Ricercando il nome della tabella su Google, è possibile reperire la stessa tabella utilizzata da Attività Solare per sostenere la propria tesi. La si può consultare su questo sito. Come indicato nella tabella stessa, i dati riportati risalgono al 2014. Per verificarlo, è sufficiente consultare le informazioni aggiornate mensilmente sul sito della Nasa. Si vedrà che la concentrazione della CO2 di 397 parti per milione (ppm) è quella registrata nella seconda metà del 2013 e nel gennaio 2014. Rispetto ad allora, è salita considerevolmente, attestandosi – il 16 ottobre 2022 – a 419 ppm. Le stesse cifre sono citate, ad esempio, in questo articolo dell’Onu, che quindi non mente a riguardo.

L’incremento della concentrazione di CO2 a causa delle attività umane

Come viene correttamente fatto notare da Attività solare, l’anidride carbonica ha una concentrazione nell’atmosfera di appena lo 0,04%. Tuttavia, questo non vuol dire che non sia aumentata considerevolmente dai livelli preindustriali. Nel 1750 questa si aggirava intorno alle 277 ppm. Ovvero i due terzi di quella attuale. Metà del cambiamento si è verificato dal 1980 ad oggi, evidenziando un andamento correlato all’incremento della popolazione mondiale.

Come distinguere la CO2 antropogenica

Secondo Attività solare, «non esiste alcun esperimento che provi l’esistenza dell’effetto serra antropico». Questa frase è completamente falsa. Infatti, l’anidride carbonica che si ottiene bruciando i combustibili fossili ha una diverso rapporto tra atomi di carbonio pesanti e leggeri – spiegano gli scienziati della Nasa – che la rende facilmente distinguibile da quella naturalmente presente nell’atmosfera terrestre. Le stime degli scienziati evidenziano che circa il 63% del riscaldamento globale è da imputare alla CO2 antropica.

Come fa la CO2 a scaldare il pianeta?

A questo punto è importante capire come l’anidride carbonica scalda il pianeta. Quando le radiazioni solari arrivano sulla terra, hanno una lunghezza d’onda che riesce a trapassare le maglie formate dalla CO2 nell’atmosfera. Una volta che le stesse radiazioni vengono riflesse dalla superficie terrestre, la loro lunghezza d’onda aumenta, e viene bloccata dall’anidride carbonica che mantiene l’energia all’interno del sistema terra.

Conclusioni:

Una pagina che diffonde disinformazione sul cambiamento climatico sostiene che l’Onu menta sulla concentrazione di CO2 presente nell’atmosfera terrestre, e, sulla base di ciò, nega l’esistenza del riscaldamento globale. Le Nazioni Unite, però, non hanno mentito sulla quantità di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre, che corrisponde a quella mostrata dalla pagina, ed è causa del 63% del riscaldamento globale registrato dal 1750 ad oggi.

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No! La rappresentante dem della California non ha mai detto che la pedofilia «non è un crimine, ma un’identità»

28 Dicembre 2022 - 14:46 Ludovica Di Ridolfi
Porter viene falsamente descritta come una pedofila per aver denunciato come altre persone vengano falsamente descritte come pedofili

Tra le varie accuse mosse dai detrattori agli esponenti democratici americani, dalla massoneria al satanismo, ricorre spesso quella di pedofilia. L’ultima presunta prova a sostegno di questa teoria ha coinvolto la rappresentante democratica della California, Katie Porter: diversi post condivisi sui social nella seconda metà di dicembre hanno infatti sostenuto che Porter avesse definito la pedofilia «non un crimine, ma un’identità». Una narrazione che punta a svelare le presunte abominevoli derive del progressismo in materia di diritti civili, ma che si basa su un’affermazione che l’esponente dem, in realtà, non ha mai pronunciato.

Per chi ha fretta:

  • Circolano sui social alcuni post che sostengono che la rappresentante democratica della California Katie Porter abbia descritto la pedofilia come «un’identità, non un crimine»
  • Le sue parole sono state distorte ed estrapolate da un intervento in cui la politica statunitense denunciava le accuse prive di fondamento volte ai membri della comunità Lgbtq+, per alimentare l’odio nei loro confronti
  • Sintetizzando, Porter viene falsamente descritta come una pedofila per aver denunciato come altre persone vengano falsamente descritte come pedofili

Analisi

«Evviva i dem…… ma dem starà mica per dementi? Non avevo capito ,scusare». Con questo commento un utente rilancia su Facebook lo screenshot di un tweet condiviso il 15 dicembre dall’account @stillgray. Il post, tradotto, recita: «Secondo la rappresentante democratica della California Katie Porter, la pedofilia non è un crimine, è una “identità”».

La teoria ha avuto enorme diffusione negli Stati Uniti, dove è stata condivisa anche dal rappresentante repubblicano del Texas Ronny Jackson. Che ha pacatamente aggiunto: «Katie Porter ha appena detto che la pedofilia non è un crimine, ha detto che è una “identità”. QUESTA È L’INCARNAZIONE DEL MALE! La cosa triste è che questa donna non è l’unica persona VILE che spinge per la normalizzazione della pedofilia. Questo è ciò che credono i progressisti!».

A scatenare l’indignazione è una breve clip che viene allegata ai commenti scandalizzati. Per capire se Porter ha veramente affermato ciò di cui viene accusata, bisogna risalire all’origine.

L’intervento da cui è nata la bufala

l video incriminato risale al 14 dicembre 2022, ed è stato estrapolato dall’intervento che la rappresentante democratica ha fatto nel corso di un’udienza del Comitato per la supervisione e la riforma della Camera, sul tema della violenza e della discriminazione nei confronti della comunità Lgbtq+ negli Stati Uniti. L’incontro è stato organizzato a seguito della sparatoria al Club Q in Colorado, avvenuta alla fine dello scorso novembre, quando un uomo ha aperto il fuoco in una discoteca gay a Colorado Springs, uccidendo 5 persone e ferendone altre 17.

Durante l’udienza, Porter ha commentato rapporto pubblicato dall’organizzazione americana per i diritti civili Human rights campaign (Hrc) sulle discriminazioni sui social subite dalla comunità Lgbtq+. Sottolineando come tra le accuse più ricorrenti che venivano mosse alla comunità vi era quella di pedofilia (in più occasioni ci siamo occupati di smentire bufale di questo tipo). Ma il contenuto del suo intervento non era in alcun modo volto a legittimare il reato. Porter ha infatti affermato che la retorica sopracitata equivale a «sostenere falsamente che una persona sia in qualche modo criminale e coinvolta in atti criminali semplicemente a causa della sua identità – il suo orientamento sessuale, la sua identità di genere».

E ha aggiunto che «la narrativa del “groomer” è una bugia secolare per posizionare le persone LGBTQ + come una minaccia per i bambini», e quello che fa è «negare loro l’accesso agli spazi pubblici, alimentare la paura e persino la violenza». Onde evitare ulteriori fraintendimenti, Jordan Wong, un portavoce di Porter, contattato dall’Associated Press, ha categoricamente smentito la bufala.

Conclusioni

I commenti fatti da Porter nel corso dell’udienza della commissione sull’aumento della violenza anti-LGBTQ sono stati estrapolati dal contesto. La politica statunitense non ha mai legittimato la pedofilia, come falsamente affermato dai detrattori. Il reale contenuto del suo intervento voleva denunciare la possibilità che qualcuno venisse accusato del reato solo a causa della sua identità di genere o il suo orientamento sessuale.

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28 Dicembre 2022 - 14:41 Antonio Di Noto
Ancora una volta i decessi di figure note al grande pubblico vengono correlate ali vaccini dai no vax in maniera completamente infondata

Ci sono personaggi dello spettacolo, attori, sportivi, e musicisti che hanno perso la vita quest’anno nella rivisitazione della copertina dell’album dei Beatles Sgt. Pepper’s che gli antivaccinisti stanno condividendo in queste ore su Facebook per sostenere, ancora una volta, che la causa dei decessi sia il vaccino contro il Covid. Millantano che i media non abbiano dato notizia delle morti per «nascondere un olocausto». In realtà, non c’è prova che i decessi di questi personaggi siano state causate dai vaccini contro il Coronavirus, e non è vero che le notizie che li riguardano sono state nascoste. Vediamo tutto nel dettaglio.

Per chi ha fretta:

  • Alcuni utenti condividono su Facebook una rivisitazione della copertina dell’album dei Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band rivisitata con molti dei personaggi famosi che sono morti «improvvisamente» quest’anno.
  • Lo fanno per sostenere che i decessi siano legati ai vaccini contro il Covid.
  • In realtà l’immagine è un’opera dell’artista Chris Barker che non fa nessun riferimento ai vaccini, una correlazione completamente inventata.

Analisi

Di seguito vediamo alcuni screenshot dei post che circolano su Facebook. Nella descrizione di uno di questi si legge:

Celebrità morte improvvisamente nel 2022. 😳😳😳😳😳😳😳😳😳😳 Impresa ardua nascondere un olocau(s)to di queste proporzioni. Come ci stanno riuscendo? In primo luogo nascondendo le notizie, non dando risalto a quelle che non possono essere nascoste e mettendo in campo tutte le armi di distrazione di massa di cui dispongono. Se sei troppo concentrato su un qualcosa, non riesci a focalizzare la tua attenzione su altro. Se, ad esempio, i criminali ti martellano h.24 con notizie di cronaca , tu ti convinci che il vero problema è la violenza e che è per questo e solo per questo che le persone muoiono.🤪🤪🤪 Vincent Sanders Channel

Un altro post si presenta così sul social di Mark Zuckerberg.

A chi la conosce, non sarà sfuggita la somiglianza tra l’immagine diffusa dai no vax e la copertina dell’ottavo album dei Baeatles.

Si tratta di un abbinamento quantomeno insolito, che infatti non va attribuito a chi condivide l’immagine, ma all’artista che l’ha creata: il britannico Chris Barker. Sul suo profilo Instagram, infatti, è possibile vedere l’opera completa, con tanto di lista di tutti personaggi raffigurati, che rappresenta l’ultima tappa di quello che sembra essere un progetto annuale dell’artista. Il riferimento al celebre album è esplicitato dall’hashtag #sgtpeppe2022.

Inoltre, è lo stesso artista a condividere ironicamente un tweet di Reuters Fact Checking, che si è occupata dell’immagine, negando ogni correlazione con i vaccini. «Devo dire che c’è veramente una prima volta per tutto. Non credo che prima di oggi fossi mai stato oggetto di un Fact check di Reuters», si legge nella descrizione di un altro post su Instagram dell’artista. D’altronde, la sua opera include figure morte per cause che non prestano il fianco a nessun tipo di ambiguità: come l’ex primo ministro del Giappone Shinzo Abe, che è stato assassinato, o il presentatore della BBC Bill Turnbull, che morto a seguito di una ben documentata battaglia contro il cancro alla prostata.

L’artista è solito rivisitare l’opera con i personaggi morti ogni anno. Ha pubblicato la versione del 2021, del 2020, del 2019, 2018, 2017, e 2016.

I media nascondono le notizie?

Infine, i post su Facebook sostengono che i media non abbiano trattato dei decessi dei personaggi mostrati. Tuttavia anche questa informazione è falsa. Ad esempio, su Open ci siamo occupati della morte di Angela Lansbury, attrice de La Signora in Giallo; di quella di Robbie Coltrane, noto per aver interpretato Hagrid nei film di Harry Potter; e del batterista dei Foo Fighters Taylor Hawkins, stroncato da un’overdose di stupefacenti a soli 50 anni.

Conclusioni:

Alcuni utenti condividono su Facebook una rivisitazione della copertina dell’album dei Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band rivisitata con molti dei personaggi famosi che sono morti «improvvisamente» quest’anno. Lo fanno per sostenere che i decessi siano legati ai vaccini contro il Covid, ma, in realtà l’immagine è un’opera dell’artista Chris Barker che non fa nessun riferimento ai vaccini, una correlazione completamente inventata. Inoltre, nessuno ha nascosto la notizia delle morti.

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No! Questo veicolo elettrico non è della Fifa e non serve a consegnare il fantomatico Adrenocromo

28 Dicembre 2022 - 14:33 Antonio Di Noto
Sia la compagnia che commercializza il veicolo che la Fifa, a cui appartiene il numero di telefono mostrato, hanno smentito ogni correlazione con il volantino

C’è chi crede che sia possibile estrarre una sostanza dal corpo dei bambini per poi iniettarla in quello degli adulti per far ringiovanire questi ultimi. Si tratterebbe dell’adrenocromo, un composto che esiste veramente e viene comunemente usato per curare i sintomi dell’epilessia. Un miracolo della medicina, che però non esiste. L’adrenocromo è infatti oggetto da anni di teorie del complotto QAnon e del Pizzagate. A rendere particolarmente nota la teoria è stata una scena del film Paura e Delirio a Las Vegas (1998) in cui il protagonista, interpretato da Johnny Depp, assume la sostanza in quantità eccessive, con effetti deliranti. In questi giorni, ad essere condiviso è un video che mostra un veicolo elettrico di una compagnia svizzera, su cui appare un annuncio di un canale Telegram che promette di vendere la sostanza in ogni variante di gusto che i clienti possano desiderare.

Per chi ha fretta:

  • Circolano sui social video e immagini di un veicolo elettrico con su attaccato un volantino che promette di consegnare adrenocromo a chi lo voglia.
  • L’adrenocromo viene utilizzato nella cura dell’epilessia, ma secondo i complottisti viene estratto dai bambini e somministrato agli adulti come elisir di giovinezza.
  • Sia la compagnia che commercializza il veicolo che la Fifa, a cui appartiene il numero di telefono mostrato, hanno smentito ogni correlazione con il volantino.

Analisi

Un arrabbiato complottista se la prende perché alcuni «fact checkers» hanno fatto rimuovere il video sull’adrenocromo da lui condiviso. Nella descrizione del post si legge:

«Cari fact checkers di questa piattaforma…mi censurate il video sull adrenocromo…perché è un falso il video o perché negate il business che c è dietro? Esattamente come facevate tre anni fa? Date spiegazioni MINCHI@NI»

La smentita della Fifa e di Enuu

Il video citato da chi condivide il post circola da anni ed è stato archiviato qui e qui. Il numero di telefono mostrato, anche nello screenshot, corrisponde a uno dei contatti della Fifa. La federazione, però, ha smentito categoricamente all’Afp di avere a che fare con il messaggio sul retro della macchinina elettrica.

«Tutte le informazioni riportate nel volantino, con l’eccezione del numero di telefono di contatto, sono false»

Nel video originale si può notare il logo della compagnia che offre il noleggio del veicolo elettrico mostrato. Si tratta dell’elvetica Enuu. Anch’essa ha smentito ogni correlazione con il volantino.

«Abbiamo visto il post e abbiamo immediatamente ritirato il veicolo dalla circolazione per rimuovere il volantino. Non supportiamo questa teoria in nessun modo. Non siamo riusciti a identificare l’autore del volantino e quello del video, ma prenderemo le necessarie contromisure legali. »

Andando infine a cercare l’indirizzo al gruppo Telegram menzionato, veniamo ricondotti a una pagina che parla di «Meme non censurati per adolescenti Marxisti». Nella chat vengono condivise immagini più o meno comiche, alcune delle quali mettono in discussione la pandemia e le misure sanitarie.

Conclusione:

Circolano video e immagini di un veicolo elettrico con su attaccato un volantino che promette di consegnare adrenocromo a chi lo voglia circolano sui social. L’adrenocromo viene utilizzato nella cura dell’epilessia, ma secondo i complottisti viene estratto dai bambini e somministrato agli adulti come elisir di giovinezza. Sia la compagnia che commercializza il veicolo che la Fifa, a cui appartiene il numero di telefono mostrato, hanno smentito ogni correlazione con il volantino.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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