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Cina, un morto nel maxi-tamponamento con 200 auto ammassate sul ponte – Il video

28 Dicembre 2022 - 14:30 Redazione
Secondo il servizio meteorologico locale, al momento dell'incidente la visibilità causa nebbia era inferiore a 200 metri

Una persona è morta in un tamponamento a catena che ha coinvolto oltre 200 veicoli su un ponte nella Cina centrale, il Zhengxin Huanghe sul fiume giallo, non lontano dalla città di Zhengzhou. «Non c’è via d’uscita. Fa troppa paura, non credo ci siamo modo di lasciare il ponte», si sente dire a una persona nel video. Molte persone sono rimaste ferite nel maxi incidente, nato a causa della nebbia che ha ridotto significativamente la visibilità sulla strada a scorrimento veloce che attraversa il ponte, facendo sì che le auto si ammassassero una sopra all’altra. Secondo il servizio meteorologico locale citato dal Telegraph, la visibilità era inferiore a 200 metri al momento dell’incidente, mercoledì mattina. Per sbrogliare il groviglio di auto e camion sono stati necessari 11 camion dei vigili del fuoco, con 66 pompieri a bordo.

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FACT-CHECKINGAbortoCoronavirusVaccini

No! Non c’è un collegamento tra vaccini e incremento degli aborti spontanei

28 Dicembre 2022 - 14:17 Juanne Pili
Gli ampi studi condotti fino a oggi non mostrano differenze tra donne vaccinate e non vaccinate

Secondo diverse condivisioni social (per esempio qui, qui e qui), risulterebbe un collegamento tra i vaccini contro il nuovo Coronavirus e gli aborti spontanei. Il Vaers avrebbe mostrato addirittura «un aumento del 4070% di aborti spontanei e nati morti» dalla loro introduzione. Questi contenuti derivano da precedenti narrazioni diffuse dai No vax americani, fin dal novembre scorso, come si evince dall’analisi dei colleghi di Reuters.

Per chi ha fretta:

  • Il Vaers è una agenzia americana che raccoglie qualsiasi segnalazione spontanea di eventi avversi, senza fare alcuna verifica.
  • Non è corretto usare i dati del Vaers per accertare un collegamento tra farmaci e presunti eventi avversi.
  • Gli studi condotti dai Cdc americani e da diversi team di ricerca non hanno mai accertato un incremento di aborti spontanei collegati ai vaccini Covid.

Analisi

Dopo tre anni dalla comparsa del SARS-CoV-2 non è tollerabile che le tabelle di agenzie come il Vaers americano o l’EudraVigilance europea. Si tratta infatti di agenzie che non possono dimostrare un collegamento tra farmaci ed eventi avversi di alcun tipo. Ecco come viene presentata generalmente questa fake news su Facebook:

VAERS mostra un aumento del 4070% di aborti spontanei e nati morti da quando sono iniziate le somministrazioni dei vaccini mRNA contro il COVID-19. “Ma tranquilli, è per il vostro bene. Non fate domande, fidatevi, è per il vostro bene.”

VAERS sta mostrando un aumento del 4070% di aborti spontanei e nati morti dall’introduzione del vaccino. Combatti la censura.

Perché non ha senso basarsi sui soli dati del Vaers

Eppure queste narrazioni continuano a distorcere il senso delle segnalazioni non verificate di questi enti, che le raccolgono senza accertarle. Anche quando si è dovuto indagare sui rari casi di miocarditi o trombi correlati ai vaccini, si è sempre visto, non solo che i benefici superano di gran lunga i presunti rischi, ma è inoltre più pericoloso esporsi al contagio senza alcun vaccino. Lo stesso discorso vale per le donne in gravidanza, da sempre oggetto della disinformazione No vax. Per approfondire potete leggere le nostre precedenti analisi:

A dimostrazione del fatto che nelle tabelle di queste agenzie possiamo trovare qualsiasi cosa correlata ai vaccini, ricordiamo come l’anestesista James Laidler riuscì nel 2004 a segnalare al Vaers di essersi trasformato nell’Incredibile Hulk.

Come si spiega quell’incremento del 4070%

Eppure i grafici condivisi dai No vax sembrano mostrare oltre 3500 aborti spontanei e bimbi nati morti nel 2021. Una cifra enorme se paragonata a quelle elencate negli anni precedenti. Questo però è un fenomeno noto e studiato da tempo. Un esempio è l’incremento di eventi avversi registrato a seguito dell’introduzione del vaccino HPV contro il Papilloma virus, collegato al modo in cui i Media e Internet veicolarono le fake news su questo importante vaccino.

Esistono invece studi dove i dati su aborti spontanei e vaccini Covid in gravidanza sono stati sottoposti a verifica. Prendiamo per esempio la ricerca americana apparsa su Jama nel settembre 2021, basata su 100 mila donne in gravidanza. A un mese dall’inoculazione del vaccino a mRNA il rischio di aborto spontaneo non differiva significativamente dalle donne non vaccinate. Un ampio studio canadese apparso nel novembre 2022 su The Lancet, non ha fatto altro che confermare questi risultati. Del resto gli stessi CDC americani quando hanno dovuto verificare queste segnalazioni non hanno accertato alcun incremento di aborti spontanei associati ai vaccini, come mostra un paper apparso sul New England Journal of Medicine nell’ottobre 2021.

Conclusioni

Abbiamo visto che gli incrementi nelle segnalazioni di aborti spontanei a seguito della vaccinazione Covid possono spiegarsi con la maggiore attenzione mediatica sul fenomeno delle vaccinazioni. Se invece tali dati vengono sottoposti a verifica in ampi studi, tale incremento scompare e il rischio per le donne gravide non differisce rispetto a chi non si è vaccinata.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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Annullato il concerto di Valentina Lisitsa a Venezia, proteste contro la pianista ucraina filo-Putin: «Ha suonato per i russi a Mariupol»

28 Dicembre 2022 - 14:11 Antonio Di Noto
L'artista si era esibita nella città ucraina conquistata dai russi in un evento che inneggiava alla propaganda del Cremlino

Il Teatro La Fenice di Venezia ha deciso di annullare il concerto della pianista ucraina filoputiniana Valentina Lisitsa. Lo ha fatto in seguito alle polemiche nate a causa della sua iniziale presenza tra gli artisti che suoneranno nella prossima stagione di musica da camera nelle Sale Apollinee del teatro lagunare. Tra le denunce più popolari sui social network, con oltre 60 mila visualizzazioni, c’è quella dell’attivista ucraina Mariia Kramarenko. «Questa è Valentina Lisitsa, e in teoria terrà un concerto nel prestigioso Teatro La Fenice di Venezia», aveva scritto Kramarenko su Twitter pochi giorni fa. Aggiungendo che «la pianista è famosa per le sue posizioni pro Putin». E ricordando che la ragazza ha suonato nella Mariupol «liberata» lo scorso 9 maggio, quando l’esercito di Mosca aveva sottratta la città al controllo degli ucraini. Tuttavia, non manca chi difende l’artista, che «ha come unica colpa quella di aver suonato un pianoforte a Mariupol per una dozzina di persone che da settimane non sentivano altro che spari e bombe». Insomma, dopo quello di Sergei Polunin, un caso analogo ha colpito il mondo del teatro.

L’associazione che ha organizzato il concerto: «Non ne sapevamo nulla»

Dal suo canto, Musikamera, l’associazione che danni organizza la stagione musicale della quale Lisitsa faceva parte fino a poco fa, ha dichiarato di non saperne «proprio nulla». «Non eravamo a conoscenza del suo attivismo politico e delle polemiche che la coinvolgevano – ha dichiarato la presidente Sonia Finzi – sono molto rammaricata e in imbarazzo. Non avrei mai voluto trovarmi in una situazione di questo tipo per nessuna ragione al mondo». Inoltre, ha aggiunto la donna: «Se solo fossimo stati a conoscenza della situazione avremmo scelto qualcun altro. Proprio per questo e per le tensioni che ne stavano nascendo abbiamo ritenuto di rinviare il suo concerto […]  in altri momenti in cui commenti e osservazioni nei suoi confronti potranno essere mossi esclusivamente da pensieri di carattere artistico e non politico. Finzi è l’unica a parlare, spiega il Corriere del Veneto, dato che la direzione del teatro non si è espressa a riguardo. Non si è fatta attendere, invece, la risposta della musicista all’associazione. Lisitsa ha commentato la decisione ricordando che «la musica e l’arte sono al di sopra della politica» e ribadendo che a suo dire il trattamento riservatole è ingiusto.

Chi è Valentina Lisitsa, la pianista filoputiniana

La fama di Valentina Lisitsa va ben oltre la polemica attuale. Nel 2012 lanciò la sua carriera autonomamente, su YouTube, dove i suoi concerti sono stati visti milioni di volte. Nata a Kiev nel 1970, ha suonato – tra le altre – alla Carnegie Hall e al Lincoln Center di New York, alla Royal Albert Hall di Londra. Già anni fa le sue opinioni politiche hanno sono state oggetto di polemiche e annullamenti. Come nel 2015, quando la Toronto Symphony Orchestra annullò i concerti con la pianista a causa dei suoi tweet, definiti «provocatori». Forse la più nota tra le scelte controverse di Lisitsa è stata quella di suonare nella Mariupol in macerie conquistata dai russi lo scorso maggio dopo settimane di bombardamenti. «Penso che sia mio dovere, in questi tempi difficili, schierarmi con il popolo liberato di Mariupol», aveva dichiarato nell’occasione, aggiungendo: «I residenti non hanno più paura di omaggiare chi ha liberato il mondo dal fascismo», ricalcando un tema ricorrente nella narrativa della propaganda russa.

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ESTERIPapa Benedetto XVIVaticano

Ratzinger, problemi respiratori da prima di Natale. L’aggiornamento dal Vaticano: «Peggiorato nelle ultime ore»

28 Dicembre 2022 - 14:01 Redazione
Papa Francesco invita a pregare per la salute del suo predecessore. Il 1° dicembre la sua ultima apparizione in pubblico

Le condizioni di salute del Papa emerito Joseph Ratzinger si sarebbero aggravate già nei giorni precedenti al Natale. Secondo fonti qualificate del Vaticano, riportate dall’agenzia Ansa, Benedetto XVI aveva iniziato a soffrire di «problemi respiratori». Il 25 dicembre Ratzinger sarebbe rimasto all’ex monastero Mater Ecclesiea, dove ha potuto assistere alla messa officiata in casa nella cappellina. L’appello di Papa Francesco perché i fedeli preghino per la salute di Ratzinger ha riacceso le preoccupazioni per la salute di Ratzinger. Condizioni che «si sarebbero aggravate nelle ultime ore per l’avanzare dell’età», ha spiegato il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni, che ha precisato che «la situazione al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici».

Cosa sappiamo delle sue condizioni di salute

L’ultima visita a Benedetto XVI risale al primo dicembre di quest’anno da parte dei due vincitori del Premio Ratzinger, il riconoscimento che ogni anno la fondazione a lui intitolata conferisce a studiosi di teologia. Poi nessuna notizia ulteriore su di lui, fino a stamattina. Le sue condizioni di salute, in realtà, si sarebbero aggravate nei giorni sotto Natale. La situazione sembrava grave ma stabile tanto che Gaenswein si è allontanato momentaneamente per un viaggio di quattro giorni per salutare i familiari. Ma ieri, un ulteriore peggioramento, il rientro frettoloso di Gaenswein e oggi la visita di Papa Francesco. Di recente, è stato lo scrittore e matematico Giorgio Odifreddi a rivelare che Ratzinger è da diverso tempo ormai afono, non potendo più articolare suoni per una grave compromissione delle corde vocali.

Le reazioni delle personalità ecclesiali di tutto il mondo

Intanto, l’invito di papa Francesco alla preghiera è stato raccolto dai fedeli e dalle personalità ecclesiali in Italia, in Germania e non solo. «In questo momento di sofferenza e di prova, ci stringiamo attorno al Papa emerito», ha dichiarato il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, secondo cui «il suo restare costituisce un messaggio forte per la comunità ecclesiale e per l’intera società». Anche sui social diversi cardinali partecipano al coro di invocazioni, come il porporato guineano Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, molto vicino a Ratzinger. Ma anche il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. E il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, che aveva conosciuto Ratzinger negli anni degli studi e fu un suo stretto collaboratore.

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Qatargate, le rivelazioni di Giorgi: «Panzeri iniziò tutto nel 2019: la sua ong creata per fare affari»

28 Dicembre 2022 - 13:14 Redazione
«Iniziò a lavorare per il Qatar quando era ancora un europarlamentare», svela il braccio destro del direttore di Fight Impunity citato dal quotidiano belga Le Soir

Antonio Panzeri avrebbe cominciato a lavorare per il Qatar quando era ancora deputato al Parlamento europeo. Così Francesco Giorgi fornisce agli inquirenti belgi dettagli sulle attività illecite del direttore della ong Fight Impunity. «All’inizio del 2019 è iniziata la collaborazione», spiega una delle figure chiave del Qatargate ed ex braccio destro di Panzeri, che continua: «Abbiamo definito gli importi, che ho qualche difficoltà a ricordare, per i nostri rispettivi interventi. Erano in contanti». Citato dall’edizione online del quotidiano belga Le Soir, l’ex assistente del parlamentare italiano riferisce che solo pochi mesi dopo quell’accordo il sistema «fu professionalizzato con la creazione dell’organizzazione no-profit Fight Impunity», con sede a Bruxelles. E continua: «Dovevamo trovare un sistema chiaro che non desse l’allarme». Negli interrogatori Giorgi spiega anche come i biglietti aerei per Doha siano stati distribuiti tramite Antonio Panzeri anche a parenti, «tra cui un commercialista e consiglieri politici». Nell’elenco dei beneficiari di un soggiorno tutto compreso nella penisola durante i Mondiali di calcio, non comparirebbe però il nome di nessun parlamentare. Tra le rivelazioni pubblicate dal quotidiano belga anche quella sui favori non solo al Marocco ma anche alla Mauritania: «La Mauritania ha un problema di immagine. Hanno incaricato il signor Panzeri di decidere cosa fare», spiega Giorgi. «Per quanto riguarda la mia retribuzione, ho affittato il mio appartamento in rue de la Tulipe all’ambasciatore della Mauritania. L’affitto era la mia controparte. Il sig. Panzeri ha ricevuto 25.000 euro in contanti». Intanto poche ore fa la Corte d’Appello di Bruxelles ha deciso di far rimanere in carcere Panzeri e il segretario generale dell’ong No Peace Without Justice Niccolò Figà-Talamanca, entrambi sospettati di essere al centro della presunta rete corruttiva creata all’interno delle istituzioni Ue da Qatar Marocco. Per Panzeri è stata accettata la richiesta di rinvio della prossima udienza al 17 gennaio.  

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Tajani all’ambasciatore iraniano: «Basta condanne a morte per le proteste: uccidere 12enni che manifestano non è ordine pubblico»

28 Dicembre 2022 - 13:13 Redazione
Nel faccia a faccia di oggi 28 dicembre alla Farnesina, il ministro degli Esteri italiano ha protestato con l'ambasciatore di Teheran per le diverse esecuzioni e violenze contro manifestanti anche giovanissimi

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha protestato con l’ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri, per le violenze della polizia durante le proteste in Iran e le condanne a morte decise dalla giustizia di Teheran per i manifestanti. Nel faccia a faccia avvenuto oggi 28 dicembre alle 12 alla Farnesina, Tajani ha chiesto «la sospensione delle condanne a morte, il blocco immediato delle esecuzioni, la sospensione della repressione violenta delle manifestazioni e ho chiesto anche che le autorità politiche aprano il dialogo con i manifestanti ricordando che non è questione di ordine pubblico uccidere bambini di 12, 14 e 17 anni». Era stato lo stesso Tajani a convocare il diplomatico iraniano per «manifestargli l’indignazione e la preoccupazione dell’Italia per quanto sta accadendo nel Paese», ha spiegato a margine dell’incontro. E ancora: «Ci auguriamo che questo ulteriore segnale della convocazione dell’ambasciatore designato iraniano venga recepito. L’Italia e l’Europa sono impegnate a difendere i valori della libertà e della democrazia. Cerchiamo il dialogo e il confronto, ma non si possono superare linee rosse e per noi italiani e per noi tutti europei la pena di morte è una linea di non ritorno».

Poi il riferimento al ritorno in Italia di Alessia Piperno: «Noi difendiamo i diritti umani, la libertà di stampa e la libertà di manifestare. Avevamo sperato che con la liberazione di Alessia Piperno ci fosse un’inversione di tendenza ma purtroppo così non è stato e quindi la posizione dell’Italia è stata ufficialmente riferita all’ambasciatore». Il ministro degli Esteri si è poi espresso sulla possibilità di nuove sanzioni internazionali contro l’Iran. «Ogni decisione deve essere presa a livello internazionale e di Nazioni Unite. Voglio augurarmi che l’Iran accolga la nostra richiesta di libertà, non è un’ingerenza». Poi l’appello: «Chiediamo che non vengano massacrate donne perché si tolgono il velo, che ragazzi non vengano condannati a morte per aver partecipato a delle manifestazioni e che le bambine non vengano uccise con violenza sessuale di massa, cose inaccettabili e indegne».

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ESTERIBrasileNaufragiVideo

Sopravvive due giorni aggrappato a una boa, il salvataggio di un pescatore disperso al largo del Brasile – Il video

28 Dicembre 2022 - 12:34 Redazione
Caduto dalla sua barca nel giorno di Natale ha nuotato per 4 ore fino a raggiungere la boa, dove i suoi colleghi lo hanno trovato disidratato ma vivo

«Pensavo sarei morto di freddo» ha detto ai suoi soccorritori Deivid Soares, un pescatore brasiliano che, perso il contatto con la sua imbarcazione nel giorno di Natale, ha nuotato diverse ore per poi restare aggrappato a una boa per due giorni. L’uomo, che nella sua cittadina è noto come Leandro, si trovava da solo al largo di São João da Barra, nello Stato di Rio de Janeiro, quando, a causa del mare mosso, è caduto dalla sua barca e si è trovato in balia delle onde. Nel frattempo, non vedendolo tornare alla sera, la famiglia ha avvertito gli altri pescatori della zona e la marina militare. «Ho iniziato a pensare al peggio,» ha dichiarato il padre João Batista Soares alla testata brasiliana G1 – O Globo. Non ci è voluto molto prima che le ricerche individuassero l’imbarcazione di Leandro. Lui, però, non c’era. «I primi 10 minuti sono stati peggiori» ha dichiarato il pescatore. «Volevo raggiungere la barca a tutti i costi, ma era impossibile. La forza dell’acqua era troppa. Non c’era modo di nuotare controcorrente».

L’arrivo alla boa e il salvataggio

A quel punto, Soares ha deciso di nuotare seguendo la corrente. Dopo quattro ore, e otto chilometri percorsi è riuscito a raggiungere un’alta boa a cui aggrapparsi. Nel frattempo, aveva dato in pasto alle onde i suoi vestiti, che lo appesantivano mentre nuotava. «C’era mare grosso, forte vento. Ho scelto di farmi trascinare per risparmiare le energie e muovermi più in fretta. In quattro ore sono arrivato alle boe di Porto Açu», ha dichiarato a G1. All’alba del secondo giorno appeso alla boa, gli altri pescatori sono riusciti a trovarlo. «Ho pensato molte volte che sarei morto prima che arrivassero i soccorsi». I suoi colleghi lo hanno trovato infreddolito e disidratato, ma in buone condizioni. Piangendo dalla commozione lo hanno aiutato a salire sulla barca e lo hanno portato a casa ieri. Leandro ha assicurato che già oggi tornerà a pescare, ma che lo farà con una consapevolezza diversa. «Ho avuto l’opportunità di affrontare la vita con occhi nuovi e di diventare un uomo migliore», ha dichiarato dopo il salvataggio.

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Venezia, bimbo disabile dopo il parto gestito da ginecologo senza laurea: parte la causa milionaria dei genitori

28 Dicembre 2022 - 12:21 Giada Giorgi
La famiglia del bambino che oggi ha 8 anni ha deciso di non arrendersi e pretendere un risarcimento per il caso avvenuto prima della morte del finto medico nel 2019

Accusato di aver fatto il medico per quasi quarant’anni senza avere una laurea. Andrea Stampini nel 2019 è morto poco prima di compiere 69 anni, trascinando in archivio tutti i procedimenti penali contro di lui. Tra le accuse anche una particolarmente grave riguardante un parto avvenuto il 26 dicembre del 2014 all’ospedale di Dolo: secondo le indagini del pm Giorgio Gava, Stampini avrebbe causato un’asfissia perinatale a un bambino che ora, a 8 anni appena compiuti, riporta una disabilità al 100%. Dal parto i genitori non hanno mai smesso di chiedere giustizia e ora, dopo l’estinzione dei procedimenti penali, hanno deciso di avviare una causa civile contro l’Usl 3, ritenuta responsabile in quanto il fatto è avvenuto in uno dei suoi ospedali. Il prossimo 19 gennaio il giudice civile Silvia Franzoso affiderà al medico legale Antonello Cirnelli e al ginecologo Jacopo Dal Maso una consulenza tecnica per stabilire le responsabilità di quanto accaduto al bambino e di valutare il danno. Nel frattempo l’Usl 3 ha chiamato in causa la Efds Srl, società per cui lavorava Stampini e che aveva in appalto alcuni turni di Ginecologia, l’Ordine dei medici di Ferrara a cui era iscritto, gli eredi del defunto e tre compagnie assicurative. Anche per quanto riguarda il danno si aspetta una valutazione esatta e la cifra potrebbe essere milionaria. «L’azienda sanitaria è vicina alla famiglia, per le pesanti conseguenze che ha subìto in questa vicenda dolorosa», ha commentato la direzione generale dell’Usl3, «in attesa che la causa civile quantifichi il giusto risarcimento, e proprio per consentire alla famiglia di sostenere nel frattempo le spese di assistenza per il figlio, ha concesso nel 2019 un consistente acconto risarcitorio. Attende ora, insieme alla famiglia, le decisioni del giudizio civile». Il riferimento è agli 800mila euro di acconto versati già dall’Usl Serenissima.

Il parto cesareo non eseguito

L’asfissia perinatale sarebbe avvenuta nel momento in cui Stampini, ignorando la necessità di un parto cesareo, avrebbe tirato fuori il piccolo dall’utero della mamma con l’utilizzo di una ventosa e di manovre ritenute non adeguate, facendolo rimanere senza ossigeno per lungo tempo. Nell’atto di citazione c’è anche un sostanzioso elenco delle spese a cui i due genitori, entrambi operai, hanno dovuto far fronte per gestire i problemi di salute del bambino. A partire da una casa costruita ad hoc, fino all’assistenza, necessaria al piccolo 24 ore su 24. La madre è stata così costretta a licenziarsi da lavoro, con una turnazione di altre tre persone che aiutano la famiglia a garantire un sostegno adeguato al bambino in qualsiasi ora del giorno e della notte.

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Morto il nipote di Bob Marley a 31 anni, il cantante Jo Mersa trovato senza vita in auto

28 Dicembre 2022 - 12:01 Redazione
Secondo le prime ipotesi raccolte dai media Usa, l'artista sarebbe morto per le complicazioni di un attacco d'asma

È morto a 31 anni il cantante Joseph “Jo” Mersa Marley, figlio di Stephen e nipote della leggenda del reggae Bob Marley. Secondo quanto riporta Tmz, il 31enne statunitense è stato trovato senza vita nella sua auto con gli sportelli ancora aperti. Secondo i media americani, l’uomo potrebbe essere morto per le complicazioni di un attacco d’asma. Nato e cresciuto in Giamaica, Jo Mersa Marley si era trasferito da giovanissimo negli Stati Uniti per proseguire i suoi studi in ingegneria audio al Miami Daje College prima di iniziare la carriera musicale. Dopo la pubblicazione dell’Ep Comfortable nel 2014, il successo è arrivato nel 2016 con il singolo Burn it down. Nel 2021 aveva lanciato l’Ep Eternal. Il 31enne lascia sua moglie e un figlio. Nelle sue ultime interviste, Jo Mersa Marley parlava dell’inevitabile confronto con suo nonno, che diceva di non vivere con eccessiva pressione, ma con rispetto.

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Assegno unico negato a due genitori adottivi: il caso di una coppia contro l’Inps

28 Dicembre 2022 - 11:38 Antonio Di Noto
La vicenda è stata sollevata alla Camera dal deputato leghista Dario Giagoni. Secondo il sito dello stesso istituto di previdenza, il sussidio dovrebbe essere riconosciuto anche nei casi di genitori adottivi

A due genitori adottivi della zona di Alghero non è stato concesso l’assegno unico. La ragione? Secondo la loro denuncia, l’Inps avrebbe declinato la richiesta poiché «non sarebbe soddisfatto il requisito di genitorialità». Il caso è stato portato alla luce dal deputato sardo della Lega Dario Giagoni, che ha presentato una richiesta di interrogazione alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone per portare alla sua attenzione la vicenda. «Una cosa incomprensibile e discriminatoria», ha commentato Giagioni, aggiungendo che la decisione sarebbe «fortemente discordante con la ratio dell’istituzione stessa dell’assegno unico, che delega il governo a riordinare e potenziare il quadro delle misure destinate a favorire la natalità e il sostegno della genitorialità». Infine, il deputato si è auspicato che il ministero «faccia luce sulla vicenda, affinché situazioni simili non si ripetano più».

L’assegno unico va assegnato ai genitori adottivi?

Dal 2022, l’assegno unico ha sostituito e unificato le misure di sostegno economico per le famiglie. Secondo il sito dell’Inps, viene erogato «per ogni figlio minorenne a carico e fino alla maggiore età e, al ricorrere di determinate condizioni, fino al compimento dei 21 anni di età. L’Assegno unico è riconosciuto anche per ogni figlio a carico con disabilità senza limiti di età». Inoltre, viene menzionato specificamente che nel sussidio viene assorbito il «premio alla nascita o all’adozione», che conferiva alle madri di ogni figlio nato, adottato o affidato una somma di 800 euro. Da marzo 2023 non sarà più necessaria la domanda all’Inps per riceverlo e il suo importo base salirà a 189 euro per chi ha un Isee inferiore a 16.200 euro. La cifra scende per 50 euro per chi ha un Isee compreso tra soglia precedente e 43.200 euro. A luglio 2022, il sussidio era stato richiesto per 9,1 milioni di figli su una platea potenziale di 11 milioni.

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Torino, panico di notte in hotel: tenta una rapina con una mannaia, la guarda giurata spara

28 Dicembre 2022 - 11:34 Redazione
L'uomo è stato ricoverato in ospedale con ferite non gravi. Si trova ora in arresto con l'accusa di tentata rapina

Un uomo armato di mannaia ha fatto irruzione in un hotel in zona Aurora a Torino la notte scorsa, intorno all’una, per rapinare la struttura. Una guardia giurata è intervenuta nel tentativo di fermarlo, ha sparato un colpo di pistola che ha ferito in modo non grave il rapinatore, poi arrestato dalla polizia per tentata rapina. L’uomo è stato portato in ospedale in codice giallo.

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La Legge di Bilancio arriva in Senato senza il voto sul mandato al relatore: «Non abbiamo fatto in tempo»

28 Dicembre 2022 - 10:37 Redazione
Il capogruppo di FdI Malan: «Serviva un accordo con l'opposizione»

La legge di bilancio arriva in Senato. Al termine della discussione generale, nel tardo pomeriggio, il governo porrà la questione di fiducia sul provvedimento. Il voto finale è previsto per la mattinata di domani. Ma la manovra è approdata in Aula senza il voto sul mandato al relatore. La Commissione Bilancio non è riuscita a concludere l’esame nei tempi previsti. «Avevamo dato la disponibilità – spiega il capogruppo di FdI Lucio Malan – a proseguire fino alle 12 in commissione a patto di una riduzione del numero degli emendamenti ma serviva un accordo che non c’è stato». I tempi d’esame, secondo la capogruppo del Pd Simona Malpezzi «non erano congrui e avevamo chiesto un impegno sugli ordini del giorno ma non c’è stata apertura da parte del governo». Invariati, comunque i tempi di approvazione finale previsti per domani entro le 12.

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