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Lo strano caso di Silvia Toffanin a Sanremo, anzi no, e di una dichiarazione lanciata e poi cancellata

28 Dicembre 2022 - 10:24 Redazione
Tutto gira intorno a un comunicato Mediaset in cui la conduttrice di Verissimo declina il ruolo, che la Rai smentisce di averle offerto

È giallo sul ruolo che la conduttrice di Verissimo Silvia Toffanin sembrava potesse avere nel prossimo Festival di Sanremo. Tutto è iniziato con le voci che parlavano di una possibile presenza dell’ex letterina a fianco di Amadeus alla conduzione di una delle cinque serate della kermesse musicale. A smentirle è arrivata un agenzia Ansa che riprendeva un comunicato Mediaset, che trasmette Verissimo su Canale 5. «In merito alle indiscrezioni su una possibile partecipazione di Silvia Toffanin al Festival di Sanremo» si leggeva nel comunicato – ritwittato e poi cancellato dall’account ufficiale QuiMediaset – «fonti Mediaset precisano che la conduttrice di Verissimo non sarà presente alla manifestazione». La dichiarazione proseguiva: «È vero che la proposta è stata fatta ed è vero che Mediaset in questi casi non ha problemi a concedere liberatorie ai propri artisti». Tuttavia, «Silvia Toffanin ha declinato l’offerta in quanto impegnata con il suo programma e non interessata a quel genere di prestazioni artistiche» si concludeva il comunicato. Il tweet non esiste più, ma gli screenshot del post continuano a circolare sul web e ad alimentare il mistero. Uno di questi è stato ripubblicato dall’account @cinguetterai, che prima ha smentito di aver contattato Toffanin per condurre questa edizione del Festival, e poi ha risposto aggiungendo, assieme allo screenshot, una gif di Amadeus che pronuncia la parola clown, scritta in sovraimpressione, durante uno dei programmi da lui condotti. Secondo quanto riporta TvBlog, il ruolo era stato offerto a Toffanin nel 2020, senza che poi la si vedesse effettivamente all’Ariston. Al momento, quindi, a calcare il palco del teatro assieme al direttore artistico saranno Chiara Ferragni e Francesca Fagnani, che su Rai2 conduce il programma Belve. Per gli altri nomi, si dovrà attendere ancora un po’.

Lo speciale Sanremo 2023

I testi delle canzoni

Anna OxaSali (Canto dell’anima) | Ariete – Mare di guai | Colla Zio – Non mi va | Coma_Cose – L’addio | I Cugini di Campagna – Lettera 22 | ElodieDue | Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato | gIANMARIA – Mostro | Leo Gassmann – Terzo cuore | Mara Sattei – Duemilaminuti | Marco Mengoni – Due vite | Mr. Rain – Supereroi | Olly – Polvere | Ultimo – Alba

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Papa Francesco chiede di pregare per Ratzinger: «È molto malato» – Il video

28 Dicembre 2022 - 09:59 Redazione
Durante l'udienza generale Bergoglio ha ringraziato la Polonia per il sostegno all'Ucraina

Una «preghiera speciale» per il «Papa emerito Benedetto», che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. L’ha chiesta oggi Papa Francesco nell’udienza generale in Sala Nervi, salutando i pellegrini polacchi. «È molto ammalato, che Dio lo consoli e lo sostenga fino alla fine in questa testimonianza di amore alla Chiesa», ha detto Bergoglio parlando di Joseph Ratzinger. Che di recente è stato denunciato da una vittima di abusi e ha deciso di difendersi in tribunale dalle accuse. Francesco ha anche ringraziato il popolo polacco «per l’aiuto dato all’Ucraina». Nel suo saluto ai pellegrini tedeschi, il Pontefice ha aggiunto che «oggi, nella festa dei Santi Innocenti, pensiamo ai più piccoli, a tutti i bambini che soffrono lo sfruttamento, la fame e la guerra. Il Signore ci aiuti con la sua benedizione a proteggerli e a sostenerli».

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Niente fondi in manovra per tumori e pronto soccorso, ma la sanità italiana crolla. Ecco i numeri

28 Dicembre 2022 - 09:46 Antonio Di Noto
Dei 2,2 miliardi alla sanità previsti nella legge di bilancio, ben 1,4 miliardi vengono bruciati dal caro bollette. Lasciando agli interventi strutturali appena 800 milioni

Il ministro della Sanità Orazio Schillaci aveva annunciato che nella manovra sarebbero entrati con un emendamento 10 milioni per la prevenzione dei tumori nel 2023, e altrettanti nel 2024. Soldi che però non sono stati trovati e il Piano Oncologico Nazionale, che aveva l’obiettivo di potenziare le strategie e e le azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l’assistenza a 3,5 milioni di malati oncologici, è rimasto senza fondi. Non solo, nella legge di bilancio non ha trovato spazio nemmeno l’incremento di 200 milioni di euro dell’indennità degli operatori sanitari del pronto soccorso, che erano stati promessi dal governo. Il motivo dello stanziamento era stato spiegato dallo stesso ministro in un’intervista a La Stampa. Chi lavora nei reparti emergenziali non fa attività privata, e ha quindi redditi inferiori rispetto a molti colleghi. L’obiettivo sarebbe stato «rendere più attrattive queste specialità», aveva spiegato Schillaci. Promesse non mantenute, perché nessuno dei due emendamenti è entrato in manovra.

1,4 miliardi bruciati dal caro bollette

Come fa notare il quotidiano di Torino, inoltre, dei 2,2 miliardi alla sanità previsti nella legge di bilancio, ben 1,4 miliardi vengono bruciati dal caro bollette, lasciando agli interventi strutturali appena 800 milioni. Che dovrebbero servire a recuperare tutti gli interventi saltati a causa del Covid, così come tutte le visite posticipate e ad assumere nuovo personale e a trattenere quello che già ci lavora. «Con la necessità di aiutare famiglie e imprese stritolate da inflazione a caro bollette sinceramente non si poteva fare di più», ha giustificato il ministro. Inoltre, «la sanità è stata definanziata dal 2013 al 2019, mentre qui abbiamo il maggior rifinanziamento di sempre: 4,2 miliardi in più, considerando quelli già programmati» dal governo Draghi, ha aggiunto. Tuttavia, le regioni fanno notare che per Covid e caro energia, sono stati spesi 3,8 miliardi in più che il governo non ha coperto. Allargando l’orizzonte temporale, si nota che «dal 2000 ad oggi la nostra sanità ha viaggiato a un ritmo di crescita della spesa del 2,8% l’anno contro il 4,2% in media degli altri Paesi Ue e questo ha comportato una costante crescita della spesa sanitaria privata con conseguente riduzione del livello di equità del sistema di protezione», ha spiegato a La Stampa Federico Spandonaro, economista sanitario dell’Università San Raffaele di Roma.

Le prestazioni saltano e gli italiani fuggono nel privato

Durante la pandemia sono state quasi 100 milioni le visite ambulatoriali saltate che vanno ancora in parte recuperate. Rispetto all’era prepandemica, 1,744 milioni di persone non hanno potuto essere ricoverate. E le liste d’attesa continuano ad allungarsi, con il 71% degli assistiti che ha dovuto attendere oltre i limiti stabiliti dalla normativa nazionale, sia per effettuare visite di controllo, che per interventi chirurgici. Il risultato è che bisogna attendere due anni per una mammografia, e circa un anno per una tac, o un intervento ortopedico. E così medici e pazienti scappano nel privato. La spesa sostenuta di tasca propria dagli italiani è passata dai 34,8 miliardi del 2019 ai 37 miliardi del 2021, nonostante i 3,4 milioni di visite di controllo in meno. Solo per chi può permetterselo, però. Infatti, lo scorso anno sono stati 5,6 milioni gli italiani che hanno rinunciato alle cure. Erano stati 3,9 milioni nel 2019 e 4,8 nel 2020. A ciò si aggiunge il problema dell’invecchiamento della popolazione, con sempre più malati cronici che non riescono a essere presi in carico dal servizio sanitario nazionale.

Il confronto con gli altri Paesi europei

Il peso dei 37 miliardi tagliati tra il 2010 e il 2020 si sente tutto. Tutti i Paesi Ue hanno aumentato la spesa sanitaria durante la pandemia, ma l’Italia resta comunque molto indietro. Se da noi si spendono 2.609 euro pro capite, in Germania sono 4.831, in Francia 3.764 e in Gran Bretagna 3.494, che pure è infiammata da scioperi del personale del settore. Infatti, l’Italia è fanalino di coda in Europa per prestazioni saltate durante la pandemia.

Gli stipendi degli operatori sanitari

In Italia, gli stipendi degli operatori sanitari sono tra i più bassi d’Europa, e le prospettive non sono per nulla buone. La Finanziaria non ha rimosso il vincolo che pende sulle regioni e impedisce loro di spendere per il personale al massimo tanto quanto si spendeva nel 2004. Tra disorganizzazione e inefficienze, il 27% dei ricoveri è inappropriato e i lavoratori del Ssn sono costretti a turni massacranti anche alla luce del «taglio di 7 mila unità operative in 10 anni», fa notare Pierino De Silverio, segretario nazionale dell’Anaao, il più forte sindacato dei camici bianchi ospedalieri. Inoltre, «il contratto 2019-2021 e già scaduto, e non ci hanno ancora convocato», continua De Silverio, «anche se sappiamo che con 618 milioni sul piatto non si andrà oltre aumenti medi di 80 euro al mese». Infine, fa notare il sindacalista «si è avvantaggiato chi lavora a gettone nelle cooperative estendendo la flat tax fino a 85mila euro di reddito. Il dubbio che si voglia spostare la sanità verso il privato c’è». Forse più di un dubbio. La paura di De Silverio «è già realtà, visto che oggi il 54% degli italiani si cura privatamente».

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Un jet privato si schianta in pista all’aeroporto di Los Angeles: tutti illesi – Il video

28 Dicembre 2022 - 09:21 Redazione
Dopo l'atterraggio non è riuscito a fermarsi ed è andato a sbattere contro la recinzione

Un jet privato si è schiantato martedì sera dopo essere atterrato all’aeroporto municipale di Hawthorne a Los Angeles. L’Embraer Phenom 300, con una capacità di 11 passeggeri, aveva a bordo sette persone, compreso il pilota. Dopo l’atterraggio l’aereo non è riuscito a fermarsi e si è schiantato contro la recinzione perimetrale dell’aeroporto. Tutti gli occupanti sono salvi. Le foto che circolano su Twitter mostrano un jet con il carrello di atterraggio anteriore visibilmente danneggiato. L’aereo è inclinato in avanti e appoggiato sul suo muso.

Video da: RawAlert su Twitter

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Diletta Miatello, la donna accusata di aver ucciso la madre e ferito il padre a Padova: «Chiedeva sempre soldi ai genitori»

28 Dicembre 2022 - 09:21 Redazione
Non ha fatto ammissioni davanti al Pm. Era diventata irreperibile per alcune ore

Si chiama Diletta Miatello e ha 51 anni la figlia dell’anziana uccisa a San Martino di Lupari in provincia di Padova. La donna è stata fermata ieri, mentre il marito di Maria Angelo Sarto, Giorgio Miatello è gravemente ferito. La decisione è giunta al termine dell’interrogatorio cui è stata sottoposta nella caserma dei carabinieri di Cittadella. Miatello, che abitava nella bifamiliare dei genitori, è stata rintracciata ore dopo la scoperta dei corpi in provincia di Vicenza. La donna non avrebbe fatto alcuna ammissione sul delitto. Il pm Mario Brusegan ha ascoltato l’altra figlia della coppia, Chiara. Che ha scoperto il corpo della madre a terra in una pozza di sangue con i segni di un’aggressione sul viso e sul corpo. Vicino a lei c’era il padre 89enne che aveva un grosso trauma alla testa.

L’elisoccorso e l’indagine

Portato con l’elisoccorso all’ospedale di Padova, Giorgio Miatello è ora in prognosi riservata. Chiara Miatello si era allarmata perché non riusciva a mettersi in contatto con i genitori e la sorella. Per questo ha deciso di recarsi nella bifamiliare di via Galilei, a San Martino. I carabinieri di Cittadella, giunti assieme ai medici del Suem sul luogo del duplice agguato, hanno subito sentito la giovane e hanno iniziato le ricerche della sorella, che non si trovava. La zona è stata subito transennata. Gli uomini della Scientifica hanno passato al setaccio la casa. I carabinieri non hanno ancora individuato l’oggetto usato per colpire i due anziani. È escluso comunque che si tratti di un’arma da fuoco o un coltello. La sorella maggiore Diletta, ex vigilessa, è rimasta invece irreperibile per alcune ore. Fino a quando i carabinieri, dopo aver acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, l’hanno trovata a bordo della sua Fiat Panda rossa, a Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza.

L’accusa all’ex vigilessa

Ex vigilessa, dopo la separazione dal marito e l’affidamento del figlio al padre Diletta Miatello è tornata a vivere nella villetta bifamilitare dei genitori. Manifestando un progressivo disagio mentale sfociato in liti continue soprattutto legate alla richiesta di denaro. Dopo essersi licenziata, la 51enne non aveva infatti più trovato un lavoro. Aveva persino cercato aiuto sui social pur di ottenere una occupazione. A indicare senza incertezze nella donna l’autrice dell’aggressione ai due coniugi, compiuta pare con un coltello e un altro arnese, è stata la figlia minore, Chiara, che vive a Cittadella con la famiglia.

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ATTUALITÀLazioRoma

Roma, nasconde 20 mila euro in buoni postali nel camino ma la moglie lo accende per Natale e li brucia

28 Dicembre 2022 - 08:33 Redazione
Il protagonista della vicenda stava aspettando di maturare gli interessi sui suoi buoni fruttiferi postali. Nel frattempo, li teneva in un luogo «dove i ladri non sarebbero mai andati a cercare»

Aveva nascosto 20 mila euro di buoni fruttiferi postali nel caminetto. Ma sono andati tutti in fumo quando la moglie ha deciso di accendere il fuoco nonostante le temperature miti di Roma in questi giorni. «Quando ho visto le fiamme, stavo per svenire», ha raccontato il protagonista della vicenda a Il Messaggero. L’uomo, che risiede in via dei Quattro Venti nel quartiere Monteverde di Roma, ha spiegato al quotidiano che per lui lasciare il denaro nel caminetto non è una novità. «Pensavo fosse un luogo sicuro, dove i ladri non sarebbero mai andati a cercare. Mia moglie non lo sapeva che li avevo nascosti lì. Ogni anno, prima di accendere il fuoco, li spostavo». Quest’anno, però, la consorte è stata più veloce di lui, e lo ha bruciato sul tempo.

Cosa sono i buoni fruttiferi postali?

Se molte persone optano per la versione virtuale che avrebbe potuto salvarsi dalle fiamme, c’è anche chi, come il protagonista della vicenda, preferisce ricevere i buoni in versione cartacea. Si tratta di un prodotto delle poste che si ottiene versando una somma di denaro su un conto aperto appositamente. Normalmente il denaro viene vincolato per un periodo di tempo. Significa che, anche se è possibile prelevarlo quando si vuole, gli interessi non maturano prima di una finestra temporale fissa. Che spesso va dai 6 ai 12 mesi. Trascorso il tempo necessario, è possibile ritirare il capitale con la maggiorazione degli interessi.

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La giornalista Marialuisa Jacobelli: «Vi racconto il mio ex diventato stalker. Pensava che lo tradissi con Mbappé»

28 Dicembre 2022 - 07:46 Redazione
Un imprenditore monegasco le ha messo le mani addosso. È stato condannato a 2 anni e quattro mesi di carcere

Marialuisa Jacobelli, 30 anni, è una giornalista sportiva con oltre 2 milioni di followers sulla sua pagina Instagram. A gennaio 2022 ha rotto una relazione con l’imprenditore monegasco Francesco Angelini. A giugno lui viene arrestato per atti persecutori nei confronti della donna. Il 21 dicembre il giudice dell’udienza preliminare lo condanna a 2 anni e quattro mesi e sancisce anche un risarcimento danni nei confronti di Jacobelli. Lei oggi racconta al Corriere della Sera la sua esperienza: «Il 2 gennaio a Montecarlo fu molto violento con me, mi mise le mani addosso. Aveva l’irrazionale convinzione che avessi una storia con il calciatore Mbappé. Lì chiamai subito la mia amica Christine, il mio faro, sapeva tutto di noi dal primo giorno. È stata lei a calmarmi e a tranquillizzarmi in più di un’occasione. Lui poi si scusò moltissimo, disse che non sapeva cosa gli fosse successo, mi chiese di dargli un’altra possibilità». Marialuisa, che è figlia del giornalista sportivo Xavier, racconta che dopo una foto pubblicata su Instagram il suo stalker cominciò a darle della prostituta. Da lì è partita la denuncia: «Ormai soffrivo di attacchi di panico, ero seguita da uno psicologo che vedo tuttora, avevo paura di uscire di casa e paura di trovarmelo dentro casa all’improvviso, come se potesse succedere qualcosa di irrimediabile. Ho dovuto traslocare. Mi è rimasto l’istinto di guardarmi a destra e a sinistra per strada». Successivamente ha scoperto che l’imprenditore aveva molestato anche un’altra donna: «Ora lui sta seguendo un percorso psichiatrico di recupero. Spero lo aiuti a capire la gravità di ciò che ha fatto».

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Plusvalenze, i tre filoni d’indagine: cosa rischia la Juventus e la discriminante dell’articolo 31

28 Dicembre 2022 - 07:24 Redazione
Il procuratore Chiné attende il 20 gennaio per le richieste di pene. Quali incognite per i bianconeri e le altre società

La procura federale apre tre diversi filoni d’indagine nell’inchiesta sulle plusvalenze della Juventus. La riapertura del procedimento da parte del procuratore Giuseppe Chiné porterà alla decisione del prossimo 20 gennaio. Ma, annuncia oggi la Gazzetta dello Sport, potrebbero arrivare anche altri deferimenti. Il primo filone d’indagine è quello sulle manovre stipendi e sulle scritture private non depositate. Sul quale Chiné potrebbe chiedere una proroga di istruttoria. Le sanzioni qui prevedono un’ammenda e più punti di penalizzazione. Mentre i calciatori rischiano una squalifica di un mese. Il secondo e il terzo filone invece sono legati alle plusvalenze. Il 20 gennaio, se la Corte federale d’Appello ammetterà il ricorso del procuratore, si passerà subito alla fase dibattimentale. Chiné non ha voluto anticipare nell’atto le richieste di sanzioni. Ma se si rifarà al comma 1 dell’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva sono previste sanzioni e deferimenti. Se invece il procuratore vedrà gli estremi del comma 2 potrebbe chiedere penalizzazioni e persino la retrocessione del club. La discriminante in questo caso sono gli effetti sul bilancio delle plusvalenze del club: se la violazione (ancora presunta) ha consentito l’iscrizione al campionato (creando così un danno alle altre società) la richiesta di pena sarà più dura. Infine c’è l’indagine sui club considerati “partner” dei bianconeri. Stando alle carte dell’inchiesta Prisma si possono ipotizzare problemi per Atalanta, Sassuolo e Udinese. Queste società erano assenti nel primo processo. Quindi per loro l’iter partirebbe dal primo grado. Le richieste sarebbero in linea con quelle che la procura farà il 20 gennaio. E i rischi sono quindi gli stessi.

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ATTUALITÀDisinformazioneFake newsInformazioneItalia

Open, il sito più attendibile e con maggior engagement in Italia secondo il report annuale di NewsGuard

28 Dicembre 2022 - 06:57 David Puente
Il programma di monitoraggio informatico sulle fake news fondato dagli americani Gordon Crovitz e Steven Brill ha valutato i siti italiani di informazione sulla base di 9 criteri di trasparenza e affidabilità

Ogni anno la società NewsGuard Technologies, con sede a New York, pubblica un report annuale del programma di monitoraggio informatico sulle fake news. Il sistema si serve di un team di giornalisti e professionisti con esperienza nel settore dell’informazione, i quali valutano i siti di notizie in base a nove criteri giornalistici, con particolare attenzione a quelli riguardanti gli standard di credibilità e trasparenza. Open, dopo il risultato ottenuto nel 2021, conferma la sua posizione ritrovandosi nuovamente nella classifica dei siti più affidabili del 2022. Conferma, inoltre, la prima posizione come sito con il maggior engagement tra quelli che hanno ottenuto un punteggio pieno nell’analisi di Newsguard. Nella speciale classifica stilata da Newsguard, seguono testate come Il Sole 24 Ore, Tpi, Varesenews, Focus, La Nuova Sardegna, Internazionale, Domani e i colleghi fact-checkers Pagella Politica e Facta. Newsguard pubblica, inoltre, la classifica di quelli che ritiene i «siti più influenti che hanno pubblicato disinformazione» in base al punteggio ottenuto e al maggior engagement nel 2022. Secondo la società americana, tutti i siti citati in questa seconda classifica (molti già noti nella nostra sezione Fact-Checking) hanno «pubblicano regolarmente informazioni false e fuorvianti, hanno diffuso disinformazione sul Covid-19» e (tranne uno, il primo nella classifica) «hanno pubblicato informazioni non accurate o fuorvianti sulla guerra tra Russia e Ucraina». Nella speciale classifica, al primo posto troviamo il sito IlParagone dell’ex senatore e giornalista Gianluigi Paragone in quanto «ha più volte pubblicato affermazioni false, fuorvianti e non comprovate sulla pandemia di Covid-19 e i relativi vaccini». Nella classifica dei «siti più influenti che hanno pubblicato disinformazione», dopo IlParagone troviamo altri due siti «con un orientamento politico di destra» che hanno diffuso informazioni sulla Covid-19, la guerra tra Russia e Ucraina e altro ancora: ImolaOggi e Rassegneitalia. In quarta posizione troviamo L’AntiDiplomatico, definito da NewsGuard come «un sito di estrema sinistra che si occupa di notizie internazionali che ha pubblicato spesso contenuti falsi e ha dato spazio alla disinformazione russa». Seguono altri siti come Scenarieconomici, Mag24.cloud, Controinformazione.info, Voxnews, Grandeinganno.it e Maurizioblondet.it. Quest’ultimo ha risposto pubblicamente a una richiesta di commento da parte di NewsGuard con testuali parole: «La soluzione è semplice: smettete di leggere le mie falsità».

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La testimone della Shoah chiede le dimissioni di La Russa: «Meloni commossa all’Hannukkah? Una cosa falsa e squallida»

28 Dicembre 2022 - 06:50 Redazione
Edith Bruck contro il presidente del Senato e la premier

Edith Bruck, testimone della Shoah ungherese e tra le prime a chiedere a Giorgia Meloni di togliere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia, vuole le dimissioni di Ignazio La Russa da presidente del Senato. Dopo l’invocazione di Isabella Rauti sull’«onore ai fondatori e ai militanti missini», la seconda carica dello Stato su Instagram ha parlato del padre, che «fu tra i fondatori del Msi in Sicilia e che scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana». Bruck risponde a tutto ciò con una citazione da Il Signore degli Anelli: «Le radici profonde non gelano». E spiega: «È pensabile che si possa ancora celebrare la fiamma e quello che rappresenta? Liliana Segre e io stessa le abbiamo chiesto tante volte di toglierla dal simbolo di Fratelli d’Italia. Non l’ha tolta. Ha paura di perdere il suo elettorato tradizionale anche se oggi quel tipo di elettore pare le sia nemico».

Edith Bruck e le radici profonde che non gelano

Per Bruck oggi «La Russa non dovrebbe neanche essere dov’è. Ma è colpa nostra, di coloro che votano senza pensare, si accodano, applaudono chi urla di più. La colpa è nostra e anche dell’opposizione che con un signore come Enrico Letta non è riuscita a farsi ascoltare. Sono molto preoccupata per questo paese». Sulla commozione di Meloni nel giorno della cerimonia dell’Hannukkah Bruck è scettica: «Ho visto, mi è sembrata falsa, una cosa squallida. Come si può cambiare da un momento all’altro in questa maniera? È come dopo la guerra: prima erano tutti fascisti poi tutti democratici. Non esiste un cambiamento così repentino». Mentre il presunto abbandono del fascismo da parte della premier è «un’operazione di immagine fatta per l’ambizione di arrampicarsi in qualche maniera. Non credo Meloni sia cambiata e in generale sono in ansia per l’Italia, per l’Ucraina, per quanto accade nel mondo, perché tutto ciò che è connesso ci riguarda. Per non parlare dell’Europa».

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Il congedo mestruale a scuola istituito in un liceo a Ravenna: «Una vittoria per tutte le ragazze»

28 Dicembre 2022 - 06:21 Redazione
L'iniziativa riconosce due giorni al mese di assenze senza ripercussioni sugli scrutini

Il consiglio di istituto del Liceo Artistico “Nervi-Severini” di Ravenna ha istituito il congedo mestruale per le studentesse. L’iniziativa, pubblicata nei giorni scorsi sull’albo on line della scuola, riconosce alle studentesse che soffrono di dismenorrea la possibilità di assentarsi per due giorni al mese senza che questa venga calcolata nell’anno scolastico. La legge attualmente prevede che gli studenti debbano frequentare i tre quarti dell’orario annuale per l’ammissione agli scrutini. Le rappresentanti della componente studentesca nel consiglio di istituto hanno fatto presente come molte ragazze soffrano di crampi mestruali tanto forti da interferire con lo svolgimento delle normali attività. Raccogliendo anche 16 testimonianze di loro compagne. Hanno quindi richiesto di applicare nella scuola, in analogia con l’istituto del congedo mestruale oggi disciplinato in Spagna, una forma di agevolazione per le assenze.

La storia di Chiara

L’allieva che ha proposto l’iniziativa al dirigente scolastico Gianluca Dradi si chiama Chiara Pirazzini. Ha 17 anni e una pagella con tutti 10. E oggi in un’intervista a Repubblica spiega che «Io sono sempre stata molto male con il ciclo. Non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto. Quando sono stata eletta rappresentante ho pensato che potevo trovare una soluzione per tutte le ragazze che soffrono come me ad ogni mestruazione». Nel liceo sono state anche istituite le carriere alias e il registro gender-free. Pirazzini ha raccolto le testimonianze anonime di 16 ragazze che hanno raccontato i dolori con il ciclo. Nausea, mal di schiena, difficoltà di concentrazione in classe. E così è nata una delibera, che per la studentessa costituisce «una vittoria per tutte le ragazze».

Come funziona il congedo mestruale studentesco a Ravenna

Di norma in tutte le scuole ad esempio è prevista come deroga l’assenza dovuta a malattie certificate. Il consiglio di istituto del Liceo ravennate ha stabilito esattamente che le «studentesse con dismenorrea certificata – si legge nella delibera – avranno la possibilità di produrre un solo certificato medico all’anno, attestante detta sindrome, al fine di vedersi riconoscere sino a due giorni al mese come deroghe al vincolo di frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato, assenze che pertanto non incidono sul monte ore massimo di quelle consentite ai fini della validità dell’anno scolastico, ferma restando la necessità della presentazione della giustificazione dei genitori (o delle studentesse maggiorenni), mediante libretto web».

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Il fratello di Paolo Calissano: «Non è morto per la droga ma per depressione e debiti»

28 Dicembre 2022 - 05:53 Redazione
Roberto annuncia la chiusura dell'indagine della procura: l'attore si è tolto la vita

L’attore Paolo Calissano è morto a Roma il 30 dicembre 2021. A trovare il corpo, nel giorno di Capodanno, la sua ex fidanzata Fabiola Palese nel suo appartamento alla Balduina. Nei primi anni 2000 era deceduta nel suo appartamento di Genova un’amica per overdose di cocaina. E lo stesso attore era stato per anni in una comunità per disintossicarsi. Sulla sua morte la procura di Roma aveva aperto un’inchiesta. E oggi il fratello Roberto Calissano annuncia la chiusura con archiviazione. Spiegando che secondo le indagini Paolo è morto «non a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi». Perché «quella sera accettò il rischio di morire, probabilmente». Nel senso che è morto suicida. Per la depressione e per i suoi debiti.

L’ipotesi di reato

Roberto non vuole far sapere l’ipotesi di reato formulata dai pubblici ministeri: «Ci siamo impegnati a non rivelarlo prima della conclusione, ma basti sapere che sono state ricostruite le difficoltà patrimoniali di Paolo». Ma non è vero che il suo corpo era in avanzato stato di decomposizione quando è stato ritrovato: «Oggi l’indagine ha chiarito che in realtà era morto da poco, nella notte fra il 29 e il 30 dicembre. L’abbandono è stata una fantasia di alcuni media». Il fratello lo ha sentito per l’ultima volta il 19 dicembre: «Era giù. Non gli feci abbastanza domande, forse. Tutto rimase nella sfera del non detto». Paolo, secondo Roberto, «aspirava al diritto all’oblio. Invece i motori di ricerca continuavano a risputare fuori quell’episodio legato al consumo di stupefacenti. Non riusciva a liberarsene. Lavorare era diventato impossibile. Perciò almeno oggi, dopo la sua morte, vorrei un’operazione verità nei suoi confronti».

Le cause della morte

Calissano è stato trovato morto nel suo letto. In casa sono state raccolte molte pillole di psicofarmaci. Sembra che l’attore le assumesse per curare una depressione. La sua ultima apparizione in tv risale al 2018, nella fiction di Rai1 “Non dirlo al mio capo 2”. Nel 2005 Ana Lucia Bandeira, ballerina brasiliana madre di due figli, morì nel suo appartamento a Genova per overdose di cocaina. Lui venne arrestato con l’accusa di cessione di stupefacenti e condannato a quattro anni di reclusione. Nel 2008 dopo un incidente stradale venne trovato ancora positivo alla cocaina. Scontò la pena in una comunità di recupero dalla tossicodipendenza. Da anni era seguito da un amministratore di sostegno. Nel 2010 aveva prestato la sua automobile a Katherina Mathas, mamma del bambino ucciso in un residence a Genova Nervi.

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