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Milano, il comune offre due case vicine per la famiglia che vive in auto con i figli piccoli. Ma rifiutano: «Non ci dividiamo»

27 Dicembre 2022 - 18:54 Ygnazia Cigna
Ignazio e Milena al momento vivono in un albergo a spese di un'associazione di volontariato

Iniziano ad arrivare proposte per la coppia che ha vissuto per mesi in auto assieme a due figli e un neonato. Situazione precaria in cui hanno affrontato anche una gravidanza. I due si chiamano Ignazio e Milena e in questi giorni hanno lanciato un appello per ricevere aiuto. Nel frattempo, si è fatto avanti anche il comune con una nuova proposta, la terza nel corso del 2022 secondo l’amministrazione. Questa mattina, il sindaco di Legnano Lorenzo Radice ha incontrato Ignazio prospettandogli un’offerta che l’ufficio Servizi sociali ha studiato per la sua situazione, anche in virtù della nascita, ai primi di dicembre, del terzo figlio, che si trova in ospedale per problemi di salute. La proposta prevede la sistemazione in housing sociale di compagna e figli e dell’uomo in due appartamenti vicini, facilitando così la vicinanza della famiglia.

Gli aiuti pervenuti

A renderlo noto è lo stesso Comune in una nota. «L’ufficio Servizi sociali pochi giorni dopo la nascita del terzo figlio, aveva proposto un incontro a Ignazio Cadoni per prospettargli questa soluzione, ma si era detto non interessato alla proposta rifiutando l’incontro», fa sapere l’amministrazione. «In queste ore – continua – sono pervenute al Comune anche alcune disponibilità di privati pronti a mettere a disposizione appartamenti per alloggiare la famiglia. Per tutti questi motivi il Comune ribadisce la disponibilità dei Servizi sociali a costruire una proposta per aiutare la famiglia a ripartire in un percorso verso l’autonomia». Il sindaco ci tiene poi a ribadire che ha sempre avuto grande attenzione al problema della casa e anche questa volta è venuto incontro alle necessità della famiglia Cadoni con diverse proposte, con l’ultima delle quali ha tentato di considerare il bisogno espresso dal padre di restare il più possibile vicino alla famiglia.

Il padre: «Non mi stacco dalla mia famiglia»

Ma Ignazio preferisce comunque non accettare la proposta a causa della separazione della famiglia. «Io non mi stacco dalla mia famiglia, – ha detto a Legnano News – dobbiamo restare uniti, soprattutto in questo momento difficile. Continuerò a cercare una casa in cui possiamo stare tutti insieme con la speranza che il piccolo Ethan possa uscire presto dall’ospedale». Ignazio e Milena, che al momento sono ospitati in albergo a spese delle volontarie di Sole nel Cuore, hanno dormito per diversi mesi in auto con due bimbe di 7 e 8 anni e un neonato. Quest’ultimo, il piccolo Ethan, si trova ricoverato in un ospedale di Milano a causa di una serie di complicanze mediche sorte dopo il parto. La madre percepisce il reddito di cittadinanza, mentre il padre era un manovale con un contratto a termine scaduto ad aprile. Milena ha affrontato tutta la gravidanza sui sedili posteriori della propria macchina.

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Qatargate, Panzeri e Figà-Talamanca restano in carcere. Il 17 gennaio la prossima udienza

27 Dicembre 2022 - 18:24 Redazione
La Corte d'Appello di Bruxelles ha annullato la concessione del braccialetto elettronico per il segretario generale di "No Peace Without Justice"

L’ex eurodeputato Antonio Panzeri e il segretario generale dell’ong No Peace Without Justice Niccolò Figà-Talamanca, entrambi sospettati di essere al centro della presunta rete corruttiva allestita presso le istituzioni Ue da Qatar e Marocco, rimangono in carcere. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Bruxelles e che ha annullato la decisione di prima istanza sulla concessione del braccialetto elettronico per Figà-Talamanca (la procura aveva presentato ricorso), e rinviato al 17 gennaio, su richiesta dell’ex eurodeputato, l’udienza di Panzeri. I due sono indagati a Bruxelles nell’inchiesta sul presunto dispositivo di corruzione allestito dal Qatar e dal Marocco, che coinvolgerebbe anche l’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, detenuta nel carcere di Haren (Bruxelles) dal 9 dicembre scorso. «In caso sia rilasciata resterà in Belgio e combatterà fino a quando non sarà riconosciuta la sua innocenza. Il suo cuore sta letteralmente sanguinando per la sua bambina di 22 mesi che è sola e che può contare solo sull’anziano nonno» ha affermato in un’intervista il suo legale, Michalis Dimitrakopoulos.

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La comunità ebraica contro La Russa: «Grave esaltare la fondazione dell’Msi». L’Anpi: «Sfregio alla democrazia», il Pd chiede le dimissioni

27 Dicembre 2022 - 18:11 Felice Florio
La seconda carica dello Stato celebra su Instagram il 76esimo anniversario della nascita del partito erede dell'esperienza della Repubblica di Salò

Ieri, 26 dicembre, la sottosegretaria alla Difesa del governo Meloni, Isabella Rauti, aveva invocato «onore ai fondatori ed ai militanti missini». Oggi, è stata la seconda carica dello Stato a commemorare il 76esimo anniversario della nascita del Movimento sociale italiano. Nel giorno in cui si celebra anche il 75esimo compleanno della promulgazione della Costituzione italiana, Ignazio La Russa, su Instagram, ha scritto: «Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Msi in Sicilia e che scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana». L’attributo “democratico” al partito che fu erede della Repubblica di Salò ha suscitato le proteste del centrosinistra. Il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha definito inaccettabile che la seconda carica dello Stato esalti «il partito neofascista nato dalle macerie della Repubblica di Salò, alleata dei nazisti, antisemita e nemica della democrazia. Il presidente La Russa e la sottosegretaria Rauti non possono ricoprire i loro ruoli istituzionali e non distinguere il fascismo dalla democrazia». Diversi esponenti del Pd, dal candidato alla Regione Lazio Alessio D’Amato al deputato Stefano Vaccari, invocano le dimissioni di La Russa.

È stata chiamata in causa anche Giorgia Meloni, alla quale è stato chiesto di prendere una posizione sulle dichiarazioni degli esponenti di Fratelli d’Italia. La presidente del Consiglio, al momento, ha preferito schivare il dibattito. «Meloni: ipocrita piangere per le leggi razziali e avallare questo schifo», ha twittato Walter Verini, senatore del Pd. Le accuse nei confronti di La Russa che potrebbero rivelarsi più pesanti, tuttavia, sono arrivate dall’Unione delle comunità ebraiche italiane, l’Ucei. «Si celebrano oggi i 75 anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana, l’affermazione della nostra democrazia antifascista, il nostro più solido ancoraggio e punto di riferimento su un piano non soltanto legislativo. Eppure, alla vigilia di una giornata così importante per l’Italia, c’è chi ritiene di esaltare un altro anniversario, quello della fondazione del Msi, partito che, dopo la caduta del regime fascista da poco sconfitto, si è posto in continuità ideologica e politica con la Repubblica sociale italiana. Governo dei fascisti irriducibili che ha attivamente collaborato per la deportazione degli ebrei italiani». A parlare è Noemi Di Segni. La presidente dell’Ucei ha rincarato: «Grave che siano i portatori di alte cariche istituzionali a ribadirlo, legittimando quei sentimenti nostalgici».

Poi, concludendo il suo intervento, Di Segni ha ribadito, a nome delle comunità ebraiche che rappresenta, di aspettarsi «di sentir condannare non solo le leggi del ’38 come male assoluto, ma il fascismo e la sua propaggine della Repubblica sociale italiana come male per l’intera Italia, così come la sua eredità, prima celata e oggi sempre più manifesta. Le leggi razziali non furono emanate nel vuoto cosmico, ma da un sistema di prevaricazione e violenza e nel condannarle oggi va ricordato il peso della dittatura e di chi le ha emanate. La responsabilità istituzionale e la coerenza costituzionale impongono oggi la rinuncia a ogni sentimento nostalgico». Nella mattinata, con un suo articolo pubblicato su Repubblica, Di Segni aveva commentato così l’ambiguità nostalgica di alcuni membri della maggioranza: «La condanna che attendo di ascoltare è del fascismo nel suo insieme, fino alla sua formale caduta. E di un regime al quale oggi in molti esprimono nostalgia e desiderio di ritorno».

La posizione dell’Anpi e la spiegazione del portavoce di La Russa

Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, su Facebook ha attaccato duramente la seconda carica dello Stato: «Con tutto il rispetto per i suoi affetti familiari, l’onorevole La Russa non ha ancora capito che è il presidente del Senato della Repubblica antifascista e non il responsabile dell’organizzazione giovanile del Msi. Il suo post è uno sfregio alle istituzioni democratiche». A polemica divampata, il portavoce del presidente Senato, Emiliano Arrigo, ha provato a difendere così La Russa: «Mi domando se chi strumentalmente sta polemizzando abbia veramente letto il suo post nel quale ricorda il padre. La piena adesione del Msi alla democrazia e al Parlamento è storia e nessuno può negarla».

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Telefonata Zelensky-Meloni: «Grazie per il sostegno, ci servono sistemi di difesa aerea». E la premier lo invita a Roma

27 Dicembre 2022 - 17:57 Redazione
Palazzo Chigi: ribadito il massimo impegno dell'Italia per «arrivare a una pace giusta» e l'intenzione di visitare Kiev

«Ho ringraziato Giorgia Meloni per la solidarietà e il supporto all’Ucraina». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dando notizia della conversazione telefonica avuta con la presidente del Consiglio italiana. «Ho lodato – continua il capo di Stato ucraino – lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti». Zelensky fa sapere – inoltre – di aver parlato con la premier di una possibile fornitura di sistemi di difesa area e delle relative trattative per raggiungere una pace. «Meloni mi ha informato che si sta valutando la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea e protezione dei cieli ucraini». Ma informa anche che con Meloni «abbiamo discusso del piano di pace». Anche palazzo Chigi ha confermato lo scambio, ribadendo il pieno sostegno dell’esecutivo italiano nei confronti di Kiev «in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina». Nel ribadire il «massimo impegno dell’Italia – si legge nella nota di palazzo Chigi – per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la Nazione ucraina», la premier ha confermato la sua intenzione di recarsi a Kiev e invitato anche il presidente Zelensky ad andare in visita a Roma.

306esimo giorno di guerra

Intanto, dopo oltre 300 giorni di guerra in Ucraina continuano i combattimenti tra le forze russe e ucraine nel Lugansk. A riferirlo è il governatore regionale, Sergy Gaidai, su Telegram. «Sulla mappa del Donbass, i punti più caldi sono Bakhmut e Kreminna. I combattimenti continuano vicino a Kreminna. I russi capiscono che se perdono la città, tutta la loro linea di difesa cadrà», ha scritto il funzionario ucraino». Secondo il Guardian, infatti, la riconquista di Kreminna e della vicina Svatove potrebbe aprire la strada a Kiev per lanciare un’offensiva su Sievierodonetsk e Lysychansk: le due città perse dall’Ucraina durante i mesi estivi. Questa mattina il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, in un’intervista alla Tass aveva ribadito l’obiettivo di «eliminare le minacce alla sicurezza della Russia che include i nostri nuovi territori», riferendosi proprio agli Oblast’ annessi dopo i referendum di fine settembre: le repubbliche di Donetsk e Lugansk e le regioni di Cherson e Zaporizhzhia. «Il nemico – ha aggiunto Lavrov – è ben consapevole delle nostre proposte sulla smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime di Kiev. Non resta molto da fare: accettare queste proposte in modo amichevole, o in caso contrario sarà l’esercito russo ad occuparsi della questione». Tempestiva la risposta di Kiev che tramite il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha sottolineato come «Né la mobilitazione totale, né la ricerca spasmodica di munizioni, nemmeno i contratti segreti con l’Iran e neanche le minacce di Lavrov aiuteranno. La Russia deve affrontare la realtà. L’Ucraina smilitarizzerà la Federazione Russa, estromettendo gli invasori da tutti i territori occupati. Aspettate il finale in silenzio…», conclude.

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Caso Madame, Amadeus getta acqua sul fuoco: «Ad oggi resta in gara a Sanremo». Ma a Roma è polemica per il concertone di Capodanno

27 Dicembre 2022 - 17:31 Redazione
«Sarebbe un vero peccato che il pubblico non possa ascoltare il suo brano», dice il direttore artistico del Festival in radio

«Ad oggi Madame è in gara a Sanremo, poi vediamo cosa accade da qui al festival». Ad assicurarlo è il direttore artistico e conduttore del Festival, Amadeus, ai microfoni del programma The Flight di Rtl 102.5. Il commento arriva dopo l’inchiesta sui falsi certificati di vaccino della procura di Vicenza, che ha coinvolto anche la cantante. «In questo momento dare un giudizio con il panettone in bocca su una cosa così seria mi pare poco serio. C’è un’indagine in corso e si è innocenti finché non si viene dichiarati colpevoli», ha dichiarato Amadeus. Per poi aggiungere: «Sarebbe un vero peccato che il pubblico non possa ascoltare il suo brano». Madame è attesa sul palco dell’Ariston per sfidare gli altri artisti in gara con il suo pezzo Il bene e il male, già al centro delle polemiche negli scorsi giorni per via del cambio di nome all’ultimo minuto (il titolo originariamente previsto era Puttana). La cantante vicentina non è sotto contratto con la Rai, e dunque a lei non può essere applicato il codice etico che avrebbe potenzialmente potuto escluderla dalla competizione. Ciò comunque non la mette al riparo dalle critiche: in attesa di sviluppi in vista di Sanremo, la capogruppo della Lista Calenda al Comune di Roma, Flavia De Gregorio, ha criticato la presenza dell’artista al concertone di Capodanno. Con Madame sul palco di Roma, per la formazione centrista, «il rischio è che passi un messaggio sbagliato. In attesa che i fatti che stanno emergendo trovino conferma, sarebbe forse più opportuno, a tutela del Campidoglio e della stessa cantante, rinviarne la presenza». Per De Gregorio «dopo la lotta contro il Covid e i tanti sacrifici fatti dagli italiani non possono passare messaggi equivoci sui vaccini».

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Padova, uccisa in casa un’84enne, in fin di vita il marito. In caserma per accertamenti una delle figlie

27 Dicembre 2022 - 17:19 Redazione
Nessun segno di scasso nell'abitazione: si esclude l'ipotesi della rapina finita male

È stata rintracciata la seconda figlia dell’anziana di 84 anni trovata morta questa mattina, 27 dicembre, nella sua casa a San Martino di Lupari (Padova). In un primo momento i carabinieri non erano riusciti a mettersi in contatto con lei – che viveva assieme ai genitori – finché è stata individuata in provincia di Vicenza, in una località che aveva raggiunto in auto. Il marito della donna, un 89enne, è stato rinvenuto gravemente ferito per un trauma alla testa ed elitrasportato all’ospedale di Padova. La vittima si chiamava Maria Angelo Sarto. Secondo le prime informazioni, a scoprire il fatto è stata l’altra figlia della coppia, la quale – non sentendoli al telefono – aveva deciso di passare a casa dei genitori verso le 11. Trovandoli riversi in un bagno di sangue, ha immediatamente allertato il 118 e le forze dell’ordine. L’area è stata transennata dalle autorità così da permettere i rilievi previsti dal caso. Non si esclude l’ipotesi dell’omicidio, che potrebbe essere avvenuto all’interno della cerchia familiare. Si esclude, invece, la rapina finita male. Padova Oggi riferisce che la porta di casa e gli infissi non presenterebbero forzature e dalle camere non mancherebbero gioielli e denari che l’anziana coppia aveva da parte. Inoltre, dalle prime analisi esterne effettuate sul cadavere della donna, si escluderebbero tra le armi del delitto pistole e lame. Si tratta più probabilmente, secondo gli inquirenti, di un corpo contundente. La posizione della figlia rintracciata a Vicenza è ora al vaglio degli investigatori presso la caserma dei carabinieri del luogo. Le autorità sono al lavoro nel tentativo di ricostruire le ore della coppia precedenti al delitto e delineare l’esatta dinamica dei fatti.

Foto di copertina da archivio

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Coronavirus, stop all’app Immuni dal 31 dicembre: la nota del ministero della Salute

27 Dicembre 2022 - 16:53 Redazione
Sarà possibile recuperare i green pass attraverso gli altri strumenti online: l'app Io, il fascicolo sanitario elettronico o sul sito predisposto dal governo

Era stato annunciato come uno strumento prodigioso per interrompere la catena di trasmissione del contagio da Coronavirus. Dopo gli annunci roboanti, a dire la verità, l’impatto dell’app Immuni nel contrasto alla pandemia si è rivelato trascurabile. Adesso, il ministero della Salute ha deciso di dismettere la piattaforma pensata per allertare le persone entrate in contatto stretto con soggetti risultati positivi, ma diventata un mero servizio di download del green pass. Lo shutdown di Immuni è stato fissato il prossimo 31 dicembre, ha annunciato il ministero in una nota. Nella stessa data, verrà interrotto ogni trattamento di dati personali effettuato dal ministero. Immuni non potrà essere più scaricata dagli store online per dispositivi mobili Apple, Google, Huawei. Sugli smartphone dove è già installata l’app Immuni, essa smetterà di funzionare sia per le finalità di contact tracing – di fatto, abbandonate già da un po’ – sia per l’acquisizione del green pass. Sarà possibile continuare a recuperare le certificazioni verdi attraverso gli altri strumenti online: l’app Io, il fascicolo sanitario elettronico o sul sito predisposto dal governo, www.dgc.gov.it.

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Cattolica Eraclea, ucciso a coltellate in strada nell’agrigentino: fermato un sospettato

27 Dicembre 2022 - 16:48 Massimo Ferraro
Tra i due ci sarebbe stata una lite, culminata poi con l'aggressione al 51enne

Un uomo di 51 anni è stato accoltellato per strada a Cattolica Eraclea, nell’agrigentino, 30 chilometri a nord-ovest del capoluogo siciliano. A colpire a morte Carmelo Contarini, di professione muratore, sarebbe stato un altro uomo, al culmine di una lite per futili motivi ed esacerbata dall’alcol, sfociata poi nell’aggressione. A pochi passi dal luogo dell’omicidio, i carabinieri hanno poi individuato e fermato in quasi flagranza di reato il presunto responsabile dell’omicidio, un pensionato 66enne del luogo. Davanti ai pm – il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Paola Vetro – l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, consigliato dal suo legale, ma ha consegnato spontaneamente l’arma del delitto, un coltello a serramanico. Contarini sarebbe stato colpito solo una volta, con una coltellata al torace. Secondo il racconto dei testimoni, i due uomini si conoscevano da molto tempo, avendo anche i terreni di campagna confinanti.

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Alta tensione Serbia-Kosovo, Belgrado allerta l’esercito. Pristina: «Se la Nato non rimuove le barricate ci penseremo noi»

27 Dicembre 2022 - 16:08 Redazione
«Non c'è motivo di farsi prendere dal panico, ma c'è motivo di essere preoccupati», ha dichiarato il ministro della Difesa serbo

Continua a salire la tensione nel nord del Kosovo, dove sono apparse oggi 27 dicembre nuove barricate. Il governo serbo ha dichiarato di aver messo il suo esercito in massima allerta per fare fronte a quelle che considera le minacce crescenti di Pristina. «Il presidente della Serbia ha ordinato all’esercito serbo di rimanere al massimo livello di prontezza al combattimento, cioè al livello dell’uso della forza armata», ha dichiarato il ministro della Difesa serbo Milos Vucevic in queste ore. «Non c’è motivo di farsi prendere dal panico, ma c’è motivo di essere preoccupati», ha aggiunto alla televisione Rts. Intanto, il governo del Kosovo ha chiesto alle forze della Nato di togliere i blocchi stradali serbi. A Mitrovica Nord, è stata eretta una barricata sul nuovo ponte che conduce la parte settentrionale della città alla strada principale Mitrovica-Raska. «La prima in assoluto ad essere installata nel centro della città, in via Knjaza Milosa». I serbi del nord del Kosovo sono al 18esimo giorno di protesta, in un clima di tensione che non accenna a diminuire. Dopo l’arresto di un ex poliziotto serbo da parte della polizia kosovara avvenuto lo scorso 10 dicembre, le proteste dei cittadini serbi che vivono nel nord del Kosovo si sono intensificate giorno dopo giorno. Creando allarme all’interno di Onu e Unione Europea. Che, a più di vent’anni dalla fine dell’ultimo conflitto nei Balcani, ora temono una nuova escalation.

Il primo ministro: «Se la KFOR non toglie le barricate lo faremo noi»

Il primo ministro Albin Kurti, in un’intervista di ieri per la televisione della Bosnia-Erzegovina Okanal (Oslobodjenje), ha dichiarato che le barricate nel nord sono pilotate dalla Serbia. Quindi ha sfidato la Kfor, la forza d’interposizione Nato di cui fa parte anche l’Italia: «Se la Kfor non è in grado di rimuovere le barricate, o non vuole farlo per motivi che non conosco, allora dovremo farlo noi», ha avvertito Kurti. E ha aggiunto: «Da parte nostra, le barricate possono essere rimosse senza incidenti, ma l’altra parte ci è molto sconosciuta. Le persone sono in uniforme, non so come reagiranno loro quando la nostra polizia si avvicinerà. Ma si sa che ogni giorno ricevono direttive da Belgrado». Il primo ministro, il comandante della Kfor, il generale italiano Angelo Michele Ristuccia, e Lars-Gunnar Wigemark, a capo di una missione dell’Ue per l’ordine pubblico, si sono incontrati ieri, 26 dicembre, per discutere la situazione.

La barricata

«Rimuoveremo la barricata quando Pristina rilascerà Dejan Pantić, Miljan Adžić e Slađan Trajković. E quando le forze speciali di polizia verranno ritirate dal nord», spiegano i manifestanti, citando i nomi degli ex agenti della polizia kosovara che hanno partecipato all’abbandono collettivo delle istituzioni e arrestati poco dopo. All’inizio di novembre centinaia di agenti di polizia serbi integrati nella polizia del Kosovo, giudici, pubblici ministeri e altri funzionari pubblici hanno lasciato in massa i loro incarichi, in segno di protesta contro la decisione, ora sospesa dal governo di Pristina, di bandireper i serbi che vivono in Kosovo l’utilizzo delle targhe rilasciate dalla Serbia. Poi l’arresto di Pantic a far precipitare la situazione.

«L’esercito serbo è pronto al combattimento»

L’esercito serbo è in allerta. Il generale Milan Mojsilovic, capo delle armate serbe, ha fatto sapere di essere stato inviato dal presidente serbo Aleksandar Vucic al confine con il Kosovo. Vucevic ha precisato anche che il Capo dello Stato ha ordinato di rafforzare la presenza militare serba dagli attuali 1.500 soldati a 5.000 componenti. La Serbia non riconosce l’indipendenza della sua ex provincia meridionale, popolata attualmente in stragrande maggioranza da albanesi, che ha proclamato nel 2008.

Il Kosovo e la Nato

Per questo incoraggia i 120mila serbi del Kosovo a sfidare le autorità locali. In un momento in cui Pristina vuole affermare la sua sovranità su tutto il territorio. La barricata di cui dà notizia l’emittente Rts è una delle tante finora erette dalla data del 10 dicembre. Nel frattempo i media di Pristina hanno segnalato la presenza di una pattuglia della Nato Peacekeeping Force in Kosovo (Kfor) nella zona di fuoco. Poche ore dopo il ministro dell’Interno kosovaro Xhelal Svecla ha parlato di un attacco alla stessa Kfor. A confermare l’indagine aperta dalla pattuglia Nato su una sparatoria avvenuta il 25 dicembre. «Non ci sono stati feriti o danni materiali», riferisce Kfor in una nota.

Foto di copertina: REUTERS/Florion Goga

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Femminicidio a Trapani, il marito: «Mi ha detto che voleva andare via di casa per sempre. Lì ho visto un fantasma»

27 Dicembre 2022 - 15:51 Redazione
La gip ha convalidato l'arresto per Ernesto Favara, che rimane in carcere

«Abbiamo discusso per alcuni minuti e lei mi ha ribadito che se ne sarebbe andata da casa per sempre, accontentandosi di vedere i bambini per un’ora a settimana. In quel momento ho visto un fantasma». Così ha risposto alle domande del gip l’ex pescatore Ernesto Favara, accusato di aver ucciso a coltellate la moglie 29enne Maria Amatuzzo nella loro casa di Marinella di Selinunte (Trapani), il giorno della vigilia di Natale. All’arrivo dei carabinieri presso l’abitazione della coppia, dove è avvenuto l’omicidio, l’uomo è stato trovato con l’arma ancora in mano. Questa mattina, 27 dicembre, si è svolto l’interrogatorio al Tribunale di Marsala. Il 63enne, assistito dal legale Margherita Barraco, ha ricostruito cosa sarebbe successo quel giorno e ha ripercorso gli attriti tra i due che andavano avanti da ormai diversi mesi. «Dal 27 agosto era andata via da casa più volte», ha spiegato Favara al gip Sara Quittino. La giudice per le indagini preliminari Sara Quittino, del tribunale di Marsale, ha quindi convalidato l’arresto nei confronti di Favara, che rimane in carcere.

La ricostruzione del giorno dell’omicidio

Il 63enne ha riferito che il giorno prima, venerdì 23 dicembre, era stato alla comunità di alloggio – dove si trovano attualmente i figli – per donare i regali di Natale. Il giorno seguente, attorno alle 13, ha parlato nuovamente con i figli, ma al telefono. Il pomeriggio, mentre lui era in casa, sarebbe tornata la moglie con la quale è nata una discussione che sarebbe poi sfociata nel delitto. Stando a quanto accertato dal medico legale nella prima ispezione, effettuata nei giorni scorsi, il corpo della donna ha riportato 12 ferite all’addome, probabilmente provocate da un grosso coltello da cucina. Il fratello di Favara, Antonino, subito dopo l’assassinio di Maria Amatuzzo, ha raccontato di aver sentito delle urla e – affacciandosi dal balcone – di aver visto Ernesto con un coltello in mano.

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Tutti pazzi per FantaSanremo: 50mila iscritti in tre ore. Ultimo, Mengoni e Giorgia i cantanti più quotati

27 Dicembre 2022 - 15:51 Redazione
Per i fondatori del gioco «un risultato oltre ogni possibile aspettativa». L'anno scorso s'iscrissero in tutto 500mila squadre

A mezzogiorno di oggi, 27 dicembre, il FantaSanremo ha aperto le iscrizioni in vista dell’edizione 2023 del Festival della canzone italiana, in programma dal 7 all’11 febbraio prossimi. Il gioco, consistente nell’organizzare e gestire squadre virtuali formate da cinque degli artisti in gara (di cui uno deve necessariamente essere scelto come capitano) ha registrato subito, secondo le parole di uno dei suoi fondatori, Giacomo Piccinini, «un risultato oltre ogni possibile aspettativa». In sole tre ore, infatti, si sono registrate al FantaSanremo oltre 50.000 squadre: una somma pari a quella della totalità delle iscrizioni nell’edizione 2021. L’anno scorso le iscrizioni totali all’inizio del Festival erano state 500.000, grazie anche al rilancio di tanti cantanti in gara. Una partecipazione che sembra destinata a riproporsi anche quest’anno, considerato che molti dei big in gara stanno già interagendo con i fan sull’argomento. Le iscrizioni si chiuderanno la notte prima dell’inizio del festival (6 febbraio): da quel momento i punti che ogni giocatore guadagnerà o perderà dipenderanno da cosa faranno sul palco gli artisti che avrà scelto per la squadra. Bisognerà scegliere con accortezza come spendere il tesoretto di partenza, consistente in ‘100 Baudi’ (la moneta di scambio intitolata a Pippo Baudo). Ad ogni membro del team, infatti, corrisponde una precisa quotazione. Attualmente, le fanta-quotazioni vedono in testa Ultimo che ‘costa’ 27 Baudi, seguito da Marco Mengoni quotato 26 Baudi, da Giorgia con 25 Baudi e da Elodie con 24 Baudi. Tananai, Lazza, Madame e Paola & Chiara valgono tutti 22 Baudi. A quota 21 si trovano I Cugini di Campagna, gli Articolo 31, Ariete, Lda e Mara Sattei. ‘Costano’ 20 Baudi Gianluca Grignani, Colapesce e Dimartino, i Coma Cose e Levante. Seguono a 19 Baudi Mr. Rain e Rosa Chemical. Leo Gassmann e i Modà a 18 Baudi, Anna Oxa, Gianmaria e Shari a 17 Baudi. Chiudono il cerchio quattro artisti quotati 16 Baudi: i Colla Zio, Olly, Sethu e Will.

Lo speciale Sanremo 2023

I testi delle canzoni

ANNA OXASali (Canto dell’anima) | ARTICOLO 31 – Un bel viaggio | ARIETE – Mare di guai | COLAPESCE E DIMARTINOSplash | COLLA ZIO – Non mi va | COMA_COSEL’addio | I CUGINI DI CAMPAGNA – Lettera 22 | ELODIEDue | GIANLUCA GRIGNANI – Quando ti manca il fiato | gIANMARIA – Mostro | GIORGIA – Parole dette male | LAZZA – Cenere | LDA – Se poi domani | LEO GASSMANN – Terzo cuore | LEVANTE – Vivo | MADAMEIl bene nel male | MARA SATTEI – Duemilaminuti | MARCO MENGONIDue vite | MODÀ – Lasciami | MR. RAIN – Supereroi | OLLY – Polvere | PAOLA e CHIARA – Furore | ROSA CHEMICAL – Made in Italy | SETHU – Cause perse | SHARI – Egoista | TANANAITango | ULTIMO – Alba | WILL – Stupido

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27 Dicembre 2022 - 15:36 Redazione
Il presidente della società di ricerca Tabarelli stima che il costo della luce scenderà del 25 per cento

Secondo Nomisma Energia i consumatori italiani possono aspettarsi buone notizie per le tariffe della luce entro la fine dell’anno, mentre per il gas non è ancora tempo di ribassi. «La variazione stimata in base ai prezzi all’ingrosso dell’elettricità, scesi sulla pressione di quelli del gas, è dell’ordine del 25 per cento – è la previsione del presidente della società indipendente di ricerca, Davide Tabarelli – circa 16 centesimi di euro in meno a kWh che dovrebbe portare di nuovo le tariffe verso i 50 centesimi a kWh». Se le bollette della luce potranno calare di circa un quarto – secondo le stime -, quelle del gas continueranno a essere più onerose. Tabarelli si attende infatti «un aumento delle bollette di dicembre del 20 per cento a 1,48 euro al metro cubo».

L’impatto sulle bollette delle famiglie

L’aggiornamento delle tariffe dell’elettricità è trimestrale, e l’ultimo è stato fatto a fine settembre quando il prezzo dell’energia era alle stelle. Per questo il nuovo aggiornamento dovrebbe vedere un calo così elevato del prezzo della luce. Secondo Tabarelli, con gli aggiornamenti del 2023 si vedranno ulteriori riduzioni, «sia per le recenti dinamiche dei prezzi del gas che per i probabili correttivi che il governo introdurrà in particolare per il tetto ai prezzi dell’elettricità da rinnovabili», spiega il presidente di Nomisma Energia. La società ha calcolato che per una famiglia tipo che consuma 2700 kWh all’anno, ci sarà un risparmio di 430 euro su base annua. Per quanto riguarda il gas invece, il discorso è diverso. Arera ha introdotto un nuovo meccanismo di calcolo su base mensile. Il prezzo di dicembre, previsto in netto aumento rispetto al mese precedente, è influenzato da quello delle prime settimane del mese, quando si aggirava sui 140 euro/MWh, e la riduzione a 80 euro/Mgw degli ultimi giorni ne ha solo mitigato gli effetti. «Per una famiglia tipo che consuma 1400 metri cubi anno – spiega Tabarelli – questo incremento rispetto al mese precedente equivale a una maggiore spesa su base annua di 360 euro». A febbraio però, quando verranno calcolate le tariffe sulla media di gennaio, dovrebbe finalmente esserci una riduzione del costo in bolletta di circa il 30 per cento.

La riduzione dei consumi

Nomisma nota anche che i consumi si sono ridotti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «La domanda da parte di famiglie e imprese è rallentata, sia per una questione climatica – con temperature più miti rispetto alla media del periodo – e sia per risparmi dei consumi fra novembre e dicembre fra il 10 e il 15 per cento», spiega sempre Tabarelli. Per conoscere le nuove tariffe dell’elettricità per il mercato tutelato valide per il primo trimestre 2023 bisognerà aspettare la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di bilancio, che dovrà confermare le risorse per azzerare gli oneri di sistema. Dopo, l’Arera renderà nota la variazione, attesa entro il 29 dicembre. Quanto al gas, le nuove tariffe del mercato tutelato sono attese il 3 gennaio 2023.

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