In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀBambiniGenovaInchiesteLiguriaVentimiglia

Ventimiglia, parla il padre del bimbo picchiato dal compagno della nonna: «Provo schifo. Chiuso ogni rapporto con mia madre»

31 Dicembre 2022 - 16:26 Redazione
L'intervista del genitore ai microfoni di Primocanale: «Nessun bambino al mondo dovrebbe attraversare quest'inferno»

«Schifo, provo schifo a pensare a queste persone e a quello che hanno fatto al mio bambino. Nessun bambino, per nessun motivo al mondo, deve attraversare l’inferno. Ho schifo». Sono le parole di Simone, il padre del bambino di sei anni ricoverato dal 19 dicembre scorso in prognosi riservata all’ospedale Gaslini di Genova dopo essere stato massacrato di botte dal compagno della nonna paterna per aver disobbedito a un suo ordine. Il genitore ai microfoni di Primocanale ha ribadito di aver chiuso i rapporti con la nonna del piccolo, accusata anch’ella di concorso perché avrebbe caricato il bambino in auto per portarlo al papà. «Non sento mia madre da poco dopo la “farsa dell’incidente“», ha detto il padre al sito di informazione ligure, riferendosi alla prima dichiarazione fornita agli inquirenti dal 75enne, accusato di aver picchiato a sangue il nipote acquisito. L’uomo, infatti, subito dopo i fatti avvenuti nell’appartamento della nonna del piccolo, aveva parlato di un investimento da parte di un’auto pirata. Ma nell’orario indicato le telecamere della zona non avevano registrato alcun transito di autovetture. «Qualcosa non mi tornava – continua il padre di Ryan -. L’ultima volta che l’ho vista è stata qui al Gaslini quando è venuta a trovare il mio bimbo. Qualche giorno dopo, il suo compagno ha confessato ma, ripeto, ho chiuso completamente i rapporti quel giorno in ospedale. Provo schifo».

La ricostruzione e la svolta

La storia comincia il 19 dicembre scorso. Ryan viene affidato alla custodia della nonna e del compagno. I due raccontano di averlo perso di vista per una distrazione e di averlo ritrovato a terra in strada, in via Gallardi, a pochi metri dalla casa della nonna. Le indagini sull’accaduto hanno subito fatto emergere dubbi sul fatto che il piccolo fosse stato investito come raccontato dalla nonna e dal suo compagno in un primo momento. La svolta della vicenda arriva il 28 dicembre, quando Luigi C. confessa di aver perso la testa dopo aver visto il bambino entrare nella stanza dove l’uomo stava sistemando dei mobili. «Spostavo dei mobili, non mi lasciava lavorare», avrebbe detto il 75enne agli inquirenti. Ora entrambi – nonna e compagno – sono indagati per le gravissime lesioni causate al bimbo che resta ancora in pericolo di vita, anche se le sue condizioni – ha riferito l’avvocata dei genitori del piccolo – «stanno migliorando».

Foto di copertina: Primo Canale

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ESTERIAeroportiCrimeaEsplosioniKievRussiaUcraina

Crimea, esplosioni all’aeroporto militare russo. Kiev conferma ma non commenta

31 Dicembre 2022 - 16:12 Redazione
La segnalazione di alcuni canali Telegram confermata dalle forze armate ucraine. Ieri esplosioni udite a Sebastopoli

Alcune esplosioni si sarebbe verificate nella zona dell’aeroporto di Dzhankoi, nel nord della Crimea, la penisola annessa unilateralmente dalla Russia nel 2014 e che l’Ucraina reclama. Lo riportano alcuni canali Telegram locali e, secondo quanto scrive The Kyiv Independent, lo confermano le stesse forze armate ucraine. L’aeroporto di Dzhankoi è una base militare delle forze russe. Secondo alcuni canali Telegram sarebbe stato colpito da un missile ad alta precisione. Né le autorità russe né quelle ucraine hanno al momento commentato l’accaduto. Ieri espolosioni erano state segnalate a Sebastopoli.

In copertina: Foto d’archivio dell’aereo da trasporto militare russo Ilyushin Il-112 – EPA/ILYUSHIN PRESS CENTER

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti
ESTERICapodannoNegoziati di paceOccidenteRussiaUcrainaVladimir Putin

Il 2022 al contrario di Vladimir Putin: «L’Occidente mentiva sulla pace mentre si preparava ad aggredirci»

31 Dicembre 2022 - 15:52 Redazione
Il discorso di Capodanno del leader russo: «Hanno usato l'Ucraina per provare a dividerci, ma non ci riusciranno mai»

L’anno più duro per l’Europa, e per la Russia stessa, dalla fine della seconda guerra mondiale visto da colui che ha sferrato l’invasione dell’Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha tirato le somme oggi del 2022 che si appresta a chiudersi, tornando ad attaccare duramente l’Occidente. Lo ha fatto nel suo discorso di Capodanno, indirizzato ai cittadini della Federazione e tenuto nel quartier generale del distretto militare della Kamchatka, dove Putin ha incontrato il personale impegnato nella cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina. Nel suo messaggio di 9 minuti, il più lungo discorso di Capodanno dei suoi due decenni di governo, lo zar russo – come riporta l’agenzia di stampa di Mosca Tass – ha ancora una volta attaccato l’Occidente accusandolo di «utilizzare cinicamente l’Ucraina e il suo popolo per indebolire e dividere la Russia» e di «aver mentito sulla pace mentre si preparava all’aggressione e ora lo sta ammettendo apertamente, senza esitazione». «Quest’anno l’Occidente – continua lo zar – ha dichiarato una vera guerra di sanzioni alla Russia: chi l’ha iniziata si aspettava la completa distruzione della nostra industria, delle finanze e dei trasporti. Ciò non è accaduto, perché insieme abbiamo creato un affidabile margine di sicurezza». Il leader del Cremlino ha poi sottolineato di non «aver permesso a nessuno» di dividere la Federazione e «mai – continua – lo faremo». Secondo Putin, la Russia sta combattendo in Ucraina per proteggere la sua «patria» e per garantire «la vera indipendenza» al suo popolo. Mosca, infatti, – continua lo zar – è sul fronte per «proteggere il suo popolo nei nostri territori storici e nelle nuove entità costitutive della Russia», ha sottolineato riferendosi agli Oblast che la Russia sostiene di aver annesso con i referendum di fine settembre. E infine: «Ora la cosa più importante è il destino della Russia, la sua difesa è un sacro dovere verso antenati e discendenti. Lo abbiamo sempre saputo, e oggi siamo di nuovo convinti che il futuro sovrano, indipendente, sicuro della Russia dipende solo da noi, dalla nostra forza e volontà!», ha concluso.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti
ATTUALITÀPapa Benedetto XVIVaticano

«Non lasciatevi confondere: rimanete saldi nella fede». Il testamento spirituale di Papa emerito Benedetto XVI

31 Dicembre 2022 - 15:17 Redazione
Il lascito scritto di Ratzinger in due testi: uno morale e uno materiale. La versione completa del primo sarà pubblicata in un libro in uscita a gennaio

«Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!… Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo». Sono queste alcune delle parole che si leggono nel testamento lasciato dal Papa emerito Benedetto XVI, morto oggi, 31 dicembre 2022, all’età di 95 anni. Ratzinger ha scelto di dividere le sue volontà in due testi. Uno spirituale e uno materiale. Il primo è un testo snello – circa 4 mila caratteri – scritto in tedesco, che il pontefice più longevo di sempre ha deciso di lasciare ai fedeli della Chiesa. Benedetto lo ha scritto nel 2006 e da allora non è mai cambiato. Il documento completo verrà pubblicato nel libro scritto dal suo segretario particolare, l’arcivescovo Georg Gänswein – che custodisce anche il testamento materiale – assieme a Saverio Gaeta. Si intitola Nient’altro che la verità ed uscirà a inizio gennaio, edito da Piemme.

La lettera prima della morte

Lo scorso 6 febbraio, il Papa emerito aveva pubblicato una lettera circa il rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, della quale fa parte un passaggio che secondo Avvenire, costituisce un’integrazione al testamento spirituale. Nel testo, Benedetto XVI contempla la prospettiva della morte in maniera serena. «Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita – si legge nella lettera – Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato». Inoltre, Ratzinger aggiunge: «In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ECONOMIA & LAVOROElon MuskLavoro e impresaSocial mediaTassi di interesseTeslaUSAX (Twitter)

Il crollo di Tesla, l’acquisto di Twitter, gli interessi da ripagare. Così Elon Musk ha perso 200 miliardi in un anno

31 Dicembre 2022 - 14:53 Antonio Di Noto
A novembre 2021 il suo patrimonio era di 340 miliardi. Oggi, secondo Bloomberg, di "solo" 137. Ecco com'è stato possibile

L’imprenditore Elon Musk è diventato la prima persona al mondo a perdere 200 miliardi di dollari dal proprio patrimonio. Il neo patron di Twitter è in perdita da mesi, tanto che solo poche settimane fa la classifica in tempo reale di Forbes aveva certificato come il miliardario non fosse più l’uomo più ricco del mondo, superato dall’imprenditore Bernard Arnault, amministratore delegato del gruppo del lusso LVMH. Ironicamente, proprio il patron di Tesla era stata la seconda persona al mondo ad accumulare un patrimonio di oltre 200 miliardi di dollari nel gennaio del 2021, dopo il rivale Jeff Bezos. Nel novembre dello stesso anno, la sua fortuna raggiungeva il picco più alto, toccando i 340 miliardi di dollari. Ora, secondo la classifica di Bloomberg, il patrimonio di Musk è sceso significativamente, raggiungendo la cifra di 137 miliardi di dollari. Ma come ha fatto il miliardario a passare dall’essere l’uomo più ricco del pianeta a perdere oltre la metà del suo patrimonio in un solo anno? C’entrano il crollo di Tesla, l’acquisto di Twitter e l’aumento dei tassi di interesse.

I «soldi facili» durante la pandemia

Il crollo degli ultimi mesi è solo l’altra faccia della medaglia della crescita esponenziale del capitale di Musk nel corso di quella che Bloomberg definisce «l’era dei soldi facili» durante la pandemia. Nei mesi più duri del lockdown, le compagnie tecnologiche come Tesla, ma anche Google, Amazon, Apple e Microsoft, hanno visto i loro guadagni schizzare alle stelle. Nello specifico, il brand di auto elettriche ha toccato i mille miliardi di capitalizzazione a ottobre 2021. La crescita è stata guidata dai minori costi che molte compagnie tech hanno dovuto sostenere nel corso della pandemia, dal marketing ai negozi fisici. Nel caso dei negozi online, e degli store virtuali, il volume d’affari è cresciuto moltissimo, consentendo alle aziende di reinvestire e aumentare la propria quotazione in borsa. Gli investitori si sono trovati quindi con molto più denaro a disposizione, che hanno a loro volta usato per puntare su compagnie promettenti, tra cui, appunto, Tesla. Si era instaurato così un circolo virtuoso.

La fine del sogno e l’acquisto di Twitter

Ora che l’inerzia di questo fenomeno è finita, le compagnie si trovano a sostenere nuovamente i costi legati al mondo post-pandemia. Nel caso di Tesla, a tutto ciò si aggiunge l’acquisto a fine ottobre, da parte di Elon Musk, di Twitter. L’imprenditore ha venduto miliardi in azioni del suo brand di veicoli elettrici per comprare il social network, che Tesla non rappresenta più il suo asset principale. La compagnia ha perso il 65% del suo valore nel 2022, e i mercati sono stati destabilizzati dal continuo tira e molla con la precedente amministrazione di Twitter, che ha ridotto il valore anche della piattaforma di microblogging. In sostanza, la mossa di Musk è riuscita, ma ha venduto moltissimo per acquistare Twitter a un prezzo maggiore del suo vero valore.

L’aumento dei tassi di interesse

A ciò si aggiungono gli ingenti prestiti a cui Musk è ricorso per completare le sue grandi operazioni finanziare del 2022. Con l‘aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve mirati a contenere l’inflazione, ripagarli è diventato più difficile, e, soprattutto, più costoso, riducendo ancor di più il patrimonio del miliardario. «Tesla non è mai andata così bene, aveva twittato rassicurante Musk lo scorso 16 dicembre, aggiungendo: Non possiamo controllare la Federal Reserve. Che è il vero problema qui».

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti
FACT-CHECKINGFake newsNazismoPapa Benedetto XVIVaticano

No! Questa foto non mostra un giovane Ratzinger mentre fa il saluto nazista

31 Dicembre 2022 - 14:12 David Puente
L'immagine originale e completa risale al 1951 durante la celebrazione di una messa dove Ratzinger teneva entrambe le mani verso l'alto

La morte del Papa Emerito Benedetto XVI, Joseph Aloisius Ratzinger, ha dato il via alla diffusione di bufale nei suoi confronti. False notizie datate, già smentite in varie occasioni in passato, ma come sappiamo le smentite non ottengono sempre la stessa viralità. In quanto tedesco, il riferimento al nazismo è immediato attraverso una foto che però risulta tagliata, figurandolo mentre compie un saluto nazista.

Per chi ha fretta

  • Circola una foto dove si osserva un giovane Ratzinger in tenuta ecclesiastica mentre compierebbe il saluto nazista.
  • La foto risulta tagliata in maniera tale da far credere che stesse compiendo tale gesto.
  • La foto originale risale al 1951 e mostra Ratzinger e suo fratello durante la loro prima messa, dove tutti e due tenevano entrambe le mani verso l’alto.

Analisi

Ecco uno dei post pubblicati il 31 dicembre 2022 a poca distanza dall’annuncio del decesso del Papa Emerito Benedetto XVI:

CIAO PASTORE TEDESCO

E’ morto stamane il crociato Joseph Ratzinger, ex Papa.

Joseph Ratzinger da giovane aveva aderito alla Hitler Jugend, l’organizzazione giovanile organica al partito nazista tedesco.

Reazionario e oscurantista, impegnato a proteggere la Chiesa dagli innumerevoli scandali, soprattutto in materia di pederastia.

Un nemico dell’umanità e la sua emancipazione in meno.

L’immagine circola insieme ad altre, come possiamo notare in questo post del 30 dicembre 2022, la sera prima della morte del Papa Emerito:

Hanno detto che #Ratzinger sta per morire. È stato detto anche che è stato un uomo che ha seminato odio, insabbiato scandali sessuali e che ha fatto finta di non vedere pedofili in casa sua. È stato detto anche che era #nazista. Voi che dite?

Immagini che, in realtà, circolano da parecchio come dimostrato da questo post del 2013:

L’obbligo durante il periodo nazista

Durante il periodo nazista, in Germania l’arruolamento nella Hitlerjugend (la “Gioventù hitleriana”) era obbligatorio per legge (la “Gesetz über die Hitlerjugend” del 1936). Secondo quanto dichiarato nel 2009 dal portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, Joseph Ratzinger «non è mai stato nella Hitler-Jugend» in quanto «all’epoca studiava in seminario, e a 16 anni è stato arruolato di forza nel corpo ausiliario per la difesa delle città dai bombardamenti, come tutti i ragazzi della sua età». Come specifica sempre Lombardi, «si trattava di una forza ausiliaria dell’esercito, non aveva niente a che fare con i nazisti e l’ideologia nazista».

La foto originale del fantomatico saluto nazista

La foto originale e completa la troviamo in un articolo di Vanity Fair del 2017, la quale riprende la prima Messa dei fratelli Georg e Joseph Ratzinger nel 1951, anni dopo la caduta del regime nazista in Germania.

Conclusioni

La foto diffusa per sostenere che il Papa Emerito Benedetto XVI posava con il saluto nazista in tenuta ecclesiastica è un falso, in quanto risulta uno scatto ritagliato ad arte. In realtà, il giovane Ratzinger teneva entrambe le mani in alto insieme al fratello Georg durante la loro prima messa del 1951.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti
ESTERIFuneraliPapa Benedetto XVIPapa FrancescoVaticano

Ratzinger, funerali il 5 gennaio celebrati da papa Francesco: cosa prevede il protocollo

31 Dicembre 2022 - 13:15 Redazione
Il corpo del Papa emerito sarà sepolto giovedì prossimo nella tomba nelle grotte vaticane in passato occupata dalle spoglie di Giovanni Paolo II

Dopo la morte di Joseph Ratzinger, si guarda alle procedure formali previste dal Vaticano per i funerali del Pontefice emerito. Il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, assicura che la cerimonia sarà «solenne ma sobria», assecondando «il desiderio del Papa emerito» che aveva esplicitamente richiesto che «tutto fosse all’insegna della semplicità, per quanto riguarda i funerali, i riti, i gesti di questo tempo di dolore». I funerali si svolgeranno giovedì 5 gennaio, alle 9.30, in piazza San Pietro. A presiederli sarà papa Francesco e non, come da prassi, il decano dei cardinali.

L’iter previsto

Per quanto riguarda la sepoltura di un Papa emerito, ricostruisce Fanpage, non esiste un iter regolamentato specifico: l’ultimo caso di «rinuncia al munus petrino», prima di Ratzinger, risale oltre sei secoli fa, quando a rinunciare al pontificato fu Gregorio XII. Pertanto la sepoltura di Benedetto XVI seguirà in linea di massima la procedura applicata ai suoi predecessori, con una differenza sostanziale: non seguirà un Conclave per l’elezione di un nuovo Papa, dal momento che Francesco è già in attività da nove anni. Negli scorsi giorni si sono tenuti, presso il Vaticano, incontri di cardinali e riunioni dell’ufficio delle celebrazioni liturgiche per mettere a punto ulteriori dettagli. La soluzione individuata, ricostruisce Repubblica, prevede celebrazioni meno solenni di quelle utilizzate per un Papa regnante, e definite nella costituzione apostolica «Universi Dominici Gregis». Se infatti la salma di un Pontefice viene esposta per nove giorni consecutivi alla devozione dei fedeli – i cosiddetti novendiali -, nel caso di Benedetto XVI l’esposizione per l’ultimo saluto nella Basilica di San Pietrà durerà solo quattro giorni, dal lunedì 2 gennaio al 5 gennaio 2023.

Dove sarà sepolto

Gli altri dettagli dovrebbero corrispondere al protocollo usuale. Le regole in vigore per la morte di un Papa prevedono che conclusa la ricognizione della salma avvenga la vestizione con i paramenti pontifici. Le spoglie mortali vengono poi chiuse in una triplice cassa (una di cipresso, una di piombo e una di noce), e tumulate nelle grotte vaticane. Il luogo della sepoltura è stato stabilito dal Papa emerito, secondo quanto riferito già negli anni scorsi da Peter Seewald, giornalista tedesco e biografo ufficiale di Ratzinger. Si tratta della tomba nelle grotte vaticane appartenuta a Giovanni Paolo II, prima che i resti del Pontefice polacco venissero traslati in una cappella laterale di San Pietro, accanto alla Pietà di Michelangelo, in seguito alla sua canonizzazione. 

L’annuncio del decesso

Ad annunciare la morte di Joseph Ratzinger è stato il portavoce della Santa Sede, dopo giorni di apprensione per le condizioni di salute di Benedetto XVI, con un primo stringato messaggio: «Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9.34, nel Monastero Mater Ecclesiase in Vaticano». Matteo Bruni ha inoltre riferito ai giornalisti che il Pontefice emerito aveva ricevuto l’unzione degli infermi mercoledì scorso, al termine della messa nel pomeriggio, sempre nel Monastero Mater Ecclesiae e alla presenza delle ‘memores’.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti
ESTERIEmmanuel MacronFdIFranciaGermaniaGiorgia MeloniGoverno MeloniOlaf ScholzPapa Benedetto XVIVaticano

«Un gigante della fede e della ragione», da Meloni a Macron e Scholz: il ricordo dei leader mondiali di Ratzinger

31 Dicembre 2022 - 13:03 Redazione
Al cordoglio dal Quirinale di Sergio Mattarella si è aggiunto anche quello del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ricorda il legame con Ratzinger di «memorie e vincoli di stima e di rispettosa amicizia»

«Una gigante della fede e della ragione». Così la premier Giorgia Meloni ha definito Papa Emerito Benedetto XVI, che oggi, 31 dicembre 2022, è morto all’età di 95 anni. «Ha messo la sua vita al servizio della Chiesa universale e ha parlato, e continuerà a parlare, al cuore e alla mente degli uomini con la profondità spirituale, culturale e intellettuale del suo Magistero», continua il saluto della presidente del Consiglio su Twitter. Papa Ratzinger venne eletto a pontefice nel 2005 e mantenne il papato fino al febbraio del 2013, quando si dimise lasciando il posto a Papa Francesco. A 95 anni è stato il papa più longevo della storia, e viene ricordato anche per la sua battaglia contro gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica e il suo grande intelletto. Proprio come un «intelligente teologo» lo ricorda il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che scrive ha dichiarato: «Come Papa “tedesco”, Benedetto XVI è stato un leader ecclesiastico speciale per molti, non solo in questo Paese. Il mondo perde una figura formativa della Chiesa cattolica». Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha voluto salutare Benedetto: «I miei pensieri vanno a tutti i cattolici in Francia e nel mondo» – ha scritto – «addolorati dalla scomparsa di Sua Santità Benedetto XVI, che ha lavorato con la sua anima e la sua intelligenza per un mondo più fraterno».

Il ricordo del Quirinale

Al coro di cordoglio si è aggiunto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale», ha dichiarato. «Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità. La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio», si legge nel suo messaggio.

ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI | Vaticano, 27 aprile 2014: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontra papa Benedetto XVI

Ha scelto di mandare una lettera a Papa Francesco il predecessore di Mattarella, Giorgio Napolitano. «Desidero farle pervenire le più sentite espressioni del mio profondo cordoglio e della mia partecipazione al dolore Suo e della Chiesa», scrive l’ex presidente della Repubblica a Bergoglio. «Memorie e vincoli di stima e di rispettosa amicizia mi legavano a Sua Santità Benedetto XVI, sviluppatisi in particolare negli anni trascorsi come Presidente della Repubblica Italiana», continua il messaggio di Napolitano al pontefice. «Pur provenendo da esperienze intellettuali e umane lontane e differenti» – scrive il presidente emerito – «con il Pontefice allora potei sviluppare una condivisione di ansie e intenti e una consuetudine di riflessione sul futuro dell’Italia e dell’Europa. Fu per me un’esperienza di rilevante intensità spirituale, culturale e umana, segnata dall’interazione positiva di mondi diversi e aiutata anche dal comune amore per la musica».

«Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né delle vostre debolezze»

Parole d’addio sono arrivate anche dal premier britannico Rishi Sunak, che ha menzionato la visita di Benedetto XVI nel Regno Unito del 2010, ricordandola come «un momento storico per i cattolici e i non cattolici nel nostro Paese». Sunak si è detto addolorato dalla scomparsa di Ratzinger e ha diretto «i suoi pensieri ai cattolici del Regno Unito e del mondo». Ha voluto esprimere il suo dolore anche la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, che su Twitter ha citato una delle frasi più iconiche del Papa Emerito. «Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né delle vostre debolezze», ha scritto pubblicando una sua foto.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti
ATTUALITÀBambiniGermaniaInchiestePapa Benedetto XVIPedofiliaVaticanoViolenza sessuale

La battaglia di Ratzinger contro gli abusi nella Chiesa, la «tolleranza zero» anti pedofili e le ombre dalla Germania

31 Dicembre 2022 - 12:25 Redazione
Già da cardinale Ratzinger aveva invocato massima trasparenza sui casi di abusi avvenuti all'interno della Chiesa. Un fenomeno che non lo aveva risparmiato, dopo le denunce che lo hanno coinvolto dalla Baviera

Tra le missioni che hanno caratterizzato l’opera di Joseph Ratzinger, un ruolo primario lo ha giocato senza dubbio la lotta alla pedofilia nel clero e la punizione dei colpevoli, attraverso una una campagna di «tolleranza zero» rivolta anche ai vescovi «omertosi». Da cardinale, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l’organo vaticano che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica, fece scalpore la sua denuncia a proposito «sporcizia nella Chiesa» durante Via Crucis del 2005. Fu sempre lui a portare a sentenza l’annoso processo sul “caso Maciel”, il fondatore dei Legionari di Cristo.

Un’arma a doppio taglio

Massima trasparenza: questo il principio invocato dal Papa emerito morto oggi, 31 dicembre. Una direzione opposta alla prassi degli insabbiamenti delle denunce di abusi e dei semplici spostamenti dei pedofili da una diocesi all’altra. Ma il cambio di rotta si rivelò un’arma a doppio taglio. L’emergere di sempre nuove vicende risalenti ai decenni passati fece infatti divampare ancora di più lo scandalo a livello globale. Non mancarono, per esempio, i conflitti diplomatici: come nell’estate del 2011, quando l’uscita delle relazioni governative sugli abusi nelle diocesi d’Irlanda innescò una crisi con Dublino. E una vicenda, relativa al cambio d’incarico di un prete, finì per investire la stessa figura del Pontefice, quando era arcivescovo a Monaco di Baviera. In quel ruolo, infatti, accettò nel 1980 di accogliere nella sua diocesi, da quella di Essen, un sacerdote sospettato di molestie sessuali su minori, al solo scopo di farlo curare. Ma, secondo quanto ricostruito dalla diocesi di Monaco, l’allora vicario generale della capitale bavarese, mons. Gerhard Gruber, decise di affidare al religioso, definito retrospettivamente come “padre H.“, un ruolo pastorale in una parrocchia. Il tutto all’insaputa del suo superiore, ovvero lo stesso Ratzinger. Il sacerdote in questione si rese poi responsabile di nuovi crimini di pedofilia: nel 1986 il tribunale dell’Alta Baviera lo condannò a 18 mesi di carcere e a una multa di 4mila marchi tedeschi.

La polemica a distanza di anni

Il caso tornò a galla nel gennaio 2022, a distanza di quasi nove anni dalle dimissioni di Benedetto XVI, con l’uscita del rapporto indipendente sugli abusi sessuali nell’arcidiocesi bavarese. In quel frangente Ratzinger venne accusato di «comportamenti erronei» nella gestione di singoli casi. L’autodifesa del Papa emerito, in quei giorni, fece un ulteriore errore, che costrinse a rettificare la dichiarazione essenziale rilasciata in relazione al dossier. Contrariamente al suo precedente resoconto, infatti, risultò che Ratzinger aveva preso parte alla riunione dell’Ordinariato il 15 gennaio 1980: l’incontro in cui venne affrontata la questione del prete giunto da Essen. Dunque Benedetto XVI era al corrente delle accuse, prima che al sacerdote venisse affidata la cura delle anime, dandogli modo di perseverare nei suoi comportamenti.

L’accusa

Nonostante, precisò il segretario particolare mons. Georg Gaenswein, nell’incontro in questione «non fu presa alcuna decisione circa un incarico pastorale del sacerdote interessato», e la richiesta fu approvata solo per «consentire una sistemazione per l’uomo durante il trattamento terapeutico a Monaco di Baviera», a Ratzinger venne contestato di non aver preso adeguati provvedimenti per evitare che le condotte del prete si ripetessero. Un’accusa che è costata all’ormai 95enne anche una denuncia sporta in sede civile al Tribunale provinciale di Traunstein, nella Baviera tedesca, da un uomo che ha riferito di aver subito gli abusi proprio dal recidivo H. nella località di Garching an der Alz. Il Papa emerito, agli inizi di novembre 2022, ha accettato di difendersi nella causa, insieme agli altri tre denunciati. Ovvero il prete già condannato penalmente, il cardinale Friedrich Wetter – successore di Ratzinger sulla cattedra di Monaco – e l’arcidiocesi stessa. Sottrarsi alla difesa sarebbe costato al Pontefice emerito il rischio di una condanna in contumacia.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ATTUALITÀCapodannoMusica

Capodanno 2023 nelle piazze italiane. Ecco tutti i concerti gratis nelle principali città

31 Dicembre 2022 - 12:05 Redazione
Dopo le restrizioni della pandemia, nelle principali piazze del Paese tornano feste e concerti gratuiti per celebrare l'inizio dell'anno nuovo

Capodanno si avvicina e con l’attesa per il 2023 anche la voglia di festeggiare. Tra chi parte per mete calde e chi per la montagna, c’è un terzo gruppo che preferisce attendere la fine del 2022 in città, sia quella d’origine o una che si è scelto di visitare per l’occasione. Nei maggiori comuni italiani, infatti, non mancano concerti, feste e spettacoli di fuochi d’artificio per chi vuole celebrare in piazza. Chi ancora non ha programmato nulla, quindi, non ha niente da temere: che si trovi a Roma, Palermo, Napoli o Firenze, troverà sicuramente qualcosa da fare nelle principali piazze italiane.

Roma, in piazza del Popolo grande festa per il nuovo anno

Come ogni anno, piazza del Popolo a Roma è pronta a scaldarsi con il classico concertone completamente gratuito per dare il benvenuto al 2023 con un bel po’ di musica. Ma quali sono gli ospiti che si esibiranno sul palco del concerto di Roma? A scaldare la capitale saranno Elodie, Franco 126, Madame, e Sangiovanni. A condurre la serata, dalle 21.30, saranno invece Francesca Romana D’Andrea e Filippo Ferraro, le voci che ogni giorno accompagnano gli ascoltatori di Rds. Passata la mezzanotte, poi, la serata cambierà tono grazie al dj-set di Dimensione Suono Roma. Si tratta di un evento per il quale c’è tanta attesa dato che ritorna a far ballare i romani e i visitatori dopo due anni di fermo a causa della pandemia. A riguardo, Alessandro Onorato, l’assessore capitolino ai grandi eventi, ha dichiarato: «Abbiamo fortemente voluto questa iniziativa anche se molte altre città hanno rinunciato perché Roma è tornata a essere la capitale dei grandi concerti, ma con il sindaco abbiamo voluto tenere conto del fatto che molti giovani non possono permettersi biglietti molto costosi».

Milano, nessun evento in piazza Duomo

A Milano «non prevediamo un evento di Capodanno». È stato chiaro il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha aggiunto: «I pochi fondi che avevamo li abbiamo messi in alberi e luminarie». Ciò non vuol dire, però, che nei locali della città non siano stati organizzati eventi di ogni tipo. Chi le cerca, a Milano potrà trovare feste in discoteca e cene in ristoranti per tutte le tasche, negli hotel, nelle ville storiche, e non solo. Forse tra i più suggestivi, sono gli eventi di Capodanno sulle varie terrazze con vista Duomo che circondano la piazza principale del capoluogo meneghino. Scegliendo di aspettare il 2023 in queste location esclusive, si potrà godere di tanta buona musica e drink.

Brescia, serata in piazza con Paolo Belli e The Big Band

Se l’amministrazione del capoluogo della Lombardia non ha previsto nessun evento in piazza per la fine del 2022 e l’inizio del 2023, lo stesso non si può dire della vicina Brescia. Dalle 21.30 in piazza Loggia a calcare il Palco sarà il cantautore Paolo Belli con la sua Big Band per portare ottima musica e tante risate a tutto il pubblico e a chi seguirà la serata su Radio Bresciasette.

Mantova, in piazza Sordello con Mannarino

Serata di grande musica anche a Mantova, dove a esibirsi sul palco di piazza Sordello sarà il cantautore Mannarino, dalle 22. Scoccata la mezzanotte, dalle 00.30 a far ballare i mantovani saranno i dj di Radio Bruno, che terranno compagnia al pubblico fino alle 2.

Napoli, in piazza del Plebiscito con Belen Rodriguez e Stefano De Martino

Grande ritorno per il concerto in piazza del Plebiscito a Napoli. A condurre la serata del 31 dicembre ci sarà una coppia d’eccezione: quella formata da Belen Rodriguez e Stefano De Martino. Tra gli ospiti che si avvicenderanno sul palco anche Peppe Iodice, Lina Sastri, Francesco Paoloantoni, Peppino di Capri, Franco Ricciardi e Andrea Sannino. Con tanta musica si arriverà fino a mezzanotte, quando per dare il benvenuto al 2023 avrà il via lo spettacolo pirotecnico della città. Grandi ospiti anche per altre maggiori città campane. Per salutare il nuovo anno, a Pozzuoli si esibirà Clementino. Il palco di Salerno sarà calcato dai Negramaro, mentre ad animare Amalfi saranno i dj di radio Kiss Kiss Marco e Flavio.

Torino, in piazza con Willie Peyote e Tolovesyou

Musica e concerti anche in Piazza Castello a Torino, dove chi sceglierà la location per attendere Capodanno 2023 lo potrà fare accompagnato dalle barre di Willie Peyote e i giochi di parole degli Eugenio in Via di Gioia. A calcare il palco di uno degli eventi di Capodanno più grandi d’Italia, il Tolovesyou, saranno anche i Subsonica, le giovanissime Beba e Ginevra e i Cantafinoadieci.

Verona, in piazza Bra con Radio 102.5

Ai piedi dell’Arena di Verona, proprio sotto la stella di Natale di Piazza Bra è in programma il tradizionale concerto di capodanno della città scaligera. L’ospite più atteso è Niveo, vincitore di Amici, che sarà accompagnato dai migliori dj di Radio 102.5 e Radio Zeta. Scoccata la mezzanotte, sarà arrivata l’ora anche del tradizionale spettacolo pirotecnico della città.

A Bologna con il rogo del Vecchione in piazza Maggiore

Tutto pronto anche a Bologna, dove si festeggerà il capodanno con il tradizionale rogo del Vecchione preparato dal collettivo Parasite 2.0. In piazza Maggiore sono attese circa 10 mila persone che guarderanno bruciare il fantoccio che durante l’ultima edizione vinse il concorso. A precedere il rogo sarà Alessandro Bergonzoni con il suo Udendo.

A Bari con i Boomdabash in piazza della Libertà

Nella città pugliese il concerto di Capodanno sarà in piazza della Libertà. L’evento sarà condotto da Federica Panicucci e sul palco si avvicenderanno numerosi ospiti. Tra loro ci sarà Rkomi, ma anche i Boomdabash e La Rappresentante di Lista. La serata proseguirà poi con Dj Radio Norba e Radio 105.

A Palermo con Francesco Gabbani e gli Shakalab in piazza Castelnuovo

Anche a Palermo sarà possibile salutare il 2023 con una festa in piazza, tanta musica, e divertimento. A calcare il palco di piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama, sarà Francesco Gabbani. Con lui ci saranno anche gli Shakalab, e la Sicily Pop Orchestra. A condurre la serata, a partire dalle 20, sarà Sergio Friscia con Ylenia Totino. Menzione d’onore per un’altra città siciliana: Agrigento, che festeggerà l’arrivo dell’anno nuovo sulle note di Achille Lauro.

Ad Olbia con Emma Marrone e ad Alghero con Max Pezzali

Anche nelle piazze sarde sarà possibile festeggiare con musica dal vivo, balli e divertimento. A calcare il palco della piazza principale della città ci sarà Emma Marrone. Ad Alghero, invece, ad animare la serata è atteso Max Pezzali.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ATTUALITÀDimissioniPapa Benedetto XVIVaticanoVideo

Quando papa Benedetto XVI si dimise. L’addio di Ratzinger in latino che gelò il mondo – Il video

31 Dicembre 2022 - 11:44 Redazione
A cogliere la gravità di quel discorso del pontefice era stata la giornalista dell'Ansa Giovanna Chirri, che diffuse per prima la notizia dell'abdicazione

Oltre che per essere stato il papa più longevo della storia, Benedetto XVI, morto oggi, 31 dicembre 2022, rimarrà nella memoria collettiva per la sua decisione di abdicare dopo secoli che non avveniva nella Chiesa cattolica, dopo il caso di Gregorio XII nel 1415. Lo fece l’11 febbraio del 2013 parlando in un Concistoro di routine nel quale doveva essere fissata la data della proclamazione a santi dei martiri di Otranto. Nessuno dei giornalisti presenti sapeva che, quel giorno, la storia della chiesa sarebbe cambiata. Papa Ratzinger si rivolgeva ai cardinali in latino, quando a un certo punto rivelò loro che non erano stati convocati solo per delle canonizzazioni. «Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum», disse alla sala. Ovvero, in italiano: «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Furono proprio quelle due parole in latino – «ingravescente aetate» – che rimandavano al provvedimento di Paolo VI del 1970 che stabiliva un limite d’età per i vescovi, a destare l’attenzione di Giovanna Chirri. La giornalista dell’Ansa, dalla sua postazione nella sala stampa, lanciò la notizia alle 11.46: Il papa vuole abdicare. Il suo ultimo giorno da pontefice sarebbe stato il 28 febbraio 2013.

La reazione del mondo

Benedetto ci stava pensando da tempo, ma la notizia fu uno shock per il mondo intero. Durante l’annuncio aveva il volto stanco ma sereno, ed era consapevole che la sua era «una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa». Il primo a reagire fu il decano Angelo Sodano, presente al Concistoro, che definì l’annuncio «un fulmine a ciel sereno». Presto anche l’allora premier Mario Monti venne a sapere delle parole di Benedetto, e si disse «molto scosso da questa notizia inattesa» poco dopo le 12. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano elogiò la scelta del papa: «Un grande coraggio e da parte mia grandissimo rispetto». Negli stessi minuti, Piazza San Pietro iniziava a riempirsi di fedeli increduli. Nessuno si aspettava una notizia simile, nemmeno il portavoce del pontefice, che disse: «Il Papa ci ha preso un po’ di sorpresa». In poco tempo la notizia rimbalzò su tutte le testate del mondo. Rai, Bbc, Al-Jazeera, e altre emittenti rivoluzionarono i loro palinsesti, per seguire in diretta gli sviluppi della vicenda. Nel frattempo, arrivavano i commenti dei leader politici, religiosi e della gente comune, consapevoli di essere di fronte a un evento che non si vedeva da centinaia di anni.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ATTUALITÀAbruzzoAnimaliInchiesteOrsi

«Sono stato aggredito da un orso…», ma l’ente del parco d’Abruzzo non gli crede: i dubbi sul racconto del 33enne che ora chiede i danni

31 Dicembre 2022 - 11:32 Redazione
Antonio Rabbia ha chiesto i danni all'Ente Parco «perché in zona non ci sono né cartelli, né divieti che impediscono l’accesso ai sentieri»

Sarebbe stato attaccato da un’orsa mentre passeggiava nel Parco d’Abruzzo, ma dopo diversi minuti di terrore il suo cane l’avrebbe salvato. Questa è la storia che ha raccontato Antonio Rabbia, ingegnere di 33 anni residente ad Ausonia, nel Frusinate. L’uomo ha raccontato di essere stato ferito alla pancia, la frattura di due costole e una distorsione alla caviglia, ed è stato medicato all’Ospedale di Cassino. Ma l’Ente parco, a cui l’uomo chiede un risarcimento per l’assenza di cartelli o divieti che impediscono l’accesso ai sentieri, esprime «perplessità» in merito allo «svolgimento dei fatti».

La ricostruzione

La vicenda, secondo Rabbia, sarebbe andata così: «Tutto ha avuto inizio il 21 dicembre poco dopo le 13 quando sono arrivato a San Donato Valcomino. A un certo punto ho visto il cane alzare la testa di scatto e nel girare lo sguardo ho notato due piccoli orsi vicino accanto ad un gruppo di pietre». Nel giro di un attimo, girandosi, il ragazzo avrebbe dunque trovato «un orso grande, immenso, con bocca spalancata che ha emesso un verso terribile: era a una distanza di circa 50 metri da me ma è riuscito ad arrivarmi addosso in pochi secondi». A scatenare la sua rabbia, probabilmente, è stata la volontà di proteggere i suoi cuccioli. A quel punto l’animale avrebbe sferrato una zampata alla gamba sinistra dell’uomo per poi azzannarlo all’addome mentre cercava di fuggire. «Insieme siamo rotolati a valle per una ventina di metri. Io sono stato bloccato da un albero al quale mi sono aggrappato mentre l’orso ha continuato a cadere verso il basso». A quel punto, l’intervento del cane: «è andato incontro all’orso e ringhiando ed abbaiando è riuscito a farlo retrocedere», ha raccontato ancora Rabbia, che sarebbe poi riuscito a raggiungere la macchina e a mettersi in salvo. Nel caos, aveva perso l’animale, ma dopo tre giorni di ricerche il cane è stato trovato da una volontaria ed è tornato a casa.

I dubbi

Una vicenda che, seppur raccontata con diversi dettagli, a detta della direzione del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise rimane «poco chiara». La prima notizia dei fatti, spiega l’Ente in una nota, sarebbe arrivata al Parco solo la mattina del 22 dicembre, quando l’uomo ha chiamato il Servizio di Sorveglianza per denunciare la scomparsa del proprio cane (ritrovato il 23 dicembre). Il primo racconto dell’accaduto sarebbe stato approssimativo, ma avrebbe fatto scattare l’allarme anche per il cane «che, stando alle indicazioni fornite poteva essere rimasto vittima egli stesso dell’aggressione da parte di un esemplare femmina, visto che era stato riferito che aveva il guinzaglio». «Nella fuga, avrebbe potuto restare incagliato nel bosco ed essere vittima di aggressione da parte di altri predatori», spiega la nota. Eppure, prosegue, quando il cane è stato ritrovato risultava «in buone condizioni di salute, senza traccia di guinzaglio».

Inoltre, si legge ancora nella nota, «nella zona del fatti è stata più volte avvistata, anche nei giorni successivi, una femmina di orsa con due cuccioli, senza che però abbia mai dato problemi». Si ritengono «sicuri» del fatto che «in Appennino non c’è mai stata registrata nessuna aggressione da orso ad una persona, e questo sarebbe in assoluto il primo caso». Ma, concludono, «il condizionale è assolutamente d’obbligo, proprio per le circostanze complessive relative a questa vicenda, alla dinamica raccontata ed ai molti lati oscuri che il racconto del giovane contiene». «Chiederemo i danni all’Ente Parco perché in zona non ci sono né cartelli, né divieti che impediscono l’accesso ai sentieri», ha spiegato l’avvocato Giuseppe Spaziani, a cui Antonio si è rivolto per avere giustizia. «Ora vogliamo sapere se i 60 orsi presenti nel Parco, tutti animali protetti, sono, o meno, muniti di microchip» conclude il legale.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti