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Ucraina, Zelensky: «Nove milioni di persone senza elettricità». Allerta per i raid russi a Capodanno

26 Dicembre 2022 - 22:08 Redazione
L'operatore della rete elettrica statale, Ukrenergo, ha annunciato blackout programmati d'emergenza in diverse regioni del Paese, compresa la capitale Kiev

L’Ucraina rischia di ripiombare di nuovo nel buio. Ai blackout programmati per reagire ai deficit delle reti elettriche, compromesse dagli attacchi russi, si aggiungeranno nuovi bombardamenti che interesseranno le infrastrutture energetiche del Paese. Quando? Durante le vacanze di Capodanno. Ad annunciarlo, ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko: «I russi non hanno rinunciato ad attaccare il sistema energetico. Stanno rispettando determinate date. E forse il nuovo anno è una di quelle date in cui cercheranno di danneggiare di più il nostro sistema».

I blackout programmati

L’operatore della rete elettrica statale, Ukrenergo, ha annunciato blackout programmati d’emergenza in diverse regioni del Paese, compresa la capitale Kiev. Tra i motivi l’eccesso di consumo di energia che al 26 dicembre registra «un deficit di capacità nel sistema elettrico che rimane significativo» e gli attacchi delle forze russe «che hanno provocato danni alle reti di collegamento». Nella nota riportata da Ukrinform si legge anche che l’operatore statale ha fissato limiti di consumo per tutte le regioni. E ancora: «Si noti che a causa del superamento dei massimali, sono stati introdotti arresti di emergenza nelle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Kharkiv, Leopoli e Kiev». Nel consueto discorso serale alla Nazione, Volodymyr Zelensky ha dichiarato che «i deficit e le interruzioni alla corrente elettrica persistono e a partire da questa sera – 26 dicembre – circa 9 milioni di persone sono private dell’elettricità in varie regioni dell’Ucraina. Ma il numero e la durata delle interruzioni stanno gradualmente diminuendo».

I bombardamenti a Cherson

Intanto la regione di Cherson continua a trascorrere un Natale sotto i bombardamenti russi. Poche ore fa le autorità hanno esortato i residenti a evacuare la zona a sud dell’Ucraina a causa dell’intensificarsi degli attacchi da parte delle forze russe. A dare la notizia è il ministero del Reintegro dei territori temporaneamente occupati citato da Ukrinform: «I continui bombardamenti nemici su Cherson liberata stanno diventando sempre più frequenti e su larga scala. La situazione della sicurezza è stata molto tesa negli ultimi giorni». Il ministero riporta anche che nelle ultime 24 ore le forze russe hanno colpito Cherson sette volte, prendendo di mira magazzini e abitazioni di civili. Durante la vigilia di Natale un attacco russo al centro della città ha ucciso 16 persone e ferito altre 64, e il 25 dicembre gli attacchi sono stati circa 40 su tutto il territorio ucraino con colpi di artiglieria mentre nel Paese risuonavano le sirene dell’allarme aereo. Agli inizi di dicembre era stato lo stesso presidente Vladimir Putin ad annunciare nuovi bombardamenti: «Continueremo a bombardare la rete elettrica ucraina, ma chi ha cominciato?», aveva detto minacciando il blackout totale in Ucraina. La promessa è stata rispettata: lo scoro 19 dicembre una raffica di missili russi ha fatto restare al buio e al gelo Kiev e altre 10 regioni, creando molti danni alla rete elettrica. Il 20 dicembre, l’annuncio di un un ulteriore «blackout di 3 giorni» per più dell‘80% della regione di Kiev a causa dei bombardamenti russi con droni iraniani, ha fatto sprofondare gli abitanti nella disperazione di un Natale al buio e al gelo.

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La legge di Bilancio arriva al Senato: il governo punta al via libera entro giovedì

26 Dicembre 2022 - 21:21 Felice Florio
Ecco le tappe che dovrebbero portare la prima Manovra dell'esecutivo Meloni alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

A Montecitorio, il travaglio che ha portato all’approvazione della legge di Bilancio è stato costellato di ritardi, emendamenti approvati per errore, decine di correzioni last minute richieste dalla Ragioneria dello Stato, comunicazioni ai gruppi parlamentari fatte via fax. Una bolgia. Nonostante tutto, alle prime luci della Vigilia di Natale, il testo ha ottenuto i voti sufficienti – 197 favorevoli e 129 contrari – per passare all’esame di Palazzo Madama. Da domani, dunque, toccherà ai senatori: convocati a Roma il 27 dicembre, dovranno aspettare di conoscere dalla conferenza dei capigruppo, fissata alle ore 13, l’ordine dei lavori. Quel che è certo è che alle 14 inizierà la seduta dell’Aula per le comunicazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Subito dopo, il disegno di legge di Bilancio sarà assegnato alla 5ª commissione permanente in sede referente e alle altre commissioni in sede consultiva. La presidente del Consiglio punta a chiudere la pratica entro giovedì mattina, 29 dicembre. È già stata prevista la convocazione per l’assemblea dei senatori alle 9.30 di mercoledì 28 e, se necessaria, il giovedì allo stesso orario. Dopodiché, Giorgia Meloni terrà la classica conferenza stampa di fine anno. Ma il primo appuntamento politico dopo la breve sosta dei giorni di Natale e Santo Stefano dovrebbe essere un rapido Consiglio dei ministri per deliberare i funerali di Stato di Franco Frattini, in programma a Roma domani, 27 dicembre, alle ore 11.30.

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Ondata di gelo negli Usa, l’allerta della governatrice di New York: «La tempesta del secolo non è finita» – I video

26 Dicembre 2022 - 20:13 Redazione
Le vittime del freddo record hanno superato la cifra di 50. Buffalo la città più colpita

La tempesta artica che sta sferzando gli Stati Uniti orientali continua a causare morti e feriti nella popolazione. Nel giorno di Santo Stefano, la stampa americana scrive di 25 persone decedute a Buffalo per l’ondata di gelo. In tutto lo Stato di New York le vittime sono 30, mentre il bollettino generale esteso a tutti gli Stati colpiti parla di un numero di decessi superiore a 50. In questo scenario, Kathy Hochul, governatrice dello Stato di New York, mette in guardia i cittadini: «La tempesta del secolo non è finita». La politica Democratica annuncia anche la proroga del divieto di circolazione nella contea di Erie, dove si trova Buffalo, per tutta la giornata di oggi, 26 dicembre. Circa 12 mila persone, al momento, non hanno l’impianto elettrico collegato alla rete. I soccorritori sono al lavoro per liberare diversi automobilisti rimasti bloccati nelle vetture, mentre alcuni cittadini barricati nei rifugi e nelle case lamentano che il cibo si sta esaurendo.

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Milano, minacciato con una bottiglia rotta e rapinato del cellulare il figlio di Salvini. Il ministro: «Purtroppo capita a tanti»

26 Dicembre 2022 - 19:50 Redazione
Il cellulare è stato poi riconsegnato grazie alla segnalazione di un commerciante egiziano

Minacciato con i cocci di vetro di una bottiglia rotta e derubato del cellulare da tre nordafricani. È questa la denuncia che Federico Salvini, figlio 19enne del ministro delle Infrastrutture e trasporti e vicepremier Matteo Salvini, ha fatto agli agenti di Polizia di Milano. Il ragazzo sarebbe stato avvicinato mercoledì 23 dicembre, intorno alle 21, in zona via Novara, nel quartiere ovest di Milano, da tre uomini. «Sembravano nordafricani – ha raccontato agli agenti – Mi hanno chiesto qualcosa, forse una sigaretta, non ho capito bene. Hanno tirato fuori un coccio di bottiglia e me lo hanno messo sotto al collo. Volevano il cellulare». Il 19enne si trovava da solo, e subito dopo l’incidente – in cui non ha riportato ferite – ha avvisato il padre, che attraverso gli uomini della scorta ha dato l’allarme alla questura. La polizia sta ora indagando sull’accaduto, dopo aver acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza di zona per individuare gli aggressori. «È capitato a lui come, purtroppo, capita a tanti a Milano», ha commentato Matteo Salvini secondo quanto riportato da fonti interne della Lega, «fortunatamente non si è fatto male nessuno». Il giorno dopo, la vigilia di Natale, un commerciante egiziano con il negozio in zona San Siro ha segnalato che un cliente gli ha portato il cellulare per venderglielo. Dopo le opportune verifiche, lo smartphone è stato riportato al legittimo proprietario.

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Fuga dal Beccaria, 3 giovani sono tornati in struttura. L’incendio, le impalcature, la fuga con il lenzuolo: la dinamica dell’evasione

26 Dicembre 2022 - 19:10 Redazione
Quattro dei sette detenuti scappati dal carcere minorile nel giorno di Natale non sono ancora stati rintracciati

I sette che, nel giorno di Natale, hanno trovato il modo di evadere dal carcere minorile Beccaria di Milano sono cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino, in carcere per furti e rapine. Tre di loro sono già tornati nella struttura. Secondo la prima ricostruzione della dinamica della fuga, i 7 detenuti avrebbero approfittato dei lavori – in corso nell’istituto da lungo tempo – per rompere una protezione in legno già cedevole. Sei di loro sono saliti sulle impalcature per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l’istituto, un altro avrebbe invece utilizzato un lenzuolo per scavalcare la recinzione e allontanarsi. Appresa la notizia, è scattata la protesta: alcuni dei detenuti hanno appiccato il fuoco ad alcuni materassi, rendendo necessario l’intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco. Nella concitazione, quattro agenti sono rimasti intossicati nell’incendio. Dei due evasi rientrati nella notte, entrambi maggiorenni, il primo è stato scovato grazie alla segnalazione della nonna, dal quale lui si era rifugiato, il secondo è stato convinto dalla sorella a presentarsi davanti al carcere. Il terzo, questa mattina, avrebbe invece ascoltato il consiglio dei genitori.

«Un’evasione annunciata»

In una nota diffusa in serata il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) ha definito quella di ieri “un’evasione annunciata”: «Adesso è prioritario catturare gli evasi – afferma Donato Capece, segretario generale del sindacato – ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del Beccaria. «Da troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile», denuncia Capece. «Beccaria, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola. Abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. È da sottolineare, infatti, che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione».

«Giornalisti di m…»

Nella notte pattuglie delle forze dell’ordine hanno continuato a presiedere l’area senza consentire l’accesso a nessuno. Alcuni agenti sono rimasti intossicati dal fumo dell’incendio. Un posto di blocco si trova tra via Giovanni Spagliardi e via Ferruccio Parri. Il fuoco appiccato in alcune celle è stato spento dai vigili del fuoco. Attimi di tensione di sono registrati quando i cronisti si sono avvicinati al perimetro dell’istituto penitenziario, e alcuni detenuti hanno gridato «giornalisti di m…» dalle finestre. La legge consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori. Rientrati in servizio tutti gli agenti reperibili. Domani sono in arrivo, mandati dal ministero di via Arenula, i vertici del Dipartimento della giustizia minorile, tra i quali il direttore generale Giuseppe Cacciapuoti. Il leader della Lega Matteo Salvini si è detto «sconcertato» per questa fuga. «Siamo vicini, speriamo di esserlo, alla cattura anche degli altri soggetti che sono fuggiti», ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, dopo una visita nell’istituto minorile Beccaria, «le indagini sono in corso. Contiamo presto di avere delle notizie positive».

Quanti sono i detenuti nelle carceri per minori italiani

L’agenzia di stampa Agi fa sapere che sono 400 attualmente i detenuti negli istituti penali per minorenni. Si tratta di 390 uomini e dieci donne. 27 hanno tra 14 e 15 anni, 179 tra 16 e 17 anni, 135 tra 18 e 20 anni e 59 tra 21 e 24 anni. 199 sono italiani e 201 stranieri. Il ministero della Giustizia conta anche i cosiddetti «giovani adulti» – ragazzi tra i 18 e i 24 anni compiuti – la cui presenza negli istituti per minori «ha assunto nel tempo un’importanza crescente». Il maggior numero di detenuti (50) si trova al Nisida; 45 sono sia a Bologna che a Roma, 42 a Milano, 37 ad Airola (Benevento), 35 a Torino e 29 a Catania. Gli ingressi sono stati 1.459 dal primo gennaio 2022, 381,6 le presenze medie giornaliere.

I reati

Su 2.121 reati contestati il 61,2% riguarda quelli contro il patrimonio, ovvero furti, rapine, estorsioni e ricettazioni. Poi ci sono i reati contro la persona: 18,9%, per lo più lesioni volontarie. E quelli contro l’incolumità pubblica (7,3%). Frequenti anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti. Sempre al 15 dicembre scorso, 21 minorenni erano presenti nelle comunità ministeriali e 908 in quelle private: complessivamente, risultano in carico agli uffici di servizio sociale per i minorenni (Issm) 14.221 ragazzi. Quattro poliziotti sono rimasti intossicati durante l’incendio. Gli agenti hanno 25, 26, 27 e 34 anni e sono tutti stati portati tutti all’ospedale San Carlo. Nessuno è in condizioni gravi. In tutta la zona sono ancora attivi posti di blocco nella convinzione che qualcuno possa non essere riuscito ad allontanarsi troppo da quando è scattato l’allarme. I controlli sono in corso in tutta la città e nelle zone in cui gli evasi vivevano.

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ESTERIAnnessioneKievONURussiaUcrainaVladimir Putin

Ucraina, Putin firma il decreto per i passaporti ai residenti delle regioni occupate. Kiev: «Russia fuori dall’Onu»

26 Dicembre 2022 - 19:08 Redazione
Gli abitanti delle regioni di Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia potranno fare domanda al Ministero degli affari interni di Mosca

Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla procedura per la richiesta di passaporto russo da parte dei residenti delle regioni di Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia annesse dalla Russia. «Decido di approvare la procedura allegata per la presentazione da parte di persone che hanno acquisito la cittadinanza della Federazione Russa, a seguito del riconoscimento come cittadini della Federazione Russa, di una domanda per il rilascio di un passaporto di cittadino della Federazione Russa», si legge nel documento riportato da Ria Novosti. Insieme alla domanda, i residenti dei nuovi territori dovranno fornire un documento di identità e documenti che confermino la registrazione nel luogo di residenza nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Cherson o Zaporizhzhia. Il termine per il rilascio del passaporto non dovrà inoltre superare i dieci giorni dalla data di accettazione della domanda, che sarà presentata al Ministero degli affari interni in russo. Il presidente ha anche approvato la procedura per il riconoscimento dei minori sotto i 14 anni d’età come cittadini russi.

Kiev: «Russia fuori dall’Onu»

Poche ore fa intanto il ministero degli Affari esteri dell’Ucraina ha chiesto l’esclusione della Russia dalle Nazioni Unite. «L’Ucraina invita gli Stati membri delle Nazioni Unite a rinnovare l’applicazione della Carta delle Nazioni Unite in materia di legittimità della permanenza della Federazione Russa nelle Nazioni Unite». E ancora: «A privare la Russia dello status di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ad espellere il paese dal Nazioni Unite nel loro insieme», si legge nella dichiarazione. I diplomatici ucraini hanno anche affermato che l’adesione all’ONU è concessa a «Stati amanti della pace» su raccomandazione del Consiglio di sicurezza e decisione dell’Assemblea generale e che per questo la Russia non rientrerebbe nei criteri richiesti. La partecipazione di Mosca al Consiglio di sicurezza come membro permanente è enunciata nell’articolo 23 della Carta dell’organizzazione. Per escludere la Russia dal Consiglio di sicurezza, sarebbe necessario un emendamento al documento fondamentale dell’Onu, la cui adozione richiede la firma di tutti i membri permanenti. Ma la stessa Federazione russa avrebbe il diritto in quel caso di porre il veto alla proposta.

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POLITICAGoverno MeloniNeofascismo

Isabella Rauti celebra il 76esimo anniversario dell’Msi: «Onore ai fondatori e ai militanti missini». La protesta delle opposizioni

26 Dicembre 2022 - 19:00 Felice Florio
La sottosegretaria alla Difesa, eletta in quota Fratelli d'Italia, ha condiviso su Twitter alcune foto di suo padre Pino Rauti, tra i fondatori del partito

Isabella Rauti, eletta senatrice nella XIX legislatura e nominata sottosegretaria alla Difesa del governo Meloni in quota Fratelli d’Italia, è nel mirino delle opposizioni per il suo elogio al Movimento sociale italiano. Il partito, che tra i fondatori vede il padre dell’esponente di Fratelli d’Italia, Pino Rauti, già volontario della Repubblica di Salò, compie oggi il suo 76esimo anniversario. Istituito il 26 dicembre 1946, l’Msi ha cessato le sue attività il 27 gennaio 1995. «Oggi voglio ricordare quando, a Roma, nasceva il Movimento sociale italiano – scrive la sottosegretaria su Twitter -. Onore ai fondatori ed ai militanti missini. Le radici profonde non gelano». In allegato al testo, Rauti ha pubblicato foto di vecchi poster con la fiamma tricolore e scatti di suo padre.

Il primo esponente dei partiti di opposizione a commentare la scelta del membro del governo è stato Osvaldo Napoli. «Comprendo l’orgoglio e gli affetti famigliari che legano l’onorevole Isabella Rauti alla storia dell’Msi – afferma il politico passato ad Azione di Carlo Calenda -. Comprendo, ma non posso giustificarlo, come italiano e come democratico. Quelle remote radici sono un problema per la destra, perché il partito nato 76 anni fa aveva un orizzonte di valori e di ideali che erano, e sono, una minaccia per la democrazia liberale, finita soffocata nei vent’anni di regime fascista. Concordo con l’esortazione del poeta: parce sepulto. Ecco, va portato rispetto per tutti i defunti, oggi come 76 anni fa la democrazia combatte i valori di coloro che vorrebbero ancora negarla. E sono molti, purtroppo».

«Attendiamo parole chiare della presidente Meloni»

Dopo qualche ora dalla pubblicazione del tweet della politica iscritta al partito di Giorgia Meloni, interviene Federico Fornaro, deputato del Partito democratico: «La sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti ha tolto anche l’ultimo velo di ipocrisia e nel giorno dell’anniversario della fondazione del Movimento sociale italiano, su iniziativa di esponenti del vecchio regime e della Repubblica sociale italiana nel 1946, ha scritto che le radici profonde non gelano e che occorre rendere onore ai fondatori di quel partito. Isabella Rauti si è già dimenticata di aver giurato qualche settimana fa sulla Costituzione Italiana, vera grande eredità della Resistenza antifascista. Quelle sono le radici di cui essere orgogliosi e da ricordare come democratici e come italiani. Sulla vicenda ci attendiamo parole chiare della presidente Meloni».

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Ostia, anfore e bassorilievi romani ed etruschi nascosti nel garage: denunciato per ricettazione un 60enne – Il video

26 Dicembre 2022 - 18:23 Redazione
L'uomo era soprannominato lucumone, come le autorità di massimo potere e prestigio nella società etrusca

Vasi, anfore e bassorilievi romani ed etruschi: è questo il bottino scovato dagli agenti del decimo distretto Lido della Polizia di stato a Ostia, in un’abitazione privata, pronto a essere venduto. I reperti erano nel garage di un 60enne, denunciato a piede libero per ricettazione. Secondo gli investigatori, gli oggetti sarebbero stati trafugati da diversi siti archeologici. Nell’ambiente dei tombaroli, l’uomo era soprannominato lucumone, come gli etruschi chiamavano la figura di maggior potere e prestigio politico, militare e religioso della loro società. Il 60enne, già pluripregiudicato per scavi illegali tra Cerveteri, il Veneto e la Sardegna, aveva anche un banco al mercato di Porta Portese che gli sarebbe servito per allargare la rete di contatti e conoscere potenziali acquirenti. Nella perquisizione, gli agenti hanno trovato anche altri oggetti preziosi che arricchivano la collezione del lucumone, pronti a essere venduti al miglior offerente, come un mortaio, una coppa in pietra grigia, vasi in pietra, una vasca e un basso rilievo, raffigurante un volto e parti di figure maschili e femminili.

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L’infettivologo Bassetti: «Il virus del Covid è in picchiata, è l’influenza a predominare»

26 Dicembre 2022 - 18:05 Redazione
«L'anno scorso il Sars-CoV-2 era padrone indisturbato di tutte le infezioni respiratorie, adesso è una minoranza rispetto a tutti gli altri virus»

È un invito alla tranquillità quello che Matteo Bassetti, coordinatore delle Malattie infettive di Alisa, l’azienda sanitaria ligure, lancia ai microfoni di Canale 5, nel giorno di Santo Stefano. «C’è un virus del Covid che è in picchiata mentre da noi è il virus dell’influenza che è in decollo. È probabile che nelle prossime settimane avremo ancora dei casi perché stiamo per raggiungere il picco, forse l’abbiamo appena raggiunto, però dobbiamo vivere con un pochino più di tranquillità». Bassetti ricorda come la situazione sia cambiata radicalmente nell’ultimo periodo: «L’anno scorso predominava il Covid, anzi era padrone indisturbato di tutte le infezioni respiratorie. Quest’anno il Covid è una minoranza rispetto a tutti gli altri virus». Secondo l’infettivologo, poi, con Omicron, la sua sottovariante Cerberus e tutti gli altri virus respiratori in circolazione, è probabile che un tampone su due, in questa fase, si riveli un falso negativo. In generale Bassetti sconsiglia di assumere farmaci preventivi se si entra in contatto con persone che manifestano sintomi influenzali.

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SPORTBrasileCalcioNatalePeléTumori

Pelé, la nuova foto dall’ospedale per le feste natalizie: «Anche nella tristezza sempre insieme»

26 Dicembre 2022 - 17:52 Redazione
La figlia Kely Nascimento ha pubblicato sui social un nuovo scatto di famiglia dall'ospedale dove la leggenda del calcio è ricoverata dallo scorso 29 novembre

«Anche nella tristezza dobbiamo solo ringraziare per essere insieme». Così Kely Nascimento, una delle figlie di Pelé, scrive su Instagram gli auguri di Natale festeggiando un’altra notte passata assieme a suo padre, ricoverato ormai da settimane e in gravi condizioni nell’ospedale “Albert Einstein” di San Paolo. «Voglio ringraziare per l’affetto di tutti voi, ringraziarvi per essere qui ora con lui. Buon Natale. Molta salute, tanto amore, tanta gioia, tante risate e tanta passione, oggi e sempre, per tutti voi. Un’altra notte insieme a lui». Il messaggio di auguri accompagna uno scatto di famiglia realizzato dall’ospedale dove la famiglia ha deciso di trascorrere le feste natalizie per stare vicino al campione. Pochi giorni fa i medici hanno fatto sapere che il cancro al colon di Pelé sta progredendo sempre di più e che per questo ora ha urgente bisogno «di una maggiore assistenza per curare l’insufficienza renale e cardiaca». La leggenda del calcio sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua malattia, mai però abbandonato dalla sua famiglia che nelle ultime settimane ha presidiato la sua stanza d’ospedale con amore e pazienza. Kely Nascimento era già apparsa sui social insieme a suo padre in uno scatto pieno di tenerezza: la sua testa poggiata al petto del campione steso nel letto d’ospedale aveva commosso milioni di fan. «Siamo ancora qui, nella lotta e nella fede. Ancora una notte insieme». Ora la nuova foto, a festeggiare un’altra notte superata dal campione.

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Iran, 100 giorni di proteste. Bloccata in aereo la famiglia del calciatore Ali Daei, folla sulla tomba del piccolo Kian

26 Dicembre 2022 - 17:44 Redazione
Il secondo miglior marcatore di una Nazionale di calcio di tutti i tempi era stato arrestato già lo scorso ottobre

Il regime di Teheran insiste nella repressione di ogni manifestazione di dissenso. Sono passati ormai 100 giorni dall’inizio delle proteste per l’uccisione di Mahsa Amini. La via della violenza scelta dalle autorità iraniane non risparmia nessuno. Nemmeno le leggende del calcio. Ali Daei è considerato uno dei giocatori asiatici più forti di sempre. Ha vinto la Bundesliga con il Bayern Monaco nel 1999 e, ancora oggi, detiene il record di secondo migliore marcatore di una Nazionale di calcio di tutti i tempi, dietro a Cristiano Ronaldo. Lo scorso ottobre, per aver criticato il regime e sostenuto la protesta delle donne iraniane, era stato prelevato dalla polizia mentre si trovava un albergo della città di Saqqez e privato della libertà personale. Qualche settimana prima, gli agenti gli avevano sequestrato il passaporto. Oggi, 26 dicembre, anche la famiglia dell’ex calciatore è stata trattenuta dalle autorità del Paese. Moglie e figlia di Ali Daei si trovavano su un volo di linea che da Teheran le avrebbe condotte a Dubai. A un certo punto, il volo W563 della compagnia Mahan è stato dirottato e fatto atterrare sull’isola di Kish, probabilmente per impedire che la famiglia del calciatore lasciasse il Paese.

Le due donne non sarebbero state arrestate. «Sto ancora cercando il modo per farle tornare da Kish a Teheran – ha dichiarato Ali Daei all’agenzia stampa Isna -. Vedo cose nella mia vita a cui è molto difficile credere. Non comprendo questo comportamento. Mia moglie e mia figlia sono salite legalmente sull’aereo a Teheran, e avevano in programma di visitare Dubai per alcuni giorni e poi tornare in Iran. Ma l’aereo è stato costretto a rientrare con tutti i passeggeri. Era una caccia al terrorista?». Secondo fonti informate citate dagli organi di stampa iraniani, la moglie di Ali Daei non avrebbe potuto lasciare l’Iran «perché ha invitato la gente a partecipare a uno sciopero nazionale». A quanto scrivono le agenzie Tasnim e Isna, il Consiglio supremo per la sicurezza nazionale le aveva vietato di partire da Teheran con un ordine esecutivo.

Foto: FRANK LEONHARDT/ANSA | Ali Daei festeggia un gol con la maglia del Bayern Monaco, 1998

Folla sulla tomba di un bambino di 10 anni ucciso dagli agenti

Sempre oggi, a Izeh, nel Sud-Ovest del Paese, una grande folla si è radunata intorno alla tomba di Kian Pirfalak. Il bambino di 10 anni è tra le più giovani vittime della repressione avviata dalla Repubblica islamica: stava tornando a casa in auto, la sera del 25 novembre, insieme ai suoi genitori e a suo fratello. Una raffica di proiettili ha investito il mezzo, ferendo gravemente il padre e uccidendo il piccolo. La mamma di Kian ha raccontato che i poliziotti hanno colpito deliberatamente il veicolo, ma la versione ufficiale del governo iraniano è che la sparatoria è stata messa in atto da generici «terroristi». Sono passati 40 giorni dalla morte del bambino e la tradizione iraniana vuole che in questa ricorrenza si celebri la fine del lutto.

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Cina, dall’8 gennaio cade l’obbligo di quarantena per chi arriva dall’estero

26 Dicembre 2022 - 16:59 Redazione
I viaggiatori avranno bisogno solo di un test Pcr negativo per entrare nel Paese

Dopo tre anni dall’introduzione della misura, il 26 dicembre le autorità sanitarie cinesi hanno annunciato che viene abolita la quarantena obbligatoria per chi arriva nel Paese dall’estero. L’obbligo cadrà dal prossimo 8 gennaio. La decisione si inserisce nel quadro generale di allentamento delle misure di contenimento al Covid-19 portato avanti dal governo cinese. I viaggiatori, aggiunge la National Health Commission di Pechino, avranno bisogno solo di un test Pcr negativo per entrare in Cina.

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