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Israele, un software-spia che modifica le immagini delle telecamere di sorveglianza è stato venduto ai governi occidentali

25 Dicembre 2022 - 20:18 Redazione
A rivelarlo è un'inchiesta di Haaretz, ripresa in Italia dal Corriere. Quali sono i rischi per i cittadini?

Dopo il caso Pegasus, lo spyware con il quale è stata spiata persino l’attività del cellulare del presidente francese Emmanuel Macron, c’è una nuova start up – sempre made in Tel Aviv – che solleva interrogativi sull’uso della tecnologia israeliana. Si tratta di Toka, azienda proprietaria di un software in grado di accedere a tutte le telecamere di videosorveglianza, modificare le immagini riprese in tempo reale e, addirittura, alterare le registrazioni del passato pescandole dall’archivio. Uno strumento che non lascia nessuna traccia e che, secondo l’inchiesta del quotidiano Haaretz – riproposta in Italia dal Corriere – sarebbe in grado di superare qualsiasi barriera: è probabilmente il primo software al mondo di questo tipo. Toka, la società proprietaria, è stata fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak e dall’ex capo della divisione informatica dell’esercito israeliano, Yaron Rosen.

Tra i pacchetti venduti dalla società, ci sarebbe anche uno che consentirebbe di tracciare in tempo reale i movimenti di qualsiasi automobile, senza che nessuno se ne accorga. Stando a quanto racconta la stessa start up sul proprio sito, questi servizi possono essere venduti esclusivamente a organizzazioni governative, servizi segreti, forze dell’ordine ed eserciti stranieri. Il principale partner commerciale di Toka sarebbe Washington ma, secondo Haaretz, tra i clienti ci sarebbero Israele, Germania, Australia e Singapore. Spulciando le pagine del sito internet, tuttavia, sembrerebbe che la start up abbia legami anche con Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Grecia e Canada. Cosa permette di fare esattamente il programma di Toka?

Le principali funzionalità si basano sull’intromissione in qualsiasi circuito di sorveglianza video. Basta selezionare l’area geografica di interesse per penetrare il sistema cctv di un palazzo istituzionale, di un hotel e di abitazioni private. Il software funzionerebbe anche con le webcam. Una volta entrati nel sistema, è possibile vedere in diretta cosa viene ripreso dalle videocamere “hackerate”, ma anche mostrare ai titolari del sistema di videosorveglianza ciò che si vuole. Toka consentirebbe, secondo i file di Haaretz, anche di sostituire audio e video del passato dalle registrazioni di archivio. Queste funzioni, ad esempio, potrebbero essere utilizzate per occultare attività di 007, per costruire artificiosamente delle prove giudiziarie o incolpare persone innocenti. Senz’altro, la possibilità per terze parti di visionare arbitrariamente le immagini le telecamere di sorveglianza e delle webcam rischia di comprimere il diritto alla privacy dei cittadini.

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Milano, sette evasi dal carcere minorile Beccaria: presi due fuggitivi, le ricerche degli altri andranno avanti anche di notte

25 Dicembre 2022 - 19:25 Redazione
Sulla vicenda indagano due procure, quella per i minorenni e quella di Milano, in quanto tre detenuti hanno tra i 18 e i 19 anni

Evasione di gruppo nel giorno di Natale. Sette detenuti sono fuggiti nel pomeriggio di oggi, 25 dicembre, dall’istituto penale per minorenni di Milano, il Cesare Beccaria. L’allarme è scattato intorno alle 16.30, quando si pensava che solo una persona fosse scappata dalla struttura. E invece sono in 7 ad aver lasciato l’istituto, tutti tra i 17 e i 18 anni. Stando a quanto racconta la Uilpa, un sindacato di polizia penitenziaria, «i fuggiaschi avrebbero approfittato dei lavori in corso, che perdurano da svariato tempo, per aprirsi un varco nella recinzione e poi scavalcare il muro di cinta». Le ricerche, scattate a stretto giro e che vedono dispiegati sia agenti di polizia penitenziaria sia altre forze dell’ordine, hanno portato alla cattura di due fuggitivi su sette. Sulla vicenda indagano due procure, quella per i minorenni e quella di Milano, in quanto tre detenuti hanno tra i 18 e i 19 anni.

Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che i detenuti abbiano approfittato di un momento in cui erano controllati da un solo agente, distratto per poter scavalcare la recinzione lungo via Calchi Taeggi. «Da qualche tempo, molte delle problematiche che investono le carceri si ritrovano anche negli istituti penali per minorenni – afferma in un comunicato Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa -. In particolare, sono in vorticoso aumento i casi d’aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione. Ciò è evidentemente imputabile a una serie di fattori che vanno dal sostanziale disinteresse della politica prevalente e dei governi alle vicende penitenziarie a scelte poco oculate, quale appunto l’innalzamento del limite d’età che consente la detenzione nelle strutture minorili, sulle quali per di più si abbatterà anche la scure della legge di bilancio in corso di approvazione con ulteriori tagli».

Ostellari: «Evasione sconcertante»

Il senatore leghista Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia che ha ricevuto da qualche giorno la delega alle carceri minorili, ha commentato l’accaduto: «L’evasione di sette minori dall’istituto Beccaria di Milano avvenuta oggi è sconcertante. Siamo in contatto con la direttrice del carcere per approfondire le modalità con cui si è verificato il fatto. Ringrazio il reparto di Polizia penitenziaria, prontamente rientrato nella sua interezza in servizio, il Nic e le altre Forze dell’ordine che da subito hanno avviato un’intensa attività di ricerca degli evasi. Visiterò di persona l’istituto. Ciò che è accaduto non si deve ripetere. Vanno individuate soluzioni efficaci e immediatamente disponibili per scongiurare episodi simili».

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Spagna, bus finisce in un fiume in Galizia: sale a sei il numero delle vittime – Il video e le foto

25 Dicembre 2022 - 19:05 Redazione
L'autista e un passeggero sono stati ricoverati in ospedale

Sono sei le vittime dell’incidente dell’autobus che, nella notte tra sabato e domenica, è caduto nel fiume Lérez da un ponte a Cerdedo-Cotobade (Pontevedra) in Galizia, nel nord-ovest della Spagna. Sul mezzo c’erano otto persone. In mattinata, i servizi di emergenza galiziani avevano dichiarato su Twitter di aver recuperato i corpi senza vita di due passeggeri, un bilancio che poi è salito nel corso delle ore. Altre due persone, tra cui l’autista dell’autobus di 60 anni, sono state soccorse e ricoverate in ospedale. L’incidente è avvenuto intorno alle 21:35 di sabato: il pullman della compagnia Monbus sulla linea tra Lugo e Vigo è caduto nel fiume al chilometro 67,5 della N-541, nel comune di Peter. Sul mezzo viaggiavano i familiari che si stavano recando in visita ai detenuti del carcere di Monterroso. Le operazioni di soccorso sono state interrotte nella notte a causa del brutto tempo ma sono riprese all’alba, con l’aiuto di un elicottero.

Video e foto di copertina: Guardia Civil/Twitter

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SPORTCalcioUruguay

È morto Fabian O’Neill, ex trequartista di Cagliari e Juventus: aveva 49 anni

25 Dicembre 2022 - 18:39 Redazione
Il giocatore uruguaiano lottava da anni contro l'alcolismo: si è spento il giorno di Natale in un ospedale di Montevideo

Un trequartista dal «genio puro, cristallino, come i diamanti più preziosi». Il Cagliari ricorda così Fabian O’Neill, calciatore morto a Montevideo il giorno di Natale. Si è spento all’età di 49 anni, dopo aver lottato a lungo contro l’alcolismo. Ieri, 24 dicembre, l’uruguaiano era stato ricoverato in ospedale a causa di un’emorragia, ma questa volta le cure non sono riuscite a salvare l’ex giocatore. Dopo il suo ritiro dal mondo del calcio, la salute di O’Neill è stata compromessa dall’abuso di alcol, una dipendenza che l’ha costretto a diversi ricoveri e interventi. «Ci hai fatto innamorare della tua classe, Cagliari non ha mai smesso di voler bene al suo Mago con la “10” sulle spalle. Riposa in pace, Fabian. Per sempre uno di noi», scrive la società rossoblù sui social. Era il 1995 quando la squadra sarda acquistò O’Neill dal Nacional. Dopo cinque anni in Sardegna, passò nel 2000 alla Juventus: l’uruguaiano fu acquistato alla cifra di 20 miliardi di lire. A causa di un rendimento altalenante, nel gennaio 2002 fu ceduto al Perugia, nell’ambito dell’operazione Baiocco. Dopo sei mesi tornò al Cagliari, ma la stagione in Sardegna fu deludente. Così nel 2003, a soli 29 anni, annunciò il suo ritiro dal calcio. Nonostante ciò, il Cagliari l’ha inserito nella sua Hall of Fame.

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ESTERICinaTaiwan

«Esercitazioni militari intorno a Taiwan», sale la tensione dopo l’annuncio della Cina

25 Dicembre 2022 - 18:32 Redazione
Le autorità cinesi hanno dichiarato di aver eseguito le operazioni per rispondere «alle provocazioni e collusioni» di Taipei e Washington

Una risposta alle provocazioni di Taipei e Washington, spiegano i vertici militari cinesi, che in giornata hanno annunciato di aver condotto «esercitazioni militari congiunte interforze di preparazione al combattimento nello spazio marittimo e aereo» intorno a Taiwan. Da Pechino non sono arrivati ulteriori dettagli sulle manovre eseguite attorno all’isola, né sul numero di mezzi coinvolti né un’indicazione sulla posizione esatta delle operazioni. Le autorità cinesi sottolineano di aver orgmeanizzato l’esercitazione in risposta alle «collusioni» tra Taiwan e gli Stati Uniti, ennesimo capitolo di una storia di frizioni tra il gigante asiatico e l’isola di 36mila kilometri quadrati. Appena due mesi fa, il neo rieletto – al suo terzo mandato – Xi Jinping ha fatto introdurre nella Carta fondamentale della Cina la ferma opposizione all’indipendenza di Taiwan, che dal canto suo ha chiesto all’ingombrante vicino di cambiare atteggiamento, abbandonando la mentalità aggressiva nei suoi confronti. Il rapporto tra Stati Uniti e Taiwan è stato anche al centro dei colloqui tra il presidente Usa Joe Biden e il suo omologo cinese durante il G20, con Xi che ha ribadito di considerare la questione taiwanese un affare di politica interna e di non accettare intromissioni.

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Tempesta di gelo in Usa, quasi 30 i morti. A Buffalo caduti 110 cm di neve in poche ore – I video

25 Dicembre 2022 - 18:10 Redazione
«In alcune zone, stare all'aperto potrebbe portare al congelamento in pochi minuti», avverte il National Weather Service

Continua ad aggiornarsi di ora in ora il bilancio delle vittime che, negli Stati Uniti, sono morte a causa del gelo. Nel giorno di Natale, la tempesta artica continua a imperversare nel Paese. I meteorologi stanno invitando le persone a restare chiuse in casa, poiché l’ondata di maltempo «costituisce un pericolo potenziale per la vita». La Cnn, negli ultimi aggiornamenti del pomeriggio – ora italiana – parla di 26 vittime. Altri giornali riportano la notizia che i morti sono arrivati a 28, mentre 250 mila cittadini, al momento, sono senza elettricità. Gli esperti, consultati dalla stampa, credono che il numero di vittime possa aumentare, visto che il fenomeno metereologico persiste su un’area molto estesa: si parla di due terzi degli Stati Uniti orientali. «In alcune zone, stare all’aperto potrebbe portare al congelamento in pochi minuti», avverte il National Weather Service. L’agenzia governativa statunitense che si occupa delle previsioni meteorologiche consiglia a chiunque esca da casa di «prepararsi al freddo estremo vestendosi a strati, coprendo la maggior parte possibile della pelle e portando in macchina i kit di sicurezza invernale». Tra le città più colpite, secondo i funzionari locali, c’è Buffalo, dove due giorni di nevicate violente e forti venti hanno creato le condizioni di maltempo peggiori negli ultimi 45 anni: il 25 dicembre, solo nella mattinata – orario americano – sono caduti circa 110 centimetri di neve.

Le immagini da Buffalo

In alto, “Ecco la tempesta di neve che ha ricoperto Buffalo”, video di Agenzia Vista

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Royal Family, il primo discorso di Natale di re Carlo dopo la morte di Elisabetta II: «È un momento di grande ansia in ogni parte del mondo»

25 Dicembre 2022 - 17:37 Redazione
Nel messaggio, diffuso anche sui canali social dei reali inglesi ha ricordato più volte la regina, morta lo scorso 8 settembre

Costo della vita, crisi economica, scarsità di cibo. Ma anche elogi per i lavoratori, le forze armate e i volontari. Nel primo discorso di Natale tenuto da Carlo III, il re ha esordito riconoscendo il «momento di grande ansia e difficoltà, sia per coloro che nel mondo affrontano conflitti, carestie o disastri naturali, sia per coloro che in patria cercano il modo per pagare le bollette e far mangiare le loro famiglie e mantenerle al caldo». In questa situazione drammatica, il monarca che è succeduto a Elisabetta II, morta lo scorso 8 settembre, ha voluto elogiare «l’umanità delle persone che rispondono così prontamente ai problemi degli altri». In particolare, «desidero rendere omaggio a tutte quelle persone meravigliosamente gentili che con tanta generosità regalano cibo o donazioni, o il bene più prezioso di tutti, il loro tempo, per sostenere coloro che sono intorno a loro e che ne hanno più bisogno, insieme alle molte organizzazioni caritatevoli che svolgono un lavoro straordinario nelle circostanze più difficili».

«Le nostre chiese, sinagoghe, moschee, templi e gurdwara si sono uniti ancora una volta per dare da mangiare agli affamati, fornendo amore e sostegno durante tutto l’anno. Una solidarietà così sentita è l’espressione più stimolante dell’amore per il prossimo come per se stessi». Pronunciando il messaggio nella St. George’s Chapel, a Windsor, dove anche la defunta regina aveva scelto di registrare il suo discorso di Natale nel 1999, Carlo ha fatto riferimento all’impennata dei prezzi di cibo e risorse energetiche, citando la pandemia Covid-19 e l’aggressione russa in Ucraina. Ha lodato «la dedizione disinteressata delle nostre forze armate e dei servizi di emergenza, che lavorano instancabilmente per mantenere tutti noi al sicuro e che si sono comportati in modo così magnifico mentre piangevamo la scomparsa della nostra defunta regina». L’encomio del re ha riguardato anche «i nostri professionisti dell’assistenza sanitaria e sociale, i nostri insegnanti e tutti coloro che lavorano nel servizio pubblico, la cui competenza e il cui impegno sono al centro delle nostre comunità».

«L’essenza della nostra comunità e le fondamenta stesse della nostra società si possono ritrovare nei professionisti dell’assistenza sanitaria e sociale, negli insegnanti e in tutti coloro che lavorano nel servizio pubblico, la cui competenza e il cui impegno sono al centro delle nostre comunità», ha ribadito re Carlo III. I ringraziamenti rivolti specificatamente ai lavoratori del settore pubblico arrivano mentre gran parte di questi ultimi ha ingaggiato una lotta con il governo per l’innalzamento degli stipendi. Questo mese, gli scioperi di infermieri, personale delle ambulanze, insegnanti, lavoratori postali e macchinisti hanno messo sotto pressione l’esecutivo del primo ministro Rishi Sunak. Re Carlo, in abito blu scuro, vicino alle spoglie dove sono sepolti sia la madre sia il padre, il principe Filippo, ha concluso l’intervento con un appello a coltivare fiducia negli altri, condividendo «la convinzione della straordinaria capacità di ogni persona di toccare, con bontà e compassione, la vita degli altri e di far risplendere una luce nel mondo che la circonda».

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Stefano Tacconi cammina da solo. Il figlio su Instagram: «Il più bel regalo di Natale» – Il video

25 Dicembre 2022 - 17:04 Redazione
Ad aprile l'ex portiere della Juventus è stato colpito da un'emorragia cerebrale: dopo settimane di paura, negli ultimi mesi le sue condizioni sono migliorate

Stefano Tacconi torna a camminare. L’ex portiere della Juventus lo fa aiutato da un deambulatore e sotto la supervisione di chi gli sta vicino, ma lo fa da solo. Ed «è il più bel regalo di Natale» per Andrea, suo figlio, che pubblica il video in una storia Instagram il 25 dicembre. Un traguardo importantissimo per l’ex estremo difensore 64enne che è stato colpito da un’emorragia cerebrale in seguito alla rottura di un aneurisma, lo scorso 23 aprile ad Asti, dove si era recato per partecipare a un evento benefico dal titolo «La giornata delle figurine». All’indomani del problema, si temeva il peggio: e condizioni di Tacconi erano critiche e c’era il rischio di una seconda emorragia. «C’è solo da aspettare e pregare», aveva detto Andrea. Pian piano le sue condizioni sono migliorate sempre di più. La fase critica era arrivata a inizio maggio, e da allora le condizioni dell’ex portiere sono migliorate, lentamente ma progressivamente. L’iniezione di fiducia a giugno, poi è riuscito a pronunciare le sue prime parole dopo l’infortunio a metà luglio. A inizio dicembre era arrivato l’annuncio di Andrea: «Papà inizia pian pian a camminare. Emozione unica». Quella volta era solo una scritta su sfondo nero. Oggi, invece, lo possono vedere tutti: Stefano Tacconi ha ottenuto una bellissima vittoria.

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Stati Uniti, la protesta dei conservatori: inviati tre autobus di migranti dal Texas a casa di Kamala Harris

25 Dicembre 2022 - 16:39 Redazione
Le persone, entrate nel Paese dalla frontiera meridionale, sono state fatte scendere davanti all'abitazione della vicepresidente a Washington, tra le città più colpite dalla tempesta di gelo

Durante la notte della Vigilia di Natale, tre autobus carichi di migranti sono arrivati di fronte all’abitazione di Kamala Harris, a Washington. Fatti scendere dai mezzi, in una città colpita dal freddo record che in questi giorni sta interessando gli Stati Uniti, i migranti sono stati soccorsi subito con coperte e cibi caldi. Poi sono stati accolti in una chiesa del quartiere. Non è la prima volta che le persone riuscite a entrare nel Paese lungo la frontiera meridionale vengono dirottate verso gli Stati del Nord, in segno di protesta contro le politiche di accoglienza dei Democratici americani. Dallo scorso aprile, il governatore texano Greg Abbot si è speso in prima persona per promuovere l’organizzazione di autobus da dirigere verso Stati a guida Democratica. Queste forme di dissenso contro l’amministrazione Joe Biden sono state già largamente criticate dalle organizzazioni per i diritti umani. Per i Repubblicani sono proteste, invece, necessarie: il Texas è alle prese con nuove ondate di arrivi di immigrati provenienti dal Sud e Centro America e transitati dal Messico.

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Caffè contaminato, il ministero della Salute dispone il ritiro dal mercato: ecco quali sono le capsule potenzialmente pericolose

25 Dicembre 2022 - 16:11 Redazione
Trovati livelli più alti di ocratossina, sostanza estremamente resistente che può anche risultare cancerogena per i reni

Ritirati in via precauzionale diversi lotti di cialde e capsule di caffè. Il ministero della Salute, venerdì 23 dicembre, ha imposto alle case produttrici di togliere dal mercato determinate confezioni di caffè nei quali potrebbe esserci una quantità di ocratossina superiore ai limiti di legge. A chi abbia già acquistato alcuni di questi prodotti è stato chiesto di riconsegnarli al punto vendita. Le marche finite sotto la lente degli ispettori sanitari sono le seguenti:

  • Caffè Trombetta, capsule di arabica in confezioni da 10, lotto 02AD07B.
  • Caffè Consilia, cialde di arabica in confezione da 18, lotto 01DD04B.
  • Caffè Consilia, capsule di arabica in confezione da 16, lotti 01ND02B e 01ND03B.
  • Caffè Zio d’America, capsule di arabica in confezione da 50, lotto 02CD05B.
  • Caffè Zio d’America, capsule di arabica in confezione da 10, lotto 01CD07B.

Quali sono i danni che l’ocratossina può causare sull’uomo

Le capusle sopracitate, al momento, sono state ritirate solo in via precauzionale, in attesa di ulteriori indagini. Sono ormai assodati nella comunità scientifica, invece, i danni che rilevanti quantità di ocratossina possono causare all’organismo. Stiamo parlando di una microtossina molto resistente che viene prodotta naturalmente da alcune muffe. Si può rinvenire in diverse tipologie di alimenti, come cerali, frutta secca, vino e, appunto caffè. L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, nel 2006 ha concluso uno studio che conferma la genotossicità della sostanza, in grado di danneggiare direttamente il dna umano. L’ocratossina è cancerogena per i reni, ha un’azione nefrotossica, innalza i livelli di proteine nelle urine. Questa tossina, sulla cui presenza negli alimenti l’Unione europea ha imposto limiti molto stringenti, è così resistente da accumularsi nei tessuti delle specie animali, fino al punto da rendere tossica anche la carne destinata al consumo alimentare.

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Afghanistan, la protesta delle donne contro i divieti dei talebani. Le Ong: «Il loro lavoro è indispensabile» – Il video

25 Dicembre 2022 - 16:07 Redazione
Le donne che continuano a manifestare per i loro diritti sono state disperse dalle autorità del Paese con cannoni ad acqua

Tre grandi Ong internazionali hanno interrotto le loro operazioni in Afghanistan in seguito all’obbligo imposto loro dai talebani di far rispettare l’abbigliamento scelto dagli estremisti islamici per le donne, che sono obbligate a mostrarsi in pubblico completamente coperte. La regola è stata usata dalle autorità afghane per impedire, ieri, a tutte le organizzazioni internazionali e le Ong che operano nel Paese di far lavorare le donne. Gli enti verranno privati della licenza a lavorare in Afghanistan se non rispetteranno l’obbligo. A comunicare la loro interruzione delle attività in Afghanistan, con un comunicato congiunto, sono state le Ong Save the Children, the Norwegian Refugee Council e Care International, che hanno fatto sapere che non proseguiranno il loro lavoro «senza la parte femminile del personale». E, di conseguenza, «pretendono» che le donne continuino a poter essere impiegate, riporta la Bbc. Le tre Ong affermano che «non avrebbero potuto raggiungere milioni di afghani in difficoltà se non fosse stato per le donne che lavorano» con loro. «Mentre attendiamo chiarezza sull’annuncio, sospendiamo tutti i programmi. Pretendiamo che uomini e donne possano egualmente continuare a le loro operazioni in Afghanistan per salvare vite», prosegue il comunicato.

Medici senza frontiere: «Senza donne non ci può essere sanità»

Pur senza annunciare un ritiro ufficiale, anche Medici Senza Frontiere si è unita al coro di associazioni che condanna la nuova politica talebana. «I nostri team hanno iniziato a lavorare in Afghanistan più di quarant’anni fa e da allora hanno fornito assistenza medica a milioni di persone. Le donne sono quelle che l’hanno reso possibile. Senza di loro, non ci può essere assistenza sanitaria», si legge in un tweet diffuso dalla sezione afghana della Ong. «Le donne hanno un ruolo cruciale nell’assistenza delle comunità, che senza di loro non sarebbe possibile», prosegue il comunicato, evidenziato come l’Afghanistan sia un paese che «dipende fortemente dal supporto umanitario».

La posizione dell’Onu: «Ritireremo gli aiuti umanitari»

Remiz Alakbarov, massimo coordinatore delle attività umanitarie delle Nazioni Unite, ha reso noto che l’Onu sta lavorando per ottenere da parte dell’Afghanistan un passo indietro sul divieto al lavoro imposto alle donne, che ha definito «una linea rossa per l’intera comunità umanitaria». Inoltre, ha fatto sapere che l’attività di aiuti che l’Onu porta avanti nel Paese potrebbe venire interrotta se le richieste dell’associazione delle Nazioni Unite non verranno rispettate. Allo stato dei fatti attuale, alle donne viene impedito di lavorare nella maggior parte dei settori e il loro accesso agli spazi pubblici è stato significativamente limitato, così come la loro possibilità di viaggiare.

Cannoni ad acqua per la repressione delle proteste

Le autorità talebane hanno usato cannoni ad acqua per disperdere le manifestanti che protestavano contro l’ordinanza del regime che impedisce a tutte le donne di frequentare lezioni universitarie che era stata accolta da decise proteste anche dagli studenti maschi, che si erano rifiutati di andare in classe. Nei filmati diffusi su Twitter si vedono quelli che sembrano mezzi dei vigili del fuoco colpire con possenti getti d’acqua le donne che protestano. I getti sono tanto forti da far cadere le manifestanti mentre fuggono e urlano la parola «codardi» agli ufficiali talebani. Il divieto di frequentare lezioni universitarie è solo l’ultima delle azioni del regime talebano per limitare i diritti delle donne in Afghanistan, nonostante le promesse fatte, che sostenevano sarebbero stati rispettati. A marzo, i talebani avevano impedito alle ragazze di iscriversi alle scuole secondarie dopo aver garantito che gli istituti sarebbero stati riaperti anche per le donne.

Fonte video: TWITTER / Kabul News

Foto di copertina: TWITTER / Msf Afghanistan

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Egitto, a Il Cairo crollano gli spalti di un’arena durante la partita di basket: 27 feriti – I video

25 Dicembre 2022 - 15:40 Redazione
L'episodio è avvenuto durante la partita di supercoppa tra l'Al Ahly SC e l'Al Ittihad Alexandria: i feriti riportano solo fratture e nessuno è in pericolo di vita, secondo il portavoce del governo

Almeno 27 persone sono rimaste ferite quando gli spalti di un palazzetto dello sport a Il Cairo sono collassati, ieri, durante la partita di basket tra l’Al Ahly SC, squadra di casa, e l’Al Ittihad Alexandria, valido per la supercoppa egiziana. Secondo quanto si apprende, a crollare è stata parte della struttura della Hassan Moustafa Sports Hall della capitale egiziana. A riguardo, Hossam Abdel-Ghaffar, portavoce del ministero della Salute, ha reso noto che la maggior parte delle persone coinvolte hanno subito fratture a una o più ossa. Molte di loro sono state portate in ospedale ma nessuna sarebbe in pericolo di vita, secondo le autorità egiziane. La causa del crollo sarebbe stata, secondo un portavoce del ministero dello Sport citato da AP, l’eccessiva foga nel tifo dei tifosi dell’Ittihad Alexandria. In seguito all’evento, la partita è stata sospesa. Nei filmati dell’evento si può notare che gli spalti sono estremamente affollati. A un certo punto una parte protetta da una ringhiera metallica al centro della scena crolla, mentre parte dei tifosi fugge e altri cercano di sorreggerla. L’arena ha aperto appena tre anni fa in occasione dei campionati mondiali di pallamano del 2021, che sono stati ospitati proprio dall’Egitto.

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