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Le figlie in comunità da un anno, le liti, le 12 coltellate: cosa sappiamo del femminicidio di Trapani

25 Dicembre 2022 - 15:26 Redazione
La lite, culminata con l'omicidio della 29enne, sarebbe iniziata da una discussione sulle due gemelline della coppia

Trovato con l’arma con cui aveva appena ucciso la moglie di 29 anni, Maria Amatuzzo, ora il 63enne Ernesto Favara davanti al magistrato fa scena muta. Durante l’interrogatorio della giudice Stefania Tredici, il pescatore in pensione di Marinella di Selinunte, in provincia di Trapani, ha scelto di non rispondere alle domande, evitando di fornire agli inquirenti qualsiasi elemento utile per individuare il movente. Quando nel pomeriggio del 24 dicembre i carabinieri sono arrivati in Via Cassiopea, dove l’uomo viveva con la giovane donna da circa cinque anni, Favara aveva ancora il mano il coltello. Secondo quanto accertato dal medico legale nella prima ispezione effettuata sul corpo della donna, la 29enne è stata assassinata con dodici coltellate all’addome, indicando che probabilmente l’arma usata per il delitto è un grosso coltello da cucina. Nelle prossime ore verrà anche eseguita l’autopsia disposta dalla Procura di Marsala. Dalle prime ricostruzioni, pare che la 29enne avesse lasciato l’abitazione da qualche giorno e che fosse rientrata proprio il 24 dicembre per prendere qualche oggetto personale. In casa però c’era il marito con cui sarebbe scoppiata una forte lite, con buona probabilità legata alle figlie, le due gemelline di appena 4 anni che da un anno vivono in una comunità di alloggio.

I due matrimoni passati, le liti e le figlie affidate alla comunità

Dopo le prime ore di indagini il capitano dei carabinieri di Castelvetrano Pietro Calabrò riferisce di rapporti molto tesi tra i due coniugi. «La conflittualità tra i due era nota», spiega. Poi poche ore fa l’ennesima lite, finita stavolta in tragedia. La storia d’amore era nata poco più di cinque anni fa. Entrambi con un matrimonio alle spalle, lui rimasto vedovo e con due figli. Anche la 29enne aveva due figli che però non vivevano più con lei. Dopo un anno di relazione Favara e Amatuzzo decidono di sposarsi e nello stesso anno diventano genitori di due gemelline, le stesse che da un anno erano state tolte ai genitori per motivi non noti.

Il fratello dell’assassino: «L’ho visto con il coltello in mano»

A raccontare gli attimi di terrore subito dopo l’assassinio di Maria Amatuzzo è il fratello dell’omicida, Antonino Favara. «Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava “aiuto, aiuto”, mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello nel cortile ancora col coltello in mano». I due fratelli vivono da 5 anni nello stesso appartamento: «Ma è ampio e ognuno ha i propri spazi», racconta. Antonino Favara a pranzo era rientrato da Marsala, dove si era sottoposto ad alcuni esami medici. «Ho parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale», racconta ancora, «poi sono andato a letto. Nel pomeriggio ho sentito le grida, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano insanguinato». Sentito dai carabinieri ha spiegato a quel punto di aver chiesto a Ernesto cosa avesse fatto: «Lui mi ha risposto: “Mi ha fatto perdere le bambine”». L’uomo ha chiarito che «da lunedì scorso» la moglie del fratello non era più in casa. «Ma Ernesto non aveva mai dato segni di squilibrio», ha aggiunto.

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Napoli, sventato Natale col botto: sequestrate bombe artigianali nel vano contatore di un condominio

25 Dicembre 2022 - 14:45 Redazione
Gli ordigni sono simili a quelli usati per intimidazioni ai danni delle attività commerciali, in quanto sono capaci di far esplodere e aprire varchi nelle saracinesche dei negozi

Poteva essere un Natale col botto quello di via Monsignor Peluso a Napoli, all’interno del parco Macello, dove i carabinieri della tenenza di Casalnuovo hanno sequestrato 13 bombe artigianali ad alto potenziale. Gli ordigni sono simili a quelli che normalmente vengono usati per intimidazioni ai danni delle attività commerciali, in quanto sono capaci di far esplodere e aprire varchi nelle saracinesche dei negozi. Sono stati trovati nascosti nei vani contatore di alcuni condomini della zona. Assieme alle bombe, le perquisizioni del 25 dicembre dei Carabinieri hanno rinvenuto anche 37 sacchetti di cannabis e 21 stecchette di hashish. Tutto il materiale è stato sequestrato. Nello specifico, gli ordigni sono ora in mano alla squadra artificieri dei carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e verranno presto distrutte. I militari hanno spiegato che l’involucro dell’esplosivo sia in plastica e non in cartone, com’è comune in quelle che nel napoletano vengono definite «cipolle», ovvero i petardi illegali che spesso vengono fatti esplodere a cavallo tra il 31 dicembre e l’1 gennaio. Il potere distruttivo degli ordigni in questione, infatti, è molto più alto e l’ipotesi è che dovesse essere utilizzato per intimidire più che per salutare l’anno nuovo.

In copertina: CARABINIERI / Foto degli ordigni e delle sostanze stupefacenti sequestrate

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Gara di solidarietà per i quattro ragazzi uccisi all’estero: oltre mille donazioni per riportare le salme a casa

25 Dicembre 2022 - 14:17 Redazione
Sulla piattaforma GoFundMe.com la cifra ha superato i 27mila euro e la raccolta fondi è ancora aperta

Christian e Sandra, 23 e 20 anni, uccisi due giorni prima di Natale in Germania dallo zio di lei. Nino e Francesca, 25 e 20 anni, massacrati a colpi di martello nello stesso giorno in Inghilterra, forse dal coinquilino di lui. Quattro giovani italiani morti che hanno sconvolto famiglie e amici e che in queste ore stanno smuovendo centinaia di persone in una gara di solidarietà che ha raccolto finora oltre 27mila euro. La cifra raggiunta sulla piattaforma GoFundMe.com servirà per sostenere i familiari delle giovani vittime per il rientro delle salme e i funerali. Un’iniziativa arrivata dagli amici delle due coppie e che ha raggiunto in poco tempo oltre mille donazioni. «Questa raccolta fondi nasce per Francesca Di Dio, perché molto spesso le parole possono poco, ma un gesto come un piccolo dono può fare la differenza e tiene vivo il suo ricordo. Insieme possiamo», si legge in una delle descrizioni. «La raccolta fondi servirà a sostenere il rimpatrio della salma dall’Inghilterra e i funerali». E ancora per il fidanzato 25enne Nino Calabrò: «La Parrocchia di San Rocco in Calderà sostiene il rimpatrio della salma dall’Inghilterra e i successivi funerali per questo suo figlio e in solidarietà alla famiglia». Per Sandra Quarta, originaria di Novoli in Puglia e trovata morta nel giardino di casa dello zio ad Albstadt, in Germania, è stato l’amico Kaan Kayhan a organizzare tutto. «Una bella persona ci ha lasciato, quindi stiamo raccogliendo donazioni per il funerale di Sandra Q. in una triste occasione. Siamo grati per ogni donazione». Alla vigilia del 25 dicembre i cugini, gli zii e la madre del fidanzato Christian Zoda, ucciso dallo zio di Sandra, sono partiti per la Germania. Un viaggio per dare l’ultimo saluto al giovane in un Natale che mai avrebbero immaginato di vivere. Intanto le oltre mille donazioni finora registrate continuano a crescere. «Voglio dare questo piccolo contributo come segno di vicinanza alla famiglia. Che la terra vi sia lieve», scrive un partecipante. E ancora: «Spero possa essere d’aiuto, siamo sconvolti».

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«Smettetela di piangere»: gli argentini rispondono con una petizione ai francesi che li accusano di aver vinto grazie all’arbitro

25 Dicembre 2022 - 13:50 Antonio Di Noto
Non si placa la polemica per le presunte irregolarità ed esagerazioni degli argentini lamentate dai francesi nella finale dei Mondiali

È passata una settimana dalla finale dei Mondiali in Qatar, che ha visto l’Argentina di Messi vincere ai rigori sulla Francia di Mbappé. Tuttavia, le polemiche non si placano, con gli argentini che chiedono ai transalpini di «smetterla di piangere» per il risultato. I sudamericani hanno persino lanciato una petizione su Change.org, già arrivata a oltre 650 mila firme per lanciare il messaggio ai francesi, che avevano a loro volta promosso una petizione per chiedere di rigiocare la finale, sul sito MesOpinions. L’appello d’Oltralpe, però non ha avuto lo stesso successo di quello argentino, le firme raccolte, infatti sono state circa 227 mila. «Da quando abbiamo vinto, i francesi non hanno smesso di piangere e lamentarsi e non accettano che l’Argentina sia campione del mondo e che Messi sia molto meglio di Mbappè», si legge nella petizione argentina, ideata dal tifoso Valentin Gomez. D’altro canto, «l’arbitro era completamente venduto», recita la descrizione della petizione francese. «Non ci sono mai stati fallo + rigore su Mbappe nel secondo gol!», continua il messaggio.

Le due petizioni una a fianco all’altra

La prestazione dell’arbitro

Al centro delle lamentele francesi c’è proprio la prestazione dell’arbitro, il polacco Szymon Marciniak. Contestato non solo per la decisione su Mbappe ma anche per quella di concedere rigore per il fallo di Ousmane Dembélé su Angel Di Marìa avvenuto nel primo tempo. In seguito alle accuse il direttore di gara ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha spiegato e difeso il suo operato. Bocciato con un 2/10 dal quotidiano sportivo francese L’Equipe anche per il presunto rigore negato a Thuram e soprattutto per il gol del 3-2 segnato da Messi. I francesi contestano il fatto che i giocatori della panchina argentina siano entrati in campo per esultare prima che la passa varcasse la linea della rete. Per tutta risposta, Marciniak ha detto che il comportamento dei francesi è stato «poco serio», poiché hanno omesso di menzionare che, al gol di Mbappé, ben sette giocatori della panchina francese hanno invaso il campo da gioco. Infine, i francesi, nello specifico per bocca del presidente della federcalcio francese hanno lamentato gli eccessi nei festeggiamenti dell’Albiceleste.

Twitter / L’arbitro mostra la foto che inquadra i panchinari francesi mentre invadono il campo al gol di Mbappé

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La benedizione urbi et orbi di Papa Francesco: «Sul mondo soffiano venti gelidi di guerra. Il Signore illumini chi può fermare le armi»

25 Dicembre 2022 - 13:07 Redazione
Dall'Ucraina alla Siria, al Libano, allo Yemen, all'Iran e al Myanmar, il Santo Padre ha parlato dei «tanti teatri di questa terza guerra mondiale»

«Si preferisce ascoltare altre ragioni, dettate dalle logiche del mondo. Ma la voce del Bambino, chi l’ascolta?», così Papa Francesco durante la benedizione Urbi er Orbi rivolgendo il suo primo pensiero alla guerra in Ucraina. «Il nostro sguardo si riempia dei volti dei fratelli e delle sorelle ucraini, che vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra», ha detto Francesco rivolgendo la sua preghiera al cielo, «affinché il Signore illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata». Bergoglio ha quindi dedicato un’ampia parte del suo discorso iniziale al conflitto tra Kiev e Mosca, menzionando anche la delicata questione della crisi del grano.

Chi patisce la fame

«Pensiamo alle persone che patiscono la fame, soprattutto bambini, mentre ogni giorno grandi quantità di alimenti vengono sprecate e si spendono risorse per le armi. La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando intere popolazioni a rischio di carestia, specialmente in Afghanistan e nei Paesi del Corno d’Africa». A questo proposito il Pontefice ha lanciato un appello: «Ogni guerra, lo sappiamo, provoca fame e sfrutta il cibo stesso come arma, impedendone la distribuzione a popolazioni già sofferenti. In questo giorno, imparando dal Principe della pace, impegniamoci tutti, per primi quanti hanno responsabilità politiche, perché il cibo sia solo strumento di pace». E ancora: «Mentre gustiamo la gioia di ritrovarci con i nostri cari, pensiamo alle famiglie che sono più ferite dalla vita, e a quelle che, in questo tempo di crisi economica, fanno fatica a causa della disoccupazione e mancano del necessario per vivere».

«Una carestia di pace nei teatri di questa terza guerra mondiale»

Papa Francesco ha parlato ancora di conflitti, invitando a riflettere su come «il nostro tempo stia vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale». Uno dei riferimenti è stato alla Siria, «ancora martoriata da un conflitto che è passato in secondo piano ma non è finito», e poi al Libano, «perché possa finalmente risollevarsi, con il sostegno della comunità internazionale». La preoccupazione del Papa è andata anche per la situazione in Sahel, in Yemen e per «le tensioni politiche e sociali nel continente americano, in particolare alla popolazione haitiana che sta soffrendo da tanto tempo». Il ritorno alla pace è stato chiesto dal Santo Padre anche per l’Iran e il Myanmar: «In questi due Paesi ci sia la riconciliazione affinché cessi ogni spargimento di sangue». Infine un auspicio di tregua anche per la Terra Santa, «dove nei mesi scorsi sono aumentate le violenze e gli scontri, con morti e feriti». Bergoglio ha pregato tutti di «implorare il Signore perché là, nella terra che lo ha visto nascere, riprendano il dialogo e la ricerca della fiducia reciproca tra israeliani e palestinesi». Nel giorno di Natale il Pontefice ha quindi pregato affinché «Gesù Bambino sostenga le comunità cristiane che vivono in tutto il Medio Oriente, perché in ciascuno di quei Paesi si possa vivere la bellezza della convivenza fraterna tra persone appartenenti a diverse fedi».

«Mondo malato di indifferenza»

Quello che Bergoglio ha descritto durante la sua benedizione è un mondo «malato di indifferenza, brutta malattia», che «non accoglie Gesù, anzi lo respinge, come accade a molti stranieri», o «lo ignora, come troppo spesso facciamo noi con i poveri». L’invito è ad avere memoria, in questo tempo di festa, di tutti «gli emarginati, delle persone sole, degli orfani e degli anziani, saggezza di un popolo, che rischiano di finire scartati, dei carcerati che guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani». In quanto all’impegno personale il Pontefice si è appellato alla responsabilità di ognuno «di spogliarsi di tutte quelle zavorre che impediscono di trovare una via per la pace» e di rendersi sempre più conto «dei venti di guerra continuano a soffiare gelidi sull’umanità».

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Non c’è pace per Ischia, a Lacco Ameno un masso si stacca e rotola in strada: 27 evacuati

25 Dicembre 2022 - 11:59 Redazione
Una pietra da diverse tonnellate si è staccata da una parete rocciosa. Non si registrano morti o feriti

Continua la paura a Ischia. Un grosso masso del peso di diverse tonnellate si è staccato nella serata di ieri da un costone di roccia nel comune di Lacco Ameno. Rotolando, la roccia ha raggiunto la strada in via Montevico, dove ha colpito un motorino parcheggiato, danneggiandolo. Il distacco è avvenuto in assenza di condizioni meteorologiche avverse. Fortunatamente, al momento dell’impatto, sul posto non transitavano veicoli o pedoni. A seguito dei controlli dei tecnici comunali, dei vigili urbani e dei volontari, che hanno messo la zona in sicurezza, nove famiglie, per un totale di almeno 27 persone sono state evacuate in via precauzionale dalle proprie abitazioni, riporta l’Ansa. Alcune di loro hanno trovato posto negli hotel che già ospitano gli sfollati della frana che il 26 novembre ha colpito Casamicciola, togliendo la vita a 12 persone. Altri, invece, sono stati ospitati da parenti o amici che vivono in zone considerate sicure dalle autorità. Rimane da stabilire dove traferire due anziane signore con problemi di deambulazione. Della vicenda si stanno occupando il commissariato dell’emergenza frana, capitanato da Giovanni Legnini. Su richiesta del sindaco Giacomo Pascale, l’organo sta effettuando il monitoraggio dell’intera parete rocciosa che in passato non era stata interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico.

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Statuette del presepe, video da Cortina e qualche slancio di sobrietà: gli auguri di Natale dei politici sui social

25 Dicembre 2022 - 11:51 Redazione
Tra auspici e buoni propositi anche i temi più caldi di attualità come la guerra in Ucraina e la crisi economica delle famiglie

C’è chi si immortala col cappello da Babbo Natale, chi registra l’ennesimo video, chi mostra fiero la statuetta del presepe che lo ritrae, chi punta sui temi importanti. Anche quest’anno i politici invadono i social riempendo le bacheche con auguri e auspici di tutti i tipi. Cappello bianco di lana e sorriso sulle labbra, Giorgia Meloni è apparsa sui suoi profili con un messaggio semplice: «Vi auguro una serena e felice Vigilia di Natale», ha scritto poche ore fa, postando la foto che la ritrae con l’albero di Natale alle spalle. Lo stesso che nello scatto familiare dello scorso 8 dicembre veniva addobbato dalla presidente e dalla figlia Ginevra. Maglione natalizio con tanto di scritta «Cortina», il leader della Lega Matteo Salvini invece punta sul look e si mette davanti alla telecamera: «Almeno in queste ore stop politica e polemiche», esordisce.

Meloni, Salvini, Renzi e Conte

Ma poi non resiste e si lancia in uno dei suoi proverbiali elenchi, passando a rassegna gli impegni politici del suo ministero: «Certo da due mesi penso abbiate capite che stiamo dando il massimo giorno e notte, e per quello che riguarda il mio ministero sbloccare cantieri, strade, autostrade, aeroporti, ponti, ferrovie». Poi torna al Natale e agli auguri: «Però adesso qualche ora di serenità dopo un 2022 difficile, mi auguro che nelle vostre case, famiglie, negozi, aziende, per qualche ora ci sia un po’ di tranquillità». E ancora: «Un pensiero particolare a chi sta lavorando, a chi si sta curando, a chi sta soffrendo, a chi non ha niente da festeggiare quest’anno l’arrivo di Gesù Bambino, mai mollare (…), sono convinto che il meglio deve ancora venire». Chissà se sulla scia degli ormai famosi “Appunti di Giorgia“, anche Matteo Renzi per questo Natale prende carta e penna e scrive un pensiero. Titolo in rosso «Natale 22», gli auguri scorrono nero su bianco con un pensiero particolare rivolto «alle famiglie che quest’anno vivono il primo Natale senza l’affetto e la presenza di un congiunto. Auguri grandi». Più telegrafico il leader del M5S Giuseppe Conte. Una foto con sorriso smagliante e l’augurio «di una splendida giornata e di Buon natale di vero cuore».

Berlusconi, Fascina, Calenda e Bonaccini

Silvio Berlusconi sceglie uno scatto di coppia e insieme a Marta Fascina regge in mano le statuette del presepe che li ritraggono: «Che bel regalo che abbiamo ricevuto. E voi cosa avete trovato sotto l’albero?», recita la didascalia della foto postata sui social. Poche ore prima il leader di Forza Italia era apparso anche in un video dall’atmosfera natalizia: «Tanti auguri da questo ragazzo stagionato ma dal cuore giovane». L’ex Cavaliere ha anche ripercorso le difficoltà degli anni passati tra cui il Covid, toccando il tema della crisi economica per le famiglie e della situazione in Ucraina. E a proposito di temi attuali, Carlo Calenda sceglie di fare i suoi auguri assieme a un gruppo di giovani: «Auguri di buon Natale a tutti voi ma soprattutto a loro: gli straordinari studenti ucraini che ho incontrato a Leopoli e Kiev. Passeranno una vigilia al buio e al freddo. Alcuni saranno al fronte a difendere la libertà della loro patria dall’invasore. Slava Ukraini». A vincere il premio sobrietà infine Stefano Bonaccini. Maglioncino nero e sfondo in legno, il candidato alla segreteria del Pd ha registrato un breve video di auguri: «A tutti voi, alle vostre famiglie, alle persone a cui volete bene, un grandissimo augurio di buon Natale».

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Elena Gianini Belotti: è morta la scrittrice e femminista autrice di «Dalla parte delle bambine»

25 Dicembre 2022 - 11:34 Redazione
Tra le fondatrici del Centro Nascita Montessori di Roma, il suo libro ha venduto 600 mila copie

Elena Gianini Belotti, pedagogista e scrittrice oltre che esponente di rilievo del femminismo italiano, è morta a Roma nella notte di Natale all’età di 93 anni. Gianini Belotti è stata la prima a parlare di sessismo nell’educazione nel libro “Dalla parte delle bambine”. Insegnante nella Scuola Assistenti d’Infanzia Maria Montessori, nel 1960 partecipò alla fondazione del Centro Nascita Montessori di Roma, di cui divenne direttrice. Nel centro le gestanti venivano preparate psicologicamente al parto e alla cura del bambino. Il suo primo libro “Dalla parte delle bambine”, pubblicato da Feltrinelli nel 1973, parlava del lavoro negli asili nido e analizzava «l’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita». Ovvero «come la società vuole che diventiamo donne, fin dalla nascita, o meglio, fin da quando siamo nel grembo materno». L’opera è stata ristampata in 57 edizioni e ha venduto più di 600 mila copie, oltre a essere tradotta in 15 lingue. Successivamente nel Centro arrivarono i primi incontri sui metodi contraccettivi e sull’educazione sessuale, oltre alle consulenze a domicilio sui problemi infantili nei primi tre anni di vita. Più tardi il Centro Nascita ha assunto la gestione di alcuni asili nido aziendali. L’attuale biblioteca, curata proprio da Gianini Belotti, conta più di 3 mila libri.

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I due minerali mai visti prima identificati in un meteorite caduto in Somalia

25 Dicembre 2022 - 11:20 Redazione
Si tratta di due fosfati del ferro, ma non si esclude che ve ne possa essere un terzo, che ancora si trova in fase di analisi

Due minerali mai visti prima sulla Terra sono stati identificati in un meteorite del peso di 15,2 tonnellate, il nono più grande mai trovato sul pianeta. Il professor Chris Herd, che si occupa della collezione di minerali dell’Università dell’Alberta in Canada ha ricevuto un campione di roccia da classificare. Mentre lo esaminava, si è accorto che alcune parti del campione non potevano essere identificate al microscopio. Per stabilire se si trattasse di sostanza mai viste prima, si è fatto aiutare dal professor Andrew Locock, a capo del laboratorio di microsonde elettroniche dell’ateneo, che in poco tempo ha stabilito che le sostanze sconosciute erano due minerali mai visti prima. Si tratta di due fosfati del ferro, ma non si esclude che ve ne possa essere un terzo, che ancora si trova in fase di analisi.

L’importanza del risultato

Un risultato eccezionale: «Nella maggior parte dei casi ci vuole molto più lavoro per individuare un nuovo minerale», ha spiegato Herd in un comunicato ripreso dalla Cnn. Uno dei due minerali è stato chiamato elaliite, in onore del meteorite, il cui nome è “El Ali“, che a sua volta riprende il nome della città somala dove è stato rinvenuto. Il secondo dei minerali è stato chiamato elkinstantonite, in onore di Lindy Elkins-Tanton, vicepresidente dell’iniziativa interplanetaria dell’Università dell’Arizona, nonché prima investigatrice della missione Nasa “Psyche“, che partirà alla ricerca di nuovi metalli tra Marte e Giove. Il lancio è previsto per l’1 ottobre 2023.

L’identificazione grazie ai minerali sintetici

«La scoperta è particolarmente importante perché quando si trovano nuovi minerali, significa che le condizioni geologiche che li hanno formati e la composizione chimica della roccia sono diverse da quelle che si conoscevano fino a prima della scoperta», ha spiegato Herd. «Questo è quello che rende la scoperta tanto elettrizzante», ha concluso. Il professore, inoltre, ha spiegato che l’identificazione è stata tanto rapida perché minerali simili erano già stati sintetizzati in laboratorio. Gli scienziati lo fanno in continuazione, ha spiegato Alan Rubin, esperto in materia in forze all’Università della California. «Spesso cerchiamo di creare sostanze che abbiano determinate caratteristiche utili ad usi commerciali, come ad esempio un alto potere conduttivo o un alta temperatura di fusione».

Immagine di copertina: Nick Gessler/Duke University

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Napoli, i bulli che gettano un uomo in un cassonetto per un filmato su TikTok – Il video

25 Dicembre 2022 - 11:15 Redazione
Succede a Fuorigrotta. Il deputato di Europa Verde Borrelli denuncia

In un filmato pubblicato su Tiktok un gruppo di ragazzi chiude un uomo in un cassonetto per poi rovesciarlo in strada. Il video viene da Fuorigrotta, un quartiere di Napoli. A denunciarlo è il deputato di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. «È sconcertante – ha commentato Borrelli – che i giovani per divertirsi abbiano bisogno di sviluppare prepotenze ai danni dei più fragili, che diversamente, andrebbero protetti piuttosto che trasformati in zimbelli. Fragilità spesso fa il paio con solitudine e le persone con difficoltà pur di avere compagnia non si ribellano a certe vessazioni. Il branco che si diverte a discapito del più fragile è una scena raccapricciante a cui non ci si abitua mai, è bullismo. Abbiamo segnalato il video alle autorità per identificare i responsabili di questa vergogna».

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Putin: «La Russia pronta a negoziare per la pace in Ucraina, ma Kiev e l’Occidente rifiutano»

25 Dicembre 2022 - 11:01 Redazione
Il presidente: difendiamo i nostri interessi nazionali, proteggiamo i cittadini

La Russia è pronta a negoziare con tutte le parti coinvolte nel conflitto in Ucraina. Ma Kiev e l’Occidente si rifiutano di avviare colloqui. Lo ha detto oggi il presidente Vladimir Putin durante un’intervista rilasciata alla tv di stato e riportata da Reuters. «Siamo pronti a negoziare con tutte le parti coinvolte su soluzioni accettabili, ma dipende da loro: non siamo noi a rifiutarci di negoziare, ma loro», ha detto Putin. «Credo che stiamo agendo nella giusta direzione, stiamo difendendo i nostri interessi nazionali, gli interessi dei nostri cittadini, del nostro popolo. E non abbiamo altra scelta che proteggere i nostri cittadini», ha spiegato. Secondo lo zar la politica degli avversari di Mosca mira a «dividere la Russia. “Dividi et impera”, hanno sempre cercato di farlo, ci stanno provando ora, ma il nostro obiettivo è diverso: unire il popolo russo», ha concluso.

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Sanremo 2023, Madame indagata per il Green pass falso: cosa rischia ora?

25 Dicembre 2022 - 10:46 Redazione
Il suo nome è appena spuntato tra quelli coinvolti nell'indagine, ma la vicenda potrebbe potenzialmente avere ripercussioni sulla sua partecipazione al Festival di Sanremo. Ecco come

Il nome di Madame ha fatto capolino nell’inchiesta sui falsi certificati di vaccino della procura di Vicenza. Si indaga perché la cantante vicentina risulta nella lista degli assistiti della dottoressa Daniela Grillone Tecioiu, per la quale si ipotizza il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e peculato. Ci vorrà ancora del tempo per fare chiarezza sulla vicenda, ma al Festival di Sanremo manca poco. Tra il 7 e l’11 febbraio Madame è attesa sul palco dell’Ariston per sfidare gli altri artisti in gara con il suo brano Il bene e il male, anch’esso al centro di polemiche pochi giorni fa per via del cambio di nome all’ultimo minuto. La canzone, infatti, in origine avrebbe dovuto chiamarsi Puttana. Madame è sotto contratto con l’etichetta “Sugar” con la quale collabora da quando aveva appena compiuto 16 anni. Ora che è indagata, cosa rischia Madame? La vicenda avrà ripercussioni sulla sua partecipazione a Sanremo?

Il codice etico della Rai

Dal punto vista strettamente pratico, è molto improbabile che la Rai impedisca a Madame di partecipare alla kermesse musicale. La cantante, infatti, non è sotto contratto con l’emittente nazionale, e perciò sui di lei non può essere applicato il codice etico che avrebbe potenzialmente potuto escluderla dalla competizione, spiega la Repubblica. Poche settimane fa lo stesso codice etico è stato applicato a Memo Remigi, che, nel corso di una puntata della trasmissione Oggi è un altro giorno, aveva lasciato scivolare la sua mano sulla natica di Jessica Morlacchi, per poi venire escluso dal programma. Anche l’etichetta Sugar potrebbe prevedere conseguenze per Madame, ma è difficile che la casa discografica decida di privarsi della cantante vicentina. Al momento dall’etichetta non è arrivata nessuna comunicazione.

L’effetto agli occhi del pubblico (e dei No-vax)

Più serio è invece il rischio che l’immagine di Madame sia stata compromessa agli occhi del pubblico, che potrebbe decidere di votare per gli altri cantanti in gara, in seguito all’inclusione della cantautrice, spesso considerata libera e non omologata, nelle indagini. D’altro canto, la vicenda potrebbe garantire a Madame il supporto dei No-vax, che potrebbero convincersi di avere un’alleata sul palco dell’Ariston anche prima che la giustizia faccia il suo corso.

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