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Trapani, uccide la moglie di 29 anni a coltellate: l’uomo trovato con l’arma del delitto in mano

24 Dicembre 2022 - 19:45 Redazione
La coppia viveva insieme da una decina d'anni con i tre figli. Ancora sconosciuto il movente dell'omicidio

L’ha ammazzata in casa, dove vivevano insieme, a Marinella di Selinunte, frazione marinara di Castelvetrano, nel Trapanese. La vittima si chiamava Maria Amatuzzo e aveva 29 anni e l’autore del delitto è stato immediatamente individuato: è il marito, Ernesto Favara. I carabinieri del comando provinciale di Trapani l’hanno bloccato subito dopo i fatti e l’hanno portato in caserma per essere interrogato. Quando sono arrivati, Favara aveva ancora l’arma del delitto in mano. Non è stato ancora chiarito il movente dell’omicidio. La coppia viveva insieme da una decina d’anni e aveva tre figli. Interrogato dal magistrato Stefania Tredici della Procura di Marsala, l’uomo si trova in stato di fermo mentre la casa a Marinella di Selinunte è presieduta dai carabinieri.

La testimonianza

Ernesto Favara, 63 anni, è un ex pescatore in pensione, «uno dei pescatori storici della marineria di Selinunte, ha esercitato l’attività per decenni», secondo le parole di chi ha lavorato con lui. Raggiunta la pensione, l’uomo non sarebbe praticamente più uscito in barca, per dedicarsi esclusivamente all’attività di vendita. «Aveva comprato un tre ruote e vendeva pesce nella borgata, scegliendo punti strategici dove si fermava per i clienti. La moglie collaborava con lui», dice Giacomo Russo, presidente del Comitato Sacro Cuore di Maria che nella borgata vede riuniti i pescatori devoti alla Madonna, «negli ultimi tempi lo abbiamo visto poche volte, partecipava molto di rado alle nostre attività».

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Libia, l’appello della Farnesina: «Il Paese merita elezioni libere e un governo unificato»

24 Dicembre 2022 - 19:40 Redazione
Nel giorno dell'Indipendenza del paese nord africano, l'Italia ricorda che è passato un anno dal rinvio del voto presidenziale, che si sarebbe dovuto tenere il 24 dicembre 2021

È passato precisamente un anno da quando in Libia si sarebbero dovute tenere le elezioni presidenziali. E oggi, 24 dicembre, nel giorno dell’Indipendenza del Paese nordafricano, la Farnesina manda i suoi auguri al vicino al di là del Mediterraneo, chiedendo però di dare presto agli elettori la possibilità di esprimersi nelle urne. «L’Italia si congratula con la Libia per il suo Giorno dell’Indipendenza, pur rilevando con preoccupazione che è passato un anno dal rinvio delle elezioni previste in Libia per il 24 dicembre 2021», scrive in una nota il ministero degli Esteri. «Elezioni presidenziali e parlamentari libere, eque, trasparenti e inclusive il prima possibile in tutto il paese – prosegue il messaggio – rimangono la chiara volontà e aspirazione del popolo libico che merita un governo unificato ed eletto democraticamente che possa governare per il bene dell’intero paese e dei suoi persone, nonché un legislatore con un mandato rinnovato». L’Italia sollecita poi le istituzioni libiche a coinvolgere tutte le parti in causa e, sotto la guida delle Nazioni Unite, aprire un negoziato per possa unire e pacificare il Paese, chiedendo inoltre la totale implementazione degli accordi dell’ottobre 2020 sul cessate il fuoco. «Se il presidente della Camera dei Rappresentanti e il presidente dell’Alto Consiglio di Stato non riescono a raggiungere rapidamente un accordo su una roadmap credibile verso il voto», il monito della Farnesina, l«e due istituzioni possono e devono utilizzare meccanismi alternativi per alleviare le sofferenze causate da accordi obsoleti Allo stesso tempo, l’Italia si impegna anche a sostenere un dialogo intra-libico inclusivo sotto l’egida delle Nazioni Unite».

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Norvegia, l’atleta 23enne Asbjørg Nesje batte il record del tuffo della morte – Il video

24 Dicembre 2022 - 19:30 Redazione
La giovane si è lanciata dal tetto di una piattaforma petrolifera in disuso a Trondheim, sua città nativa. Poi ha condiviso l'impresa sui social

23 anni e coraggio da vendere. L’atleta norvegese Asbjørg Nesje ha battuto il record al campionato del cosiddetto “tuffo della morte” postando l’impresa sui suoi canali social. Da un’altezza di 24 metri, la giovane si è lanciata dalla sommità di una piattaforma petrolifera in disuso a Trondheim, la città norvegese dove è nata. Usando la tecnica nota come “death dive“, Nesje ha battuto il record eseguendo il tuffo anche chiamato “lancio suicida” per il fatto che viene effettuato con una rincorsa e con un impatto sonoro sull’acqua che ricorda una sorta di “panciata”. Il record maschile è attualmente di 31,3 metri.

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Parigi, proseguono scontri e proteste nella capitale francese dopo l’attentato nel quartiere curdo – I video

24 Dicembre 2022 - 18:51 Redazione
Un uomo di 69 anni è stato arrestato in seguito all'uccisione di tre persone nel quartiere curdo della capitale parigina

A Parigi, nel secondo giorno di proteste dopo la morte di tre persone all’ingresso del centro culturale curdo Ahmet-Kaya di Parigi, in rue d’Enghien, per le quali è stato fermato un uomo, ex macchinista della Sncf che sarebbe stato animato da sentimenti razzisti, sono almeno 11 le persone arrestate dalla gendarmerie. Oggi, 24 dicembre, in Place de la République diverse centinaia di manifestanti hanno sventolato le bandiere della nazione curda e del Pkk, rendendo omaggio alle vittime dell’aggressione. Durante la manifestazione si sono verificati scontri con la polizia, nei quali sono rimasti feriti 31 agenti e un manifestante, come ha reso noto il prefetto della capitale francese Laurent Nuñez. Tra gli undici presi in custodia dalla polizia, quasi tutti sono stati fermati «per danni». Intorno alle ore 13, un’ora dopo l’inizio della manifestazione sono iniziati gli scontri sul Boulevard du Temple, a un centinaio di metri di distanza da Place de la République. Secondo la ricostruzione del prefetto, la miccia della protesta sarebbe stata innescata dalla provocazione commessa dall’autista di un furgone. Nel parapiglia successivo, alcuni veicoli sarebbero stati ribaltati e uno avrebbe preso fuoco.

La rabbia della comunità

Il sospettato, un 69enne ex macchinista dell’Sncf – la società ferroviaria francese –, ora in pensione, durante il suo arresto ha dichiarato di aver agito perché è «razzista». Quando si è recato sul posto avrebbe avuto accanto a sé una valigetta contenente «due o tre caricatori carichi, una scatola di cartucce calibro 45 con almeno 25 cartucce all’interno». L’arma utilizzata è una «1911 Colt 45» dell’esercito americano «dall’aspetto logoro». «Non abbiamo dubbi che siano degli omicidi politici. Il fatto che le nostre associazioni siano prese di mira rivela un carattere terroristico e politico», ha dichiarato Agit Polat, portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia (Cdkf).

Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, ha sottolineato su Twitter come i curdi di Francia siano stati «l’obiettivo di un odioso attacco nel cuore di Parigi». Ma la comunità non risparmia i rimproveri alle autorità francesi per la mancanza di un piano per la sicurezza del circolo culturale preso di mira ieri.

La rabbia esplode anche nei confronti della polizia che sorveglia le manifestazioni: oltre ai veicoli ribaltati e al lancio di oggetti, dei bidoni della spazzatura sono stati dati alle fiamme in Boulevard du Temple, vicino a Place de la République. Le forze di sicurezza hanno risposto con lacrimogeni al lancio di oggetti da parte dei manifestanti.

Intanto la protesta cresce e si estende anche a Marsiglia, dove centinaia di persone hanno risposto all’appello dell’associazione per la difesa dei diritti dei curdi Solidarietà e Libertà, radunandosi nel centro della città.

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Regno Unito, il dialogo surreale tra Sunak e un senzatetto: «Lavori negli affari?». «Per ora spero di passare il Natale»

24 Dicembre 2022 - 18:32 Redazione
«Uno scambio atroce», ha commentato la leader laburista Angela Rayner, unendosi alla pioggia di critiche caduta sul premier

«Vorresti buttarti nel mondo degli affari?». «Forse, prima però vorrei passare il Natale». È lo scambio non poco criticato tra il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak e un senzatetto incontrato in una mensa per i poveri. Davanti alle telecamere che riprendevano il momento, Sunak ha chiesto all’uomo se lavorasse nel mondo degli affari. «Sono un senzatetto», ha risposto l’altro. Ma il primo ministro non si è fermato. Sunak è andato avanti a parlare delle sue esperienze da uomo d’affari a Londra per poi chiedere all’uomo se il settore finanziario sarebbe stato un ambìto in cui sarebbe voluto entrare. «Non mi dispiacerebbe, ma non lo so, vorrei prima pensare a passare il Natale», la risposta. Poi la spiegazione su quanto l’uomo sperasse che un ente di beneficenza gli trovasse una sistemazione temporanea in modo che non fosse in strada per le feste. Lo scambio tra i due ha attirato non poche critiche da cittadini e classe politica, accusando il premier di non avere alcuna sensibilità e conoscenza delle reali difficoltà del Paese che guida. «Guardando questo, sono preoccupata che il primo ministro pensi che “senzatetto” indichi in realtà una persona che al momento non può permettersi una casa in campagna», ha detto la vice leader laburista Angela Rayner, descrivendo la conversazione tra Sunak e l’uomo come «uno scambio del tutto atroce». La visita al rifugio per i poveri di Sunak, era servita al ministro per ribadire la promessa del governo di 2 miliardi di sterline destinati ai senzatetto per i prossimi tre anni.

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FACT-CHECKINGArgentinaBancheFake newsLeo MessiMondiali 2022

No! La Banca Centrale Argentina non ha intenzione di stampare banconote da 1000 pesos con la faccia di Messi

24 Dicembre 2022 - 18:26 Ludovica Di Ridolfi
Tutto nasce da uno scherzo, preso troppo sul serio dopo la vittoria del Mondiale. La Banca argentina smentisce

Dopo la clamorosa vittoria ai Mondiali 2022 dell’Argentina capitanata da Lionel Messi, i riflettori del pianeta si sono puntati sul campione: tra record battuti, feste all’aeroporto e i paragoni con Maradona, il giocatore non è però riuscito a sfuggire alla disinformazione. Il caso che lo riguarda ha origine in uno scherzo di una testata argentina, presa però sul serio da diversi utenti social e testate internazionali.

Per chi ha fretta:

  • Circola sui social la notizia secondo cui la Banca Centrale Argentina starebbe pensando di festeggiare la vittoria ai Mondiali della nazionale Albiceleste producendo banconote da 1000 Pesos con il volto di Messi.
  • L’idea in realtà nasce sotto forma di scherzo, ma è stata presa seriamente e diffusa da molti utenti e testate.
  • Le autorità argentine hanno smentito che un’idea del genere sia mai stata presa seriamente in considerazione.

Analisi

La Banca Centrale Argentina «starebbe pensando di onorare la stella della nazionale Albiceleste mettendolo letteralmente sula banconota da 1000 Pesos»? Questa è la teoria che ha iniziato a circolare sui social, rilanciata anche da pagine molto seguite e da testate riconosciute come la Gazzetta dello Sport.

La fonte dichiarata per questo scoop è «il quotidiano argentino El Financero». La testata – in realtà messicana – lo scorso 19 dicembre, prima della finale della nazionale argentina ai Mondiali del 2022 in Qatar, ha infatti pubblicato un articolo in cui si legge: «Prima della finale di domenica scorsa, le autorità della Banca centrale della Repubblica dell’Argentina (l’equivalente albiceleste di Banxico), ha analizzato le opzioni per celebrare un ipotetico titolo mondiale». Successivamente, hanno sostenuto che una delle idee era quella di mettere l’immagine di Messi sulla banconota da mille pesos. Questa informazione ha iniziato a circolare sui social network, dove diversi utenti hanno preso per vero quanto pubblicato dai media messicani. 

Ma nello stesso pezzo veniva specificato che l’idea era «nata per scherzo», nonostante «i direttori più entusiasti, come Lisandro Cleri, fervente sostenitore del Boca Juniors, ed Eduardo Hecker, seguace dell’Independiente, si sono trovati d’accordo che una banconota con questo disegno avrebbe risvegliato lo spirito “colleccionista” degli argentini». Non sembrerebbe esserci mai stata, dunque, l’intenzione di valutare seriamente la proposta.

A scanso d’equivoci, i colleghi di Chequeado hanno contattato la Banca Centrale della Repubblica Argentina, la quale ha assicurato loro di non avere informazioni su un provvedimento di questo tipo. Secondo Bloomberg Línea, inoltre, la Casa de la Moneda ha accolto con stupore la notizia che circolava sui social, smentendo i presunti lavori in corso per produrre una banconota con il volto del campione del mondo.

La moneta realmente stampata per i Mondiali

Curiosamente, tuttavia, il 30 novembre 2021 la Banca Centrale della Repubblica Argentina ha annunciato l’emissione di una moneta commemorativa in occasione dei Mondiali in Qatar. Si tratta di una moneta d’argento, che in un lato raffigura «l’allegoria del punto di partenza del pallone, prima che intraprenda il suo viaggio e realizzi il sogno del gol, a fianco di una scritta che recita “REPÚBLICA ARGENTINA”». Nell’altro, è inciso il numero 5 sopra quella che sembra una rete, sopra alla scritta “PESOS” e sotto alla targa “FIFA WORLD CUP QATAR 2022”. In esergo l’anno di conio, “2021”.

Conclusioni

La notizia della banconota da mille pesos con il volto di Leo Messi dopo la vittoria ai mondiali nasce come uno scherzo, ma è stata presa sul serio da diversi utenti e testate. Le autorità argentine hanno negato che una simile proposta sia mai stata seriamente presa in considerazione.

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FACT-CHECKINGElly SchleinPDTasse

Questo discorso sull’imposta successoria non è di Elly Schlein (e non l’ha pronunciato)

24 Dicembre 2022 - 18:25 Redazione
Il discorso ha animato il dibattito sui social, ma gli insulti rivolti alla candidata per la segreteria del Pd risultano privi di fondamento

Da quando Elly Schlein ha deciso di candidarsi alla segreteria del Partito Democratico, il suo nome è entrato nel radar dei detrattori, finendo inevitabilmente coinvolto in qualche fake news volta a dividere e polarizzare il dibattito social. Questo è per esempio il caso di una sua presunta citazione sulla tassa successoria che ha iniziato a far molto discutere gli utenti su Facebook.

Per chi ha fretta:

  • Circola sui social una frase sull’imposta successoria, attribuita alla candidata alla guida del Pd Elly Schlein.
  • La frase ha scatenato l’indignazione del web, ma in realtà non è mai stata pronunciata da Schlein.
  • Risulta infatti un collage di alcune parole formulate dall’economista e politico Luigi Einaudi, morto nel 1961.

Analisi

«In una società sana, duratura, i giovani debbono potere partire da situazioni non troppo disuguali. Il che si ottiene da un lato dando a tutti i giovani la possibilità di studiare a spese dello Stato. Ma il fine si ottiene altresì decimando le fortune acquisite da tempo: l’imposta successoria deve essere congegnata in modo che gli eredi siano costretti a trasferirne allo Stato una porzione sempre più grande, sino al tutto, ad ogni successivo trapasso». Questo discorso si legge in una foto diventata virale, in cui le parole vengono affiancate alla faccia sorridente dell’aspirante segretaria dem Elly Schlein. Una posizione, quella espressa nel testo, che non ha tardato a scatenare l’indignazione degli utenti sul web.

«Signora Schlein, intanto dia il buon esempio e cominci a trasferire allo Stato italiano la sua eredità, che mi pare cospicua», si legge per esempio in questo post. «Addirittura adesso la Schlein propone una tassa di successione che dia allo stato la totalità dell’eredità! Una più disturbata è difficile trovarla!», fa eco quest’altro utente. «Non può aver detto veramente una cosa del genere…», si chiede quest’altro. «Ditemi che sta roba qui é fake», chiede un altro post. Richiesta accolta: la frase citata non è stata infatti pronunciata da Elly Schlein.

La sua reale paternità è attribuibile al politico ed economista (nonché membro dell’Assemblea Costituente) Luigi Einaudi. Secondo quanto apprendiamo dal sito ufficiale della fondazione che porta il suo nome, Einaudi si espresse in merito al tema dell’imposta successoria in tre diverse occasioni: tra le colonne di «Risorgimento liberale», 6 marzo 1946, pp. 1-2; tra quelle de «L’Opinione», 9 marzo 1946, p. 1; e infine ne L’imposta patrimoniale, Roma, Edizioni de «La Città libera», 1946, pp. 50-56.

La frase attribuita a Schlein per creare scompiglio risulta essere un collage di interventi più dettagliati. Ne riportiamo di seguito i passaggi fondamentali, per intero:

Dissi altra volta che, in una società sana, duratura, i giovani debbono potere partire da situazioni non troppo disuguali. Il che si ottiene da un lato dando a tutti i giovani la possibilità di studiare, dagli asili d’infanzia alle università ed oltre, a spese dello stato, senza onere di tasse, di libri, di pensione ed altro a carico dei genitori. A nessuno deve essere vietato, solo perché è povero, di arrivare ai gradi più alti della gerarchia sociale od, in ogni modo, di farsi valere per quel che veramente egli vale. Ma il fine si ottiene altresì decimando le fortune acquisite da tempo, cosicché i nipoti ed i pronipoti di chi formò una fortuna, non possano valersene se non in parte ed alla fine non possano valersene affatto, nella gara per la vita.

E ancora:

In secondo luogo, la imposta successoria deve essere congegnata in modo che gli eredi di colui che formò una fortuna, piccola o grande, con l’opera sua e con il suo patrimonio, mentre sono costretti a trasferirne allo stato una porzione sempre più grande, sino al tutto, ad ogni successivo trapasso a causa di morte, siano contemporaneamente indotti, se vogliono conservare il podere, la casa, l’industria avita, a ricostituire col lavoro e col risparmio la quota che essi debbono consegnare allo stato.

Conclusioni

La frase che ha scatenato l’indignazione degli utenti sul web riguardo l’imposta successoria è stata attribuita ad Elly Schlein, ma in realtà la candidata alla guida Pd non ha mai pronunciato una simile arringa. La paternità del concetto espresso nel meme è in realtà attribuibile al politico, intellettuale ed economista Luigi Einaudi, morto nel 1961.

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Covid, allarme anche in Giappone: più di 175mila contagi in 24 ore. «Il governo si prepara a nuova emergenza sanitaria»

24 Dicembre 2022 - 17:46 Redazione
«Nella capitale gli ospedali sono di nuovo messi a dura prova da pazienti gravemente malati», racconta il The Japan News

Nelle ultime 24 ore il Giappone ha registrato 177.620 contagi da Covid-19. Contando anche 399 morti. Numeri che preoccupano il governo del Paese, che ora si prepara ad affrontare una nuova emergenza sanitaria. Il virus è tornato a correre veloce e nei giorni da qui alla fine dell’anno 2022 le autorità prevedono una nuova estuante lotta contro le infezioni a catena. Particolari timori sono stati espressi dagli esperti anche per il prossimo periodo di vacanza che nel Paese del Sol Levante coincide con i giorni di festività di inizio anno, momento durante il quale, dopo due anni di restrizioni e inattività, gli spostamenti delle persone aumenteranno. Soltanto a Tokyo nelle ultime 24 ore il bollettino sanitario ha riportato 18.730 nuovi positivi. Un dato in crescita per il 19esimo giorno consecutivo e certo non incoraggiante anche perché si aggiunge all’allarme lanciato dalla Cina e in particolare dall’alto funzionario della Sanità della città di Qingdao che poche ore fa ha rivelato il conteggio di oltre mezzo milione di positivi al giorno. Numeri condivisi ma poi «corretti», con la censura del governo centrale che tiene il fermo controllo sui bollettini ufficiali del Paese. Ma ai microfoni di un notiziario gestito dal partito comunista a Qingdao, il capo della sanità locale è stato chiaro: nella città orientale, dove vivono circa 10 milioni di persone, attualmente si registrano «tra 490.000 e 530.000» nuovi contagi al giorno. Anche in Giappone la situazione si fa preoccupante. «Il governo metropolitano di Tokyo ha alzato il suo allarme per la preparazione medica al livello più alto su una scala di quattro livelli per la prima volta dall’8 settembre», riferisce il The Japan News. E ancora: «Il sistema di assistenza medica è stato messo a dura prova nella capitale perché il numero di pazienti affetti da Covid-19 gravemente malati è aumentato e sempre più personale medico è stato infettato dal virus o è diventato un contatto stretto».

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Tra le famiglie più ricche del mondo ce ne è una italiana: è la regina dei dolciumi Ferrero – L’elenco completo

24 Dicembre 2022 - 17:35 Massimo Ferraro
Nella lista stilata da Bloomberg, per il quarto anno di fila, in cima alla classifica ci sono gli eredi Walmart. L'azienda di Alba ha guadagnato invece 11 posizioni

Patrimoni netti a 12 cifre, per centinaia di miliardi. Famiglie che possono vantare una ricchezza superiore a quella di gran parte degli Stati del mondo. Nella lista stilata da Bloomberg, per il quarto anno di fila, a confermarsi come famiglia più ricca del mondo ci sono i Walton, eredi del fondatore della catena di negozi Walmart. Può far sorridere, ma l’inflazione ha colpito anche loro: in 13 mesi, pur conservando il primo posto in classifica, i Walton hanno perso circa 14 miliardi di dollari di patrimonio netto. E in generale, le 25 famiglie più ricche del mondo sono «più povere», rispetto al 2021, di 143 miliardi – ma complessivamente detengono oltre 1.500 miliardi di dollari di ricchezza. Nonostante tutte le difficoltà di quest’anno invece, la prima famiglia italiana a comparire nell’elenco è al 13esimo posto, e ha guadagnato ben 11 posizioni rispetto all’anno precedente. Si tratta della famiglia Ferrero, il colosso dolciario fondato ad Alba nel 1946, che ha un patrimonio netto di 37 miliardi, 3 miliardi di dollari in più in un anno.

Walmart, Hermes, Mars: le prime posizioni

Come si diceva, la prima in classifica – per distacco – è la famiglia Walton, con una ricchezza stimata di 224 miliardi di dollari. Nel loro portafoglio non c’è solo Walmart, basti pensare che nell’ultimo anno uno degli eredi ha acquistato la squadra di football americano Denver Broncos, un altro ha organizzato un grande evento musicale, un’altra ha un museo. Dopo di loro, con 160 miliardi, ci sono gli eredi Mars, l’azienda di barrette e dolciumi, ma anche di prodotti per animali, e che ha sede in Virginia. “Appena” 30 miliardi più dietro, ci sono i fratelli Frederick, Charles, David e William della Koch Industries, generosi finanziatori del Partito repubblicano. L’azienda, ereditata dal padre, si occupa di produzione di energia e raffinazione di petrolio, ed è attiva in numerosi altri settori, dal chimico, al minerario all’allevamento di bestiame. La quarta famiglia più ricca del mondo – la prima non statunitense – è quella di Al Saud, la dinastia regnante in Arabia Saudita, che deve le sue fortune all’estrazione e lavorazione del petrolio. A seguire ci sono gli Hermes, eredi del fondatore della storica maison francese, tra i quali gli attuali Ceo e il direttore artistico della casa di moda. Scorrendo più giù, ecco al 13esimo posto il gruppo Ferrero, l’unico italiano della lista, che dal 24esimo posto del 2021 è risalito di undici posizioni.

La lista completa

La classifica esclude le ricchezze di prima generazione e quelle controllate da un unico erede. Sono esclusi anche i gruppi la cui fonte di ricchezza è troppo «diffusa o opaca» per essere valutata.

  1. Walton, Walmart, 224 miliardi di dollari
  2. Mars, Mars, 160 miliardi di dollari
  3. Koch, Koch Industries, 128.8 miliardi di dollari
  4. Al Saud, petrolio, 105 miliardi di dollari
  5. Hermes, Hermes, 94.6 miliardi di dollari
  6. Ambani, Reliance Industries, 84.6 miliardi di dollari
  7. Wertheimer, Chanel, 79 miliardi di dollari
  8. Cargill – MacMillan, Cargill, 65.2 miliardi di dollari
  9. Thomson, Thomson Reuters, 53.9 miliardi di dollari
  10. Hoffman – Oeri, Roche, 45.1 miliardi di dollari
  11. Albrecht, Aldi, 41.4 miliardi di dollari
  12. Johnson, Fidelity Investments, 40.2 miliardi di dollari
  13. Ferrero, Ferrero, 37.1 miliardi di dollari
  14. Boehringer – Von Baumbach, Boehringer Ingelheim, 36.6 miliardi di dollari
  15. Hartono, Djarum Group, 36.3 miliardi di dollari
  16. Quandt, Bmw, 36 miliardi di dollari
  17. Pritzker, Hyatt Hotels, 34.6 miliardi di dollari
  18. Lauder, Estee Lauder, 32.7 miliardi di dollari
  19. Duncan, Enterprise Products Partners, 30.1 miliardi di dollari
  20. Van Damme – De Spoelberch – De Mevius, Anheuser-Busch InBev, 29.9 miliardi di dollari
  21. Kwok, Sun Hung Kai Properites, 29.2 miliardi di dollari
  22. Dassault, Dassault Sstemes, 28.5 miliardi di dollari
  23. Cox, Cox Enterprises, 28.3 miliardi di dollari
  24. Mistry, Shapoorji Pallonji Group, 27.4 miliardi di dollari
  25. Mills, Medline Industries, 26.2 miliardi di dollari
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FACT-CHECKINGFotoJoe BidenUcrainaUSAVolodymyr Zelensky

La foto di Joe Biden dove palpa Volodymyr Zelensky durante la visita alla Casa Bianca è un fotomontaggio

24 Dicembre 2022 - 17:24 David Puente
L'immagine originale è stata condivisa da Jill Biden, modificata talmente male che hanno lasciato una "ditata di troppo"

Il recente incontro tra Volodymyr Zelensky e Joe Biden a Washington ha scatenato la fantasia degli utenti. Gli Stati Uniti invieranno un pacchetto di aiuti all’Ucraina contro l’aggressore russo, dove sarebbero presenti anche i missili Patriot. «Cosa non si fa per avere i missili patriots…» scrive un utente condividendo un’immagine dove il Presidente americano starebbe palpeggiando quello ucraino.

Per chi ha fretta

  • Si sostiene attraverso una foto che Joe Biden abbia palpato Zelensky durante la sua visita alla Casa Bianca.
  • L’immagine è identica, mano a parte, a quella pubblicata da Jill Biden su Twitter.
  • Lo scatto pubblicato da Jill Biden è stato modificato per diffondere la falsa notizia.
  • Nel fotomontaggio è stato lasciato un dito di Joe Biden sotto la mano di Jill Biden, elemento provante della manipolazione.

Analisi

Ecco uno dei post che circola online, dove vengono riportati screenshot di altri utenti in lingua spagnola:

Un altro condivide lo screenshot di un video pubblicato su TikTok (@sawmillguy3) dove viene mostrata l’immagine statica:

Immagine modificata

La foto originale è stata condivisa da Jill Biden, first lady americana, attraverso il suo account Twitter ufficiale:

La mano di Joe Biden non si trova affatto nella posizione mostrata nell’immagine che circola online, questo perché risulta manipolata. Per prima cosa, possiamo notare che tutti i presenti si trovano nella stessa posizione, entrambe le immagini si sovrappongono perfettamente a parte il braccio di Joe Biden.

Osservando bene l’immagine falsa, notiamo un elemento nella mano di Jill Biden. Prendiamo una parte della foto manipolata pubblicata dall’utente @Kingmoj3:

Nella mano sinistra di Jill Biden è rimasto il pollice di Joe Biden. Questo dimostra di come l’autore della manipolazione si sia “perso un dito”, il quale risulta mancante e mal “ricreato” nella mano destra di Biden.

Conclusioni

Quella che viene diffusa come la prova di una palpata da parte di Joe Biden a Zelensky è un fotomontaggio, una manipolazione dello scatto pubblicato da Jill Biden nel suo profilo Twitter ufficiale.

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Il ciclismo piange un altro campione, morto Vittorio Adorni. La figlia di Gimondi: «Salutami papà»

24 Dicembre 2022 - 17:04 Redazione
A breve distanza dalla tragica fine di Davide Rebellin e dalla scomparsa di Ercole Baldini, l'ex atleta se ne va a 85 anni

Il ciclismo piange ancora un altro dei suoi grandi protagonisti. L’ex campione Vittorio Adorni è morto oggi, 24 dicembre, a 85 anni. A dare notizia della scomparsa è Norma Gimondi, figlia di Felice, altro indimenticato maestro della bicicletta. «Ciao Vittorio, salutami papà. Sentite condoglianze alla famiglia, vi siamo vicine», ha scritto su Facebook. Nato a San Lazzaro Parmense il 14 novembre 1937, Adorni è stato professionista dal 1961 al 1970, vincitore nel ’65 del Giro d’Italia e, tre anni dopo, campione del mondo di ciclismo a Imola. Una perdita che arriva a breve distanza dalla tragica fine di Davide Rebellin e dalla scomparsa di Ercole Baldini. Adorni ha segnato l’epoca dominata da grandi nomi del ciclismo come Eddy Merckx e lo stesso Felice Gimondi. «A nome di tutto il mondo del ciclismo i sensi del più profondo cordoglio alla famiglia», ha scritto il presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci), Cordiano Dagnoni. Il ricordo è per il campione che a soli 24 anni esordì nei professionisti e che conquistò il Giro d’Italia battendo Gimondi e Zilioli. Storica fu la cavalcata di 90 chilometri al mondiale di Imola, quando Adorni tagliò il traguardo con 9’50” su Herman Van Springel e 10’18” su Michele Dancelli, entrando ufficialmente nella storia del ciclismo. Quando nel 1970 mise fine alla sua carriera sportiva, il campione contava 60 successi tra i professionisti. Dopo la sua discesa dalla sella, ricoprì il ruolo di dirigente della squadra Salvarani e della Bianchi. Poi fu la televisione a scoprire il suo talento da commentatore: Sergio Zavoli lo ingaggiò nel Processo alla tappa, dove Adorni mostrò grande capacità comunicativa. «L’uomo della fuga di 90 chilometri a Imola 1968 se n’è andato alla vigilia di un Natale per questo ancora più triste per gli appassionati di ciclismo dopo Davide ed Ercole. Ciao Vittorio», recita il saluto della Federciclismo.

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Corato, la recita di Natale parla di morte: bimbi in lacrime e genitori infuriati. Il regista: «Un fraintendimento»

24 Dicembre 2022 - 16:28 Redazione
I piccoli tra il pubblico si sono spaventati e sono stati portati via dalle mamme e dai papà prima della fine dello spettacolo

Non se l’aspettavano i bambini, che a una parte dello spettacolo dovevano partecipare in prima persona, e neanche i genitori, venuti a seguire la tradizionale recita natalizia dei figli, e che quest’anno non si sono sicuramente annoiati. Quando si sono accese le luci sul palco infatti, il regista de La cattedrale vivente ha esordito con un monologo che ha sorpreso gli adulti e spaventato i bambini: «Dobbiamo cacciare l’ala dell’Angelo nero che dà la morte che annuncia la morte e quindi annuncia la Vita, perché se nasci tu lo sai che devi morire». In platea sono iniziate a scendere le lacrime, non di commozione ma di angoscia, dei bimbi e delle bimbe, mentre i genitori provavano a consolare i loro figli lasciando i locali della Cantina Terra Maiorum dove si stava svolgendo lo spettacolo – con il patrocinio anche del comune e della regione – lo scorso 21 dicembre. «Tutto quello che era stato preventivamente concordato dall’artista con i docenti referenti ha assunto connotazioni non facilmente comprensibili dai bambini di questa fascia d’età durante lo spettacolo finale», si sono dissociati i dirigenti della scuola Nicola Fornelli di Corato, nel barese, «i docenti non avevano infatti contezza dell’intero programma della serata, essendo state interessate per tutto il percorso di preparazione dello spettacolo alla semplice performance corale», alla quale dovevano partecipare gli alunni e le alunne. Roberto Corradino, attore e regista dello spettacolo, si è scusato per quanto accaduto e ha chiesto un confronto con la scuola e i genitori. «Vogliamo chiarire con le famiglie dei bimbi i fraintendimenti inattesi a cui siamo andati incontro – ha scritto Corradino – evidentemente le parole utilizzate sono state poco chiare, le aspettative deluse e disattese. Purtroppo questa é una percezione reciproca, e noi di Associazione Verso Sud ci scusiamo e siamo prontissimi ad un apertura di dialogo diretto con la scuola e i genitori».

Foto di copertina: CoratoLive.it

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