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Tempesta Elliott su Usa e Canada: cos’è il vortice polare e cosa succede con il cambiamento climatico?

23 Dicembre 2022 - 23:22 Antonio Di Noto
Con temperature che in certe aree toccano i 40 gradi sotto zero, il Nord America è stretto nella morsa di un freddo eccezionale

In queste ore buona parte del Nordamerica si trova stretta nella morsa del freddo polare portato dalla tempesta Elliott. Circa 200 milioni di persone, dopo aver vissuto temperature che spesso erano ben maggiori delle medie di dicembre, sono ora esposte a un freddo che in certe aree ha toccato anche i 40 gradi sotto zero. Il vortice polare che sta investendo gli Usa ha già causato la morte di almeno 8 persone, mentre oltre un milione sono senza elettricità. Sono poi circa 10 mila i voli cancellati per il freddo dagli aeroporti di New York, Chicago e Denver. «Questa non è una giornata di neve come quelle di quando eravamo bambini, si tratta di roba seria», ha dichiarato il presidente degli Usa Joe Biden mentre tempeste di neve, pioggia gelida e venti polari spazzano il continente dal Canada fino al Rio Grande. Ma a cosa si deve in freddo tanto potente e repentino? C’entra il cambiamento climatico? C’è chi sostiene che questa sia la prova che il riscaldamento globale non esista, ma in realtà, spiegano gli esperti, il caso potrebbe essere un esempio dell’esatto opposto, un’ulteriore ragione per cui il fenomeno dovrebbe preoccupare l’umanità.

Cos’è il vortice polare e perché si trova sopra il Nordamerica?

Come spiega il New York Times, il freddo intenso è causato dalla discesa del vertice polare a latitudini per lui insolite. Si tratta di una grossa massa d’aria che normalmente ruota attorno al Polo Nord, ma che ogni tanto scivola fuori dai propri confini, come è già accaduto nel febbraio del 2021, quando gran parte del Texas rimase al buio. A contenere il vortice polare al suo posto è la cosiddetta corrente a getto, che si genera a causa della differenza di temperatura tra il polo, gelido, e le zone temperate, meno fredde. Gli scienziati non sono certi che questa deviazione del vortice polare sia stata causata dal riscaldamento globale, ma molti sostengono un’altra cosa: Il cambiamento climatico rende questo genere di fenomeno molto più comune e probabile.

Il ruolo del cambiamento climatico

Secondo alcuni scienziati, come spiega il quotidiano statunitense, la maggiore quantità di energia presente nell’atmosfera a causa del riscaldamento globale fa sì che si formino delle onde che piegano la corrente a getto e portano il vortice polare fuori dalla propria traiettoria. Una di queste onde del vortice polare si trova attualmente sopra il Nordamerica. Altri esperti, invece, pur concordando con il fatto che siano le onde del vortice polare a causare il freddo che in queste ore sta colpendo Usa e Canada, sono più cauti, e sostengono che l’effetto del cambiamento climatico sul fenomeno, osservato per lo più negli anni 1990 e 2000 non si starebbe replicando anche ora.

Elena Shao / The New York Times | Schema grafico che rappresenta il vortice polare in queste ore

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Ucraina, a Mariupol le forze russe cancellano il passato: demolito il teatro bombardato da Mosca a metà marzo – Il video

23 Dicembre 2022 - 23:09 Redazione
Per il consigliere del sindaco della città nell'oblast di Donetsk si tratta di un «tentativo da parte di Mosca di nascondere le prove della più grande uccisione simultanea di civili ucraini della guerra»

A Mariupol i russi cancellano il passato. E lo fanno demolendo il teatro d’arte drammatica, luogo-simbolo della guerra in Ucraina, bombardato dalla stessa Federazione russa il 16 marzo scorso mentre veniva utilizzato come rifugio antiaereo dalla popolazione civile ucraina. L’attacco aereo da parte di Mosca, infatti, uccise – a meno di un mese dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina – almeno 300 persone (600 secondo le successive ricostruzioni). Il video pubblicato dal ministro della Cultura ucraino, Oleksandr Tkačenko, mostra come i lavoro di demolizione del teatro siano in fase molto avanzata: le pareti laterali del teatro, infatti, sono già state completamente abbattute dalle ruspe russe. In questi mesi le attività da parte di Mosca sono state nascoste anche agli occhi dei satelliti, grazie soprattutto a impalcature e teli – come aveva sottolineato la Bbc a inizio dicembre – che hanno impedito il monitoraggio della struttura. Per Tkačenko si tratta di un «tentativo di nascondere per sempre le prove dell’uccisione di civili ucraini» da parte delle forze russe. Una settimana prima del bombardamento lo scenografo del teatro aveva usato della vernice bianca per scrivere “Bambini” in cirillico sul marciapiede esterno, nella speranza di scongiurare un attacco da parte di Mosca. Ma il 16 marzo l’esercito russo bombardò comunque il teatro. In mattinata era arrivata anche la denuncia da parte di Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. «Per la seconda volta in 100 anni i russi costruiscono il teatro sulle ossa dei morti – aveva denunciato su Telegram -. Nei tempi sovietici venne edificato sopra i resti dei soldati tedeschi, ora su quelli della gente di Mariupol». Quello che rimane, per il funzionario ucraino, è solo la rabbia. «Non nascondono neppure le proprie intenzioni, c’è rabbia, solo rabbia», ha concluso.

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Tempesta Elliott, temperature estreme e disagi negli Usa: almeno 8 morti e migliaia di voli cancellati nel weekend di Natale – I video

23 Dicembre 2022 - 22:40 Redazione
A causa della tempesta oltre 1 milione di persone sono rimaste senza luce. North Carolina, Maine, New York e Virginia tra gli Stati più colpiti

Lo snowmageddon si sta abbattendo sul Nord America, e l’allerta meteo riguarda circa 200 milioni di persone, il sessanta per cento della popolazione degli Stati Uniti che, insieme al Canada, stanno affrontando la furia della tempesta d’inverno ribattezzata Elliott. Secondo il New York Times sono almeno 8 i morti registrati in queste ore dalle autorità a seguito di incidenti stradali collegati alla tempesta. Di ora in ora, aumentano i disagi e il numero di persone coinvolte da quello che potrebbe presto diventare un bomb cyclone, un ciclone bomba che porta con sé venti fortissimi, ghiaccio, pioggia e neve abbondante e che viene definito così quando la sua pressione centrale diminuisce molto rapidamente, di almeno 24 millibar in 24 ore. «Entro la fine di questa settimana in alcune parti del paese sono possibili temperature da brivido di -50 gradi», fa sapere il National Weather Service. Come riporta il Nyt, finora sono oltre 11.000 i voli cancellati, in un weekend in cui milioni di persone si stanno spostando per raggiungere i propri affetti per Natale, e almeno 1,4 milioni le persone rimaste senza luce: North Carolina, Maine, New York e Virginia tra gli Stati più colpiti. A rischio ci sono anche le consegne dei regali di Natale: FedEx ha infatti avvertito che i problemi nei trasporti per il maltempo potrebbero causare ritardi nelle consegne attese prima del 25 dicembre. Anche il presidente Joe Biden ha invitato la popolazione a restare a casa. «Sono pronto ad aiutare le comunità con tutto ciò di cui avranno bisogno», ha scritto su Twitter.

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POLITICACamera dei deputatiGoverno MeloniLegge di bilancioVideoVoto di fiducia

Manovra, la Camera vota il primo sì alla fiducia. Ora gli ordini del giorno: si andrà avanti tutta la notte – Il video

23 Dicembre 2022 - 22:00 Redazione
Il voto finale è previsto all'alba del 24 dicembre

Con 221 sì e 152 no e 4 astenuti la Camera conferma la fiducia al governo Meloni sulla manovra. Dopo il dibattito sulle intenzioni di voto sulla legge di bilancio, in serata era iniziata la fase di voto. Poco prima dell’inizio della seduta, sono stati trovati due errori in altrettante tabelle allegate alla manovra. Un’altra grana per la maggioranza, dopo i 44 rilievi evidenziati dalla Ragioneria di Stato su altrettanti punti che sarebbero stati privi di copertura finanziaria e che hanno riportato il testo in Commissione. Il governo ha già presentato due emendamenti per le nuove correzioni. Le tabelle, insieme ai due emendamenti, verranno votate dopo la fiducia – che riguarda solo il testo della legge di bilancio – prima degli ordini del giorno. Secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari sarebbe stata innovata la prassi secondo la quale si comincia con il votare la prima sezione e poi la seconda. Il dibattito è andato avanti fino alle 20.50, quando è iniziata la chiama per il voto di fiducia sui circa 200 ordini del giorno.

Le novità

Le ultime novità, contenute in un emendamento alle tabelle allegate alla legge di bilancio e votate separatamente, riguardano i fondi, pari a 400mila euro, per contrastare la peste suina in Piemonte e altri, 20 milioni, per consentire al ministero della Cultura di acquistare in via di prelazione beni culturali che, secondo quanto viene spiegato, servirebbero per l’acquisto di Villa Verdi, la villa progettata da Giuseppe Verdi dove il compositore ha vissuto con la moglie.

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Scuola, Valditara: «Classi di 10 alunni contro l’abbandono scolastico». Tutte le novità, dai tutor alla didattica personalizzata

23 Dicembre 2022 - 21:32 Antonio Di Noto
In un'intervista a la Repubblica il ministro dell'Istruzione tocca vari argomenti a lui cari, tra cui il bullismo e l'orientamento scolastico

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara assicura che per contrastare l’emergenza abbandono scolastico «da gennaio andrò nelle scuole in realtà difficili per capire, ci sono situazioni dove i genitori non mandano volontariamente i figli a scuola ed è gravissimo». In un’intervista a la Repubblica il ministro spazia e parla di tutte le novità che ha intenzione di introdurre nella scuola italiana: ci sono i tutor, classi sperimentali meno numerose di quelle attuali – 10 studenti -, la didattica personalizzata e anche una commissione di esperti per contrastare il bullismo. Riguardo le tensioni nelle scuola di cui parlano docenti e presidi, il ministro dichiara: «La scuola deve tornare a essere luogo di serenità, dopo la tensione emotiva causata dalla pandemia e dopo le conflittualità esplose in questi ultimi anni. Penso ad uno Stato-amico: ecco anche la scuola deve essere amica». E per farlo, spiega il ministro, «abbiamo appena approvato le linee guida sull’orientamento che introducono l’idea della personalizzazione dell’insegnamento e la figura del docente tutor alle medie e superiori».

L’orientamento e i tutor

A essere menzionate sono poi le 30 ore di orientamento che il ministero intende introdurre con la nuova riforma della scuola. «Ogni scuola le gestirà in autonomia», spiega Valditara, facendo presente che «non sono una nuova materia. Alle medie e nel biennio delle superiori potranno anche essere corsi al pomeriggio, nel triennio, coi più grandi, saranno 30 ore curriculari per ogni anno, non solo in quarta e quinta come prevedeva il Pnrr». A queste, dovrebbero associarsi anche i tutor. Ciascuno di loro «in ogni classe e specificamente formato, avrà questa funzione aggiuntiva, dovrà farsi carico di chi ha maggiori difficoltà di apprendimento o disagio psicologico lavorando in team coi colleghi, suggerendo percorsi e supporti specifici, dialogando con le famiglie» per aiutarle, assieme allo studente, nel percorso di orientamento.

L’esempio francese contro l’abbandono scolastico

Valditara tocca anche il caso di Mirko Destefani, che ha fieramente abbandonato la scuola a 16 anni, dopo aver ottenuto appena la licenza media. Il ministro spiega che la storia lo «ha colpito». Soprattutto perché «in tanti suoi fallimenti c’è stato un passaggio positivo: quando si era ben inserito dai Salesiani. Bisogna capire poi cosa si è interrotto. A Mirko dico di riaccendere quella luce, di tornare a scuola: «Se non riesci a concludere un percorso formativo, rischi di non avere in mano nulla, di avere una vita di profondo disagio». Sull’abbandono scolastico nei contesti socio-culturali più disagiati, Valditara cita l’esempio delle banlieue francesi: «Mi incontrerò presto con il ministro francese per sperimentare anche da noi classi da 10 alunni invece che 20-25 nei contesti più difficili. All’Ocse ho portato la proposta di creare una banca dati sulle migliori pratiche nella lotta alla dispersione scolastica. Mentre ho appena istituito una commissione di esperti sul bullismo che è una delle cause dell’abbandono, per trovare soluzioni».

I fondi e il Pnrr

Il ministro informa poi del fatto che il Pnrr prevede per la scuola circa 1,9 miliardi di fondi, 1,2 dei quali dedicati solo alla riqualificazione degli edifici. Anche se ammette che la manovra al vaglio della Camera proprio oggi effettua tagli alla scuola per 116 milioni in tre anni. A riguardo commenta: «I tagli sono collegati agli obiettivi stabiliti dal governo Draghi, abbiamo selezionato voci che impattano il meno possibile sulla scuola».

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ESTERIArrestiGiovaniInchiesteInghilterraOmicidiRegno UnitoSicilia

Fidanzati siciliani morti in Inghilterra a colpi di martello: i corpi trovati grazie al padre del sospettato in stato di fermo

23 Dicembre 2022 - 21:00 Redazione
Il presunto omicida, fermato poco dopo, avrebbe problemi psichici e, probabilmente dopo una lite, avrebbe assassinato Nino Calabrò e Francesca Di Dio nella casa di Thornaby-on-Tees

Sarebbe stato il padre del ragazzo fermato per l’omicidio dei due fidanzati siciliani uccisi mercoledì 21 dicembre in un casa a Thornaby-on-Tees in Inghilterra, a far trovare agli investigatori i corpi delle vittime. L’uomo, un palermitano, avrebbe provato a chiamare il figlio, coinquilino di Nino Calabrò – il giovane della provincia di Messina, ucciso insieme alla compagna Francesca Di Dio –  senza, però, ricevere risposta. A quel punto, come riporta Ansa, sarebbe andato a cercarlo proprio nella casa che condivideva con Nino. Una volta entrato avrebbe trovato i corpi delle vittime. Terrorizzato, non avendo contatti nel Regno Unito, ha chiamato un amico poliziotto della questura di Milano che ha allertato immediatamente i colleghi della seconda divisione Interpol del Servizio Cooperazione internazionale di Polizia, intervenuti sul posto insieme ai colleghi inglesi. Il presunto omicida, fermato poco dopo, avrebbe problemi psichici e, probabilmente dopo una lite, avrebbe assassinato il coinquilino e la fidanzata con un martello.

Deposti mazzi di fiori davanti alla casa di Thornaby-on-Tees

Mazzi di fiori sono stati lasciati davanti alla casa di Thornaby-on-Tees, in Inghilterra, dove i due fidanzati siciliani, Francesca Di Dio e Nino Calabrò, sono stati uccisi. A riferirlo è il sito di notizie locali Teesside Live. Nel frattempo, l’abitazione del ragazzo risulta ancora transennata dagli agenti di polizia che cercano di ricostruire la dinamica della vicenda. Sconvolti i vicini dei due ragazzi della provincia di Messina. «Quanto è successo è davvero terribile», ha detto una donna al sito inglese. «Nessuno in strada li conosceva davvero. Ma non davano fastidio a nessuno», conclude. Il 7 dicembre scorso, nel loro ultimo post su Facebook, facevano un occhiolino verso l’obiettivo dello smartphone. Il ragazzo, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, si era trasferito nel Regno Unito dove lavorava come croupier al Grosvenor G Casinò. Mentre la giovane – che viveva a Montagnareale, in provincia di Messina – era andata a trovarlo, come faceva spesso. Stavano insieme da più di tre anni, dal 27 settembre 2019. I loro corpi senza vita sono stati ritrovati mercoledì 21 dicembre. La polizia indaga per omicidio. In un primo momento aveva sospettato un cittadino iraniano. Ora è in stato di fermo un ex coinquilino di Calabrò. Si tratta di un ragazzo originario di Palermo che soffrirebbe di psicosi. E che per ucciderli avrebbe usato un martello.

L’omicidio di Francesca di Dio e Nino Calabrò

La polizia ha fatto sapere che il fermato è sospettato di omicidio. Resta al momento detenuto in custodia cautelare. Ma l’ispettore capo Peter Carr ha anche lanciato un appello «a chiunque si sia trovato a passare davanti all’abitazione in Thornaby Road tra le 10 e le 11 di mercoledì». È mistero fitto sull’eventuale movente. Calabrò, figlio di un sottufficiale della Guardia di Finanza di stanza a Milazzo, si era diplomato all’istituto industriale. Poco dopo aveva trovato lavoro in una pizzeria. Poi aveva superato un corso di croupier a Catania, che gli aveva dato la possibilità di trovare un impiego sulle navi da crociera. Tre anni fa gli era capitata l’opportunità di un posto al Grosvenor Casino di Stockton-on-Tees, una città di 80 mila abitanti a nordovest di Thornaby nello Yorkshire. Francesca, che aveva lasciato gli studi all’Istituto d’arte, era andata a trovarlo per le vacanze natalizie. Non era la prima volta: alcuni mesi fa era volata in Inghilterra e aveva trovato un lavoro stagionale in un ristorante.

Foto copertina: Teesside Live | Mazzi di fiori davanti alla casa di Nino Calabrò

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Meloni in Iraq. La strana storia della bandiera irlandese al posto di quella Italiana, smentita dell’ambasciata

23 Dicembre 2022 - 20:50 Redazione
Nonostante la replica ufficiale, i dubbi di una gaffe da parte iraqena permangono

La premier Giorgia Meloni ha raggiunto l’Iraq nella mattinata di oggi, 23 dicembre. Ad accoglierla a Baghdad ha trovato il suo omologo Mohammed Shia Al Sudani, con il quale ha avuto un colloquio al Palazzo del governo. Ma le immagini e i video che hanno catturato i momenti dell’incontro hanno presto destato qualche perplessità: i colori della bandiera italiana risultano infatti un po’ troppo tendenti all’arancione. E questo ha scatenato il sospetto di una gaffe del governo ospitante, che avrebbe confuso il tricolore caratteristico dello Stivale con la bandiera irlandese.

L’ambasciata d’Italia in Iraq è presto intervenuta per fare chiarezza: «Smentiamo ufficialmente la notizia di un supposto errore riguardante l’imbandieramento dell’incontro odierno del PdC Giorgia Meloni con l’omologo iracheno Mohamed Al Sudani a Baghdad, frutto di un mero effetto ottico. Le bandiere utilizzate erano della Repubblica Italiana», è stato il messaggio diffuso via Twitter.

Eppure, a guardare le foto dell’evento, i dubbi restano. A fugare il sospetto che possa trattarsi di un mero gioco di luci, infatti, c’è il paragone con la bandiera irachena posta al fianco di quella incriminata: in essa il rosso non presenta alcuna sfumatura incerta, mentre appare chiaramente distinguibile dal colore di quella che dovrebbe essere la bandiera italiana.

I sospetti

L’affidabilità delle fonti dell’immagine, come ad esempio GettyImages, indicherebbe che non siamo al cospetto di foto alterate digitalmente per misteriosi intenti diffamatori. Sul portale sono presenti diverse testimonianze del meeting, che ritraggono i suoi protagonisti da diverse distanze e in diverse angolature, ma con gli stessi colori. E se anche le luci e le saturazioni cambiassero, come in questo video dove i rossi appaiono decisamente aumentati, il confronto con il drappo iraqeno fa in modo che persista l’evidenza di due colori decisamente differenti nelle due bandiere in questione.

Inoltre, nelle foto scattate dalla stessa inquadratura e nel medesimo scenario, torna a far capolino il contestato arancione.

Abbiamo per scrupolo controllato i colori apparsi negli altri incontri istituzionali. Nei casi esaminati, i rossi del tricolore italiano e della bandiera iraqena appaiono palesemente più simili tra di loro. La discrepanza cromatica in questione, per esempio, non viene riscontrata nell’incontro del 5 maggio 2021 tra l’ex Presidente del Senato italiano, Elisabetta Casellati, e il ministro degli Esteri iracheno Fouad Hussein. E nemmeno in quello del febbraio 2020 tra l’allora premier Giuseppe Conte e il Primo Ministro della Regione Autonoma del Kurdistan iracheno, Masrour Barzani. Così come non si nota alcuna differenza nei colori presenti nei drappi che appaiono alle spalle dell’ex Ministro degli Esteri Luigi Di Maio mentre incontra il Presidente del Kurdistan Iracheno, Nechirvan Barzani, a un anno esatto di distanza dalla visita di oggi.

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Juventus, si riapre il processo plusvalenze? La decisione il prossimo 20 gennaio. Cosa rischia il club

23 Dicembre 2022 - 20:11 Redazione
La Figc pare intenzionata ad appellarsi alla decisione che ha assolto i bianconeri nel primo processo tenutosi in primavera, alla luce delle nuove prove emerse dalle indagini della procura di Torino

Si terrà il 20 gennaio prossimo l’udienza davanti alla Corte d’Appello della Figc per il caso plusvalenze nel quale sono coinvolte la Juventus e altre società calcistiche italiane, secondo quanto riporta Ansa. Sarà lì che si deciderà se il processo nel quale la Juventus è stata assolta dovrà essere riaperto alla luce delle nuove prove della procura torinese. Giusto ieri, infatti, la Procura federale ha proposto il ricorso per revocazione parziale non solo per la Juve, ma anche per Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara, oltre a 52 dirigenti di queste società. Nel ricorso verranno portate le richieste di condanna alle sanzioni proposte dalla procura, che verranno rivelate proprio durante l’udienza del 20 gennaio. Questa arriva dopo che la Figc ha chiesto la revoca della sentenza della Procura di Torino che aveva assolto il club bianconero. Secondo la federazione, infatti, nelle 14 mila pagine di documenti che sono passate al vaglio degli inquirenti torinesi, esistono «numerosi, nuovi e ulteriori indizi gravi precisi e concordanti, idonei a modificare la decisione finale».

Il metodo delle plusvalenze

Al centro dell’attenzione c’è sempre lo stesso «sistema collaudato nel tempo dalla Juventus di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche bensì di realizzazione di plusvalenze». Ciò sarebbe avvenuto «senza esborsi finanziari», riporta Eurosport, e con «scambi addirittura a prescindere dal soggetto da scambiare spesso neanche nominato se non con una semplice X». Eloquente è un’intercettazione attribuita all’allenatore della Juventus, Max Allegri: «Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va a comprare il giocatore che gli serve, cioè tu devi capire che il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze e quindi era un mercato del ca**o».

La Juventus rischia la retrocessione?

Secondo la Gazzetta dello Sport, la possibilità di retrocessione dei bianconeri sono «molto remote». Ciò si deve alla difficoltà nello stimare quanto denaro sarebbe effettivamente stato spostato con il metodo delle plusvalenze. La possibilità è inclusa nel comma 2 dell’articolo 31 del codice di Giustizia sportiva, ma sarebbe solo una grossa differenza di ricavi a fare sì che i giudici lo possano considerare.

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Sparatoria a Parigi, Macron: «Attacco odioso contro i curdi». Il video dell’arresto dell’assalitore

23 Dicembre 2022 - 20:05 Redazione
Per il governo francese l’assalitore al centro curdo ha «deliberatamente preso di mira stranieri». Era appena uscito di prigione

Cresce di ora in ora il sospetto che l’attacco avvenuto questa mattina all’ingresso del centro culturale curdo Ahmet-Kaya di Parigi, in rue d’Enghien nel decimo arrondissement, sia legato a motivi di stampo razziale. Giunto sul luogo dell’attacco, che ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre tre, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha dichiarato infatti che l’uomo fermato dalla polizia sulla scena del delitto ha «deliberatamente preso di mira degli stranieri». Mentre il presidente francese, Emmanuel Macron, ha sottolineato su Twitter come i curdi di Francia siano stati «l’obiettivo di un odioso attacco nel cuore di Parigi». E poi ancora: «Pensieri alle vittime e alle persone che lottano per la vita, alle loro famiglie e ai loro cari. Riconoscenza alle nostre forze dell’ordine per il loro coraggio e il loro sangue freddo». Secondo quanto ricostruiscono i media francesi, l’uomo che avrebbe sparato diversi colpi d’arma da fuoco ha 69 anni ed è un ex macchinista dell’Sncf – la società ferroviaria francese – ora in pensione. Gli agenti che l’hanno fermato avrebbero sequestrato l’arma utilizzata per sparare. Non sarebbe stato il suo primo arresto. L’uomo era infatti appena uscito di prigione: appena «una decina di giorni fa», secondo quanto ha confemato la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau. L’emittente francese Bfmtv è stata la prima a rivelare che il 69enne appena un anno fa aveva attaccato, armato di sciabola, un campo migranti della capitale, ferendo quattro persone, due delle quali in modo grave. L’uomo era di conseguenza stato incriminato per violenze di carattere razzista: dopo essere stato liberato, si trovava ora «sotto controllo giudiziario in attesa del processo». Il presunto killer è egli stesso ferito, e si trova in ospedale, ma non sarebbe grave. La procura della capitale ha confermato che è stata aperta un’inchiesta con i capi d’accusa di assassini, omicidi volontari e violenze aggravate. «Il pericolo è scampato, le motivazioni del gesto restano al momento sconosciute», ha fatto sapere una fonte di polizia.

La ricostruzione

Un commerciante di un negozio vicino alla sede del centro curdo ha detto all’Afp di aver sentito sette o otto colpi di fuoco in strada: «è stato il panico totale, ci siamo rinchiusi dentro». Diversi passanti avrebbero assistito alla scena, indicando subito dopo agli agenti intervenuti il responsabile, rifugiatosi in un salone di bellezza. «Ho visto i poliziotti entrare nel salone dove c’erano due persone a terra, ferite alle gambe, nel sangue», ha detto un testimone, Emmanuel Boujenan, all’agenzia di stampa francese. La premier francese Elisabeth Borne ha espresso in un tweet «pensieri e totale sostegno alle vittime della sparatoria» e «gratitudine verso i poliziotti che hanno fermato il presunto autore di questo atto odioso».

Il possibile movente razziale e le polemiche politiche

Le notizie emerse nelle ore successive alla sparatoria sui precedenti per violenze razziste del presunto killer stanno però alimentando crescenti tensioni politiche. Sul piano dell’ordine pubblico, la polizia ha diramato una circolare per organizzare un immediato dispositivo di protezione di tutti i siti della comunità curda a Parigi. La stessa sindaca della capitale sembra avallare un nuovo movente xenofobo dietro l’aggressione di oggi, cui attribuisce una chiara matrice politica. «La comunità curda e attraverso di essa tutti i parigini sono stati colpiti da questi omicidi perpetrati da un militante di estrema destra. I curdi, ovunque essi risiedano, devono poter vivere in pace e in sicurezza. Più che mai, Parigi è dalla loro parte in questi momenti bui», ha scritto in un tweet Anne Hidalgo (del Partito socialista). Ma i residenti curdi della zona hanno improvvisato proteste per strada in città, additando il presidente turco Erdogan come responsabile dell’odio verso i curdi. In serata si sono poi verificati degli scontri tra la comunità curda e la polizia nel quartiere della sparatoria.

Foto: EPA/TERESA SUAREZ – Il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin sul luogo dell’agguato – Parigi, 23 dicembre 2022

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Sparatoria a Parigi, proteste e scontri con la polizia nel quartiere curdo: 5 agenti feriti – Il video

23 Dicembre 2022 - 19:54 Redazione
Alcuni dei manifestanti della comunità curda hanno lanciato oggetti contro la polizia in tenuta antisommossa che ha risposto con gas lacrimogeni

Sono in corso scontri e proteste nel quartiere curdo di Parigi, dove questa mattina – venerdì 23 dicembre – sono state uccise tre persone da un 69enne, ex macchinista dell’Sncf – la società ferroviaria francese – ora in pensione. Alcuni dei manifestanti della comunità curda, che si sono riuniti per gridare la loro rabbia intorno a Rue d’Enghien – luogo della sparatoria – e il Faubourg Saint-Martin, hanno lanciato oggetti contro la polizia in tenuta antisommossa che ha risposto con gas lacrimogeni. Secondo BFMTV, i dimostranti protestano contro il governo e il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, per non aver garantito la protezione della comunità curda di Parigi e per aver lasciato a piede libero l’uomo con precedenti per violenze di carattere razzista. Durante i tafferugli – riporta l’emittente francese – sono rimasti feriti almeno cinque agenti. Nel frattempo, il consiglio democratico curdo, che in mattinata aveva invitato la comunità a manifestare sul luogo della sparatoria, ha convocato per domani sabato 24 dicembre «una grande manifestazione» a Place de la Republique, nel cuore di Parigi. 

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Covid Cina, 250 milioni di persone hanno contratto il virus nei primi 20 giorni di dicembre

23 Dicembre 2022 - 19:39 Redazione
La rivelazione del Financial Times che ha riportato i dati forniti dal governo in un incontro a porte chiuse

Dietro le stime ufficiali del governo di Pechino, si celano dati preoccupanti sulla diffusione del Covid in Cina. Funzionari cinesi stimano che circa 250 milioni di persone, il 18% della popolazione, abbiano contratto il virus nei primi 20 giorni di dicembre, ovvero quando Pechino ha deciso di abbandonare la politica «zero Covid». Stime preoccupanti che sembrano andare in netto contrasto con le statistiche ufficiali diramate dalla National Health Commission che, nello stesso arco di tempo, ha parlato al contrario di soli 62.592 casi. I dati, come scrive il Financial Times, sono stati rivelati da Sun Yang, vicedirettore del centro per il controllo e la prevenzione cinese, durante un briefing a porte chiuse sulla salute nel Paese. Sun, citato dal quotidiano britannico, avrebbe sottolineato come il tasso di diffusione del Covid nel Paese sia in aumento, stimando – inoltre – che più della metà della popolazione a Pechino e nel Sichuan fosse già infetta. L’esplosione dei casi segue la decisione del governo di Pechino di abbandonare le severe politiche di contenimento volute dal presidente Xi Jinping per affrontare il Covid. Politiche, queste, che tenevano “a bada” il virus attraverso test di massa, quarantene obbligatorie, tracciamenti fino al secondo contatto.

La mancanza di informazioni pubbliche e certe sull’ondata di Coronavirus nella Repubblica cinese ha portato anche Washington e l’Organizzazione mondiale della Sanità a esortare Pechino nell’essere più trasparente sulla conta dei casi, ma anche sulla gravità della malattia, nonché sui ricoveri ospedalieri. Il segretario di Stato americano Antony Blinken nei giorni scorsi aveva infatti chiesto alla Cina di condividere le informazioni sulla diffusione del virus. «È importante per tutti i paesi, inclusa la Cina, concentrarsi sulle vaccinazioni, sul rendere i test e le cure disponibili ed è importante condividere le informazioni con il mondo perché le implicazioni vanno al di là della Cina stessa». Una preoccupazione condivisa anche dall’Oms che si era detta «molto preoccupata» per l’evoluzione della situazione in Cina. «Per effettuare una valutazione completa del rischio della situazione, l’Oms ha bisogno di informazioni più dettagliate sulla gravità della situazione: malattia, ricoveri ospedalieri e unità di terapia intensiva bisogni», aveva precisato il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus nel corso della conferenza stampa settimanale a Ginevra.

Nel frattempo, le stime di 250 milioni di casi sollevano ulteriori dubbi sull’accuratezza di come Pechino conti i decessi da Covid. Il governo, infatti, avrebbe riportato ufficialmente 8 morti a partire dal 1° dicembre, a seguito anche di una ridefinizione dei criteri di conteggio dei decessi. Tuttavia, le lunghe code davanti ai forni crematori crematori della Capitale cinese e i cittadini che affollano gli ospedali del Paese segnalano una crisi difficile da contenere.

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Milano, donna denuncia violenza sessuale: «Sono stata aggredita e violentata mentre correvo»

23 Dicembre 2022 - 19:19 Redazione
La donna racconta di essere stata bloccata per le spalle da un uomo che l'avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale in un boschetto

Una donna ha denunciato uno stupro nel Milanese, a Locate di Triulzi. Secondo il racconto della vittima, una 40enne che risiede in zona, un uomo l’avrebbe assalita mentre correva lungo una strada di campagna. I contorni della vicenda non sono ancora ben definiti e sono in corso aggiornamenti, ma la signora ha raccontato ai carabinieri di essere stata bloccata per le spalle intorno alle 15 di oggi 23 dicembre – riporta Milano Today – e di essere stata trascinata in un boschetto dove ha subito la violenza. A compierla sarebbe stato un uomo di origini africane che l’avrebbe costretta ad avere con lui un rapporto sessuale completo. Ancora sotto shock, la vittima ha allertato il 112 appena l’uomo si è allontanato. Sopraggiunti i soccorsi la donna è stata trasportata in codice giallo all’ospedale Mangiagalli di Milano. Sul luogo si sono recati i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano e della Compagnia di San Donato. I militari sono al lavoro per ricostruire gli eventi e stanno perlustrando l’area alla ricerca di indizi sull’accaduto.

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