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Cristiano Ronaldo, l’accordo stellare in Arabia Saudita: come riuscirà a guadagnare quasi un miliardo

31 Dicembre 2022 - 07:07 Redazione
Contratto fino al 2025 da giocatore per l'attaccante portoghese, che in Arabia Saudita resterà altri cinque anni come ambasciatore per riportare i Mondiali in Medio Oriente

Cristiano Ronaldo indosserà la maglia del club saudita Al Nassr fino ai 40 anni, guadagnando per i prossimi anni una cifra che nel complesso potrà salire fino a un miliardo di euro. L’ingaggio dell’attaccante portoghese per la squadra dell’ex Roma Rudi Garcia, dove troverà anche Vincent Aboubakar e il portiere ex Napoli David Ospina, è di 190 milioni di euro a stagione per due anni e mezzo, a questi si andranno ad aggiungere gli introiti per i diritti di immagine e vari bonus, fino all’incarico più politico dopo il suo ritiro dal calcio giocato, che lo vedrà ambasciatore dei Mondiali 2030 a cui si è candidata l’Arabia Saudita, assieme a Egitto e Grecia. Per riportare il torneo in Medio Oriente dopo l’esperienza del Qatar, Ronaldo riceverà altri 500 milioni di euro nei prossimi sette anni.

L’annuncio

Sono cifre stellari quelle previste per il campione portoghese su cui i sauditi puntano tutto per il rilancio internazionale. Un’ambizione confermata dai toni usati per annunciare l’arrivo di Cr7: «Abbiamo fatto la storia – scrive il club su Twitter – Questa firma non solo ispirerà il nostro club ad ottenere ancora più grandi successi ma anche la nostra lega, la nostra nazione e le generazioni future di ragazzi e ragazze ad essere la miglior versione di sé stessi. Benvenuto Cristiano nella tua nuova casa, Al Nassr».

Lo stipendio

Lo stipendio base dell’ex Manchester United sarà di circa 70 milioni di euro, solo un terzo del pacchetto totale accordato con i sauditi che dovranno aggiungere poi diversi bonus per un complessivo di 190 milioni di euro. Appesi al chiodo gli scarpini, Ronaldo avrebbe pronto un ruolo di ambasciatore per i Mondiali 2030 che inizierebbe a svolgere dal 2025: in questi cinque anni, l’ex Juve e Real Madrid si sarebbe assicurato un guadagno di circa 500 milioni di euro, per un totale complessivo quindi di quasi un miliardo.

Quando giocherà

I tempi per il debutto in campo sono ancora da definire. Il prossimo impegno dell’Al Nassr è previsto questa sera, 31 dicembre, in casa dell’Al-Khaleej per la Saudi Premier League. In calendario c’è poi l’incontro in casa il 5 gennaio contro il Tal, il 14 in trasferta contro l’Al Shabbab, al momento capolista del campionato, il 21 gennaio ancora in casa contro l’Al-Ettifaq. E infine l’impegno in Supercoppa saudita, con la semifinale prevista per il 25 gennaio contro Al-Ittihad.

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È morta Barbara Walters, addio alla prima conduttrice di un Tg serale

31 Dicembre 2022 - 06:04 Redazione
Icona della Tv americana, la giornalista ha intervistato nella sua lunga carriera tutti i presidenti americani e alcune tra le più grandi personalità

È morta a 93 anni la giornalista americana Barbara Walters, prima donna nel 1976 a condurre per Abc News un notiziario televisivo serale, con un contratto quinquennale da 5 milioni di dollari che le valse l’appellativo di «Million-dollar baby». Per circa 50 anni di carriera alla Abc, e prima ancora alla Nbc, Walters ha realizzato interviste esclusive con importanti personalità, a cominciare da tutti i presidenti americani, da Richard Nixon a Barack Obama, passando per Muammar Gheddafi, Fidel Castro e lo Shah dell’Iran, che la giornalista intervistò durante il ricoveri al Cornell Medical Hospital nel novembre 1979. Negli ultimi anni aveva condotto un talk show al mattino per la Abc, «The View». L’ultima puntata era stata registrata nel 2014 a 84 anni, con cui ha concluso di fatto la sua carriera nel mondo dell’informazione. Da allora seguirono solo sporadiche apparizioni in Tv come ospite.

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No! Vladimir Putin non ha inviato 200 carri armati russi a Bolsonaro

31 Dicembre 2022 - 05:25 David Puente
Nessun riscontro in merito al fantomatico sbarco dei messi a Porto di Santos. I video utilizzati per provarlo sono del 2021 e registrati a Mosca

A seguito della sconfitta elettorale di Bolsonaro in Brasile, che ha visto la vittoria e il ritorno al ruolo di presidente per Lula, non sono mancate le teorie del complotto sui brogli e fantomatiche operazioni militari a suo sostegno. La narrazione più recente risulta quella che vede protagonista Vladimir Putin, il quale avrebbe inviato per Natale dei carri armati russi a Bolsonaro per aiutarlo a combattere Lula. La notizia è priva di fondamento.

Per chi ha fretta

  • Si sostiene che Putin abbia inviato 200 carri armati russi per aiutare Bolsonaro contro Lula.
  • I carri sarebbero arrivati il 24 dicembre 2022 a Porto di Santos, in Brasile.
  • Non c’è alcun riscontro di un fantomatico arrivo di carri armati russi in Brasile.
  • I video utilizzati per sostenere la falsa notizia sono stati ripresi a Mosca nel 2021.

Analisi

Ecco uno dei post dove viene condiviso il video dei carri russi:

RUSSIA BRASILE

24 DICEMBRE 2022 PORTO DI SANTOS

… 200 CARRI ARMATI RUSSI INVIATI DA PUTIN A BOLSONARO.

Circola un’altra versione del post:

… 200 CARRI ARMATI RUSSI INVIATI DA PUTIN A BOLSONARO PER COMBATTERE LULA AFFILIATO AL CLAN N@ZIATA DEI ROTH/SCHILD

Unisciti al canale Telegram Amore Verità Libertà @Diegodibonito

Nel post viene riportato un video con il seguente testo:

PORTO DI SANTOS

24 DICEMBRE 2022: PUTIN INVIA 200 CARRI ARMATI A BOLSONARO PER COMBATTERE LULA NEON@ZISTA DELLA FAMIGLIA ROTH/SCHILD

MASSIMA CONDIVISIONE

Nessun riscontro e video datato

Non c’è alcun riscontro che in data 24 dicembre 2022 siano giunti a Porto di Santos 200 carri armati russi. Il video che accompagna la falsa notizia, inoltre, risale al 15 aprile 2021 come dimostrato dalla pubblicazione su Youtube da parte del canale “Nick Nicky”:

Nello stesso canale è presente un altro video ripreso dalla stessa posizione dove si notano le auto della polizia russa e numerosi altri mezzi mentre sfilano a Mosca.

Conclusioni

Contrariamente a quanto sostenuto dai video e dai post social, non risulta alcun invio di carri armati in Brasile da parte di Vladimir Putin per aiutare Bolsonaro contro Lula. I video che dimostrerebbero l’arrivo dei mezzi sono stati ripresi a Mosca nel 2021.

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No! La moglie di Fauci non si occupa della supervisione etica del marito come insinua Elon Musk

31 Dicembre 2022 - 03:31 David Puente

Un recente tweet di Elon Musk ha riacceso le insinuazioni riguardo un presunto conflitto di interessi tra Anthony Fauci del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e la moglie Christine Grady del National Institutes of Health (NIH). Secondo il proprietario di Tesla e Twitter «sembra che quasi nessuno si renda conto che il capo della bioetica presso il NIH – la persona che dovrebbe controllare che Fauci si comporti in maniera etica – sia sua moglie». Una dichiarazione priva di fondamento, già smentita nel 2021.

Per chi ha fretta

  • Si insinua che Christine Grady, moglie di Fauci, supervisioni il lavoro del marito.
  • Con l’arrivo dei vaccini anti Covid, Grady venne tirata in ballo in merito alla loro approvazione, mentre tale compito aspetta all’FDA e non al NIH.
  • Christine Grady è a capo del dipartimento di bioetica del centro clinico NIH, che non si occupa dell’approvazione di farmaci o ricerche.
  • Fauci e Grady lavorano in due diverse agenzie, dove la moglie non supervisiona il marito come spiegato dal NIH.
  • Dal 2021 ad oggi non è stata avviata alcuna indagine su presunti conflitti di interessi.

Analisi

Ecco come viene condiviso e commentato nei post Facebook il tweet di Elon Musk:

Questo era l’ultimo tassello che ci mancava. Il capo della commissione bioetica dell’Istitituto Nazionale della Sanita’ che doveva controllare i propositi etici della ricerca di Anthony Fauci (quello che con i soldi di Bill Gates ha fatto ingegnerizzare il vrs malefico a Wuhan negli anni ’10) altro non era che sua MOGLIE.

Nel tweet di Musk, pubblicato il 28 dicembre 2022 in risposta all’abbonato Twitter Blue @pmarca, leggiamo:

Almost no one seems to realize that the head of bioethics at NIH – the person who is supposed to make sure that Fauci behaves ethically – is his wife

Una falsa notizia datata

Non è la prima volta che Christine Grady veniva citata come protagonista all’interno di false notizie durante la pandemia. Nel 2021 venne associata all’approvazione dei farmaci e dei vaccini anti Covid-19, un’operazione che non riguardava affatto il NIH: quello era compito dell’FDA. Tale falsità era stata ampiamente trattata e spiegata nei fact-check dei colleghi di APnews e di Usa Today.

Grady è a capo del dipartimento di bioetica del centro clinico NIH. Di fatto, lei e il suo staff insegnano etica medica. Lo stesso istituto aveva negato ogni forma di coinvolgimento della moglie di Fauci nell’approvazione di protocolli di ricerca e non aveva mai fornito contributi all’FDA per il rilascio dei vaccini. Non si tratta, dunque, di un “comitato di revisione” come farebbe intendere il tweet di Musk e diversi utenti in passato.

Per quanto riguarda l’accusa di un presunto conflitto di interessi tra marito e moglie, le ricerche sugli esseri umani finanziate dal NIAID di Fauci vengono approvate non dal dipartimento di bioetica di Grady, ma dall’Institutional Review Boards (IRBs), quello che potremmo definire il “comitato etico”.

A smentire ulteriormente le insinuazioni di Elon Musk è un articolo di FoxNews del 30 dicembre 2022 dove si afferma chiaramente che il ruolo di Grady comporta «una posizione che non le dà la supervisione del lavoro del marito». Non solo: «Fauci e Grady lavorano in due diverse agenzie che, sebbene entrambe supervisionate dal NIH, sono entità separate». A spiegarlo a FoxNews è lo stesso NIH: «Per essere chiari, il Dipartimento di Bioetica NIH è un centro di ricerca, formazione e servizi relativi a questioni mediche e di ricerca bioetica».

Conclusioni

Le insinuazioni su un presunto conflitto di interessi tra Fauci e Grady, rispettivamente marito e moglie, non trovano fondamento. Tali dicerie risalgono fin dal 2021 nel corso della campagna vaccinale e a seguito dell’approvazione da parte dell’FDA.

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FACT-CHECKINGCinaCoronavirusSanità

No! I grafici attualmente reperibili sui decessi Covid in Cina non possono mostrare la reale situazione del Paese

31 Dicembre 2022 - 01:56 David Puente
Pechino ha cambiato le regole sul monitoraggio e non fornisce i dati completi, neanche all'OMS

Nel corso del mese di dicembre 2022 sono cambiate le regole sul monitoraggio della Covid-19 in Cina. Di fronte ad articoli pubblicati dai media italiani, e non solo, la situazione potrebbe essere ben più grave di quanto si possa immaginare. Nonostante questi timori provengano dalla stessa Cina, attraverso uno studio in preprint finanziato dal CDC cinese, il probabile aumento dei decessi verrebbe “smentito” da un grafico prelevato da Google. Gli utenti che lo condividono non tengono conto dell’attuale contesto cinese, soprattutto in un momento in cui Pechino non fornisce i dati neanche all’OMS.

Per chi ha fretta

  • I dati relativi ai decessi Covid in Cina non risultano attualmente aggiornati come in passato.
  • I grafici condivisi, prelevati da Google, non possono dimostrare una diminuzione dei decessi rispetto al passato.
  • Le regole sul conteggio dei casi e dei decessi sono cambiati in Cina, una scelta che porterà a conteggiare numeri più bassi rispetto alle passate ondate.
  • L’OMS esorta la Cina ad aggiornare i dati da almeno metà dicembre 2022, in quanto questi non vengono forniti da Pechino.
  • Il numero dei probabili morti citati dai media italiani e stranieri non è un caso, deriva da un conteggio in base a uno studio in preprint finanziato dai CDC cinesi.

Analisi

I post contengono un testo copia-incollato da un canale Telegram chiamato “Giubbe Rosse“:

MEDIA ITALIANI: “CINA RISCHIA UN MILIONE DI MORTI COVID” (Fonte: Rai – e tutti gli altri)

DATI CINESI UFFICIALI: “5.242 MORTI COVID DA INIZIO PANDEMIA” (PARI, IN RAPPORTO, AD 1/1000 DELLE MORTI COVID IN ITALIA).

Media italiani complottisti? Ah anche fosse vero che arriveranno (chissà quando) ad 1 milione di morti, sarebbero comunque pari a circa 1/5 dei morti covid già avvenuti in Italia. Di cosa stiamo parlando?

Ecco il grafico condiviso nei post Facebook:

L’articolo di Rainews

Il primo screenshot condiviso nei post riguarda un articolo pubblicato da Rainews il 20 dicembre 2022 dal titolo «Covid, la Cina rischia 1 milione di morti dopo l’allentamento delle restrizioni». Il dato citato non è opera di Rainews, ma proviene da uno studio cinese in preprint di inizio dicembre 2022 dal titolo «Modelling the adjustment of COVID-19 response and exit from dynamic zero-COVID in China».

Lo studio è stato finanziato dal Chinese Center for Disease Control and Prevention (CDC) e dal Governo di Hong Kong.

Secondo gli autori, una riapertura potrebbe provocare allo stato attuale fino a 684 morti per milione di persone che, tenendo conto una popolazione pari a 1,4 miliardi di persone, potrebbe significare un totale di circa 964 mila morti.

Il problema dei dati

Ciò che non viene considerato è che attualmente in Cina è in corso un’ondata di casi preoccupante se paragonata a quella del 2020. Ecco il grafico fornito da Google a proposito dei casi:

Ecco, invece, i grafici forniti dal New York Times attraverso i dati provenienti dal “Center for Systems Science and Engineering” (CSSE, Johns Hopkins University):

Nonostante i grafici mostrino un aumento dei casi, non si ha alcuna certezza della loro correttezza in quanto da circa metà dicembre 2022 la cinese National Health Commission (NHC) ha rinunciato di tenere traccia di tutti i nuovi casi, escludendo di fatto anche gli asintomatici. Inoltre, le autorità hanno cambiato le regole in merito a chi debba fare il test o meno, pertanto i cittadini si ritrovano a fare i test antigenici in casa senza che i positivi vengano conteggiati nei dati ufficiali. Non solo: anche i decessi vengono conteggiati in maniera diversa, preferendo considerare solo coloro che muoiono direttamente per polmonite o insufficienza respiratoria. In questo caso, vengono esclusi tutti coloro che vedono peggiorare le proprie condizioni di salute a causa della malattia, come spiegato da Wang Guiqiang dell’Università di Pechino durante una conferenza stampa.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 30 dicembre 2022, ha esortato per la seconda volta Pechino affinché fornisca regolarmente i dati sulla situazione Covid nel Paese. Il primo richiamo risale a una settimana prima, quando i dati ospedalieri cinesi risultavano non pervenuti da quando la Cina ha revocato la sua politica “Zero-Covid”.

Conclusioni

Allo stato attuale, visti i drastici cambiamenti della gestione dei dati cinese, risulta difficile quantificare l’effettiva portata della nuova ondata che ha colpito la Cina a fine 2022. Di fatto, non risulta possibile fare affidamento dai dati forniti anche da Google che, ricordiamolo, prendono come tanti altri i dati forniti da Pechino. In assenza dei dati, i grafici non risultano aggiornati e risultano non corretti da leggere in quanto le autorità cinesi hanno cambiato le loro classificazioni rispetto al passato.

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No! L’Ipcc non ha modificato i propri grafici per accentuare il cambiamento climatico

31 Dicembre 2022 - 00:24 Antonio Di Noto
L'uomo che lo sostiene è uno sceneggiatore, senza nessun titolo che qualifichi la sua opinione, che risulta completamente infondata quando esaminata dagli scienziati

Sul web e non solo serpeggia una teoria chiamata climatismo. Si tratta di un intricato insieme di elementi che vengono utilizzati per sostenere che il clima stia cambiando. Questo è quello di cui sono convinti i complottisti che negano l’esistenza del riscaldamento globale. Protagonista del video di oggi è lo sceneggiatore statunitense Randall Carlson che in un vide diffuso dal gruppo complottista VV sostiene che l’Ipcc abbia truccato i grafici delle proprie analisi climatiche per accentuare le anomalie che stanno devastando il pianeta negli ultimi anni. Vediamo nel dettaglio perché le teorie di Carlson sono infondate.

Per chi ha fretta:

  • L’uomo sostiene che il periodo caldo medioevale e la piccola era glaciale abbiano avuto dei picchi più pronunciati di quelli mostrati nei grafici.
  • In realtà non tiene conto del fatto che entrambi i fenomeni non hanno interessato l’intero pianeta. Ciò significa che su scala globale il loro impatto è stato limitato rispetto a quella locale.
  • La tesi del video viene smentita dai grafici che lui stesso cita elaborati da esperti in materia. Uno di loro lo conferma anche all’Afp.

Analisi

Il video, tradotto in italiano con sottotitoli, circola su Facebook con il logo del gruppo complottista VV. Di seguito vediamo uno screenshot di uno dei post. Nella descrizione si legge:

«IL CL!MAT!SMO FONDA LE SUE PRETESE SU M3NZOGN3 CLAMOROSE APPROFITTANDO DELL’IGNORANZA E PAURA DELLE PERSONE. QUESTE M3NZOGN3 SONO FACILMENTE SMONTABILI, MA IL S!ST3MA NON PERMETTE CHE SI SAPPIA LA VERITÀ, E CON CENSURA SISTEMATICA E UNA PROPAGANDA MENZOGNERA COSTANTE E ONNIPRESENTE IN OGNI SETTORE STA RIUSCENDO AD IMPORRE UN PENSIERO UNICO. BISOGNA SPEZZARE CON DUREZZA, METODO E COSTANZA TALE MECCANISMO. UNISCITI A CHI GIÀ HA COMONCIATO A RE-AGIRE! CERCACI QUI»

Nel video, a parlare è lo sceneggiatore Randall Carlson, che pronuncia due affermazioni erronee. Vediamole una ad una.

Il livello di CO2 nell’atmosfera è il più basso degli ultimi 600 milioni di anni?

«Il livello di CO2 nell’atmosfera è il più basso che ci sia stato da 600 milioni di anni a questa parte». Questa è la prima affermazione fatta dall’uomo nel video, che non cita la fonte del grafico mostrato, che dovrebbe sostenere la falsa tesi. In realtà, quanto sostenuto nel filmato non ha fondamento. Come dimostrano i dati Nasa, la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera non può essere la più bassa degli ultimi 600 milioni di anni. Dall’inizio dell’era industriale, il livello del gas nell’aria che respiriamo è aumentato del 50%, raggiungendo le 419 parti per milione all’ultima rilevazione.

Le anomalie climatiche del passato sono state «appiattite»?

La seconda affermazione dell’uomo riguarda i grafici usati dall’Ipcc per tracciare l’andamento della temperatura su scala globale. Carlson sostiene che il panel di scienziati abbia modificato il grafico – definito a mazza da hockey per la sua forma che sale rapidamente nel periodo moderno – in maniera da «schiacciare» e fare apparire meno evidenti le anomalie climatiche. Quello che lo sceneggiatore non considera, come spiegato all’Afp da Michael Mann, professore di Scienze Ambientali all’Università della Pensylvania, è la scala regionale degli eventi a cui il filmato su Facebook fa riferimento. Si tratta della piccola era glaciale, che ha investito l’Europa dal XV al XIX secolo, e del periodo caldo medioevale, che ha sollevato le temperature medie della regione nordatlantica tra il 950 e il 1250.

I due fenomeni hanno avuto una portata regionale, e non si sono quindi sviluppati su tutto il pianeta. Ciò significa che, nonostante le anomalie siano state significative a livello locale, la variazione della temperatura media della superficie terrestre a livello globale è stata di portata limitata, e quindi i picchi del grafico non sono particolarmente pronunciati. Tuttavia, ciò non prova che il grafico sia stato modificato. Il fatto è evidente in questa elaborazione citata dall’Afp che si basa sullo stesso grafico citato da Carlson per sostenere la sua tesi infondata.

Conclusioni:

Un video che circola su Facebook nega l’esistenza del cambiamento climatico sostenendo che le anomalie climatiche del periodo caldo medioevale e della piccola era glaciale siano state ridotte nei grafici dell’Ipcc dagli stessi scienziati che li hanno elaborati. L’uomo che lo fa è uno sceneggiatore, senza nessun titolo che qualifichi la sua opinione, che risulta completamente infondata.

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No! Questo graffito contro Zelensky non è apparso su Plaza de las Cortes a Madrid

31 Dicembre 2022 - 00:12 Ludovica Di Ridolfi
Nessun disegno del genere è presente sul posto, ed è da escludere che sia stato rimosso in un secondo momento

Tra le fake news che circolano sulla guerra in Ucraina, c’è un filone bizzarro ma ben preciso: quello delle presunte caricature di Volodymyr Zelensky, che circolano su Facebook per mettere in cattiva luce il leader di Kiev. Come, per esempio, nel caso della finta copertina della rivista satirica Charlie Hebdo. In questo caso, invece, analizziamo il presunto graffito che secondo diversi utenti sarebbe apparso su una strada di Madrid.

Per chi ha fretta:

  • Circola sui social un’immagine (l’unica) di un graffito che sarebbe apparso a Madrid.
  • Il disegno fa una caricatura del presidente ucraino Zelensky, raffigurandolo come una locusta che rosicchia metaforicamente l’Unione Europea.
  • Si tratta però di un fotomontaggio, realizzato da una pagina che aveva già compiuto simili operazioni in passato.

Analisi

«Il gruppo artistico polacco Typicaloptical ha raffigurato Zelensky come una locusta che divora l’UE. L’installazione artistica si trova a Madrid. Gli artisti europei liberi offrono la loro visione in un momento in cui i media indipendenti vengono messi a tacere o censurati», scrive questo utente pubblicando una foto. L’immagine ritrae un pavimento sul quale si staglia il disegno di una strana creatura mitologica, a metà tra un umano e un insetto, che divora un cerchio con la bandiera europea. Si presenta in tenuta militaresca e sul suo braccio destro appare una piccola bandiera dell’Ucraina.

La foto è stata molto condivisa sui social, ogni volta con commenti analoghi, ed è stata rilanciata anche dai media del Cremlino come Russia Today. Eppure, siamo al cospetto di una fake: il graffito che ha fatto esultare i detrattori del presidente ucraino, infatti, risulta inserito a posteriori sull’immagine. Nessun graffito del genere, infatti, è dipinto su Plaza de las Cortes a Madrid. Il punto esatto dei presunti graffiti di Zelensky a Madrid può essere infatti esplorato su Google Street View: sul posto non vediamo altro che un marciapiede grigio.

Il 27 dicembre 2022, su richiesta dei colleghi di Myth Detector, la posizione dichiarata dei graffiti è stata visitata da Tinatin Japaridze della Critical Mass, che ha confermato che il graffito raffigurante Zelenskyy non è dipinto in Plaza de las Cortes Street. Da escludere anche che sia stato cancellato a posteriori: secondo gli esperti dell’agenzia Donutstudio.pl , Lukasz Polak e Przemysław Wojczak, sarebbe stato impossibile eliminarlo senza lasciare alcuna traccia.

Da ultimo, val la pena considerare un elemento: la fotografia è stata pubblicata per la prima volta dall’account Instagram Typicaloptical. Lo stesso account ha diffuso in passato altre immagini photoshoppate di graffiti 3D: in un caso, per esempio, aveva realizzato l’immagine di una finta caricatura dipinta a Parigi dove Zelensky appariva sprofondante nel terreno, mentre risucchiava armi e soldi. Anche in questo caso, non si trattava che di un fotomontaggio.

Conclusioni

A Madrid non è mai apparso un graffito che raffigura Zelensky come una locusta che rosicchia metaforicamente l’Unione Europea. L’immagine che è stata condivisa sui social è stata alterata digitalmente, da una pagina che aveva già compiuto simili operazioni in passato.

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Covid, l’Oms dopo l’incontro con funzionari cinesi: «Pechino si impegni a condividere i dati in tempo reale»

31 Dicembre 2022 - 00:10 Redazione
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha incontrato le autorità cinesi per discutere dell'aumento delle infezioni da Covid-19 nel Paese

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha incontrato oggi, 30 dicembre, funzionari cinesi per fare il punto sull’attuale aumento delle infezioni da Covid-19 in Cina. Lo ha comunicato l’Oms con una nota. «L’incontro – si legge nel comunicato – è stato organizzato per cercare ulteriori informazioni sulla situazione e per offrire l’esperienza dell’Oms e dare ulteriore supporto». Durante il colloquio, l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha nuovamente chiesto a Pechino «la condivisione regolare di dati relativi alla situazione epidemiologica inclusi quelli sul sequenziamento, dati sull’impatto della malattia come quelli relativi ai ricoveri e decessi in unità di terapia intensiva e dati sullo stato delle vaccinazioni, soprattutto nelle persone vulnerabili e negli ultrasessantenni». Questa mole di dati – continua l’Oms – dovrà essere presentata «in una riunione del gruppo tecnico sull’evoluzione del virus prevista per il 3 gennaio». Nel gigante asiatico, i contagi hanno iniziato ad aumentare sensibilmente a novembre, ma è da quanto il Paese ha abbandonato la politica zero Covid, allentando gran parte delle severe restrizioni, che il Coronavirus sta circolando con insistenza. Secondo l’ultima stima diffusa da Airfinity, associazione di esperti che analizza dati sanitari, citata dal Guardian e pubblicata ieri, 29 dicembre, in Cina si registrerebbero fino a 9mila morti al giorno a causa del virus. Numeri – questi – che sembrano fare a pugni con le statistiche ufficiali diramate dalle autorità cinesi. Per questo motivo, specifica l’Oms, è necessaria «una pubblicazione tempestiva dei dati al fine di aiutare la comunità globale a formulare accurate valutazioni del rischio e fornire risposte efficaci».

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No! L’FDA non ha accusato Pfizer di averla imbrogliata sulla sicurezza del vaccino

30 Dicembre 2022 - 23:49 Juanne Pili
Come le frasi di un noto No vax sono diventate una sconvolgente rivelazione dell'agenzia americana

In diverse condivisioni Facebook alcuni utenti sostengono la narrazione, originariamente diffusa negli ambienti No vax americani, in base alla quale l’Fda avrebbe accusato Pfizer di aver imbrogliato sui dati riguardo alla sicurezza del suo vaccino contro il nuovo Coronavirus. Sarebbe stato rivelato in particolare, che «i vaccini stanno uccidendo due persone per ogni vita salvata». In realtà si tratta di una fake news già abbondantemente smentita.

Per chi ha fretta:

  • Tanto l’Fda quanto i Cdc americani non sono responsabili di tali affermazioni, che sono smentite di fatto dagli studi in merito.
  • Le affermazioni appartengono a un No vax di nome Steve Kirsch, che non rappresenta l’Fda.
  • Steve Kirsch è apparso in un meeting pubblico di otto ore sui vaccini Covid con tanti interventi differenti, organizzato dall’Fda.
  • Kirsh, noto autore No vax, ha attribuito al vaccino di Pfizer terribili eventi avversi basandosi sulle segnalazioni non verificate del Vaers.

Analisi

La fonte di questa presunta rivelazione sarebbe un meeting di otto ore dell’Fda, trasmesso in live su YouTube lo scorso settembre. Il tutto viene condito con insulti e illazioni gratuite, anche nei confronti di Roberto Burioni:

Vigliacchi dell FDA, la nave affonda e i topolini scappano e mi chiedo anche quel COGLION# DI BURIONI CI SPIEGHERÀ COME RIUSCIRÀ A GIUSTIFICARE TUTTE LE MINCHIAT€ CHE H HA SPARATO PER TRE ANNI? OVVIAMENTE ANCHE TUTTI GLI ALTRI….

Viene riportato anche lo screen di un tweet pubblicato da Francis Boulle, il quale riporta una frase estrapolata dal meeting, privata del suo contesto originale:

L’FDA nel suo incontro virtuale di ieri: “siamo stati falsamente fuorviati da (Pfizer) sulla sicurezza del vaccino… Gli attacchi di cuore sono 71 volte più alti rispetto ad altri vaccini… i vaccini stanno uccidendo due persone per ogni vita salvata” ascolta dalle 4 ore 20 marchio.

Quelle frasi non sono dell’Fda

La frase sugli eventi avversi e il tasso di morti nei vaccinati con Pfizer riguardano un intervento di Steve Kirsch, che non fa parte dell’Fda, ma è il fondatore del COVID-19 Early Treatment Fund (CETF); il quale cita le segnalazioni del Vaers. Non ci stancheremo mai di ricordare che parliamo di un ente che – come l’EudraVigilance europea -, raccoglie qualsiasi segnalazione di presunti eventi avversi avvenuti anche diverso tempo dopo la vaccinazione, senza fare verifiche. Lo abbiamo visto in diversi articoli, per esempio qui, qui e qui.

Kirsch è già noto al progetto Open Fact-checking per le sue precedenti affermazioni contro i vaccini Covid, usate da diversi guru No vax – cone Robert Malone – rivelatesi sempre prive di fondamento. L’affermazione in base alla quale i vaccini ucciderebbero due persone per ogni vita salvata era stata da noi già analizzata in una precedente analisi. Parliamo di uno dei primi autori ad aver attribuito eventi avversi sulla fertilità associati ai vaccini a mRNA, fin da maggio 2021. Ne avevamo trattato qui.

L’intervento di Steve Kirsch a partire dal minuto 4:20:23.

Conclusioni

Le affermazioni sugli attacchi di cuore 71 volte più alti e sui due morti per ogni vita salvata – associati al vaccino Pfizer -, provengono dall’intervento di un noto autore No vax. Tanto l’Fda quando i Cdc americani non hanno scoperto niente del genere.

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No! Il nome «Balenciaga» non cela nessun messaggio satanico: la teoria del complotto nasce da una traduzione sbagliata

30 Dicembre 2022 - 23:36 Ludovica Di Ridolfi
Il nome scelto per la maison di moda deriva semplicemente dal cognome del suo fondatore

La maison di moda Balenciaga è stata travolta da uno scandalo all’inizio del dicembre 2022. La ragione risiede in due campagne pubblicitarie rilasciate dal brand che hanno fatto piovere accuse di pornografia infantile e satanismo. Ma insieme alle dure critiche, è arrivata anche la disinformazione e i suoi diffusori, contenti di avere un motivo in più per credere che i vertici dello star system, della politica progressista e della moda non siano altro che una cabala di satanisti e di pedofili. Avvalendosi spesso, però, di informazioni false e fuorvianti.

Per chi ha fretta:

  • Dopo lo scandalo che ha travolto Balenciaga, alcuni utenti hanno provato a rintracciare ulteriori indizi della presunta correlazione tra il brand e il satanismo.
  • Hanno creduto di rintracciarli nella presunta traduzione latina che si otterrebbe scomponendo il nome del marchio in «Baal-enci-aga».
  • In realtà la traduzione risulta falsa. Anche se scrivendola su Google Traduttore sembra uscire fuori il messaggio in codice, guardando meglio ci accorgiamo che si tratta di un errore del sistema. Nè il termine «enci» nè quello «aga» sono rintracciabili nei dizionari latini.

Analisi

«”Bal enci aga” in latino significa “Baal il re”. Se ricordi che il marchio è coinvolto nella pubblicità e nella normalizzazione in una società di pedofilia e cannibalismo e sai cos’è veramente “Baal” (la divinità più crudele, che in seguito fu chiamata uno dei principali demoni dell’inferno) , poi tutto comincia ad assumere un significato. Il diavolo è nei dettagli…», scrive quest’utente, condividendo il video della serie Tv American Horror Story in cui il personaggio di Myrtle Snow prima di bruciare sul rogo urla il nome del brand incriminato.

La presunta traduzione latina del brand finito al centro delle polemiche ha avuto molto successo tra gli internauti. «Poi io so complottista!!!! Baal è il Dio a cui si sacrificavano I bambini», aggiunge per esempio questo post. «Balenciaga’, anzi meglio se letta nel modo giusto. Bal enci aga’ fate una ricerca su cos’è veramente! ‘Bal enci aga’ in latino si traduce in ‘Baal è il re’. tutto comincia ad avere un senso… La nota marca di super lusso dei super ricchi. Lo schifo non ha mai fine. La cosa peggiore è che questa gente ha il potere in mano è sono i servi di quelli che poi vi raccontano le fake peggiori per controllarvi in tutto», si legge in quest’altro post.

Ma la fretta di scovare turpi segreti dietro la maschera dorata dell’alta moda può portare a prendere alcuni abbagli. Partiamo da quello che di vero c’è nella supposizione degli utenti: secondo la demonologia ebraica e cristiana, Baal è effettivamente uno dei sette principi dell’inferno. Si tratta del dio della fertilità fenicio: viene menzionato anche nell’Antico Testamento. Questo non significa, tuttavia, che se separiamo il nome del marchio in Baal-enci-aga otterremo la traduzione dal latino che recita: «Baal è il re». Semmai, la scomposizione che ci condurrebbe a quel risultato sarebbe: Baal est rex. Nè la locuzione «enci» nè «aga» risultano infatti presenti nei dizionari latini.

Ma allora perché, se apriamo Google Traduttore e impostiamo la traduzione dal Latino all’Italiano delle tre sillabe citate, il risultato che esce fuori è effettivamente «Baal è il re»? Si tratta di un errore. Vediamo infatti che il servizio di traduzione del motore di ricerca ha riconosciuto la lingua di partenza come: Sotho del nord, ovvero una lingua sotho-tswana parlata in Sudafrica.

Anche in quell’idioma, tuttavia, non sembra esistere un significato simile, come possiamo verificare impostando nelle impostazioni di partenza la lingua suggerita.

Sembra dunque che a scatenare il fraintendimento sia stato una sorta di bug attribuibile a Google Traduttore. A conferma del fatto che la traduzione latina non abbia nulla a che spartire con quella ipotizzata nella teoria del complotto, notiamo che scrivendo l’appropriata locuzione (“Baal est rex”), non troviamo alcuna notazione in basso a sinistra.

In conclusione, val la pena puntualizzare che esiste una spiegazione molto meno contorta per l’origine del nome del brand. Il nome scelto per la maison di moda Balenciaga deriva semplicemente dal cognome del suo fondatore, lo stilista spagnolo Cristobal Balenciaga.

Conclusioni

La teoria secondo cui il nome di Balenciaga nasconderebbe occulti messaggi satanici è da ritenere fuorviante. La traduzione latina di «Baal è il re» è «Baal est rex»: «Baal enci aga» non vuol dire nulla. Il nome del brand trae piuttosto le sue origini nel cognome del suo fondatore, Cristian Balenciaga.

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No! Il primo ministro belga non ha finto di ricevere la quarta dose del vaccino contro la Covid

30 Dicembre 2022 - 23:31 Antonio Di Noto
Come spiegato anche dallo stesso protagonista, l'ago non c'è, perché si trattava di una prova per verificare il corretto funzionamento di un centro vaccinale

Il primo ministro belga ha finto di farsi somministrare la quarta dose di vaccino contro il Covid? Questo è quello che sostengono i no vax, che condividono un video in cui uomo sembra farsi fare un’iniezione senza che però si possa vedere chiaramente un ago penetrare nella pelle del suo braccio. Chiara prova, secondo chi lo condivide, che la vaccinazione sarebbe una truffa per convincere i poveri cittadini a farsi somministrare il farmaco, mentre i potenti semplicemente fingono di farlo. Ma è veramente così? La verità è molto più semplice.

Per chi ha fretta:

  • Un politico belga si è sottoposto a un test per verificare il corretto funzionamento di un centro vaccinale.
  • Trattandosi di una prova, non gli è stato somministrato nessun farmaco, e il test è stato eseguito con una siringa senza ago.
  • I no vax usano il video per sostenere che la vaccinazione sia una truffa.

Analisi

Di seguito vediamo gli screenshot di due dei post in cui viene sostenuta la tesi antivaccinista. La decrizione del primo recita:

«Vi faccio vedere il primo ministro belga mentre fa la quartadose. Ed è subito grinpass. Ma la siringa è speciale. Continuate a farvi prendere per il culo, mi raccomando»

Il secondo, invece, condivide il link a un tweet che mostra il video, commentandolo così:

«Continua la tragica farsa, Premier belga falsa siringa»

Innanzitutto, la persona mostrata non è il primo ministro belga, bensì Bart Somers, politico fiammingo, sindaco della città di Mechelen, nella regione di Anversa, e presidente della Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa nel comitato europeo delle regioni.

Come spiegato dai colleghi di Knack, il video risale all’1 febbraio 2021, ed è stato originariamente trasmesso nell’edizione delle ore 19 del telegiornale di Vrt Nws, il notiziario delle televisione nazionale belga. Come illustrato nel servizio, il video riprendeva un test eseguito nel centro vaccinale di De Kimpel, a cui 50 «attori» hanno partecipato per provare che tutto fosse pronto a partire con le vere vaccinazioni. L’ago non appare nel video perché effettivamente non c’era, dato che si trattava, appunto, di un test. Il tutto è stato confermato anche da un tweet dello stesso Somers, che postando un altro video della scena scrive:

«Per essere chiari: nessun vaccino è stato somministrato nel corso di questa dry run [il nome del test, ndr], né c’è stata un’iniezione. Altrimenti mi sarei lamentato molto di più»

Conclusioni:

I no vax usano un video in cui un politico belga effettua un test di vaccinazione per sostenere che i vaccini siano una truffa. Tuttavia, come spiegato anche dallo stesso protagonista, l’ago non c’è proprio perché si trattava di una prova.

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No! Zelensky non ha detto di voler invadere la Russia e conquistare Mosca

30 Dicembre 2022 - 23:24 Antonio Di Noto
Zelensky non ha mai pronunciato queste parole, né nel discorso durante il quale è stata scattata la foto su Facebook, né in altri contesti.

L’Ucraina che si spinge nell’entroterra russo, fino ad arrivare alla capitale e conquistarla. Sembra la trama di un film ucronico, ma si tratta solo di quello che secondo alcuni utenti su Facebook sarebbe stato detto dal presidente del Paese Volodymyr Zelensky. «La Russia verrà annessa all’Ucraina», si legge nei post su Facebook che attribuiscono la dichiarazione al numero uno di Kiev. Tuttavia, Zelensky non ha mai rilasciato dichiarazioni in cui ha pronunciato queste parole. Vediamo tutto nel dettaglio.

Per chi ha fretta:

  • Alcuni post su Facebook sostengono che Zelensky abbia dichiarato di voler invadere la Russia e prendere Mosca.
  • Zelensky non ha mai pronunciato queste parole, né nel discorso durante il quale è stata scattata la foto su Facebook, né in altri contesti.

Analisi

Di seguito vediamo lo screenshot di uno dei post che sbeffeggiano il leader di Kiev. In sovraimpressione si legge:

Una volta liberata l’Ucraina, attaccheremo Mosca. E la Russia verrà annessa all’Ucraina.

Il presidente ucraino viene inquadrato dall’obiettivo della fotocamera mentre parla di fronte a un leggio. Alla sua destra, coperto dalla scritta «annessa» c’è un bicchiere d’acqua, ben visibile nella foto originale di Afp, ripresa da AdnKronos.

Cercando la foto originale, si scopre che questa è stata scattata il 23 agosto a Kiev, in occasione di una conferenza stampa tenuta dal leader ucraino assieme al presidente polacco Andrzej Duda. Dell’evento si trovano le immagini e il commento sul profilo Facebook ufficiale di Zelensky, dove si può vedere la registrazione dell’intera conferenza. Si vede chiaramente lo stesso bicchiere d’acqua dello scatto di Afp.

Della diretta c’è un resoconto completo sul Kiev Independent. Nel suo discorso, il Zelensky ha dichiarato: «Cosa farà l’Ucraina se Kiev verrà attaccata? Lo stesso che sta facendo ora. Per me, da presidente, sono sicuro, come ogni ucraino, che non c’è differenza tra Kiev, Chernihiv, o il Donbass. Sono tutti gli stessi». «I russi riceveranno una risposta. Ogni giorno la nostra risposta aumenterà, e diventerà sempre più forte» ha continuato Zelensky, che non ha parlato di invasione della Russia o di una presa di Mosca.

Nella sera dello stesso giorno, l’ufficio della presidenza ucraina ha rilasciato un comunicato. Al suo interno non viene mai menzionata la parola Mosca. La parola Russia e gli aggettivi che da essa derivano vengono utilizzati solo per parlare dell’aggressione all’Ucraina e mai di un’invasione da parte di Kiev.

In generale, una dichiarazione simile da parte del presidente ucraino avrebbe scatenato enorme clamore mediatico. Cosa che non si è verificata. Ricercando su Google le parole chiave «Zelensky we will invade Russia», non appare nessun articolo che riporti l’affermazione.

Conclusioni:

Alcuni post su Facebook sostengono che Zelensky abbia dichiarato di voler invadere la Russia e prendere Mosca. Zelensky non ha mai pronunciato queste parole, né nel discorso durante il quale è stata scattata la foto su Facebook, né in altri contesti.

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