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TikTok svela un pezzo di algoritmo: così il social dirà perché mostra un video nella selezione personalizzata

20 Dicembre 2022 - 16:53 Antonio Di Noto
Visualizzazioni, like, commenti, condivisioni e ricerche sono tutti elementi che la piattaforma usa per scegliere i video della For you page degli utenti. A breve sarà possibile conoscerli per ciascun video

Una parte dell’algoritmo svelata agli utenti. TikTok ha reso noto che con un nuovo aggiornamento sarà possibile per gli utenti scoprire perché un determinato video si trova nella loro “For you page”, unica per ciascun utente, dove il social raccoglie tutti i video consigliati per quella persona. Tra le ragioni che TikTok indicherà agli utenti ci sono la loro attività sul sito, e quella degli altri utenti della stessa area. Significa che le visualizzazioni, i like, i commenti, le condivisioni e le ricerche di un utente sono elementi che il social utilizza, e adesso espliciterà, per proporre contenuti. In aggiunta, tra le ragioni appariranno anche gli account seguiti e quelli suggeriti, oltre alla potenziale viralità di un contenuto nell’area di visualizzazione e alla data di pubblicazione. La compagnia afferma che la nuova funzione «è uno dei molti modi in cui stiamo lavorando essere trasparenti nei confronti di chi usa la piattaforma»

Come usare la nuova funzione?

Per accedere alle informazioni, è necessario cliccare sul tasto di condivisione. Nella terza fascia di tasti, vicino all’opzione per il download, apparirà un’icona con un punto interrogativo. Toccandola si accederà a un pannello con la lista delle ragioni per cui TikTok ha mostrato quel video.

TIKTOK / Esempio del pannello di visualizzazione della nuova funzione

L’algoritmo di TikTok

TikTok è noto per aver creato un algoritmo che tramite l’uso dell’applicazione profila gli utenti in maniera talmente precisa da proporre loro quasi solo contenuti che apprezzano, creando delle bolle di utenti con caratteristiche simili tra di loro, che spesso sono impenetrabili a chi invece non le possiede. Scorrendo i video sulla piattaforma non è raro imbattersi in utenti che affermano come TikTok li conosca meglio di quanto loro stessi si conoscano. «Ci ho messo 18 anni a capire che ero lesbica, TikTok ci ha messo due settimane» è una frase che può capitare di leggere molte volte navigando sulla piattaforma.

Immagini nell’articolo: TikTok

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TECNOLOGIADimissioniElon MuskSocial mediaSondaggiUSAX (Twitter)

Twitter, Musk verso le dimissioni: «È alla ricerca di un nuovo Ceo». La svolta dopo il sondaggio-boomerang tra gli utenti

20 Dicembre 2022 - 16:13 Alessandra Mancini
Il patron di Tesla aveva già affermato in precedenza che la sua posizione sarebbe stata temporanea

Elon Musk sta cercando un nuovo Ceo per Twitter. Ad annunciarlo è la Cnbc che ricorda come il patron di Tesla aveva già precedentemente affermato che la sua posizione da amministratore delegato sarebbe stata temporanea. «Mi aspetto di ridurre il mio tempo su Twitter e trovare qualcun altro che gestisca Twitter nel tempo», aveva dichiarato lo scorso novembre. Tuttavia, in un tweet dei giorni scorsi aveva puntualizzato che non esiste alcun successore. Intanto, però, il re è nudo. E a spogliarlo è stato il “suo” popolo che in un sondaggio su Twitter ha votato a favore delle dimissioni dal social network. Ma per molte ore dopo la consultazione online sul suo destino all’interno della piattaforma, Musk è rimasto in silenzio. L’imprenditore infatti ha deciso di non commentare – come è solito invece fare – direttamente il tweet del sondaggio a cui hanno partecipato più di 17 milioni di utenti. Tuttavia dopo diverse ore è ricomparso “obliquamente” sul social media, da lui acquistato a ottobre per 44 miliardi di dollari. Lo ha fatto prima rispondendo con un laconico «interessante» al tweet di un utente che, facendo notare la relazione tra voti al sondaggio e relativi «mi piace» si chiedeva se esso non fosse stato manipolato da un’armata di bot. Quindi Musk ha accolto di buon grado un’altra idea suggerita da un utente: quella di far votare sulle questioni relative alla piattaforma soltanto gli abbonati “premium” che hanno ottenuto (a pagamento, secondo il nuovo sistema) la tanto agognata spunta blu. «Ottima osservazione. Twitter farà quel cambiamento», ha scritto Musk rispondendo al suggerimento. Poi, di nuovo il silenzio.

La “vendetta” di Mastodon

Mentre Musk prepara la prossima mossa, sempre nella bufera di accuse e polemiche, arriva l’affondo del social network che più ha beneficiato della transizione critica di Twitter: Mastodon. Da quando Elon Musk ha completato l’acquisizione di Twitter a fine ottobre, infatti, i contatori del social network sul numero di utenti attivi sono impazziti. A rivelarlo è stato lo stesso fondatore del social, Eugen Rochko. «Tra ottobre e novembre il numero di utenti attivi da 300 mila è decollato fino a 2,5 milioni, con sempre più giornalisti, personaggi politici, scrittori, attori e organizzazioni che si trasferiscono», si legge in una nota diffusa oggi da Rochko. E poi: «Comprendendo che la libertà di stampa è assolutamente essenziale per una democrazia funzionale, siamo entusiasti di vedere Mastodon crescere e diventare un nome familiare nelle redazioni di tutto il mondo e ci impegniamo a continuare a migliorare il nostro software per affrontare le nuove sfide che verranno con una rapida crescita e una domanda crescente».

La convocazione al Parlamento europeo

Il ripristino dell’account di Donald Trump, i continui licenziamenti del personale dell’azienda, l’addio alla politica anti-disinformazione sul Coronavirus, ma anche la messa al bando di alcuni giornalisti sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a scrivere a Elon Musk per chiedergli di testimoniare davanti all’organo legislativo dell’Ue. «Twitter non diventi inconsapevolmente un catalizzatore di incitamento all’odio, interferenze elettorali e disinformazione», scrive la presidente nella sua lettera d’invito a Elon Musk visionata dall’Ansa. Per Metsola infatti il social media «svolge un ruolo centrale nella vita democratica dell’Unione europea e consente la possibilità di un discorso civile». Nell’invito Metsola ricorda inoltre che il Parlamento europeo ha recentemente adottato la legge sui servizi digitali e sta attualmente lavorando ad un regolamento sulla trasparenza ed il targeting della pubblicità politica online. «La sua presenza al Parlamento europeo ci consentirebbe di avere uno discussione schietta in pubblico», conclude. 

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Qatargate, cortocircuito alla Corte di Brescia: verifiche sulle carceri in Belgio per la figlia di Panzeri, ieri il nulla osta per la madre

20 Dicembre 2022 - 16:03 Redazione
I giudici della seconda sezione hanno accolto la richiesta di ulteriori verifiche della difesa di Silvia Panzeri. Rigettata ieri dai colleghi che vagliavano il caso di Maria Dolores Colleoni

Niente estradizione in Belgio, almeno per il momento, per Silvia Panzeri, l’avvocatessa 38enne figlia dell’ex europarlamentare italiano al centro dell’inchiesta su presunti finanziamenti illeciti da Qatar e Marocco. I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Brescia hanno disposto infatti il rinvio della decisione al prossimo 3 gennaio: i magistrati hanno accolto l’istanza presentata dalla difesa della donna, che chiedeva di accertare preventivamente le condizioni delle carceri in Belgio. Ieri i giudici di una diversa sezione della stessa Corte avevano invece acconsentito all’estradizione della moglie di Antonio Panzeri, Maria Dolores Colleoni. Entrambe le donne sono indagate per concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. A poche ore dalla decisione su Silvia Panzeri, è stato diffuso il provvedimento con cui ieri la Corte ha acconsentito alla consegna al Belgio della madre: «Sussistono gravi indizi di colpevolezza», scrivono i magistrati della sezione presieduta da Anna Dalla Libera. Dal provvedimento si evince però anche che il collegio aveva rigettato ieri la richiesta della difesa di Colleoni, identica a quella accolta oggi da altri magistrati della stessa Corte per Silvia Panzeri: nell’udienza di ieri, la richiesta di verificare preventivamente il trattamento nelle carceri belghe è stata rigettata perché «non sono stati addotti gravi e persistenti problemi di malfunzionamento del sistema penitenziario» del Paese nordico.

Foto: Ministero della Giustizia / Corte d’Appello di Brescia

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ESTERIBombardamentiChersonInformazioneMissiliRussiaUcrainaVideo

Due giornalisti italiani colpiti da un raid a Cherson, la denuncia di Locatelli: «Attacco intenzionale dai russi» – Il video

20 Dicembre 2022 - 15:07 Redazione
Il reporter italiano ha ripreso la scena dell'attacco e l'ha diffusa sui social: «Sparare sulla stampa non ha scuse»

Due giornalisti italiani, Claudio Locatelli e Niccolò Celesti, sono stati colpiti in un raid missilistico a Cherson, in Ucraina. A riferirlo è lo stesso Locatelli in un video sul suo account Facebook in cui riprende il momento dell’attacco ai danni suoi e di un collega. Precisa, però, che sono riusciti a mettersi in salvo. Stando a quando riferisce, si sarebbe trattato di un «attacco intenzionale». Nel filmato di vede Locatelli con del sangue tra il collo e la guancia. Un colpo «ha danneggiato l’auto, siamo rimasti bloccati sotto tiro prima di riuscire a metterci in salvo, ho perso sangue ma la ferita è lieve». E spiega che, se avesse aperto la porta dell’auto ora sarebbe «senza una gamba o peggio. La macchina è ben segnalata l’attacco ai nostri danni visto luogo e dinamica è stato intenzionale». Riferisce poi che che «il tiro proveniva dalla sponda oltre il Dnipro, lì dove si trova l’esercito russo». Infine, sui suoi social denuncia: «Sparare sulla stampa non ha scuse. Ma noi stiamo bene per fortuna». Claudio Locatelli si definisce «giornalista combattente». È un freelance bergamasco che si trova in Ucraina, dove era già stato ferito precedentemente. Nel 2019 aveva imbracciato il kalashnikov per combattere l’Isis.

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POLITICA18appBonusGoverno MeloniLegge di bilancio

Reddito basso o pieni voti, il nuovo bonus cultura sarà per pochi. E monta la polemica

20 Dicembre 2022 - 15:04 Redazione
Nuova versione negli emendamenti alla Manovra in arrivo. L'opposizione insorge. «È una schifezza», dice Luigi Marattin

Un bonus, ma non per tutti. Nella versione a cui il governo sta lavorando, e che ha immediatamente incontrato il no dell’opposizione, il bonus cultura ai diciottenni, con la relativa app “18App”, cambia e si riduce. Due, alternativi, i criteri per ottenerlo, entrambi particolarmente restrittivi. L’Isee del nucleo familiare che non dovrà superare i 35mila euro e il punteggio all’esame di Maturità che dovrà essere di 100/100. Chi rientrerà in entrambi i criteri potrà avere un doppio premio, arrivando a 1.000 euro di bonus, dice il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone: «Confermiamo l’Isee ma la grande novità è che raddoppia: non ci sarà solo il criterio di un Isee medio-basso ma gli studenti meritevoli, che otterranno 100 alla maturità e con un Isee sotto la soglia, possono raddoppiare». La app di gestione avrà un nuovo nome e sarebbero allo studio dei meccanismi antifrode: non è ancora chiaro se servirà a comprare solo libri o anche altri prodotti culturali, dai biglietti dei concerti ai corsi di teatro, come accade ora. Le anticipazioni di Mollicone dovrebbero essere confermate negli emendamenti dei relatori della Manovra 2023, attesi per la nuova convocazione della Commissione Bilancio della Camera prevista alle 15. Ma intanto si è riaccesa la polemica.

Le critiche

«Appena abbiamo saputo di questa ipotesi abbiamo immediatamente detto che era una schifezza», spiega Luigi Marattin di Italia Viva, membro della commissione Bilancio: «Ma la verità è che sono in difficoltà su tutta la manovra, non solo su questo. I tempi sono strettissimi e stanno cercando in tutti i modi di ridurre al minimo la discussione, col rischio di non rientrare comunque nei termini». Maria Laura Orrico del Movimento Cinque stelle si è pure schierata nettamente contro le modifiche al bonus: «Muore la 18App e nasce la Carta del merito per dire ai giovani che non sono tutti uguali in base al reddito e che solo quelli con i voti alti devono continuare a cibarsi di cultura. Follia e assoluta mancanza di buon senso del governo Meloni», ha scritto in un tweet. L’idea iniziale della maggioranza (il primo testo era firmato oltre che da Mollicone, da Dalla Chiesa di FI e da Rossano Sasso, Lega) era di mantenere tutti i 230 milioni ottenuti col taglio in iniziative culturali, ma sparsi in mille rivoli, dai finanziamenti alla Biblioteche alla creazione di una nuova Fondazione Vittoriano per gestire il monumento. Si vedrà se sarà così anche nel testo finale. In ogni caso, ad essere preoccupati al momento sono soprattutto editori e librai, per i quali il bonus era un discreto volano in tempi di crisi del settore. «Il ministro Sangiuliano – ha spiegato Mollicone – convocherà un tavolo ai primi di gennaio per un nuovo regolamento coinvolgendo tutte le associazioni di categoria. Siamo soddisfatti – è la conclusione – per quella che è un’azione da riformisti conservatori».

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ATTUALITÀCalcioClaudio LotitoDisinformazioneNo vaxSinisa MihajlovicSS LazioTumoriVaccini

Morte di Mihajlovic: così le parole di Lotito hanno fatto breccia negli ambienti No vax

20 Dicembre 2022 - 14:58 David Puente
Dai social come Twitter ai canali Telegram, ecco come poche parole di un personaggio noto possono attivare un effetto a catena della disinformazione

Le parole del senatore di Forza Italia e presidente della S.S. Lazio Claudio Lotito hanno fatto discutere in questi giorni. La morte di Sinisa Mihajlovic e lo stato di salute di Gianluca Vialli sono due esempi citati da Lotito, il quale fa intendere che le due situazioni «potrebbero essere legate» e pone il dubbio sui vaccini: «servono e vanno fatti, ma nessuno sa quello che potranno determinare in futuro». Tale ragionamento ha permesso al patron della Lazio di diventare una fonte di ispirazione per la propaganda No vax. Lotito chiarisce di non essere affatto un esperto («non voglio fare l’esperto»), come non lo è affatto Red Ronnie che sui vaccini nel 2016 aveva scatenato una bufera ritenendo «demenziale» l’obbligo vaccinale per i bambini. Che siano i vaccini o qualunque altro tema di interesse, basta che un personaggio famoso e seguito ponga un dubbio o “condanni” con estrema sicurezza un prodotto si scatena l’inferno. Sul tema della salute, ancora peggio.

Uno dei tweet dove un utente che sfrutta le dichiarazioni di Lotito.

Non solo utenti, il tema è stato cavalcato anche dai siti web del settore No Vax come “Eventi Avversi” che titola così: «Lotito: “Mihajlovic e Vialli, troppe malattie tra i giocatori. Bisogna approfondire”».

Ci è bastata una semplice ricerca su Telegram per individuare diversi canali che riportano le dichiarazioni di Lotito come una sorta di “risveglio delle coscienze”. All’interno abbiamo notato che lo stesso sito “Eventi Avversi” aveva pubblicato un altro articolo, ma questa volta con un titolo diverso: «Lotito su Mihajlovic: “Va capito cosa sta causando tutte queste malattie”. Iniziano a vacillare le certezze?».

Tra le condivisioni social troviamo qualcosa in più. Sul tema è intervenuto anche Giulio Tarro, già noto a Open Fact-checking per diverse dichiarazioni fuorvianti sul tema Covid-19 (ne parliamo qui e qui).

Il tweet dove Tarro condivide l’intervista.

Secondo il medico, bisognerebbe «esaminare il quadro oncologico del paziente e valutare com’era prima che gli venissero somministrati i vaccini». Sia chiaro che entrambi gli ex calciatori, Mihajlovic e Vialli, erano a conoscenza dei rispettivi mali da ben prima della pandemia (l’ex juve lo sa dal 2017).

A rilanciare Tarro ci pensa anche l’europarlamentare Francesca Donato.

Nel suo intervento, dove l’articolo fa chiaro riferimento alle vaccinazioni, Tarro pone in correlazione «l’NRA messaggero del coronavirus» e la presunta alterazione del DNA con un «precipitare» delle diagnosi precoci dei tumori. Un’associazione che però non trova fondamento, in quanto le diagnosi precoci erano fortemente diminuite in seguito all’inizio della pandemia, come possiamo notare dal seguente grafico riportato dal report 2022 di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) relativo all’«incidenza di nuove diagnosi di tumore nel 2020 rispetto al 2019 per sede e sesso».

Dopo svariate teorie infondate sui vaccini anti Covid-19, che secondo la comunità No vax conterrebbero grafene, dispositivi bluetooth o parassiti, o che sarebbero capaci di renderci luminescenti, sterili o appositamente creati per sterminare l’umanità, il caso dei tumori è senz’altro uno dei cavalli di battaglia. Di recente abbiamo spiegato, in un articolo di Open Fact-checking, come due screenshot di due articoli di Reuters e CNN siano stati associati per sostenere che ci sia stato un aumento dei casi di tumore a causa dei vaccini: leggendo gli articoli si scopre che non c’era alcuna correlazione. Se basta uno screenshot ad attivare la diffusione della disinformazione No vax, figuratevi un senatore e Presidente di una squadra calcistica a seguito del decesso di un giocatore famoso come Mihajlovic, purtroppo malato ben prima dell’arrivo dei vaccini anti Covid-19.

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CULTURA & SPETTACOLOAmadeusAnna OxaFestival di SanremoMusicaRaiTvVideo

Il caso Anna Oxa prima di Sanremo, negata in diretta l’intervista alla moglie di Amadeus: la cantante spiega perché – Il video

20 Dicembre 2022 - 14:32 Redazione
Momenti di imbarazzo in studio su Rai1 per l'imprevisto durante il collegamento. Dopo le polemiche, però, lo staff della cantante ha provato a chiarire

Se queste sono le premesse, Sanremo 2023 promette di riservare grandi sorprese. Anna Oxa ha negato un’intervista a Giovanna Civitillo, showgirl e moglie del presentatore del festival Amadeus. Civitillo è inviata speciale per il programma di Rai 1 La vita in diretta fino ai giorni del festival e tra i tanti big intervistati ha cercato di fermare anche Oxa. Appena scesa dal palco, la showgirl le ha chiesto: «Anna ciao, ti posso fare una domandina veloce?». La cantante però l’ha ignorata totalmente andandosene. «No, non gliela possiamo fare una domandina veloce. Ci riproveremo un’altra volta allora», risponde allora Civitillo tra commenti e imbarazzo in studio. In quest’ultimo si trovava il conduttore Alberto Matano che ha reagito dicendo: «Mitica la nostra Giovanna Civitillo. Secondo me la domandina sarà fatta un’altra volta. Ma secondo voi la prossima volta risponderà?». A rispondere è stato Guillermo Mariotto, giudice di Ballando con le stelle: «Se risponderà la prossima volta? Mai! Le divinità non sono tenute a rispondere ai mortali. No ragazzi questo non esiste. E lei viene da un Olimpo che non tutti conosciamo. Com’è andata quando lei era a Ballando con le Stelle? Oddio è successo di tutto, di tutto e anche di più. Cosa le chiederei io? Alberto non si fanno domande! Che poi mi tira una scarpa. Lei vuole vivere nel mistero».

La replica di Anna Oxa

Non si è fatta attendere la replica della cantante attraverso un messaggio del suo entourage Oxarte. «Anna Oxa non doveva rilasciare interviste. È stata a Sanremo per cose già stabilite: presentare il titolo del brano e fare una foto. Tutto questo a titolo gratuito perché lo sanno tutti che a differenza di altri artisti, non sono in causa con la Rai», scrivono in un post su Facebook in cui denunciano che la cantante è «da sempre è attaccata da una parte di stampa diffamatrice che strumentalizza qualsiasi cosa». Ma il messaggio ai fan assume toni molto forti:« Non rimaneteci male per le offese e diffamazioni nei confronti di Anna Oxa, vi ricordiamo che per fare querela si ha tempo 90 giorni». E infine, un appello sul consenso: «Non bisogna mai chiedere a una persona di avere consenso a tutti i costi facendo qualsiasi cosa, inchinandosi alla delinquenza e alla malattia della cattiveria. Bisogna avere la pretesa di voler vivere in una società sana».

Lo speciale Sanremo 2023

I testi delle canzoni

ANNA OXASali (Canto dell’anima) | ARTICOLO 31 – Un bel viaggio | ARIETE – Mare di guai | COLAPESCE E DIMARTINOSplash | COLLA ZIO – Non mi va | COMA_COSEL’addio | I CUGINI DI CAMPAGNA – Lettera 22 | ELODIEDue | GIANLUCA GRIGNANI – Quando ti manca il fiato | gIANMARIA – Mostro | GIORGIA – Parole dette male | LAZZA – Cenere | LDA – Se poi domani | LEO GASSMANN – Terzo cuore | LEVANTE – Vivo | MADAMEIl bene nel male | MARA SATTEI – Duemilaminuti | MARCO MENGONIDue vite | MODÀ – Lasciami | MR. RAIN – Supereroi | OLLY – Polvere | PAOLA e CHIARA – Furore | ROSA CHEMICAL – Made in Italy | SETHU – Cause perse | SHARI – Egoista | TANANAITango | ULTIMO – Alba | WILL – Stupido

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La doppia partita delle regionali di Lazio e Lombardia: definiti i candidati di centrodestra e Pd, la variabile M5s tiene sulle spine la sinistra

20 Dicembre 2022 - 14:28 Felice Florio
Con la designazione di Rocca, la maggioranza di governo ha completato le candidature per la tornata del 12 e 13 febbraio. La frenata di Conte su Majorino preoccupa i Dem

La Sicilia è andata a Forza Italia, anche se sarebbe il caso di dire “alle Forza Italia”, visto che nell’assemblea regionale si sono costituiti due gruppi con lo stesso nome, uno leale a Schifani e l’altro a Micchichè. La Lombardia avrà come candidato del centrodestra un leghista: qui la scelta è stata più semplice, sia per tradizione geografica del partito sia per la prassi di ricandidare il presidente uscente. La contesa del Lazio, come previsto dagli equilibri interni alla coalizione, spetterà dunque a Fratelli d’Italia. La leader Giorgia Meloni, con l’assenso di forzisti e leghisti, ha scelto Francesco Rocca per la corsa alla successione di Nicola Zingaretti. L’investitura dell’ormai ex presidente della Croce Rossa completa lo schieramento con cui la maggioranza di governo sfiderà il centrosinistra nella tornata elettorale del 12 e 13 febbraio. Al voto, le due regioni più popolose di Italia, i cui capoluoghi sono la capitale istituzionale e la capitale economica del Paese.

La posta in gioco è alta. Benché lo schieramento del centrodestra si approssima alla sfida elettorale con una parvenza di invincibilità, la presidente del Consiglio e il suo vicepremier leghista porteranno le scorie di decisioni tutt’altro che ecumeniche. In Lombardia, Matteo Salvini e Attilio Fontana sono avversati da colei che è stata la vicepresidente della giunta regionale. Letizia Moratti, donna influente politicamente ed economicamente, che ha scaricato il centrodestra per partecipare in prima persona alla competizione elettorale. Con lei, il Terzo polo si è assicurato un bacino di voti che nelle scorse tornate era indiscutibilmente appannaggio del centrodestra lombardo. E poi c’è il Comitato Nord di Umberto Bossi, che vuole contare nella tornata regionale e per questo obiettivo non si esimerà dal picconare la segreteria salviniana. Anche nel Lazio Meloni ha fatto una scelta foriera di alcune difficoltà interne. Per la candidatura che toccava al suo partito è dovuta ricorrere a un candidato civico: Rocca non è iscritto a Fratelli d’Italia. Mentre i papabili che militano da tempo nelle file del partito sono stati esclusi.

A partire da Fabio Rampelli: il vicepresidente della Camera, per molti aspetti padrino politico di Meloni, è stato messo ancora una volta ai margini dai disegni della premier. Lui si era addirittura autocandidato per guidare il Lazio, «ho dato la mia disponibilità, ma non me l’hanno chiesto», aveva dichiarato. Dopo l’esclusione dal governo, è arrivata un’altra doccia gelida per Rampelli, che sta diventando il referente dell’area dei delusi meloniani. Per non spaccare il partito, la presidente del Consiglio ha fatto ritirare dal mazzo le carte dell’eurodeputato Nicola Procaccini e del coordinatore regionale Paolo Trancassini. Si è optato per un tecnico, dunque, per non scontentare alcun politico. «Un partito che nasce e stabilisce la sua roccaforte nel Lazio candida come sindaco Michetti e come presidente della Regione Rocca. Due tecnici. Che senso ha prendere il 30% dei voti se non puoi portare i tuoi esponenti nei ruoli di governo della tua regione per eccellenza?», dice a Open un esponente di Forza Italia.

E conclude: «Per me i motivi possono essere due. O Meloni non si fida della sua classe dirigente, crede che non sia all’altezza e vuole stare alla larga da scivoloni politici, o teme che eventuali nuove leadership possano acquisire spazio nel partito. E uno motivo non esclude l’altro». Insomma, il centrodestra si affaccia alla due giorni elettorale di febbraio da favorito, ma non senza tensioni. Che, però, appaiono irrilevanti se paragonate a quelle del centrosinistra. Nel Lazio, la fuga in avanti di Carlo Calenda sull’assessore uscente Alessio D’Amato ha bruciato qualsiasi tempo di confronto tra Partito democratico e Movimento 5 stelle. Gli organi del Nazareno hanno deciso comunque di puntare sull’esperto di sanità, anche perché Giuseppe Conte ha vincolato la partita per la Regione alle scelte di Roma Capitale sul termovalorizzatore. Opera sulla quale il Pd e Roberto Gualtieri non avrebbero potuto fare un passo indietro.

I 5 stelle stanno tardando a individuare un candidato laziale. Conte, seppure abbia in parte smentito la notizia, avrebbe sondato l’opportunità di candidare donne protagoniste del mondo della comunicazione e dello spettacolo: da Bianca Berlinguer a Luisella Costamagna, per finire a Sabrina Ferilli. Possibilità che sembra sfumare, mentre il leader grillino torna a sollevare le sue riserve sull’alleanza con il Pd in Lombardia. Dopo aver ricevuto l’ok dalla base, tramite voto online su Skyvote, a coalizzarsi con i Dem, erano stati fatti passare messaggi di chiaro supporto alla candidatura di Pierfrancesco Majorino. Il quesito sottoposto agli iscritti non includeva il nome del candidato di coalizione, questo è vero, ma tanto le dichiarazioni delle prime linee grilline quanto i tavoli di lavoro aperti e conclusi insieme ai Dem per scrivere un programma congiunto, erano il chiaro segnale che la convergenza su Majorino ci sarebbe stata.

Il tema, spiega una fonte interna al Movimento, è che Conte vuole garanzie sul Qatargate. Majorino, al momento, non è assolutamente toccato dalle indagini sulle tangenti del Paese del Golfo, ma è comunque eurodeputato del gruppo dei socialisti, sconquassato dall’inchiesta belga. I due si vedranno in settimana per ulteriori chiarimenti chiesti dal presidente dei 5 stelle. Ma uno scenario che va consolidandosi è che, mentre al Sud il Movimento riscuota successo per la difesa delle fasce deboli della popolazione, al Nord debba puntare di più su questioni di morale politica, di etica, di giustizia. Ed ergersi a paladini della legalità, per i contiani che non brillano esattamente di garantismo, potrebbe essere visto dagli elettori come un controsenso se ci si allea di nuovo con il partito di Antonio Panzeri e degli altri esponenti coinvolti nel Qatargate. In generale, i sondaggi al momento sembrano premiare la manovra di separazione del Movimento dal Pd, con virata a sinistra: a Conte può convenire mantenere alta la tensione con i Dem.

«La Lombardia è persa comunque, perché rischiare di infangarsi l’immagine con il marciume che coinvolge il Partito democratico in Europa? Majorino è forte a Milano, ma nelle altre province…», ragiona un esponente grillino. «Nel Lazio, in termini di voti, andrà sicuramente meglio per il Movimento. Un buon risultato può sancire la nascita di qualcosa a sinistra del Pd, abbiamo creato una bella squadra con Coordinamento 2050 di Stefano Fassina, Loredana De Petris, Alfonso Pecoraro Scanio e Sinistra italiana di Nicola Fratoianni». Majorino, che per la competizione elettorale non ha mai potuto contare sugli alleati di centro del Terzo polo, adesso rischia di perdere anche la stampella pentastellata. Intanto, pare sia circolato un sondaggio in ambienti Pd in cui le chance di vittoria di Majorino aumenterebbero di molto se, il 12 e il 13 febbraio, in Lombardia si verificassero abbondanti nevicate. Non è una barzelletta, c’è un ragionamento alle spalle, basato sui voti dislocati nei territori: nelle grandi città, dove il centrosinistra va meglio, sarebbe più facile andare fisicamente alle urne rispetto alle valli innevate, bastioni leghisti. Tuttavia, se il Pd lombardo ha bisogno di appendere le sue speranze a un sondaggio metereologico, le previsioni elettorali devono essere tutt’altro che serene.

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Russia, esplode un gasdotto a est di Mosca: almeno tre vittime – Il video

20 Dicembre 2022 - 14:17 Redazione
Secondo le prime ricostruzioni riferite dai media russi l'incidente seguito a una fuga di gas: dipendenti del gestore della tubatura le tre vittime accertate

Un’esplosione ha squarciato il gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod all’altezza del villaggio di Yambakhtino, nella regione russa della Ciuvascia, poco meno di 700km a est di Mosca. Lo riferiscono i media russi, trasmettendo le prime immagini del gasdotto in fiamme. Secondo le prime informazioni, l’incidente avrebbe causato al momento la morte di tre persone ed un ferito. Le tre vittime sarebbero dipendenti dell’azienda del gas impegnati in lavori sulla tubatura. L’agenzia di stampa Ria Novosti, che cita il ministero regionale delle Emergenze, riporta che l’esplosione da cui si è generato l’incendio sarebbe stata provocata da una fuga di gas. Le autorità proseguono comunque nelle indagini. Il gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod dalla Russia corre fino all’Ucraina.

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Molestie alla giornalista Greta Beccaglia, condannato Serrani: dovrà seguire un percorso di recupero

20 Dicembre 2022 - 14:04 Giovanni Ruggiero
Il giudice ha deciso di sospendere la pena di un anno e sei mesi se il ristoratore marchigiano nei prossimi cinque anni continuerà a sottoporsi a un percorso di recupero. L'uomo dovrà anche risarcire l'Ordine dei giornalisti e la cronista per un totale di 25mila euro

È stato condannato a un anno e sei mesi Andrea Serrani, il ristoratore marchigiano accusato di violenza sessuale nei confronti della giornalista Greta Beccaglia. Il giudice ha disposto la sospensione della pena per cinque anni, a condizione che Serrani si sottoponga a un percorso di recupero. La vicenda risale al 27 novembre 2021, quando all’uscita dallo stadio Castellani dopo Empoli-Fiorentina, l’uomo molestò in diretta la giornalista durante un collegamento televisivo. Serrani è stato anche condannato a risarcire Beccaglia con una provvisionale di 15mila euro. Altri indennizzi sono stati decisi a favore dell’Ordine dei giornalisti e all’Associazione della stampa nazionale e toscana per un totale di 10mila euro.

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Bossi su Salvini: «Non mi parla? È un bambino». L’ultimatum a Fontana: così in Lombardia il centrodestra rischia lo strappo

20 Dicembre 2022 - 13:45 Giovanni Ruggiero
Il fondatore della Lega ha chiesto al governatore lombardo di accettare la lista del Comitato Nord alle prossime Regionali. Se Fontana non dovesse riuscire a convincere la Lega però, i bossiani potrebbero decidere di sostenere Letizia Moratti

Tra il fondatore della Lega Umberto Bossi e il segretario federale Matteo Salvini i rapporti sarebbero ormai al punto più basso mai toccato. I due non si parlerebbero praticamente più, soprattutto dopo lo strappo degli uomini del Senatur che hanno lasciato il gruppo della Lega al Consiglio regionale della Lombardia, tentando di crearne uno del «Comitato nord», l’iniziativa di Bossi per rilanciare i temi identitari storici del Carroccio che assomiglia sempre di più a un gruppo di scissionisti. Bossi si è presentato personalmente al Pirellone oggi 20 dicembre per incontrare il governatore Attilio Fontana, già confermato candidato del centrodestra per le prossime Regionali. Ed è in questa occasione che Bossi si sarebbe sfogato con i suoi, come riporta Repubblica, commentando i rapporti gelidi con Salvini: «Non mi parla? È un bambino, non si comporta come un uomo e io sono abituato a parlare con gli uomini».

Fontana ora si ritrova nella scomodissima posizione di mediatore, con il gravoso compito di evitare lo strappo definitivo e un countdown distante appena sette giorni. A motivare Fontana c’è innanzitutto il rischio di perdere il sostegno dei bossiani, che lo potrebbe allontanare dalla soglia del 40% indispensabile per ottenere il premio di maggioranza. E così il governatore lombardo pesa ogni parola dopo il faccia a faccia riservato con Bossi: «Mi farò promotore con la coalizione di centrodestra della necessità di accogliere anche loro».

Dal fronte bossiano arriva appena un comunicato, in cui però rispunta la Lega Nord: «Oggi – recita il comunicato – il Presidente a vita della Lega Nord Umberto Bossi ha incontrato in consiglio regionale il Presidente Attilio Fontana. Una richiesta chiara ed inequivocabile: farsi parte attiva con gli alleati di coalizione al fine di riconoscere il Comitato Nord come lista all’interno della coalizione di centrodestra in appoggio al presidente Fontana». Entro la prossima domenica, il governatore lombardo dovrà decidere se riconoscere quindi i bossiani e accettare la loro lista, oppure accontentare chi nella Lega, da Salvini in poi, non gradirebbe affatto quel passo. Se Fontana non dovesse riuscire nella mediazione, il gruppo vicino al fondatore della Lega potrebbe anche valutare altre strade: per esempio appoggiare Letizia Moratti e il Terzo Polo.

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Valentina Vignali, la malattia e la battaglia da 10 anni: «Non ho paura: vi mostro i controlli che devo fare» – Il video

20 Dicembre 2022 - 13:12 Redazione
Nel 2013 le era stato diagnosticato un carcinoma alla tiroide e periodicamente si sottopone ai controlli di routine

Dieci anni dopo la cestista e modella Valentina Vignali torna a parlare del carcinoma alla tiroide che le fu diagnosticato nel 2013 all’età di 21 anni. E lo fa postando un filmato su Instagram dove l’ex volto di Uomini e donne, nonché del Grande Fratello su Mediaset racconta l’ultima sessione di visite e la conseguente «routine di controlli» a cui deve sottoporsi «una persona che ha avuto il cancro». Dopo aver fatto un breve riassunto sulla diagnosi ricevuta 10 anni fa, la 31enne ha mostrato gli esiti dell’ecografia – che non ha evidenziato cambiamenti – e il momento in cui si sottopone agli esami del sangue al polo oncologico dell’ospedale di Pisa. «Anche stavolta Vignali 1, cancro 0», conclude. «C’è una costante in questi 10 anni di malattia che non mi abbandona, è sempre la stessa domanda che mi fanno: “Ma tu non hai paura?” No. – scrive Vignali in un lungo post pubblicato insieme al video -. Non ho paura di qualcosa che non posso controllare. Il cancro fa come gli pare, decide lui, posso avere paura di qualcosa che si affida completamente al caso? Posso combattere ma non avere paura». Quello che ha sempre cercato di fare la cestista è «avere il massimo rispetto del mio corpo e della mia vita, con l’alimentazione, lo sport e tutto ciò che di buono posso fare per il resto sarà il caso a decidere come devono andare le cose». E poi: «Per questo io intanto vivo alla velocità della luce e faccio tutto quello che voglio fare. Sempre. Anche dalle cose brutte si impara e io qui ho imparato che non sempre c’è una seconda possibilità, quindi se mi sveglio che voglio vedere un posto dall’altra parte del mondo prendo un aereo, se voglio qualcuno glielo dico, se mi va di fare un regalo senza motivo lo compro, se penso qualcosa te lo urlo. Vivo, amo, respiro e mi incazzo all’ennesima potenza. Ed è bellissimo».

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