In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
FACT-CHECKINGCharlie HebdoFranciaPapa FrancescoPedofiliaSatira

No! Charlie Hebdo non ha pubblicato questa caricatura del Papa nel numero di novembre 2022

30 Dicembre 2022 - 23:16 Ludovica Di Ridolfi
Si tratta probabilmente di una reazione alle dichiarazioni rilasciate dal pontefice sui buriati, che hanno fatto infuriare le autorità russe

Sta circolando sui social una presunta copertina del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, che vede protagonista una versione caricaturale e lubrica di Papa Francesco. Non è la prima volta che finte copertine attribuite alla nota rivista scatenano un polverone sul web: di recente, per esempio, era stato molto condiviso un ritratto di Volodymyr Zelensky mentre scappa con i doni dei Magi davanti agli occhi increduli del bambin Gesù. In quel caso, come in quello che riguarda il pontefice, si tratta di una copertina mai veramente realizzata dalla testata.

Per chi ha fretta:

  • Circola sui social una presunta copertina della rivista satirica Charlie Hebdo
  • In essa viene raffigurato Papa Francesco in comportamenti inappropriati mentre mette in guardia contro i buriati, una tribù mongola che vive in Siberia a maggioranza buddhista
  • Suddetta prima pagina non risulta da nessuna parte sul sito ufficiale della testata satirica, ed è probabilmente una reazione alle dichiarazioni rilasciate dal pontefice, che hanno fatto infuriare le autorità russe

Analisi

«Francia: alle parole VISCIDE del papocchio satanista BERGOGLIO il famoso E MAGNIFICO Settimanale Charlie Hebdo ha dedicato la copertina del SUO NUMERO SPECIALE: “Tenete i vostri bambini alla larga da questi buriati crudeli e pericolosi”». La traduzione gentilmente offerta da questo utente fa riferimento a un fumetto che spunta da quella che dovrebbe essere una caricatura di Papa Francesco. Nel fumetto si vede il pontefice in comportamenti decisamente inappropriati con un bambino, mentre un monaco buddhista distratto scatta fotografie a un crocifisso. Questo perché i buriati sono una tribù mongola che vive in Siberia, in Russia, la cui maggioranza (il 60% circa) professa la religione buddhista. L’ironia dovrebbe dunque nascere dall’avvertimento nei confronti di una persona innocente contrapposto all’ipocrisia cattolica. Il disegno appare sotto la scritta: «Charlie Hebdo – Numéro Spécial».

Dalla piccola notazione che appare in alto a sinistra, apprendiamo che si tratterebbe – in teoria – del numero 1.585, pubblicato il 30 novembre 2022. Un eccesso di zelo da parte dell’autore dell’immagine falsa che ci agevola nel lavoro di fact-checking: andando a controllare sul sito web di Charlie Hebdo, e in particolare nell’archivio che raccoglie tutte le prime pagine dei numeri pubblicati della rivista, notiamo che il 30 novembre 2022 è stata pubblicata tutt’altra copertina.

Anche il numero non corrisponde a quello che appare nell’immagine del papa, per una sola ma determinante unità: quello di novembre, infatti, è il numero 1.584 e non il 1.585. Quest’ultimo, invece, si riferisce alla copertina di dicembre. Che anche in questo caso, risulta totalmente estraneo alle insinuazioni sul Papa.

Papa Francesco è stato scelto come oggetto della bufala probabilmente in seguito alle sue dichiarazioni pubblicate dalla rivista gesuita statunitense America il 28 novembre 2022:

Quando parlo dell’Ucraina, parlo di un popolo martirizzato. Se hai un popolo martirizzato, hai qualcuno che lo martirizza. Quando parlo dell’Ucraina, parlo della crudeltà perché ho molte informazioni sulla crudeltà delle truppe che entrano. In genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i Buriati e così via. Certamente, chi invade è lo stato russo. Questo è molto chiaro. A volte cerco di non specificare per non offendere e piuttosto di condannare in generale, anche se è risaputo chi sto condannando. Non è necessario che metta nome e cognome

Parole che il ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov ha bollato come «non cristiane» e «per niente comprensibili», aggiungendo che «diversi responsabili di Mosca si sono indignati per quanto dichiarato» dal Pontefice.

Conclusioni

La copertina attribuita a Charlie Hebdo che raffigura Papa Francesco in comportamenti inappropriati mentre mette in guardia contro i buriati risulta falsa. Non risulta da nessuna parte sul sito ufficiale della testata satirica, ed è probabilmente una reazione alle dichiarazioni rilasciate dal pontefice sulla tribù mongola che vive in Siberia, che ha fatto notevolmente infuriare le autorità russe.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti
FACT-CHECKINGDisinformazioneFotoKievNazismoPoloniaPropagandaUcraina

No! Il primo ministro polacco non ha chinato il capo di fronte a un busto di Stepan Bandera a Kiev

30 Dicembre 2022 - 23:08 Antonio Di Noto
L'immagine che lo dimostrerebbe è in realtà un fotomontaggio prodotto della propaganda russa

Su Facebook, alcuni utenti stanno condividendo un’immagine che ritrae il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki chinare il capo di fronte a una statua del rivoluzionario ucraino Stepan Bandera, che secondo chi condivide i post si troverebbe a Kiev. In realtà, la scena mostrata nell’immagine non è mai avvenuta, dato che è stata ricreata con un fotomontaggio. Ricostruiamo dettagliatamente la bufala.

Per chi ha fretta:

  • Alcuni utenti condividono un’immagine su Facebook che ritrae il primo ministro polacco chinare il capo di fronte a un busto di Stepan Bandera.
  • L’immagine, però, è un fotomontaggio diffuso inizialmente da un canale Telegram filorusso noto per aver fatto da cassa di risonanza alla propaganda del Cremlino.

Analisi

Di seguito vediamo uno screenshot di uno dei post. Nella descrizione si legge:

«Il primo ministro polacco Morawiecki ha reso omaggio a Stepan Bandera a Kiev. 79 anni fa, Bandera ha attaccato quasi 100 villaggi polacchi in Volyn, più di centomila persone sono diventate vittime. Ora le autorità polacche hanno un compito difficile: convincere tutti che devono collaborare con gli eredi degli assassini».

La descrizione di un altro post che condivide la stessa immagine recita:

«oramai tutti si vendono al miglior offerente…….chi conosce i polacchi li evita, popolo che alla prima occasione ti frega. ED I RUSSI SAREBBERO TERRORISTI..?? AHAHAH. Il mondo alla rovescia…
Il primo ministro polacco Morawiecki è arrivato a Kiev e ha reso omaggio a Stepan Bandera. “Il ricordo di questo grande guerriero rimarrà per sempre nei nostri cuori. Bandera è sempre stato un grande amico del popolo polacco”, ha dichiarato Morawiecki».

Chi era Stepan Bandera (e cosa c’entra con la propaganda russa)

Va notato che a condividere l’immagine per la prima volta, il 26 novembre, è stato un canale Telegram in lingua russa noto per diffondere contenuti che si allineano alla propaganda russa. Stepan Bandera è un personaggio controverso della storia ucraina. In patria, alcuni lo considerano un eroe per aver lottato per l’indipendenza della Nazione. Tuttavia, la sua figura rimane divisiva. Poiché per un periodo collaborò con la Germania nazista, per molti suoi compatrioti, soprattutto nel sud e nell’est del del Paese, Bandera rimane un nazista. Inoltre, Bandera è fondatore dell’Upa, l’esercito insurrezionale ucraino, un’organizzazione paramilitare che si macchiò di una pulizia etnica ai danni degli ebrei polacchi nelle zone occupate dai nazisti nella Volinia e nella Galizia dell’Est. Per questo la propaganda russa sfrutta il suo personaggio per sostenere la tesi secondo la quale l’Ucraina sarebbe un Paese di nazisti.

Il fotomontaggio

Come accennato all’inizio dell’articolo l’immagine che circola su Facebook è un fotomontaggio. La base utilizzata non è difficile da reperire. Appare, infatti, nell’archivio di Wikimedia Commons. Per verificare che si tratta della stessa identica fotografia, è sufficiente confrontare il colore e la disposizione dei fiori. Sono esattamente identici tra la due immagini, anche se in parte coperti nella seconda. Inoltre, come spiegato su Commons, la foto risale al 2009 e il busto non si trova a Kiev, bensì a Kozivka, un villaggio nell’Oblast’ di Ternopil, a oltre 400 chilometri dalla capitale.

Resta da capire da dove sia stata estrapolata la sagoma dei due uomini. Le due figure appaiono in una foto condivisa su Twitter (archiviata qui) dall’account ufficiale della cancelleria del primo ministro della Polonia pubblicata proprio il 26 novembre scorso. Si nota come i due uomini siano vestiti allo stesso modo nelle due immagini, con tanto di bandiera polacca sulla manica del primo ministro. Com’è evidente, il memoriale a cui si stanno inchinando non è quello di Stepan Bandera, bensì dedicato alle vittime della grande carestia che si verificò in Ucraina a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del 1900. Si chiama Holodomor, e fu architettata da Joseph Stalin per piegare l’Ucraina al volere del regime sovietico.

Conclusioni:

Alcuni utenti condividono un’immagine su Facebook che ritrae il primo ministro polacco chinare il capo di fronte a un busto di Stepan Bandera. L’immagine, però, è un fotomontaggio diffuso inizialmente da un canale Telegram filorusso noto per aver fatto da cassa di risonanza alla propaganda del Cremlino.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti
FACT-CHECKINGBambiniFake newsFotoRussiaUcraina

No! Questa foto non ritrae un bambino ucraino sopravvissuto agli attacchi dell’artiglieria russa

30 Dicembre 2022 - 22:58 Ludovica Di Ridolfi
L'immagine è stata scattata almeno un decennio fa, e dunque sono da escludere correlazioni con il conflitto attualmente in corso

Sui social media sta circolando una foto di un ragazzino visibilmente provato, sporco, con i vestiti stracciati e sull’orlo del pianto. Diversi utenti hanno scritto che si tratterebbe di un bambino di otto anni recentemente sopravvissuto a un attacco da parte dell’artiglieria russa in Ucraina. Per quanto impressionante, la storia raccontata non è reale: vediamo perché.

Per chi ha fretta:

  • Sta circolando sui social la foto di un bambino malandato
  • Gli utenti scrivono che si chiamerebbe Marc, avrebbe 8 anni e sarebbe recentemente sopravvissuto a un attacco russo
  • In realtà la foto è vecchia di almeno un decennio: sebbene la sua origine non sia chiara, è indubitabilmente estranea al conflitto attualmente in corso in Ucraina

Analisi

«Triste oltre le parole. Non ci sono più Bambini in Ucraina. Solo Piccoli Uomini con Occhi molto Cresciuti , anche Vecchi . Abbastanza Stanco di Una Vita Ancora Non Vissuta.. BUON NATALE. Nella foto , Marc , 8 anni, è appena sopravvissuto a un attacco di artiglieria russa», scrive un utente condividendo su Facebook l’immagine citata. La stessa foto è stata condivisa anche da altri utenti, che affermano a più riprese come il bambino che vediamo si chiamerebbe Marc, avrebbe otto anni e sarebbe una vittima del conflitto attualmente in corso in Ucraina.

L’ampia diffusione del contenuto è imputabile, in particolare, a un post condiviso lo scorso 26 dicembre su Twitter da Lesia Vasylenko (archiviato qui), una deputata del Parlamento ucraino. In esso l’immagine del piccolo veniva accompagnata dal commento (ripreso dal primo utente citato): «La parte più triste: non ci sono più bambini in #Ucraina. Solo piccoli umani con occhi molto adulti, persino vecchi. Stanchi di una vita ancora non vissuta. Nella foto: Marc, 8 anni, appena sopravvissuto a un attacco dell’artiglieria #russa».

Ma il tweet non riporta esattamente la verità. Il bambino, infatti, non è stato ripreso a distanza di pochi attimi da un attacco russo. Perché la foto risulta circolare almeno dal 2013, dunque ben prima della recente invasione russa in Ucraina. Una ricerca inversa della fotografia del ragazzo, infatti, ci ha portato a scoprire che l’immagine era stata usata dall’autrice irlandese Christina McKenna per la copertina del suo libro, El Hombre En El Olvido. Un romanzo che vede protagonista James, un bambino abbandonato in un centro di adozione insieme a sua sorella, morta all’arrivo, che subirà stupri, fame, torture, finché una famiglia di contadini non deciderà adottarlo. La copertina in questione appare nell’edizione del 2013, mentre il romanzo è del 2008, ed è ambientato nell’Irlanda del Nord.

Secondo TinEye, la foto è apparsa per la prima volta su Flickr nel marzo 2012. Tuttavia, non è più disponibile sugli account Flickr menzionati da TinEye.

Conclusioni

Sebbene la fonte della fotografia non sia chiara, appare indubitabile che l’immagine è vecchia di almeno un decennio. E dunque non può essere correlata al conflitto in corso tra Russia e Ucraina.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti
SPORTArabia SauditaCalcioCalciomercatoCristiano RonaldoMedio Oriente

Cristiano Ronaldo ha firmato con l’Al Nassr: «Non vedo l’ora di scoprire un nuovo campionato di calcio in un Paese diverso»

30 Dicembre 2022 - 22:30 Redazione
Lo ha confermato il club saudita

Cristiano Ronaldo ha firmato un contratto di due anni e mezzo con un ingaggio da 200 milioni di euro a stagione con l’Al-Nassr. Lo ha confermato il club saudita con un post su Twitter. «Si sta scrivendo la storia. Questo trasferimento non solo ispirerà il nostro club a raggiungere un successo ancora maggiore, ma ispirerà il nostro campionato, il nostro paese e le future generazioni di ragazzi e ragazze a dare il meglio», scrive il club di Riad postando la foto di CR7 con la sua nuova maglia, gialla e blu, con il solito numero 7. «Non vedo l’ora di scoprire un nuovo campionato di calcio in un Paese diverso», dichiara invece il fuoriclasse portoghese secondo il quale «la visione dell’Al-Nassr è molto stimolante e sono lieto di unirmi ai miei compagni di squadra, in modo che insieme possiamo raggiungere maggiori successi». L’offerta del club di Riad prevedrebbe – oltre ai 200 milioni di euro – anche un ruolo da “ambasciatore” del calcio saudita fino al 2030, che moltiplicherebbe gli introiti fino a raggiungere 1 miliardo. Ronaldo continuerebbe quindi a giocare fino a 40 anni, indossando la quinta maglietta della sua carriera: prima di volare nel Golfo, il giocatore ha militato nello Sporting Lisbona, nel Real Madrid, nella Juventus e, due volte, nel Manchester United. Ad attendere Ronaldo nel club saudita ci sono vecchie conoscenze del calcio europeo: allenata da Rudi Garcia, ex Roma, la squadra può contare su Ospina, ex Napoli, sul capitano del Camerun, Vincent Aboubakar, e sull’ex Bayern Luiz Gustavo.

Leggi anche:

Articoli di SPORT più letti
SPORTBielorussiaCIORussiaSanzioni internazionaliVideo

Il Comitato olimpico chiude le porte dello sport alla Russia anche per il 2023: «Le sanzioni restino in vigore» – Il video

30 Dicembre 2022 - 22:19 Redazione
Il presidente del Cio: «Vogliamo vedere una squadra forte dell'Ucraina alle Olimpiadi di Parigi 2024 e di Milano Cortina 2026»

Nessuna riammissione di Russia e Bielorussia alle competizioni sportive internazionali previste per il 2023. La conferma è arrivata dal presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), Thomas Bach, secondo cui «le sanzioni a Mosca e Minsk devono restare in vigore» anche per il prossimo anno. Dal giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe, infatti, il Cio ha bandito Russia e Bielorussia dall’organizzazione di qualsiasi competizione sportiva a livello internazionale e vietato agli atleti dei due Paesi di partecipare ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ma nelle ultime settimane si era diffusa la notizia di una possibile apertura, anche in relazione alla proposta degli Stati Uniti di riammettere la Russia a Parigi 2024, senza però la bandiera della Federazione. Proposta che aveva spinto il presidente ucraino Zelensky a chiedere direttamente a Bach di non fare retromarcia sulle decisioni prese in ambito sportivo e continuare sulla via della tolleranza zero. «Queste sanzioni contro Russia e Bielorussia devono e rimarranno saldamente in vigore», ha affermato oggi Bach, in un messaggio di fine anno. «In questo nuovo anno, gli atleti ucraini possono contare sul pieno impegno del Cio e dell’intero movimento olimpico nel segno della solidarietà – ha aggiunto Bach -. Vogliamo vedere una squadra forte dell’Ucraina alle Olimpiadi di Parigi 2024 e di Milano Cortina 2026», ha concluso.

Leggi anche:

Articoli di SPORT più letti
ESTERIAccoltellamentiArrestiGiovaniInchiesteOmicidiUniversitàUSA

Usa, il caso dei quattro studenti uccisi in Idaho. La svolta nelle indagini: arrestato un 28enne

30 Dicembre 2022 - 21:21 Redazione
Kaylee Goncalves, Madison Mogen, Xana Kernodle e Ethan Chapin, sono stati uccisi a coltellate nel sonno nella casa in affitto dove vivevano vicino al loro campus universitario

Sessantadue agenti dell’Fbi, sei detective locali e 13 statali e un milione di dollari investiti dal governatore dell’Idaho. Sono queste le cifre e il numero delle forze messe in campo per indagare sulla morte di quattro studenti dell’Università dell’Idaho, uccisi a coltellate nella notte del 13 novembre scorso. Dopo oltre un mese di possibili indizi e piste accantonate, il giallo cha ha travolto la piccola città di Moscow sembra essere arrivato a un punto di svolta. Un ragazzo di 28 anni, Bryan Christopher Kohberger, sarebbe stato fermato dalla polizia in Pennsylvania. Arrestato nella sua abitazione alle tre del mattino di venerdì, il presunto assassino si troverebbe ora in stato di fermo in attesa di essere trasferito in Idaho, dove dovrà affrontare un processo per omicidio premeditato. Davanti alla casa era parcheggiata la Hyundai Elantra bianca nel mirino delle autorità da giorni, tanto da spingere gli agenti a chiedere ai cittadini di aiutarli – come riporta Ap – nelle ricerche del proprietario del veicolo. Non sarebbero ancora chiare le motivazioni che avrebbero spinto il giovane ad agire. Il ragazzo, infatti – secondo il Washington Post – non avrebbe precedenti penali e si sarebbe laureato alla Washington State University di Pullman, nello stato di Washington, non lontano da dove i quattro studenti 20enni sono stati uccisi. 

La vicenda

Il fermo di Kohberger arriva al termine di settimane di indagini sulla morte di Kaylee Goncalves, Madison Mogen, Xana Kernodle e Ethan Chapin, uccisi a coltellate nel sonno tra le 3 e le 4 del mattino nella casa in affitto dove vivevano vicino al loro campus universitario. La sera del 13 novembre le due 21enni Mogen e Goncalves erano state riprese dalle telecamere di videosorveglianza in compagnia di un ragazzo dirette al camioncino-bar dove hanno ordinato del cibo prima di salire su un taxi e tornare nell’appartamento. Kernodle e Chapin, invece, avrebbero trascorso la serata a una confraternita studentesca. La polizia, scrive il Washington Post, ha riferito in conferenza stampa che le vittime sarebbero state accoltellate in due stanze diverse: al secondo e al terzo piano. I loro corpi senza vita sono stati trovati dopo che alcuni loro amici avevano fatto scattare l’allarme. Le autopsie eseguite hanno poi rivelato un tentativo di difesa da parte degli studenti attaccati nel sonno. 

Foto copertina: WASHINGTON POST | Il presunto assassino dei quattro studenti uccisi il 13 novembre scorso

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti
ATTUALITÀArrestiGiovaniInchiesteLombardiaMilanoSparatorieTrasporti pubblici

Sparatoria nella metro di Milano, arrestato un 20enne

30 Dicembre 2022 - 21:12 Redazione
È successo alla fermata di Cologno Sud. Ritrovata anche la pistola a salve che il ragazzo aveva cercato di nascondere gettandola sui binari

Alle 16.30 di oggi, 30 dicembre, diversi colpi di pistola sono stati esplosi davanti alla fermata della metropolitana di Cologno Sud. Un 20enne, già noto alle forze dell’ordine, ha estratto l’arma nel corso di una rissa con altri suoi coetanei. Non sono ancora chiare le motivazioni della lite che hanno portato il ragazzo, di nazionalità italiana, a sparare in direzione di una decina di giovani di origini nordafricane. I passanti, uditi i colpi, hanno allertato subito il 112. Grazie alle descrizioni dei testimoni, l’autore della sparatoria è stato bloccato dai carabinieri mentre cercava di fuggire camuffandosi tra i passeggeri della metropolitana. Stava salendo a bordo di un vagone quando gli uomini della compagnia di Sesto San Giovanni l’hanno individuato. I militari hanno ritrovato l’arma, rivelatasi essere una pistola a salve, che l’autore del fatto aveva cercato di nascondere, gettandola sui binari. Gli altri ragazzi coinvolti nel litigio si sono dileguati. I carabinieri hanno perquisito il giovane, il quale è stato trovato in possesso di 48 colpi a salve, 100 euro in contanti, un bilancino di precisione e circa 50 grammi di hashish. Gli oggetti sono stati sequestrati e il giovane è stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e, contestualmente, denunciato in stato di libertà per procurato allarme e porto abusivo di armi od oggetti atti a offendere.

Carabinieri | Materiale sequestrato dopo la sparatoria

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ATTUALITÀCinaCoronavirusFranciaItaliaRegno UnitoSanitàSequenziamentoSpagnaTamponi

Covid, dopo l’Italia anche Francia, Spagna e Regno Unito: si allunga la lista dei Paesi che impongono il tampone ai voli dalla Cina

30 Dicembre 2022 - 20:30 Redazione
Prima le Regioni e poi il governo italiano sono stati gli apripista in Europa: adesso anche altri Stati seguono la stessa strategia

All’Italia, che è stato il primo Stato in Europa a introdurre negli aeroporti lo screening per il Coronavirus sui passeggeri provenienti dalla Cina, si aggiungono altri Paesi. Contraddicendo l’indicazione dell’Ecdc – il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – che aveva definito «ingiustificata» la misura adottata negli aeroporti italiani, anche Spagna, Francia e Regno Unito hanno previsto il test per chi viaggia su voli partiti dalla Cina. Il governo di Parigi ha annunciato che i passeggeri dovranno portare con sé la prova di un test negativo eseguito meno di 48 ore prima dell’imbarco negli aeroporti cinesi. Ma i francesi prevedono anche di effettuare tamponi a campione all’arrivo, con il fine di monitorare possibili nuove varianti attraverso il sequenziamento. La Bbc, sempre nel pomeriggio del 30 dicembre, ha reso noto che anche il Regno Unito è pronto a introdurre l’obbligo del test Covid negativo per chi parte dalle Cina. La Spagna, infine, è stata il secondo Paese in Europa, dopo l’Italia, a ripristinare i controlli in aeroporto, con obbligo di test negativo o prova di percorso vaccinale completo. Nel resto del mondo, i Paesi che hanno introdotto simili restrizioni ai passeggeri in partenza dalla Cina sono: Corea del Sud, Giappone, India, Israele, Malaysia, Taiwan e Stati Uniti.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ATTUALITÀIncendiIncidenti stradaliNovaraPiemonte

Novara, auto brucia dopo uno scontro: muore carbonizzata una 25enne

30 Dicembre 2022 - 19:57 Redazione
La polizia sta ricostruendo la dinamica dell'incidente che ha coinvolto tre veicoli a Romentino

Una persona – e non due, come comunicato dai soccorritori in un primo momento – è morta carbonizzata e altre due sono rimaste ferite a causa di uno scontro tra alcuni veicoli a Romentino, in provincia di Novara. Si tratterebbe di una ragazza di 25 anni residente del luogo. Secondo le prime informazioni date dal 118, l’incidente sarebbe avvenuto su una strada che porta verso la valle del fiume Ticino, dove sono rimaste coinvolte tre vetture: un furgone e due auto. Nello scontro una Alfa Romeo ha preso fuoco ed è andata totalmente distrutta. Sul posto i sanitari e le forze dell’ordine che stanno ricostruendo la dinamica dell’incidente. Le due persone ferite sono state trasportate dal personale del 118 all’ospedale Maggiore di Novara in codice giallo e in codice verde.

In aggiornamento

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
ATTUALITÀCagliariCampaniaCapodannoFuochi d'artificioLeo MessiNapoliSardegnaSequestri

Maxi-sequestri di botti di Capodanno: dalla «Bomba Kvara» a Napoli al «Pallone di Messi» a Cagliari

30 Dicembre 2022 - 19:54 Redazione
Tante le ordinanze dei sindaci dei Comuni italiani che vietano l’utilizzo di fuochi d’artificio la notte di San Silvestro. Mentre Milano vieta la vendita di superalcolici da asporto

Quintali di fuochi d’artificio illegali, venduti per Capodanno, sono stati sequestrati in diversi Comuni italiani da parte delle forze dell’ordine. In primo piano c’è Napoli, dove gli abusivi ogni anno preparano botti di ogni tipo e misura, ribattezzandoli con nomi legati al club azzurro di calcio. «A Napoli scaramanzia e speranza di festa uniscono calcio e botti di Capodanno», spiega il luogotenente dei Carabinieri del capoluogo campano, impegnato coi colleghi ad arginare la mania dei botti nelle piazze e sui balconi che molto spesso porta a ferimenti e tragedie. «Quest’anno abbiamo sequestrato anche bombe fino a tre chili di materiale esplosivo, che possono essere letali», come ad esempio la cosiddetta «Bomba Kvara – che prende il nome dal calciatore georgiano Kvaratskhelia – da tre chili», fatta esplodere, spiega il carabiniere, «dopo il sequestro, provocando un cratere di un metro in una cava. Se chi la accende è a dieci metri o meno di distanza rischia davvero la vita». Nel frattempo, gli agenti della compagnia di Sorrento hanno arrestato per detenzione illegale di materiale esplosivo un 34enne incensurato. Dopo aver perquisito il bar di cui l’uomo è proprietario, i carabinieri hanno trovato più di 14 chili di esplosivo, rendendo obbligatorio l’intervento degli artificieri di Napoli data l’elevata pericolosità degli ordigni. 

«Il Pallone di Messi» a Cagliari e sequestri in tutte le Regioni italiane

C’è anche il «Pallone di Messi», dal nome del vincitore – insieme alla sua Argentina – dei Mondiali in Qatar, tra i botti sequestrati dalle forze dell’ordine. La new entry tra i fuochi d’artificio, che secondo gli agenti «può distruggere una stanza», è stata rinvenuta a Cagliari. Si tratta di un ordigno, spiegano i carabinieri, «grande come un pallone» e «capace di distruggere una stanza di casa». Ma non solo a Cagliari. In quasi tutte le città sono stati compiuti piccoli e grandi sequestri. A Palermo sono state tolte dal mercato illegale quattro tonnellate di botti, altre due nel casertano, e sequestri nelle ultime ore si sono registrati a Roma, Pescara, Lecce, Nuoro, Matera, Ascoli Piceno, Città di Castello, in Calabria e praticamente in tutte le regioni italiane. 

Le ordinanze dei sindaci

Tante le ordinanze dei sindaci dei Comuni italiani che vietano l’utilizzo di fuochi d’artificio la notte di San Silvestro. A Potenza e Torino, ad esempio, i primi cittadini hanno previsto sanzioni fino a 500 euro nei confronti di tutto coloro che decideranno di utilizzare i botti. A Roma, invece, sarà vietato l’uso di fuochi d’artificio, razzi, petardi e materiale esplodente di altro tipo in occasione dei tradizionali festeggiamenti di fine anno, ad eccezione degli spettacoli pirotecnici svolti da professionisti autorizzati. «Una misura necessaria per garantire l’incolumità fisica delle persone, con particolare riguardo ai minori, nonché la tutela della pubblica sicurezza e del patrimonio pubblico e privato», ha spiegato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma capitale. Stesso destino per Palermo e Pisa, mentre a Livorno l’amministrazione ha emanato un’ordinanza per vietare i botti nei luoghi pubblici, ovvero «in tutto il centro abitato è vietato gettare oggetti accesi o esplodere petardi in luoghi pubblici o aperti al pubblico o destinati a uso pubblico». 

Il caso Milano

In altre città, invece ci si limita a delle raccomandazioni. Come a Milano dove si potranno scoppiare i botti di Capodanno e il Comune non potrà emettere nessuna ordinanza per ripristinare il divieto. A settembre il Tar ha accolto le richieste dei commercianti venditori di fuochi d’artificio, che protestavano contro i provvedimenti presi all’amministrazione Sala per favorire la qualità dell’aria votati nel 2020. Tuttavia, l’amministrazione ha emesso il divieto relativo alla vendita per l’asporto di superalcolici (con una gradazione che superi i 21 gradi) e di bevande in contenitori di vetro e lattine. Si tratta «di un modo per tutelare l’ambiente urbano e la sicurezza e contro il degrado generato dalla presenza di tante persone», ha spiegato palazzo Marino.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti
POLITICAGiuseppe ConteM5SStipendi dei parlamentari

M5s, la chiamata degli iscritti al voto online sulle restituzioni degli eletti: Conte prova a fare cassa

30 Dicembre 2022 - 19:34 Felice Florio
Cambiano le proporzioni nei versamenti fatti dai parlamentari grillini: 2 mila euro andranno al partito, mentre si riducono le restituzioni alla collettività

La spinta propulsiva del Movimento 5 stelle originario, secondo cui una cospicua parte degli emolumenti parlamentari andava restituita alla collettività, si è esaurita. Nell’idea di Beppe Grillo, nessuno doveva arricchirsi facendo politica, nemmeno l’organizzazione con cui ci si candidava. Adesso le cose sono cambiate. Sarà per il bagno di realtà durato due legislature, sarà per il processo di maturazione che lo stesso Giuseppe Conte rivendica da quando gli esponenti grillini sono saliti al governo, fatto sta che il Movimento, rinnovato nello statuto, assume sempre più le sembianze di un partito tradizionale. Nelle prossime settimane, gli iscritti saranno chiamati a votare online su Skyvote le nuove regole per le restituzioni degli eletti. Rispetto al passato, i parlamentari dovranno decurtare dal proprio stipendio mensile 2.500 euro. Di questi, solo il 20% finirà «su un conto intestato all’associazione Movimento 5 Stelle appositamente dedicato alla restituzione alla collettività». Quindi, 500 euro per i cittadini, mentre l’80% del totale andrà a rifondere le casse del partito. Ben 2.000 euro per finanziare le attività del Movimento, dal pagamento delle sedi alle spese per le campagne elettorali, finanche i dipendenti che non possono essere assunti negli uffici parlamentari.

Tra le altre novità, c’è la possibilità per deputati e senatori di trattenere il 25% di ogni eventuale indennità o rimborso derivante da ulteriori cariche assunte. Nella scorsa legislatura, invece, questi soldi extra venivano restituiti per intero. L’altro 75% sarà invece versato all’associazione Movimento 5 stelle per «spese di funzionamento», scrive l’Adnkronos. Ancora, l’assegno di fine mandato – circa 44 mila euro di liquidazione a fine legislatura – che ad oggi doveva essere restituito per due terzi alla collettività, dal prossimo anno sarà così ripartito: l’80% nelle tasche dei parlamentari, il restante 20% sempre all’associazione per le spese di funzionamento. Questa norma dovrebbe valere anche per i parlamentari grillini non rieletti in questa legislatura e che continuano a essere iscritti al Movimento. Per chi invece ha lasciato il partito, si continuano ad applicare «le disposizioni contenute nel Regolamento relativo al trattamento economico degli eletti del Movimento 5 stelle deliberato dal Comitato di garanzia in data 11 aprile 2021». Ai transfughi dimaiani, dunque, le nuove norme non interesseranno. L’indizione del voto sulla piattaforma di consultazione online è atteso nei prossimi giorni.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti
ATTUALITÀFabrizio PregliascoInfluenzaISSSanità

Influenza, oltre 6 milioni di casi in Italia. Pregliasco: «Stiamo scavallando il picco»

30 Dicembre 2022 - 19:28 Redazione
Sono ancora tre le regioni con l'incidenza al di sopra della soglia di massima intensità

Con oltre 6.1 milioni di casi e ancora quasi metà della stagione da affrontare, l’influenza di quest’anno potrebbe contagiare fino a 10 milioni di italiani. Ma la buona notizia è che potremmo aver appena superato il picco. Nel suo bollettino settimanale, il Rapporto InfluNet segnala che i casi stimati sono circa 772mila, con l’incidenza in calo in tutte le fasce di età e maggiormente in quelle pediatriche. «I dati confermano che stiamo scavallando il picco, ma ci sono ancora diverse regioni con una ampia diffusione», ha detto ad Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, «è stata una stagione anticipata ma davvero di intensità notevole – 13 casi ogni mille assistiti questa settimana. Vedremo se il calo continuerà o si avrà ancora una coda, come accaduto in altri anni». In Valle d’Aosta, Marche e Abruzzo l’incidenza è ancora al di sopra della soglia di massima intensità e i più colpiti sono ancora i bambini, con 38,7 casi ogni mille assistiti – in calo dal 45,8 della settimana precedente.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti