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Migranti, la stretta del governo nel decreto Ong: le novità su domande di asilo a bordo e trasferimenti

18 Dicembre 2022 - 11:48 Maria Pia Mazza
Nelle ultime 24 ore le autorità italiane hanno autorizzato lo sbarco nel porto di Gioia Tauro per i 27 migranti salvati dalle acque del Mediterraneo dalla Rise Above, mentre le 63 persone messe in salvo dalla Sea Eye 4 potranno sbarcare nel porto di Livorno

Come anticipato nelle scorse ore dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il governo è al lavoro su una «traccia normativa per rendere più efficace la non rassegnazione che l’Italia sia l’unico punto di sbarco: ci sarà un quadro di regole sulle Ong come navi private, che ora sono senza regole e ci impongono le loro azioni». La nuove linee guida sarebbero arrivate nelle «prossime settimane, o nei prossimi giorni», secondo quanto riferito dal titolare del Viminale. E sono emersi nuovi dettagli relativi al nuovo codice di condotta per le Ong, che sarà contenuto in un apposito decreto del governo Meloni che verrà licenziato nelle prossime settimane. Secondo quanto riferito da fonti vicine al dossier, i soccorritori dovranno chiedere subito alle persone messe in salvo dalle navi Ong la manifestazione di interesse sull’eventuale domanda di protezione internazionale dei migranti. In questo modo, dopo lo sbarco, i migranti verranno trasferiti nei diversi Stati, a seconda del Paese di bandiera della nave Ong che li ha soccorsi. Secondo le nuove linee guida, inoltre, nel caso di intervento nell’area del Sar mediterraneo, i soccorritori dovranno chiedere subito un porto di sbarco, verso il quale la nave sarà tenuta a dirigersi immediatamente dopo aver tratto in salvo le persone in mare, senza restare giorni al largo delle coste in mare in attesa di soccorsi.

Il sottosegretario Molteni: «Chi non rispetta le nuove norme rischia sanzioni, fermi e confische»

Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, ha dichiarato che «la norma è pronta», spiegando di sperare che «entro fine anno il decreto sul codice per le ong possa essere pronto». L’esponente leghista ha spiegato che «con questo decreto verranno penalizzate quelle Ong che non rispetteranno norme comportamentali che verranno inserite nel provvedimento», perché ad avviso dell’esecutivo «bisogna definitivamente distinguere tra le missioni di salvataggio e le attività di ricerca sistematica». Quanto al contenuto complessivo del nuovo decreto, Molteni ha spiegato che «si tratta di una serie di regole comportamentali che si desumono da convenzioni internazionali e prevedono l’obbligo del coordinamento di salvataggi non autonomi e sistematici: non si possono tenere i migranti in mare per settimane». Chi non rispetterà le nuove linee guida del governo «incorrerà prima in sanzioni amministrative e poi, se reitera, anche in fermi amministrativi, fino alle confische delle navi da parte dei prefetti», ha proseguito il sottosegretario. «Il codice di condotta è stato stilato mutuando il codice Minniti del 2017, ripristinando quindi le sanzioni: anche per questo mi auguro che su questo ci sia un largo consenso del Parlamento».

Le assegnazioni di porti in Italia alle navi Ong nelle ultime 24 ore

Le autorità italiane hanno autorizzato nella mattinata di oggi, 18 dicembre, lo sbarco della nave della Ong Sea-Eye 4 nel porto di Livorno, in Toscana. A bordo sono presenti 63 migranti soccorsi in mare nelle scorse ore. Nella serata di ieri, invece, le autorità italiane hanno assegnato il porto di Gioia Tauro per far sbarcare le persone che erano state soccorse a bordo della nave Rise Above nella notte tra il 16 e il 17 dicembre. Sulla nave della Ong di Mission Lifeline, associazione di Dresda, si trovavano 27 persone provenienti dalla Siria, tra cui 9 donne, 2 bambini, 3 anziani e 1 minore non accompagnato

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La battutaccia di Berlusconi su Licia Ronzulli: «Ma sei sempre al cesso» – Il video

18 Dicembre 2022 - 11:34 Redazione
La scena è avvenuta durante la convention di Forza Italia a sostegno di Attilio Fontana per le prossime Regionali in Lombardia

Già l’ingresso di Silvio Berlusconi era stato teatrale al palazzo delle Stelline a Milano, dove ieri 18 dicembre Forza Italia aveva organizzato un evento a sostegno del governatore lombardo Attilio Fontana, ricandidato per le prossime Regionali per il centrodestra. Ed era stato lo stesso Fontana a fermarsi non appena ha fatto il suo ingresso in sala il leader di Forza Italia: «Mi hanno insegnato che quando arriva il capo si smette di parlare…». Berlusconi non ha potuto fare a meno di regalare alcuni consigli pratici a Fontana per la prossima campagna elettorale, a cominciare da un suo storico cruccio: l’antipatia per gli uomini non rasati: «Ti devi pulire la barba….», gli ha ricordato Berlusconi. Le battute non sono finite lì, anzi il Cav è andato oltre quando, elogiando i membri di Forza Italia nelle fila del governo e della maggioranza, si stava soffermando sulla capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, fino all’ultimo nome forzista per il ministero della Salute. Non trovandola seduta tra il pubblico, Berlusconi ha detto: «Licia, ma sei sempre al cesso tu?!». Un’uscita che rischia di sollevare altre polemiche contro il leader di Forza Italia, già reduce da quelle per le battute fatte con i giocatori del suo Monza.

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Fuori i lobbisti del Qatar dal Parlamento Ue, Doha minaccia: «Impatto negativo sui rapporti per energia, povertà e sicurezza»

18 Dicembre 2022 - 11:17 Redazione
Il regime qatarino è irritato per la decisione del Parlamento Ue di impedire l'accesso a rappresentanti di Doha dopo lo scandalo che ha travolto Bruxelles

Arriva l’avvertimento del Qatar contro la decisione dell’Europarlamento di bloccare l’accesso dei lobbisti di Doha all’aula in seguito allo scandalo tangenti provenienti dal Paese del Golfo Persico e dal Marocco che ha investito diversi eurodeputati che sono ora accusati di corruzione dalla procura belga. Un esponente diplomatico del Qatar ha definito il blocco una «restrizione discriminatoria» che non avrebbe dovuto essere imposta – eventualmente – prima della chiusura dell’inchiesta. «Ad ogni modo, questa avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale e sui colloqui in corso su energia, povertà e sicurezza». Nello specifico, Doha si è rivolta alle autorità belghe insistendo sulla «inaccuretezza» delle informazioni prese in esame nell’indagine. Per questo respingono «fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta», continua la nota. E ancora: «Il Qatar non è stata l’unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato». «Abbiamo osservato con grande allarme la condanna selettiva del nostro Paese di questa settimana. È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo al fine di stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse» prosegue il diplomatico citato dall’agenzia Ansa. Nel comunicato, infine, si ricorda la vicinanza tra Belgio e Qatar: «Le nostre nazioni hanno collaborato durante la pandemia di Covid-19 e il Qatar è un importante fornitore di Gnl per il Belgio»

La vicenda

L’europarlamento ha votato giovedì per impedire sospendere la possibilità di accesso alle premesse dell’emiciclo agli esponenti qatarioti, dopo che questi avrebbero grosse somme di denaro ad alcuni Europarlamentari per influenzare le decisioni dell’assemblea che riguardavano il Paese. La vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili è stata destituita della propria carica, anche se è il suo compagno e assistente parlamentare, Francesco Giorgi, ad assumersi la responsabilità di aver accettato il denaro. Tutto gira intorno ad Antonio Panzeri, ex europarlamentare che si stava costruendo un ruolo da lobbista, e sarebbe il nodo centrale della rete di influenza dei servizi segreti Marocchini nell’istituzione Ue. L’altro indagato è Niccolò Figà-Talamanca segretario dell’Ong No Peace Without Justice.

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Doppietta azzurra ai Mondiali in vasca corta, Martinenghi e Cerasuolo sul podio dei 50 rana: beffa di un soffio per l’oro

18 Dicembre 2022 - 10:55 Redazione
Primo è Nick Fink che supera Martinenghi di appena 0,04 secondi

Ancora soddisfazioni per gli azzurri ai Mondiali di Nuoto in vasca corta di Melbourne. Nicolò Martinenghi ha conquistato la medaglia d’argento, mentre il bronzo è andato a Simone Cerasuolo nella finale dei 50 metri rana. A precederli, un velocissimo Nick Fink, che supera Martinenghi di appena 0,04”. Si può considerare soddisfatto il varesotto del 1999 che per la seconda volta in questa competizione si conferma secondo, ripetendo il risultato ottenuto nei 100 metri rana. Grande prestazione anche di Cerasuolo, imolese classe 2003 che a Melbourne era alla sua prima finale fuori dalla sezione juniores.

La classifica:

  • Nick Fink (Stati Uniti) 25,38
  • Nicolò Martinenghi (Italia) 25,42
  • Simone Cerasuolo (Italia) 25,68
  • Haiyang Qin (Cina) 25,82
  • Michael Andrew (Stati Uniti) 25,92
  • Adam Peaty (Gran Bretagna) 25,99
  • Zibei Yan (Cina) 26,06
  • Huseyin Sakci (Turchia) 26,09

Immagine di copertina: Federazione Italiana Nuoto

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Fedez a sorpresa sul palco dei Maneskin: lo show a Las Vegas – Il video

18 Dicembre 2022 - 10:38 Maria Pia Mazza
Nelle foto e video pubblicate sui social, si vede il rapper divertirsi a suonare la batteria insieme a Ethan. Ma sono in molti a pensare che la band romana e il rapper milanese starebbero preparando qualche sorpresa

Chiusi i battenti della 16esima edizione di X Factor, che ha visto la vittoria de I Santi Francesi, Fedez è volato negli Stati Uniti assieme all’amico Luis Sal. Da diversi giorni il rapper milanese si trova negli States, ma, per ora, non ha raccontato ai suoi follower il motivo del viaggio. E nelle scorse ore Fedez è salito sul palco durante lo show dei Maneskin all’Hammerstein Ballroom al Manhattan Center di Las Vegas, unendosi a Damiano, Victoria, Ethan e Thomas e suonando con loro alcuni brani in scaletta, davanti a centinaia di fan in visibilio. Nelle Stories, Fedez ha pubblicato anche qualche estratto dal backstage del concerto, tra foto con la band e un breve scambio con Damiano David, in cui i due ricordano che la loro ultima foto assieme risaliva a Sanremo 2021, l’anno in cui la band romana vinse il Festival e da quel momento in poi sarebbe iniziata la loro scalata verso il successo mondiale. Durante l’edizione 2021 del Festival, proprio dietro ai Maneskin, si classificarono al secondo posto Fedez e Francesca Michielin. Ma l’incontro tra la band e il rapper non appare del tutto casuale. Sono infatti in molti a pensare che la band romana e il rapper starebbero “covando” qualche sorpresa, presumibilmente per le date milanesi del tour dei Maneskin del prossimo marzo al Forum di Assago.

Video in copertina: Instagram / Fedez

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Il tatuaggio del brasiliano Richarlison non piace a Neymar, la stella del Psg disposto a pagare: «Cancella la mia faccia»

18 Dicembre 2022 - 10:35 Antonio Di Noto
Un "monte Rushmore" dei verdeoro che a O' Ney proprio non va giù. Avrebbe anche bloccato l'amico e compagno di nazionale su Instagram

Un tatuaggio che è un “monte Rushmore” dei campioni brasiliani. A sinistra RonaldoIl Fenomeno“, a destra Neymar, in alto una citazione di Pelé dedicata a uno dei gol verdeoro dei Mondiali in Qatar: «Hai fatto sorridere tutto il Brasile». Al centro, il volto di chi quel tatuaggio lo porta su tutta la schiena e ha segnato quel gol: Richarlison, autore di due doppiette, una contro la Serbia e una nella splendida prestazione contro la Corea del Sud, ma meno brillante contro la Croazia, che ha estromesso la Seleção dal Mondiale. Se la prestazione dei verdeoro, che nel torneo qatariota partiva tra le favorite, è stata agrodolce, quella di Richarlison è stata a tratti eroica. È vero che contro i croati non è riuscito a fare la differenza, ma alle spalle, per il nove della Seleção, c’è un infortunio subito nel riscaldamento prima dei quarti di finale. Il quale, però, non lo ha dissuaso dal giocare 84′ contro i biancorossi prima di farsi sostituire da Pedro. Tuttavia, pare non troppo contento di essersi visto raffigurato il compagno di nazionale Neymar che avrebbe chiesto a Richarlison di rimuovere il tatuaggio, addirittura offrendogli 30 mila euro in cambio. Non solo, O’Ney, che di Richarlison è grande amico da questa edizione dei Mondiali, avrebbe deciso, a causa dell’opera, di bloccare il compagno su Instagram per fargli capire, ironicamente, che sulla sua schiena proprio non ci vuole stare.

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Francia, la misteriosa morte dell’oligarca russo Zelenov caduto dalle scale di casa: era contrario all’invasione in Ucraina

18 Dicembre 2022 - 09:55 Maria Pia Mazza
La morte dell'uomo d'affari russo si aggiunge alla lunga lista di improvvise sparizioni e morti di diversi magnati russi dall'inizio dell'invasione in Ucraina

Dmitry Zelenov, oligarca russo di 50 anni e cofondatore del gruppo immobiliare russo Don-Stroy, è morto misteriosamente lo scorso 9 dicembre, cadendo accidentalmente dalle scale, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti francesi, e sbattendo la testa contro una ringhiera, dopo una cena con alcuni amici ad Antibes, in Francia. Gli operatori medico sanitari sono subito intervenuti e hanno portato l’oligarca in ospedale. E dopo una notte trascorsa in gravi condizioni in terapia intensiva, la mattina dopo le forze dell’ordine locali hanno riferito ad amici e parenti dell’uomo d’affari che era morto. A riportare la notizia è l’agenzia di stampa russa Baza, che ricorda come Zelenov era già stato operato al cuore per problemi cardiaci. L’oligarca si sarebbe più volte schierato contro la guerra di Mosca contro l’Ucraina. Zelenov era comproprietario della società di costruzioni Don-Stroy, una delle principali società edilizie e immobiliari di Mosca. La società fu la prima costruire complessi residenziali d’élite nella capitale russa. La morte di Dmitry Zelenov si aggiunge al lungo elenco di morti e sparizioni sospette di oligarchi russi dopo l’inizio della guerra contro l’Ucraina.

Gli altri oligarchi russi morti in circostanze sospette

Tra questi, ricorda il Mattino, risale allo scorso 25 febbraio la morte di Alexander Tyulakov, 61 anni, alto funzionario finanziario di Gazprom. È stato trovato impiccato nel garage della sua casa di San Pietroburgo il giorno dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Il 24 marzo, il media russo Kommersant ha riportato la morte dell’oligarca 41enne Vasily Melnikov, è morto con sua moglie e i suoi due figli nel loro appartamento di lusso a Nizhny Novgorov a seguito di un’assalto nella loro abitazione. Il 18 aprile, un ex vicepresidente di Gazprombank, Vladislav Avaev, è stato trovato morto nella sua casa di Mosca. Sul corpo erano presenti colpi di arma da fuoco. Nell’appartamento giacevano anche i corpi senza vita della moglie e della figlia. Stessa sorte, il 19 aprile, per l’ex vicepresidente della società del gas Novatek, Sergey Protosenya. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato in una villa spagnola. L’uomo viveva a Bordeaux ed era in vacanza a Lloret de Mar. Il suo cadavere giaceva anche accanto ai corpi della moglie e della figlia. Lo scorso 8 maggio è morto all’età di 43 anni anche Alexander Subbotin, ex dirigente della compagnia petrolifera russa Lukoil. Secondo quanto riferito, il miliardario russo sarebbe morto per avvelenamento per aver ingerito del veleno di rospo.

Lo scorso 4 luglio, l’amministratore delegato e fondatore di Astra-Shipping, una società che lavorava su contratti artici per Gazprom, Yuri Voronov, 61 anni, è stato trovato morto nella piscina della sua villa di San Pietroburgo. Aveva una ferita da arma da fuoco alla testa. A settembre è morto anche il presidente della compagnia petrolifera e del gas privata russa Lukoil, Ravil Maganov. Sarebbe caduto da una finestra di un ospedale di Mosca, secondo l’agenzia russa TASS, che ha parlato di «suicidio». Lukoil è stata una delle pochissime compagnie russe a chiedere di fermare l’offensiva russa in Ucraina. Alla lista si aggiungono anche Pavel Pchelnikov, 52 anni, ex manager delle ferrovie russe trovato morto nel suo appartamento di Mosca. Stessa sorte per Dmitry Goloshchapov, figlio dell’oligarca Konstantin Goloshchapov, morto quattro giorni dopo che suo padre era fuggito in Bielorussia. Il presidente russo Putin era solito frequentare la Spa di Goloshchapov a San Pietroburgo. Anche l’oligarca Yevgeny Palant, 47 anni, e sua moglie Olga Palant, 50 anni, sono stati trovati pugnalati a morte nella loro casa di famiglia nella regione di Mosca.

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Influenza e Covid a Natale, Rezza torna ad avvertire: «Tampone e mascherina se andiamo dai nonni. I contagi? C’è tanto sommerso»

18 Dicembre 2022 - 09:23 Redazione
Il direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute ribadisce che contrarre entrambi i virus contemporaneamente «è complicato». Ma «la pandemia non è finita»

Le feste si avvicinano e con queste pranzi e cene con amici e parenti. E lo fanno mentre l’influenza e il Covid continuano a contagiare centinaia di migliaia di persone a settimana. Per questo invoca prudenza e responsabilità il direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute Giovanni Rezza, che spiega, intervistato da la Repubblica: «Del Covid negli ultimi due anni e mezzo abbiamo capito molte cose. Il rischio è sempre quello che i più piccoli la portino in casa, a nonni e altri parenti fragili. Anche per questo gli anziani vanno vaccinati». Per questo, aggiunge Rezza: «Se vado a trovare il nonno sto attento, anche se è importante che lui sia vaccinato. E se voglio essere più tranquillo faccio un tampone per il Covid. Per ridurre il rischio di ammalarsi quando vado sul bus o sono in un luogo affollato magari mi metto la mascherina». Infatti, si potrebbe pensare che la pandemia sia finita, ma ancora non è così: «Qui c’è un’endemizzazione con ondate di limitata intensità», spiega l’esperto.

Influenza, Covid, o entrambi?

Da non sottovalutare, poi, l’influenza. Rezza tranquillizza che teme possa associarsi al Coronavirus: «Non si rischia di prenderli tutti e due, perché c’è un meccanismo di interferenza virale che protegge in parte dalla doppia infezione». Tuttavia, il quadro è «complicato» perché «la malattia stagionale torna dopo due anni». La maggiore difficoltà sta nel distinguere i due virus, che necessitano di diversi trattamenti. «Per il Covid si possono usare gli anti infiammatori, che non servono per l’influenza, da affrontare con il paracetamolo quando sale la febbre», spiega il medico. Inoltre, aggiunge il direttore generale della Prevenzione: «Non ci dimentichiamo che in questa stagione circolano anche altri agenti patogeni, come il rinovirus che può assomigliare a forme leggere di Covid, i virus parainfluenzali, quello respiratorio sinciziale, pericoloso soprattutto per i bambini molti piccoli». Quindi, avverte Rezza, le coperture vaccinali dovrebbero restare alte «tra gli anziani e i fragili, sia con l’anti Covid che con l’anti influenzale».

I tamponi per il Covid

Ricorda poi Rezza che «adesso c’è un grande sommerso» dei contagi da Coronavirus, «perché tantissimi non fanno il test o lo fanno solo in casa, così non vengono intercettati. C’è un’ampia sottostima». Commentando il voto del Senato per togliere il tampone negativo alla fine dell’isolamento dei malati di Covid, il medico dichiara: «Se guardiamo quello che succede a livello europeo, ci sono solo alcuni Paesi dell’Est che hanno ancora il test di uscita obbligatorio. In occidente non lo usa nessuno e Regno Unito e Spagna hanno tolto anche l’obbligo di isolamento. Il punto è che chi è malato e non sta bene resta già a casa da solo, come avviene con l’influenza e infatti si raccomanda sempre di non uscire. E’ chiaro poi che se non si farà il tampone di uscita resta sempre l’indicazione di indossare la mascherina per i primi giorni in cui torna in comunità». In sostanza, «deve esserci la coscienza di non infettare gli altri, in particolare i fragili. È una questione di responsabilità».

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Fischi a Berlusconi che si dilunga, incidente sfiorato alla festa FdI. Lo sfottò di Salvini, Meloni ai suoi: «Siete indisciplinati…» – I video

18 Dicembre 2022 - 09:12 Redazione
Mugugni e qualche fischio durante l'intervento dell'ex premier dai militanti che aspettavano il discorso della leader FdI

Sfiorato l’incidente diplomatico alla festa per i 10 anni di Fratelli d’Italia tra il partito di Giorgia Meloni e Forza Italia. Durante il videomessaggio di Silvio Berlusconi alla convention, i militanti meloniani hanno cominciato a mugugnare, qualcuno addirittura a fischiare, stanco per la lunghezza dell’intervento dell’ex premier che doveva precedere quello della leader FdI: «Vogliamo Giorgia…» è l’urlo che sale dalla platea di qualche militante spazientito. Anche Matteo Salvini, intervenuto subito dopo con un breve saluto, si è preso la libertà di uno sfottò al leader di Forza Italia: «Ho preparato un intervento di 56 minuti…». E infine Meloni dal palco sorridendo ha redarguito i suoi: «Siete diventati indisciplinati…».

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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Sanremo 2023, perché Madame ha cambiato il titolo del suo brano «Puttana». Il chiarimento sulle voci di censura in Rai

18 Dicembre 2022 - 08:32 Redazione
All'ultimo minuto il titolo della canzone è diventato "Il bene e il Male": una scelta che la stessa autrice spiega allontanando i sospetti su possibili pressioni da viale Mazzini

Niente censura da parte del festival, è stata Madame a cambiare il titolo del suo brano in gara all’ultimo minuto. Da ieri ci si interrogava sulla ragione dietro il cambio di nome e se non fosse qualcuno a obbligare Madame a fare la modifica. Il bene e il male con la quale l’artista ventenne parteciperà al prossimo Festival di Sanremo, in scena dal 7 all’11 febbraio 2023, inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Puttana. Il nuovo titolo, «è stata una scelta artistica dell’ultimo minuto condivisa con la direzione artistica» spiega l’entourage della cantante, che conferma la versione della Rai. E chiarisce: «Non c’è stato nessun tipo di pressione». La canzone rimane la stessa: «Nella canzone il termine “puttana” suona come una dolce offesa», spiega Madame in uno stralcio della sua intervista sull’inserto La Lettura. «In pratica mi immedesimo in una prostituta che si innamora di un uomo, ma lui la vede soltanto come un errore. Tra loro nasce una discussione, rispetto alla quale lei fa un ragionamento più profondo: la morale è che puoi prendere ciò che di buono ti arriva da qualsiasi parte… Che sia il 70 per cento bene e il 30 per cento male o viceversa, il messaggio è: concentrati sulla fine del percorso, su ciò che anche una puttana può darti». Alla fine, la parola incriminata rimane nel testo, e non può essere altrimenti perché ne è il fulcro. Di una canzone che ad alcuni ha già fatto tracciare parallelismi con Bocca di Rosa di Fabrizio De André, che infatti Madame cita: «Sono cresciuta ascoltando le sue canzoni, mi dispiace non averci mai potuto parlare perché adoriamo le stesse cose».

«Il brano è improntato sulla chiarezza delle parole»

«In Puttana è come andare in altalena – continua Madame – fare un giro di 360 gradi e tornare al punto di partenza: ammirare la semplicità del linguaggio e delle persone che ignorano i termini aulici e sofisticati». «Puttana – spiega – è una parola che conoscono tutti: io e Valentino, il clochard che incontro in Stazione Centrale a Milano e mi chiede l’autografo; mia madre, mio nipote… È nel solco di tutte le parole che ho utilizzato per il nuovo progetto discografico: sono semplici ma dietro c’è uno studio. Tutto il brano che porto a Sanremo è improntato sul dialogo spiccio, franco, tra i due interlocutori e sulla chiarezza delle parole».

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Stupro di gruppo a Capodanno in piazza Duomo, arrestati altri quattro ragazzi a Milano

18 Dicembre 2022 - 08:25 Giovanni Ruggiero
Sono accusati di violenza sessuale di gruppo e rapina aggravata per le aggressioni

Sono scattati altri quattro arresti per lo stupro di gruppo avvenuto la notte di Capodanno 2022 in piazza Duomo a Milano ai danni di alcune ragazze. Si tratta di quattro ragazzi egiziani di 19 e 20 anni per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere e ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e di rapina aggravata. Sui fatti dello scorso Capodanno sono state nove le ragazze che, durante un incidente probatorio, hanno confermato i racconti sulle violenze subite. Per tre imputati maggiorenni arrestati nei mesi scorsi è già in corso un processo, chiesto e ottenuto dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo. Uno di loro ha scelto il rito ordinario, gli altri quello abbreviato. Tra gli arresti c’erano anche due minorenni entrambi egiziani, un 16enne e un 17enne, per i quali il processo è ancora in corso. Il Comune diMilano aveva deciso di costituirsi parte civile.

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Papa Francesco: «Ho già firmato le mie dimissioni in caso di malattia»

18 Dicembre 2022 - 08:13 Redazione
Il Pontefice afferma al quotidiano spagnolo Abc di averle consegnate al Cardinal Bertone quando era segretario di Stato

«In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già». Sono queste le parole che Papa Francesco pronunciò davanti al Cardinal Tarcisio Bertone quando era segretario di Stato (dal 2006 al 2013). Lo ha affermato lo stesso pontefice in un intervista al quotidiano spagnolo Abc. Le parole di Francesco arrivano in risposta a una domanda, che gli chiede cosa succede se un Pontefice diviene improvvisamente invalido per problemi di salute o per incidente, interrogandosi sull’ipotesi di una procedura standard. Se non standard, quella adottata Bergoglio sembra una pratica quantomeno consolidata dato che – conferma lui stesso – anche Paolo VI e Pio XII avevano fatto la stessa cosa. «È la prima volta che lo dico», assicura il Pontefice parlando della rinuncia già firmata. Poi, scherzando, aggiunge: «Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiederla a Bertone: “Dammi il pezzo di carta!”». «Probabilmente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. Io l’ho dato a Bertone in quanto segretario di Stato», conclude Bergoglio.

Una donna a capo di un dicastero?

Le sue potenziali dimissioni non è l’unica cosa di cui Papa Bergoglio ha parlato ad Abc, il Pontefice ha anche aperto alla possibilità di nominare una donna a capo di un dicastero, come già ha fatto per altre importanti cariche della Curia. «Ne ho in mente una per un dicastero che si renderà vacante tra due anni. Non c’è nessun ostacolo a che una donna guidi un dicastero dove un laico possa essere prefetto», ha dichiarato Francesco. Non può essere, però, ogni dicastero, dato che «se si tratta di un dicastero di natura sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo» spiega il Pontefice.

Sulla in guerra in Ucraina

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, invece, «non vedo una fine a breve termine perché si tratta di una guerra mondiale. Non dimentichiamolo», dichiara il Pontefice. C«i sono già diverse mani coinvolte nella guerra. È globale. Credo che una guerra venga combattuta quando un impero inizia a indebolirsi, e quando ci sono armi da usare, da vendere e da testare. Mi sembra che ci siano in mezzo molti
interessi», continua. Ed esprime nuovamente la sua disponibilità a mediare: «Faccio quello che posso. Non ascoltano. Qua ricevo tutti. Ora Volodymir Zelensky mi ha mandato per la terza volta uno dei suoi consiglieri religiosi. Sono in contatto, ricevo, aiuto..»

Sulle vittime di abusi nella Chiesa

Il Papa, si è poi espresso riguardo ai suoi incontri con le vittimi di abusi perpetrati da parroci: «È molto doloroso, molto doloroso. Si tratta di persone che sono state distrutte da chi avrebbe dovuto aiutarle a maturare e a crescere. Questo è molto duro. Anche se si trattasse di un solo caso – aggiunge il Pontefice – è mostruoso che la persona che dovrebbe condurti a Dio ti distrugga lungo la strada. E su questo non è possibile alcun negoziato».

E su Benedetto XVI

Infine, Francesco spende alcune parole anche per il suo predecessore Ratzinger. «lo visito spesso e vengo edificato dal suo sguardo trasparente. Vive in contemplazione… Ha un buon senso dell’umorismo, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione. Ammiro la sua lucidità. È un grande uomo. Un santo». E assicura di non voler definire lo status giuridico di Papa Emerito: «Non l’ho toccato affatto, né mi è venuta l’idea di farlo. Ho la sensazione che lo Spirito Santo non ha interesse a che mi occupi di queste cose»

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