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Cosa c’è nel nuovo Codice degli Appalti e perché non piace all’Antimafia e all’Anticorruzione

17 Dicembre 2022 - 10:11 Antonio Di Noto
Le novità della riforma voluta dal ministro Salvini. E le critiche

«Più breve è l’iter burocratico e rapido l’appalto, più difficile è per il corrotto incontrare il corruttore». Così si è espresso il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sul nuovo codice appalti approvato ieri dal consiglio dei Ministri e che ora attende il passaggio in Parlamento. Si tratta di una misura con la quale il governo punta a velocizzare le procedure di appalto. Ed è evidente nel primo dei dieci punti-guida del testo: «Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti perseguono il risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza». Si legge poi di un principio di fiducia, di accesso al mercato, di buona fede, e di tutela dell’affidamento, di solidarietà e di sussidiarietà orizzontale anche nei confronti del Terzo settore, di auto-organizzazione amministrativa.

Le novità

I piccoli comuni potranno affidare direttamente i lavori fino a 500 mila euro anche senza la qualifica di stazione appaltante. C’è poi una sostanziale liberalizzazione dell’appalto integrato, ovvero quegli appalti in viene affidata a un solo soggetto sia la progettazione che l’esecuzione di un’opera. Tranne per i lavori di manutenzione ordinaria. Un’altra modifica, spiega Il Sole24Ore, è la cancellazione del Piano generale trasporti e logistica, che viene sostituito da una lista di opere prioritarie. Criticata soprattutto per l’assenza di coordinamento tra le varie opere. Si aggiungono poi una maggiore digitalizzazione – invocata dall’Anac – delle procedure, e più flessibilità per i settori speciali, come acqua, energia, e trasporti. Torna nel codice appalti anche un meccanismo di revisione dei prezzi. Questa scatterà quando la variazione (sia verso l’alto che verso il basso) dei costi dell’opera supererà il 5% del prezzo totale dell’opera, e si applicherà sull’80% della variazione.

Le critiche dell’antimafia

Il nuovo codice ha fatto sollevare le sopracciglia alle associazioni antimafia. «La voglia di fare presto e di semplificare al massimo può essere una cattivissima consigliera» – ha dichiarato l’associazione Antimafia “Libera“, ripresa da La Stampa. «Rischia di alimentare gli appetiti di organizzazioni criminali, corrotti e corruttori, allarga le maglie ed allenta i controlli, anche depotenziando le funzioni dell’Autorità Anticorruzione. Una beffa natalizia», sentenzia. Le fa eco Fillea Cgil, che definisce il codice «una nefandezza» con la quale «assisteremo ad una frammentazione dei cicli produttivi, al massimo incentivo possibile al nanismo aziendale, alla nascita di imprese senza dipendenti» Fillea Cgil fa notare anche che «aumenteranno zone grigie, infortuni, sfruttamento e rischi di infiltrazione criminale». Senza esplicitare il riferimento al nuovo codice, il superprocuratore antimafia Giovanni Melillo ha ricordato che «serve una incessante serie di passi in avanti sul terreno della ricostruzione della autorevolezza ed insieme della trasparenza e della controllabilità delle complessive funzioni dello Stato».

…e quelle dell’Anticorruzione

Anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) è critica della misura. Soprattutto perché con il testo attuale si vede scippata di buona parte del proprio peso nel controllo sui conflitti di interesse. Ad esempio nel Rup, il responsabile unico del procedimento. Discorso simile anche per quanto riguarda le verifiche alle Soa, gli organismi che attestano il possesso, da parte delle imprese, dei requisiti economici e organizzativi per partecipare alle gare, spiega la Repubblica. C’è poi la soppressione dell’elenco delle società in house gestite dall’Anac. Che rende molto complicato capire se i servizi offerti da queste società potrebbero essere erogati in maniera più efficiente con gare aperte sul mercato.

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Mihajlovic, il ricordo delle figlie. Virginia: «Ho ancora bisogno di te». Viktorija: «Ovunque tu sia, io so amare fino a lì»

17 Dicembre 2022 - 10:06 Redazione
Le figlie dell'allenatore serbo hanno ricordato su Instagram il padre scomparso ieri

«È dura papà. È dura». Inizia così il messaggio di addio di Virginia Mihajlović pubblicato su Instagram e dedicato a suo padre Sinisa, morto ieri – venerdì 16 dicembre – all’età di 53 anni dopo una lunga lotta contro la leucemia. «In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco». Per la giovane 24enne è impossibile accettare «tutto questo», ma – scrive sul social – «trovo la forza nell’amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni».

Il destino

Dal 2019, l’ex calciatore di Sampdoria, Lazio e Inter e allenatore, dopo altre esperienze, del Bologna che aveva guidato fino a pochi mesi fa, combatteva contro una forma acuta di leucemia e dopo aver scoperto il suo «destino», ricorda Virginia, «ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più». E poi ancora: «Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti». E infine il saluto, accompagnato però da una richiesta: «Promettimi che ti farai sentire, ho ancora tanto bisogno di te». Era stata la famiglia di Sinisa Mihajlovic ad annunciare la scomparsa dell’allenatore serbo. Una morte che la famiglia ha definito «ingiusta e prematura» di colui che «i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan< e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen» ricorderanno sempre come un «marito, padre, figlio e fratello esemplare».

La poesia di Montale

Anche la sorella di Virginia, Viktorija Mihajlović ha voluto salutare suo padre Sinisa, definito dalla stessa in un post Instagram «anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio grande amore», dedicandogli una poesia n. 5 di Xenia II di Eugenio Montale: «Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue». Poi il saluto: «Ovunque tu sia io so amare fino a lì».

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Il cedimento, lo “tsunami”, il destino dei 1500 pesci tropicali: cosa sappiamo dell’esplosione dell’acquario Sea Life a Berlino

17 Dicembre 2022 - 09:14 Redazione
I 1500 pesci, appartenenti a 100 specie diverse, sono morti quasi tutti. Solo pochi esemplari sono sopravvissuti perché nella base del cilindro è rimasta un po' d’acqua e verranno ricollocati in altri acquari della capitale tedesca

L’esplosione, il cedimento strutturale e infine lo tsunami di acqua salata che si è riversato lungo le strade di Berlino, non lontano dalla celebre Alexanderplatz. L’AquaDom, il più grande acquario cilindrico al mondo con dentro 1500 pesci, è esploso ieri all’alba all’interno del prestigioso hotel Radisson Blu nel centro della capitale tedesca. La pressione della deflagrazione ha divelto e frantumato porte e finestre e trascinato mobili e detriti fino in strada, davanti all’albergo. Non sono anche chiare le cause dell’esplosione che ha portato alla rottura del cilindro alto sedici metri e provocato il ferimento di due persone. Diversi media tedeschi suggeriscono l’ipotesi di un «cedimento strutturale». La stessa ministra dell’Interno della città di Berlino, Iris Spranger, ha spiegato come dai primi accertamenti si tratterebbe di un problema da ricollegare «all’usura dei materiali».

Le ipotesi sul danno all’hotel DomAquarée

Altra ipotesi, come scrive la Bild, potrebbe invece essere ricondotta al «pungente freddo berlinese» che sta raggiungendo in questi giorni temperature molto basse. Ma per la sindaca di Berlino, Franziska Giffey – che ha ribadito come ci sia stata un pizzico di «fortuna nella sfortuna» – se tutto fosse accaduto «solo un’ora più tardi, avremmo avuto un terribile bilancio di vittime». La prima cittadina berlinese si riferisce al fatto che al momento dello scoppio la struttura era completamente deserta.

Lo «tsunami»

Il pericolo maggiore, infatti, oltre allo «tsunami» che si è sprigionato, era rappresentato dall’esistenza di un ascensore all’interno del cilindro-acquario. Che permetteva ai visitatori di vivere un’esperienza di immersione e osservare così le acque tropicali da vicino. Ma le visite, come riporta il quotidiano tedesco, sarebbero dovute iniziare alle 10 di mattina. L’esplosione dell’acquario nel quartiere DomAquarée di Berlino è stata così forte da essere registrata da due sismografi nella capitale tedesca.

La revisione generale dell’acquario

Un fondo d’investimento di Union Invest, ovvero una società immobiliare con sede ad Amburgo, è proprietario dell’AcquaDom e di tutto il complesso City Quartier DomAquarée e al cui interno si trova anche l’hotel Radisson Blu. Dove nella mattinata di ieri – venerdì 16 dicembre – i responsabili hanno evacuato tutti i 300 clienti in seguito all’esplosione della struttura. Union Invest ha dichiarato a Bild che «lo spessore della parete esterna del cilindro in acrilico era di 22 centimetri nella parte inferiore e di 18 nella parte superiore». Mentre la temperatura dell’acqua al suo interno sarebbe stata «tra i 26 e i 27 gradi».

2,5 milioni di euro

L’acquario, scrive il giornale tedesco che cita un portavoce del fondo d’investimento, due anni fa era stato sottoposto a una «revisione generale», dopo 15 anni di utilizzo. Ma non solo. L’AquaDom era stato riaperto la scorsa estate dopo una lunga ristrutturazione, costata 2,5 milioni di euro. La struttura era stata inoltre inaugurata nel dicembre del 2003. E come riporta la BBC era stata inserita nel Guinness World Record per essere il più grande acquario cilindrico del mondo.

Che fine hanno fatto i pesci?

Due sono stati i feriti dalle schegge dei vetri e circa 300 le persone evacuate dopo l’esplosione. Ma chi ha pagato il più caro prezzo sono stati i 1500 pesci rinchiusi all’interno del cilindro scoppiato nella capitale tedesca. Come riporta la Bild, infatti, i pesci, appartenenti a 100 specie diverse, sono morti quasi tutti. Solo pochi esemplari sono sopravvissuti perché nella base del cilindro è rimasta un po’ d’acqua. I pompieri li hanno trasportati nelle altre vasche presenti nell’edificio, quelle dell’attrazione Sea Life

I sommersi e i salvati

Il funzionario dei vigili del fuoco James Klein – citato da BBC – ha successivamente dichiarato ai media locali che «diverse dozzine» di pesci erano stati trovati vivi nei luoghi in cui si era raccolta l’acqua residua. E che li hanno ricollocati in altri acquari della capitale tedesca. Le diverse specie di pesci, tra cui quelle pagliaccio, il pesce pipistrello, pinna lunga, vivevano in una vera barriera corallina ricostruita e «l’acqua all’interno della struttura – scrive la Bild – aveva un peso di circa 1000 tonnellate per una capacità di un milione di litri».

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La dottoressa che ha curato Mihajlovic: «Vi spiego cos’è la leucemia mieloide acuta e e cosa è successo nella sua ricaduta»

17 Dicembre 2022 - 08:58 Redazione
La direttrice delle terapie del Sant'Orsola: «Una settimana fa camminava e faceva chilometri a piedi»

Francesca Bonifazi, direttrice del Programma trapianto e il Programma dipartimentale terapie cellulari avanzate dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, ha seguito il paziente Sinisa Mihajlovic fino all’ultimo. E oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, racconta gli ultimi giorni di vita dell’ex calciatore ed allenatore: «È stato un uomo che aveva una grande voglia di vivere e amava la vita più di qualunque altra cosa. Poi è stato circondato dall’affetto dei suoi: sua moglie gli è stata vicina dal primo all’ultimo momento, sempre. Arianna è stata la donna che gli ha dato coraggio e che ha gestito la famiglia in una fase molto difficile».

Il trapianto di midollo osseo

Bonifazi racconta il percorso clinico di Mihajlovic: «Il trapianto di midollo osseo è la terapia più efficace per eradicare la leucemia mieloide acuta. In questo momento garantisce una minor possibilità di recidiva: purtroppo in questo caso la malattia è tornata, è stata molto aggressiva ed è stata refrattaria alle cure». Ma, fa sapere la dottoressa, «Sinisa si è rialzato anche di fronte alla recidiva: non più di una settimana fa camminava e faceva tanti chilometri a piedi. In ogni caso non va fatta una generalizzazione, il trapianto resta ancora la migliore delle terapie. Noi medici crediamo che l’unica maniera per alleviare il dolore che proviamo nel veder morire i nostri pazienti è di scommettere nella ricerca». Riguardo le altre terapie per la leucemia mieloide acuta, «attualmente le cellule Car-T funzionano per la leucemia cutanea, il linfoma o il mieloma. Sono casi diversi da quello di Sinisa. Per quanto riguarda la Car-T nelle leucemie mieloide acute siamo ancora in una fase sperimentale. Il Sant’Orsola si è candidato a creare una self factory per la produzione delle cellule Car-t accademiche, ma siamo ancora all’inizio. Speriamo di vincere la nostra candidatura e di iniziare presto la costruzione di questa self factory che verrà ospitata nella nuova ematologia grazie alla Fondazione Seragnoli».

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Vittorio Sgarbi vuole salvare lo stadio di San Siro: «Pronto il vincolo del ministero»

17 Dicembre 2022 - 08:31 Redazione
Il sottosegretario ai Beni Culturali: non è una polemica con Sala

«Stiamo preparando un vincolo per tutelare il monumento. L’iter è già partito, a breve lo firmerà il direttore generale del ministero». In un’intervista a Repubblica il sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi fa sapere che il governo vuole fermare l’abbattimento dello stadio Meazza di San Siro deciso dalla giunta di Giuseppe Sala. «Da Berlusconi a Salvini, fino a Milly Moratti, a Milano non c’è nessuno che abbia detto di volerlo buttare giù e spendere 50 milioni per abbatterlo è davvero assurdo», dice Sgarbi. Il vincolo era un’ipotesi dei mesi scorsi, ma alla fine la Soprintendenza ci aveva rinunciato. Il progetto originale infatti è del 1926 ma da allora ne è rimasto ben poco. Il vincolo sugli stadi non è una novita: anche il Flaminio ne ha uno. Per Sgarbi «Sarà un vincolo di tutela storico relazionale, articolo 10 del Codice dei beni culturali, che non riguarda l’età del monumento ma il suo valore simbolico, la sua importanza in quanto memoria storica per i tifosi, per Inter e Milan e per Milano. Le faccio un esempio: se viene realizzato un brutto monumento dedicato a Falcone e Borsellino nessuno può buttarlo giù neanche dopo dieci anni. La sua forza è la memoria, quello che quel monumento significa per la collettività, un valore immateriale che va rispettato e tutelato a prescindere dalla bellezza dell’opera. Lo stessovale per il Meazza, che è lo stadio dei milanesi. E non mi si dica che è una posizione di Vittorio Sgarbi contro il sindaco Sala».

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Le urla «lesbica di m…» e le aizza contro il cane: condannato a 9 mesi di carcere a Roma

17 Dicembre 2022 - 08:09 Redazione
Succede a Tor Bella Monaca. L'animale era un pitbull

Prima ha insultato una delle due: «Lesbica di m…». Poi ha aizzato contro entrambe il suo cane, un pitbull. Che morde una ragazza alla mano e alla gamba. Continuando a minacciarle: «Mando qualcuno a menarvi». A.F., racconta Il Messaggero, ieri è stato condannato a 9 mesi di reclusione per lesioni aggravate dai futili motivi e minacce. Anche se la sua avvocata ha negato l’intenzione razzista: «Si è trattato di un incidente, nessuna aggressione omofoba. L’aggravante non è stata contestata. Le lesioni sono di natura colposa. Faremo appello». È successo tutto a Tor Bella Monaca quattro anni fa: parte una lite con il vicino per questioni condominiali. L’aggressione verbale diventa fisica. «Stai attenta quando esci con il cane tuo. Vi faccio menare da qualcuno, ma soprattutto a te che hai chiamato i carabinieri». E ancora: «Lesbica di m…, levati». A quel punto una delle due ragazze viene morsa dal cane. Le lesioni vengono giudicate guaribili in venti giorni. Poi ancora insulti: «Te manno qualcuno pe menatte, quando scenni cor cane so c… tua, te faccio la festa al cane». Il pm Pesci ha detto che l’imputato «ha utilizzato un cane come arma, per imporre la propria ignoranza».

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Malesia, frana su un campeggio: 21 morti. Tra loro anche 5 bambini: «Trovati corpi senza vita abbracciati» – Il video

17 Dicembre 2022 - 07:51 Redazione
Il campeggio colpito dalla frana al momento della tragedia ospitava oltre 90 persone

Sono almeno 21 le persone morte a causa della frana che nella notte tra giovedì e venerdì 16 dicembre ha investito un campeggio Batang Kalì, in Malesia. Tra i campeggiatori uccisi mentre dormivano nelle loro tende ci sono anche 5 bambini. Il capo dei vigili del fuoco dello stato di Selangor, Norazam Khamis, citato da Free Malaysia Today ha raccontato di aver trovato due «corpi senza vita abbracciati l’uno con l’altro». Non è ancora chiaro cosa abbia causato la frana: nella zona, infatti, – secondo le autorità – non si sarebbero verificati eventi atmosferici particolarmente violenti. Il campeggio colpito dalla frana si trova nella città a 50 chilometri a nord della capitale Kuala Lumpur e ospitava al momento della tragedia oltre 90 persone. Secondo il Guardian che cita fonti locali, i proprietari terrieri non avevano una licenza per gestire l’accampamento. Nel frattempo, il primo ministro Anwar Ibrahim ha visitato l’area e ha annunciato aiuti finanziari alle famiglie delle persone uccise o ferite nel disastro. Tutti i campeggi della zona, inoltre, saranno chiusi per una settimana per valutarne la sicurezza.

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Caos in Perù, le quattro ragazze italiane bloccate sono in salvo. 22 morti negli scontri

17 Dicembre 2022 - 07:40 Redazione
Sono giunta a Cusco: proseguiranno oggi per Lima

Giulia Opizzi, Martina Meoni e le sorelle Federica e Lorenza Zani erano rimaste bloccate per tre giorni su un bus nel villaggio di Checacupe a causa delle proteste in Perù. L’agenzia di stampa Ansa fa sapere che le ragazze sono partite nel tardo pomeriggio di ieri in auto scortate dalla polizia peruviana. E nel frattempo sono giunte a Cusco, da dove proseguiranno probabilmente per via aerea verso Lima. Intanto è arrivato a 22 morti e molte decine di feriti il bilancio degli incidenti tra manifestanti antigovernativi e forze dell’ordine. Le ultime tre persone decedute sono state registrate ieri a Pichanaki, nel dipartimento di Junin, città sulla cordigliera centrale peruviana. Ieri gli incidenti hanno causato anche 52 feriti, di cui 43 civili e nove agenti di polizia.

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Londra, Re Carlo balla con la sorella di Anna Frank per la festa ebraica di Hanukkah – Il video

17 Dicembre 2022 - 07:24 Redazione
Il sovrano ha visitato un centro della comunità ebraica nel nord di Londra

In occasione della festività di Hanukkah, Re Carlo III è sceso in pista e ha ballato con la sorella acquisita di Anna Frank, la 93enne Eva Schloss, durante la sua visita a un centro della comunità ebraica nel nord di Londra. Sopravvissuta ad Auschwitz e figlia di Elfriede Geiringer che nel 1953 sposò Otto Frank, padre di Anna, Schloss ha raccontato – come riporta il Guardian – di aver «provato a ballare con il sovrano». «Era molto simpatico, ha preso parte davvero alle danze. Sembrava molto rilassato, si è divertito». Durante la sua visita al centro di Finchley Road, Carlo III ha inoltre incontrato altri sopravvissuti all’Olocausto che si sono trasferiti nel Regno Unito dopo la Seconda guerra mondiale e alcuni componenti della comunità locale impegnati nel volontariato. L’amministratore delegato del centro ebraico che ha accompagnato il re durante la visita di ieri, venerdì 16 dicembre, ha raccontato al quotidiano britannico che il monarca è arrivato «con un bagagliaio pieno di riso e tonno in scatola da inserire nei pacchetti per le donazioni».

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TECNOLOGIAElon MuskInformazioneSocial mediaSondaggiUSAX (Twitter)

Twitter, Elon Musk “libera” i giornalisti sospesi dopo il sondaggio sul social network

17 Dicembre 2022 - 07:14 Redazione
Il proprietario del social network restituisce gli account ai reporter

Il proprietario di Twitter Elon Musk “libera” i giornalisti sospesi. Dopo i risultati del “sondaggio” lanciato ieri (che hanno visto la vittoria dell’ok alla restituzione immediata con il 58%) Musk scrive che «il popolo si è espresso» e procede con la restituzione degli account ai reporter di Cnn, The New York Times e The Washington Post e di giornalisti indipendenti. Ieri l’imprenditore aveva detto che quegli account, rivelando la posizione del suo jet personale, avevano messo in pericolo la sua famiglia. La stessa motivazione utilizzata per chiudere i 25 account che tracciavano gli aerei di agenzie governative, miliardari e vip, compreso il suo. Molti erano gestiti da Jack Sweeney, che aveva chiesto a Musk una Tesla in regalo per chiuderli.

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SPORTCalcioRoberto ManciniSinisa Mihajlovic

Roberto Mancini ricorda Sinisa Mihajlovic: «Ho perso un fratello che non rivedrò più»

17 Dicembre 2022 - 06:48 Redazione
L'allenatore della Nazionale e quel gol di tacco al Parma: il corner di Sinisa un regalo per sempre

In un lungo ricordo pubblicato dalla Gazzetta dello Sport oggi l’allenatore della Nazionale italiana di calcio Roberto Mancini racconta Sinisa Mihajlovic. I due sono stati compagni di squadra alla Sampdoria e alla Lazio. L’ex calciatore ed allenatore (esonerato dal Bologna a settembre) è morto ieri a causa di una leucemia. E il Mancio comincia così: «Da ieri non ho più un fratello. E anche se di questo legame di sangue a volte ormai si abusa, nel parlare di amicizie, non mi sento di esagerare nel definirlo così: per me Sinisa lo era davvero, perché è stata la vita a renderci tali. Prima il calcio, e poi la vita».

L’ultimo colloquio

Mancini rivela di aver parlato per l’ultima volta con Sinisa martedì mattina: «Me la porterò dentro per sempre quella chiacchierata: cose nostre come ce ne siamo dette tante, in quasi trent’ anni. Sono stati ventotto, per la precisione. Compagni di squadra e di panchina, sempre di spogliatoio perché anche, forse soprattutto, lì dentro ci siamo conosciuti fino a piacerci, a capirci, a litigare, comunque a diventare spalla uno per l’altro, quando per l’uno o per l’altro diventava necessario». E ricorda che «Sinisa era un guerriero, non per modo di dire: la sua guerra era dimostrarsi più forte di chi lo sfidava. Per se stesso, non per far sentire deboli gli altri. Lo faceva con gli avversari, lo ha fatto con la leucemia. Per lui era sempre troppo presto per smettere di combattere e non era mai tardi per incoraggiare qualcuno, un amico, un compagno o un suo giocatore, a non mollare».

Il gol di tacco e l’assist

Quindi Mancini parla del suo gol di tacco in Parma-Lazio del 1998-99: «Il corner che aveva battuto Sinisa era disegnato, e in campo ci conoscevamo ormai così bene che sapevo perfettamente dove e come quel cross sarebbe arrivato. Quel corner era un regalo per sempre, perché mi ispirò il gol più bello che abbia mai segnato nella mia vita. Anche lui ne ha segnati di bellissimi, mai quanto l’ultimo: l’energia che ci ha trasmesso in questi tre anni, l’amore per la vita al quale ci ha educato. Per questo lo sento ancora al mio fianco, e lì sarà per sempre».

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Il condono penale del governo Meloni per chi ripaga il fisco: colpo di spugna su tre reati tributari

17 Dicembre 2022 - 06:22 Redazione
Omessa dichiarazione dei redditi, omesso versamento e dichiarazione infedele: chi è a processo può pagare e ricevere la "grazia"

Un condono penale per completare la pace fiscale. Anzi, un “perdono”. È il piano del governo Meloni per “graziare” chi è implicato in processi penali per omessa dichiarazione dei redditi, omesso versamento e dichiarazione infedele. Se ne parlava da novembre, e prevede il perdono soltanto per chi paga il dovuto. E in Parlamento, spiega oggi Repubblica, è atteso l’emendamento dell’esecutivo. Insieme al Salva-Calcio ormai in dirittura d’arrivo. Il quotidiano spiega che il governo prova così a raggranellare più fondi possibili e recuperare l’evasione. Si tratta, tecnicamente, della “causa estintiva per comportamento riparatorio”. Chi non ha presentato la dichiarazione o l’ha falsata, «solo a seguito di una piena condotta riparatoria», versando il 100% del debito tributario più la sanzione accessoria, vedrebbe cancellato il suo reato. L’evasore o colui che ha omesso o falsato i dati dovrà pagare totalmente il suo debito. L’omissione di una sola rata invaliderebbe la procedura.

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