Cospito, peggiora la salute dell’anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis: «Ha perso 35 chili»
Peggiorano le condizioni di salute di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da due mesi per protestare contro il regime del 41 bis disposto a suo carico per 4 anni. A riferirlo è il suo difensore Flavio Rossi Albertini: «Attualmente ha perso 35 chili e ha avuto un preoccupante calo di potassio, necessario per il corretto funzionamento dei muscoli involontari tra cui il cuore», spiega. «I medici, allarmati dal peggioramento, gli hanno somministrato degli integratori specifici». Dallo scorso maggio Cospito è stato trasferito alla Casa Circondariale di Bancali (Sassari), dove è sottoposto al regime di isolamento previsto dal 41 bis. Nel 2006 per i due ordigni fatti esplodere alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano (Cuneo), che non provocarono feriti o vittime, l’anarchico era stato condannato in primo grado a 20 anni. Lo scorso 5 dicembre la Corte d’Appello di Torino ha accolto alcune eccezioni avanzate della difesa di Cospito e Anna Beniamino e deciso di rinviare alla Corte Costituzionale la decisione sulla conferma o meno dell’ergastolo per il reato di strage politica. Se la Corte dovesse accogliere le eccezioni, all’anarchico sarebbe applicata una condanna tra i 21 e 24 anni.
Secondo quanto emerso nell’ambito del procedimento Scripta manent Cospito, già condannato per aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, è ritenuto dai giudici a capo dell’organizzazione Federazione Anarchica Informale. Condannato nel luglio del 2022 per devastazione, saccheggio e strage, reati che prevedono l’ergastolo, da maggio è stato trasferito sottoposto al 41 bis, decisione per cui Cospito continua a protestare. «Sono condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo», ha detto intervenendo in collegamento all’udienza del 5 dicembre. «Continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese». Nel frattempo continuano le manifestazioni di solidarietà da parte dei gruppi anarchici italiani. L’ultima a Roma lo scorso 18 dicembre, quando un gruppo di persone incappucciate ha fracassato bancomat e vetrine delle attività nel quartiere Appio Latino. Su uno degli sportelli imbrattati è apparsa la scritta «No 41 bis».
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