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Cospito, peggiora la salute dell’anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis: «Ha perso 35 chili»

30 Dicembre 2022 - 15:18 Redazione
L'uomo detenuto a Sassari è da due mesi in sciopero della fame contro il regime a cui è sottoposto dallo scorso maggio

Peggiorano le condizioni di salute di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da due mesi per protestare contro il regime del 41 bis disposto a suo carico per 4 anni. A riferirlo è il suo difensore Flavio Rossi Albertini: «Attualmente ha perso 35 chili e ha avuto un preoccupante calo di potassio, necessario per il corretto funzionamento dei muscoli involontari tra cui il cuore», spiega. «I medici, allarmati dal peggioramento, gli hanno somministrato degli integratori specifici». Dallo scorso maggio Cospito è stato trasferito alla Casa Circondariale di Bancali (Sassari), dove è sottoposto al regime di isolamento previsto dal 41 bis. Nel 2006 per i due ordigni fatti esplodere alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano (Cuneo), che non provocarono feriti o vittime, l’anarchico era stato condannato in primo grado a 20 anni. Lo scorso 5 dicembre la Corte d’Appello di Torino ha accolto alcune eccezioni avanzate della difesa di Cospito e Anna Beniamino e deciso di rinviare alla Corte Costituzionale la decisione sulla conferma o meno dell’ergastolo per il reato di strage politica. Se la Corte dovesse accogliere le eccezioni, all’anarchico sarebbe applicata una condanna tra i 21 e 24 anni.

Secondo quanto emerso nell’ambito del procedimento Scripta manent Cospito, già condannato per aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, è ritenuto dai giudici a capo dell’organizzazione Federazione Anarchica Informale. Condannato nel luglio del 2022 per devastazione, saccheggio e strage, reati che prevedono l’ergastolo, da maggio è stato trasferito sottoposto al 41 bis, decisione per cui Cospito continua a protestare. «Sono condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo», ha detto intervenendo in collegamento all’udienza del 5 dicembre. «Continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese». Nel frattempo continuano le manifestazioni di solidarietà da parte dei gruppi anarchici italiani. L’ultima a Roma lo scorso 18 dicembre, quando un gruppo di persone incappucciate ha fracassato bancomat e vetrine delle attività nel quartiere Appio Latino. Su uno degli sportelli imbrattati è apparsa la scritta «No 41 bis».

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La Federcalcio argentina ricorda Pelé: «Uno dei migliori…». Scoppia la polemica social con i tifosi brasiliani

30 Dicembre 2022 - 15:04 Redazione
È bastato un post dell'Afa a riaccendere l'eterna rivalità calcistica, con gli argentini che tornano a polemizzare con chi paragona il campione brasiliano con Maradona e anche Messi

È polemica tra argentini e brasiliani sulla morte di Pelé. O Rei è spesso considerato il miglior calciatore che abbia mai calcato i campi, ma non dagli argentini, che gli preferiscono Maradona, e, soprattutto dopo la vittoria del Mondiale, anche Messi. Nello specifico, è stato il tweet d’addio a Pelé dell’Afa, la federcalcio argentina, a scatenare la rabbia dei brasiliani. Nel messaggio, la federazione Albiceleste, per parola del suo presidente Claudio Tapia ha definito il tre volte campione mondiale brasiliano «uno dei migliori della storia», lasciando intendere che i due argentini siano più forti di lui, per poi «abbracciare calorosamente i suoi cari e tutto il popolo brasiliano». Se molti degli utenti che hanno risposto hanno apprezzato il gesto degli argentini, tanti altri hanno puntualizzato che Pelé è «il migliore», non «uno dei». Molti sono i riferimenti al numero di mondiali vinti dai tre giocatori. Uno da Messi, uno da Maradona, e tre da Pelè. «Tanti quanti l’Argentina in tutta la sua storia», fanno notare i brasiliani, che ironizzano anche sul passato controverso di Maradona e le sue cadute nella tossicodipendenza. A spingere la provocazione al limite è stata la televisione argentina Cronica, nota per i propri titoli particolarmente divisivi. «Morto il terzo miglior giocatore della storia, si leggeva a tutto schermo poco dopo la notizia del decesso di O Rei», stroncato da un tumore.

Immagine di copertina: Twitter

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Coronavirus, 706 morti e 122.110 contagi nell’ultima settimana. Tasso di positività al 15,1%

30 Dicembre 2022 - 14:45 Redazione
Cala di un quinto il numero di tamponi effettuati durante la settimana di Natale rispetto ai sette giorni precedenti

Calano i contagi di Covid così come i morti in Italia secondo l’ultimo bollettino settimanale del ministero della Salute sull’andamento della pandemia. Nella settimana 23-29 dicembre 2022 sono stati registrati 122.110 nuovi casi positivi, con una variazione di -11,3% rispetto alla settimana precedente, quando i contagi erano stati 137.599. I morti negli ultimi sette giorni sono stati 706, con una variazione di -11,5% rispetto ai 798 della settimana precedente. 807.118 tamponi effettuati con una variazione di -20,8% rispetto alla settimana precedente (1.019.362). Infine il tasso di positività di 15,1% con una variazione di +1,6% rispetto alla settimana precedente (13,5%). Lombardia, Veneto e Lazio si posizionano ai primi tre posti della classifica delle regioni per nuovi positivi rispettivamente con 16.236, 15.979 e 13.027 contagi in sette giorni.

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Nel 2022 in forte aumento i reati commessi da minorenni, crescono anche le violenze sessuali: il rapporto della Polizia

30 Dicembre 2022 - 13:59 Redazione
Il rapporto della Direzione centrale della Polizia criminale evidenzia un trend in peggioramento per le denunce che riguardano i giovanissimi

In Italia sono aumentati sia i reati commessi da minori che le violenze sessuali. Confrontando i primi 10 mesi del 2022 con quelli del 2019, infatti, emerge che un aumento del 14,3% del numero di minori che sono stati denunciati o arrestati. Cifra simile per le violenze sessuali, che rispetto allo stesso periodo del 2021 hanno visto un incremento del 15,7%. A renderlo noto è il rapporto di fine anno della Polizia criminale, che sottolinea anche come siano in forte crescita gli omicidi commessi dai minorenni, che aumentano del 35,3%, passando dai 17 del 2019 ai 23 del 2022. Stesso trend per tutti i reati menzionati: attentati +53,8%, tentati omicidi +65,1%, lesioni +33,8%, percosse +50%, rapine +75,3%. Il report comunque sottolinea come le grandi città italiane si confermino tra le più sicure in Europa. Nel 2022 a Roma si sono contati 26 omicidi su una popolazione di 4,2 milioni di abitanti, mentre a Milano sono 19 su 3,9 milioni. Ben lontane dalla maglia nera di Bruxelles dove a fronte di una popolazione appena superiore al milione di abitanti, si sono verificati 179 omicidi, e di Parigi che ne conta 100 su 2,1 milioni di abitanti.

L’Italia è il terzo Paese più sicuro d’Europa

Il rapporto continua il confronto, sottolineando come solo lo 0,6% (16) degli omicidi nell’area di Roma sia avvenuto nel territorio comunale. Meglio della capitale fanno solo Madrid e Oporto. Il confronto è ancor più impressionante se si guarda alle città americane, dove i numeri sono moltiplicati per decine di volte. Washington conta 32,7 omicidi ogni 100 mila abitanti. Chicago 29,1. Proprio questo tasso evidenzia come l’Italia sia il terzo Paese più sicuro d’Europa dopo Norvegia e Svizzera, con un tasso di 0,6 omicidi ogni 100 mila abitanti. La Germania si attesta a 0,9, Inghilterra e Galles a 1,2, la Francia all’1,4.

Reati sessuali: aumentano le violenze e diminuisce lo stalking

Per quanto riguarda i reati legati al sesso, le violenze sessuali sono in aumento, mentre diminuiscono del 10,3% i reati persecutori o di stalking. In calo anche i maltrattamenti familiari che scendono del 3,9%. Gli omicidi in ambito familiare o affettivo rimangono il 41% del totale.

Meno rapine e furti rispetto al 2019

Appaiono in forte crescita furti e rapine, il cui incremento sfonda la doppia cifra, ma solo se si confronta il 2022 con il periodo della pandemia. Guardando ai dati pre Covid, si registra invece una diminuzione lieve ma significativa. I reati di questo tipo sono stati 782.391 nei primi 10 mesi del 2022, contro gli 887.905 del 2019. Nel 2021, se ne contavano 653.889.

Catturati 1.360 latitanti

Infine, il rapporto rende noto che dall’inizio dell’anno sono stati catturati 1.360 latitanti in 64 Paesi, ovvero 26 in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Di questi, 654 erano attivi, ovvero ricercati dalle autorità italiane, mentre 715 erano passivi, ovvero ricercati e catturati dalle autorità estere.

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L’eredità di Pelé per la terza moglie e i sette figli: patrimonio stimato in 100 milioni di dollari

30 Dicembre 2022 - 13:49 Redazione
La ricchezza del campione brasiliano sarebbe frutto soprattutto dei suoi investimenti immobiliari, oltre che delle sue partecipazioni negli spot pubblicitari

Oltre all’eredità morale enorme lasciata da Pelé dopo la sua morte a tutto il mondo, c’è quella più materiale destinata ai suoi famigliari che il sito specializzato Celebrity net worth ha stimato in oltre 100 milioni di dollari. Tra gli eredi del campione brasiliano ci sono la terza moglie Marcia Aoki, imprenditrice di 56 anni, e i suoi sette figli. Il patrimonio di Pelé è frutto per lo più dei suoi investimenti immobiliari, attività in cui O Rei si era impegnato con intensità negli ultimi decenni. Divenne popolare per esempio nel 2008, quando riuscì a vendere per tre milioni di dollari una mega-villa a Hamptons, all’estremità orientale di Long Island, che a suo tempo aveva acquistato per appena 100mila dollari.

Le sue regole per gli spot

Ben più modesti i compensi accumulati nella carriera da calciatore, in tempi ben lontani da quelli attuali, quando nel mondo del calcio le quotazioni dei giocatori non raggiungevano le cifre milionarie di oggi. Quel che più aveva fruttato a Pelé sono stati gli spot pubblicitari per cui ha fatto da testimonial. Un lavoro su cui aveva posto paletti netti, rifiutandosi di pubblicizzare «tabacco, alcolici e cose legate a temi di natura politica o religiosa». Di certo Pelé non si è arricchito con la pensione che, nel 2014 quando aveva 74 anni, dichiarò essere pari a circa 550 euro al mese. Sempre con il suo immancabile sorriso, in un’intervista aveva raccontato che, essendo un pensionato, aveva diritto a viaggiare gratis sui mezzi pubblici e poteva andare al cinema pagando i biglietti a metà prezzo.

Foto: MICHEL CLEMENT / AFP | Pelé in uno spot a Parigi per la società French Loto

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Genova, sequestrato un quadro di Rubens esposto a Palazzo Ducale. Blitz dei carabinieri: quattro indagati per esportazione illecita

30 Dicembre 2022 - 13:41 Redazione
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti il "Cristo risorto appare alla madre" sarebbe stato offerto da una famiglia italiana a un mercante per 300mila euro. L'acquirente lo avrebbe rivenduto a un privato per oltre 3 milioni di euro

Esposto in queste settimane a Palazzo Ducale di Genova, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno sequestrato il quadro Cristo risorto appare alla madre del pittore fiammingo Rubens. Quattro persone sono indagate per esportazione illecita di opere d’arte: secondo la ricostruzione della procura, il dipinto sarebbe stato fatto uscire dall’Italia come appartenente genericamente alla scuola Fiamminga e poi autenticato come Rubens a Praga. Un passaggio che secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto quando già si sapeva che sarebbe stato autenticato. Dalle indagini coordinate dal pm Eugenia Menichetti e dall’aggiunto Paolo D’Ovidio è emerso che il quadro apparteneva a una famiglia genovese che lo avrebbe venduto a 300mila euro a un mercante. L’acquirente poi lo avrebbe poi rivenduto a un altro privato per oltre 3 milioni di euro. L’opera è quindi tornata in Italia ed esposta per la prima volta al Ducale di Genova.

Cristo risorto appare alla madre di Rubens esposto a Palazzo Ducale di Genova

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Ritorno allo smart working e mascherine al chiuso se quadro peggiora, la circolare sul Covid del ministero: «Pandemia imprevedibile, il Paese si prepari»

30 Dicembre 2022 - 12:59 Giada Giorgi
Il documento diffuso dal governo chiarisce gli interventi in atto per la gestione della circolazione del virus nella stagione invernale. Sequenziamento e vaccini le priorità

L’evoluzione della pandemia ad oggi risulta imprevedibile, il Paese dunque deve prepararsi anche alle eventualità peggiori. Questo è il messaggio che arriva dalla circolare del ministero della Salute intitolata “Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23“. Non solo un resoconto della strategia anti virus attualmente in atto nel Paese, ma anche raccomandazioni sulle misure che sarà necessario portare avanti per prevenire una possibile ondata e l’ipotesi di alcuni cambiamenti che potrebbero esserci in caso di un peggioramento della situazione epidemiologica. Anche alla luce delle ultime decisioni del ministro Schillaci su tamponamento e screening, il ministero parla dell’importanza dell’attuale rete di sorveglianza diffusa sul territorio nazionale, «fondamentale per orientare le misure di controllo volte a mitigare l’impatto delle nuove varianti. Un elemento chiave anche in questa fase della pandemia da Covid-19». Ma se la necessità di screening cresce, di conseguenza aumenterà la pressione sui laboratori per la diagnostica: è per questo che il ministero spinge sulla necessità di «incrementare i meccanismi di rafforzamento dei sistemi in vigore», raccomandando «fortemente» a tutti i contesti ospedalieri e di pronto soccorso di raccogliere campioni da sottoporre a test molecolare, «per garantire in ogni Regione/PA un numero minimo di campioni da genotipizzare». Per arginare eventuali nuove varianti in sostanza servirà una capillare rete di sequenziamento, e cioè di quel processo, consentito da appositi macchinari, in grado di distinguere la tipologia di mutazione presente in un tampone risultato positivo. Solo così si riuscirà a individuare la presenza di nuove varianti, potenzialmente più pericolose, nel Paese. Un tema più che delicato considerata la debole rete di sequenziamento italiana riscontrata a inizio pandemia e poi ancora nei mesi successivi rimasta indietro rispetto alle capacità dei Paesi esteri.

Possibile ritorno a mascherine al chiuso e smartworking

Mentre per l’ennesima volta si tenta di evitare di rincorrere gli effetti di nuove forme di virus diffuso, il ministero avverte su tutti gli interventi non farmacologici a cui la popolazione dovrà ricorrere in caso di un peggioramento dei contagi. «L’utilizzo di mascherine è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave». Un’indicazione che oggi sembra in contraddizione con quanto sostenuto più volte dal governo Meloni, «contrario a ogni forma di coercizione e limitazione della libertà individuale». Ma per gli scienziati saranno i dati a parlare. «Analogamente», continua ancora la circolare, «nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti». Misure ormai ben note che dal 2020 hanno accompagnato gran parte dell’emergenza sanitaria e che ora la Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero, guidata dal prof. Gianni Rezza, non esclude di poter considerare di nuovo. Al momento in Italia l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani. In caso di peggioramento poi, massima attenzione si dovrà porre anche ai sistemi di ventilazione negli ambienti chiusi, «misura fondamentale per ridurre il rischio di trasmissione del SARS-CoV-2 e di altri virus respiratori».

Chi e come deve continuare a proteggersi con i vaccini

Per quello che riguarda i vaccini, il ministero comunica che «nella stagione invernale 2022-2023, l’obiettivo della campagna vaccinale sarà quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione». Prioritario sarà colmare le lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati, garantire la possibilità di combinare le campagne di vaccinazione contro Covid e influenza, nonché incentivare lo sviluppo di programmi di vaccinazione con vaccini sempre più adattati alle nuove esigenze di protezione dalle varianti. «La somministrazione della seconda dose di richiamo (second booster)», spiega il documento, «è raccomandata per le seguenti categorie, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 gg) dalla prima dose booster o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test positivo): persone di 60 anni e più, persone di 12 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, operatori e ospiti dei presidi residenziali per anziani, operatori sanitari, donne in gravidanza». Mentre per gli over 80, per gli ospiti di strutture residenziali per anziani, per over 60 con fragilità è raccomandata un’ulteriore dose di vaccino bivalente a condizione che abbiano già ricevuto una seconda dose di vaccino monovalente e una volta trascorsi almeno 120 giorni o dall’iniezione o dall’ultima infezione da Sars.Cov.2. Dal 9 di dicembre è anche estesa la raccomandazione della vaccinazione anti Covid ai bambini nella fascia di età 6 mesi – 4 anni compresi che presentino condizioni di fragilità.

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Russia-Cina, patto militare più stretto tra Putin e Xi. Pechino sull’Ucraina: «Mosca non rifiuta una soluzione pacifica»

30 Dicembre 2022 - 12:51 Redazione
I leader dei due Paesi si sono detti pronti a rafforzare la cooperazione militare in una situazione internazionale complessa e «tutt'altro che univoca»

Russia e Cina sono intenzionate a rafforzare la propria cooperazione militare. Lo hanno affermato i presidenti delle due nazioni a in un video colloquio tenutosi oggi, come riporta l’agenzia stampa russa Tass. Nello specifico, è stato il presidente cinese Xi Jinping a fare sapere che «di fronte a una situazione internazionale complicata e tutt’altro che univoca, siamo pronti a intensificare la nostra cooperazione strategica con la Russia». Il leader di Pechino ha aggiunto che i due Paesi lavoreranno assieme su «opzioni di sviluppo» e collaboreranno per il «beneficio dei rispettivi popoli». Dal suo canto, Vladimir Putin ha reso noto che Mosca è intenzionata a rafforzare la cooperazione militare e tecnico-militare tra i due Paesi, e ha elogiato le relazioni russo cinesi come le migliori di sempre. Xi Jinping ha ricordato che lui e Putin si sono parlati più volte nel 2022 e che si trovano «stretto contatto strategico». «Quest’anno abbiamo tenuto due incontri faccia a faccia», ha specificato. Nel corso del colloquio tenuto a Samarcanda, in Uzbekistan, lo scorso settembre, Pechino aveva già espresso la propria solidarietà a Mosca, pur dichiarando «preoccupazioni» per la situazione in Ucraina. Anche in questo caso non è mancato un riferimento all’invasione. Xi, elogiando nuovamente l’atteggiamento russo, ha dichiarato: «La Cina accoglie con favore la posizione della Russia che non respinge una soluzione pacifica per la crisi ucraina».

Livelli record per gli scambi commerciali

Putin ha aggiunto che il volume degli scambi commerciali tra Russia e Cina ha raggiunto livelli record «nonostante le sanzioni e i ricatti occidentali». Ha espresso poi l’intenzione di aumentarne ancora il valore, raggiungendo i 200 miliardi di dollari prima del previsto, entro il 2024. Infatti, il fatturato commerciale «è aumentato di circa il 25%», ha osservato il leader del Cremlino, aggiungendo: «Nel periodo gennaio-novembre il fatturato commerciale è cresciuto del 36% raggiungendo i 6
miliardi di dollari».

L’invito a Mosca

Infine, Putin ha invitato il suo omologo cinese a visitare Mosca nella primavera del 2023, dichiarando: «Non ho dubbi che troveremo l’occasione per incontrarci di persona. Ti aspettiamo, caro presidente, caro amico, la prossima primavera con una visita di Stato a Mosca». Un calore che il leader del Cremlino esprime nei confronti di altri politici. Come fa sapere Tass, Joe Biden, Olaf Scholz, Emmanuel Macron e gli altri leader dei Paesi ostili non riceveranno gli auguri di buon anno da Putin.

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Regno Unito, guarito completamente da un tumore dopo un esperimento clinico: i medici gli davano un anno di vita

30 Dicembre 2022 - 12:06 Redazione
A Robert Glynn nel 2020 era stato diagnosticato un tumore al dotto biliare con numerose mutazioni genetiche

Un uomo è guarito completamente da un tumore in seguito a un esperimento condotto all’ospedale Christie di Manchester. Nel 2020, a Robert Glynn, allora 49enne originario della zona di Manchester, fu diagnosticato un tumore che aveva colpito il suo dotto biliare, un tipo di cancro che colpisce circa 1.000 persone all’anno nel Regno Unito. Dopo mesi di forte dolore alla spalla che gli impedivano di dormire, il medico di base dell’uomo decise di eseguire gli esami necessari che scovarono la massa tumorale dopo un’infezione alla cistifellea. «Avevo il cancro da due anni e non ne avevo idea», ha detto Glynn alla Bbc. «Sono stato molto fortunato, ha aggiunto». La diagnosi gli fu comunicata alla vigilia del suo 49esimo compleanno, con i medici che ipotizzavano per lui ancora 12 mesi di vita. Arrivato all’ospedale Christie di Manchester gli fu offerta la possibilità di partecipare a un esperimento clinico. Sarebbe stato curato con un nuovo farmaco per l’immunoterapia, associato alla normale chemioterapia. Ad aprile 2022, la massa tumorale che si era espansa alla sua ghiandola surrenale si era ridotta da 7 a 4,1 cm, mentre quella nel fegato era passata da 12 a 2,6 cm, consentendogli di farsi operare.

Tutte le cellule tumorali sono morte

Una volta sotto i ferri però, i medici trovarono solo cellule morte laddove gli esami avevano individuato le masse tumorali. «Si fa tutto quello che si può per allungarsi un po’ la vita», ha detto Glynn, che ha aggiunto: «Appena ho avuto la possibilità di prendere parte all’esperimento, mi ci sono fiondato». «Sapere che sono guarito del tutto è stata un’emozione che mi ha sopraffatto. Senza quell’esperimento oggi non sarei qui» ha sottolineato. Dall’operazione, Glynn si è sottoposto agli scan trimestrali, che continuano a mostrare un corpo sano.

«C’era grande attesa per i risultati»

Il dottor Juan Valle, a capo dell’esperimento clinico, ha dichiarato che il caso di Glynn potrebbe portare a «un cambiamento nella maniera in cui vengono curati i pazienti come lui in futuro. C’era grande attesa per i risultati», che sono ancor più eccezionali se si considera il grande numero di mutazioni genetiche che erano presenti nella massa tumorale dell’uomo. Glynn ha dichiarato che tornerà al lavoro, si guadagna da vivere facendo il saldatore, ma che ha cambiato completamente la sua alimentazione, «eliminando tutti i prodotti già pronti». «Mi sono reso conto che non puoi affidarti solo ai dottori per aiutarti, ti devi aiutare anche tu», ha detto alla testata britannica. «In un certo qual modo, la diagnosi ha rivoluzionato la mia vita. Con la mia compagna, Simone, adesso facciamo tante escursioni in mezzo alla natura. Perché quando ti succedono queste cose ti rendi conto di quanto sia bello vivere la vita» ha concluso.

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Ivan Orfei aggredito da una tigre al circo, sui social augurano la morte al domatore: «Ho sbagliato io non lei» – Il video

30 Dicembre 2022 - 11:51 Redazione
Al telefono dall'ospedale il 31enne figlio della celebre dinastia circense ha difeso l'animale: «Voleva solo giocare, l'errore è stato mio»

Il domatore Ivan Orfei è stato aggredito da una tigre durante lo spettacolo “Armando Orfei” a Surbo, a pochi chilometri da Lecce. Mentre il 31enne era intento ad esibirsi con uno dei suoi animali, un’altra tigre da dietro lo ha aggredito provocandogli a una gamba e al collo. Nonostante gli squarci profondi i medici non hanno mai definito Orfei in pericolo di vita. Subito portato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, il domatore, figlio della celebre dinastia di circensi, è tuttora ricoverato. «Mamma, è stato un mio errore», ha detto alla madre Denise che ora tranquillizza sulle buone condizioni del figlio. «I medici lo tengono sotto controllo ma siamo tutti tranquilli perché ritornerà qui da noi a breve». Al telefono il giovane domatore ripete che è stato un suo errore: «Mi sono posizionato di spalle girandomi di scatto ma l’animale in quel momento voleva giocare», spiega. Ivan è stato così aggredito dalla tigre che, come ribadisce anche la madre, «è quella più giocherellona di tutte e che richiede le maggiori attenzioni». Sui social intanto volano gli insulti e persino minacce di morte nei confronti di Orfei. A difendere il domatore è l’amministratore del circo “Città di Roma” Enrico Perretti: «Attaccare questo ragazzo o pregare per la sua morte mi sembra ingiusto e vergognoso perché non si conoscono i rischi e la passione che animano chi fa il domatore». E ancora: «Il mestiere del circense comporta determinati rischi. È un po’ come il pilota di Formula Uno che sa che quella può essere la sua ultima gara. E poi uccidono più i cani dei felini ma noi non sopprimiamo le tigri. Sono i cani che vengono eliminati». La madre di Ivan Orfei ha annunciato lo stop alle attività del circo per due giorni: «Ma poi gli spettacoli riprenderanno e proseguiranno fino al 15 gennaio come previsto. La tigre rimarrà con noi».

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Bollette, le società di luce e gas possono cambiare i contratti in scadenza: possibili aumenti in arrivo

30 Dicembre 2022 - 11:42 Redazione
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, arriva la conferma ufficiale con la pubblicazione del decreto Milleproroghe che permette alle società fornitrici di modificare unilateralmente le condizioni di contratto se in scadenza

Le società fornitrici di luce e gas potranno applicare modifiche unilaterali ai contratti, ma solo questi si trovano in scadenza. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Milleproroghe viene confermata la proroga di due mesi, quindi fino a giugno 2023, per il divieto delle modifiche unilaterali ai contratti, fatta eccezione per quelli in fase di rinnovo. Sono infatti escluse «le clausole contrattuali che consentono all’impresa fornitrice di aggiornare le condizioni economiche alla scadenza delle stesse». Il tutto «nel rispetto dei termini di preavviso previsti – e – fermo restando il diritto di recesso». La norma segue la recente sentenza del Consiglio di Stato a tutela delle imprese fornitrici, che davanti agli aumenti dei prezzi del gas naturale «di quasi 7 volte rispetto alla media degli ultimi anni», sarebbero costrette a «vendere energia per i prossimi mesi a un prezzo significativamente inferiore a quello di acquisto». Lo scorso 22 dicembre, i giudici amministrativi avevano bocciato in buona parte il provvedimento dell’Antitrust che sospendeva i rinnovi dei contratti per le forniture energetiche rifacendosi a una decisione del governo Draghi. A vincere il ricorso era stato il gruppo Iren, che raccoglie le utility del Nord italia, a cui il Consiglio di Stato aveva riconosciuto che il provvedimento dell’Antitrust si poteva ritenere «fondato normativamente quando si tratta di variazioni unilaterali», ma non quando ci si trova di fronte «a fattispecie di aggiornamento prezzi per rinnovo di contratto scaduto».

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Il video dell’arresto di Andrew Tate, tra pistole, spade e auto di lusso

30 Dicembre 2022 - 10:54 Redazione
Nella dimora romena dell'ex kickboxer trovate anche le ormai famose auto di lusso

L’ex kickboxer Andrew Tate è stato arrestato dalla polizia romena nell’abito di un indagine per traffico di esseri umani in cui è coinvolto anche il fratello Tristan. Nel video diffuso dalle forze dell’ordine si vede una squadra di diversi agenti fare irruzione nella residenza dell’uomo. All’interno, tra luci al neon e arredi di lusso, anche una pistola, diverse armi bianche tra cui spade, tirapugni e coltelli e mazzette di denaro. Sul retro della dimora, le auto di lusso che l’uomo aveva menzionato per sbeffeggiare Greta Thunberg, salvo poi ricevere una risposta caustica. L’ex concorrente del Grande Fratello Uk si vantava con la climattivista delle sue auto di lusso, chiedendole l’email per inviarle un elenco completo a cui lei ha risposto: smalldickenergy@getalife.com. Tate ha quindi deciso di insultare Thunberg in un video in cui fuma il sigaro con delle scatole di pizza di fronte. Si è diffusa la voce che sia stata proprio la marca di queste a confermare alle forze dell’ordine che l’uomo si trovava in Romania. Tuttavia, il dettaglio non è stato confermato dalla polizia romena. Ma non ha impedito a Greta Thunberg di prendersi di nuovo gioco di Tate.

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