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Roma, salgono a quattro le vittime dell’agguato di Fidene: morta la donna ferita gravemente

13 Dicembre 2022 - 20:46 Redazione
Fabiana De Angelis era ricoverata da domenica all'ospedale Sant'Andrea

Salgono a quattro le vittime dell’agguato di domenica scorsa a Roma alla riunione di condominio in un bar di Fidene. È morta infatti nelle scorse ore Fabiana De Angelis, una delle donne colpite da Claudio Campiti nella sparatoria. De Angelis era ricoverata in condizioni gravissime in ospedale, dove restano tuttora altri due feriti, Bruna Martelli e Silvio Paganini. «Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile», ha fatto sapere dando notizia del decesso la direzione sanitaria dell’ospedale Sant’Andrea, dove De Angelis era ricoverata.

Foto: ANSA – Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri depone un mazzo di fiori nei pressi del bar di Via Monte Giberto in ricordo delle vittime della sparatoria – Roma, 13 dicembre 2022.
ANSA

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Qatargate, l’eurodeputato Smeriglio: «Doppia morale nel Pd? Non esiste. Ma è arrivato il tempo dell’autocritica» – L’intervista

13 Dicembre 2022 - 20:07 Serena Danna
L'europarlamentare, uno degli unici due del Pd a votare nelle scorse settimane a favore di un dibattito sul Qatar, commenta lo scandalo che sta travolgendo l'istituzione

Da Strasburgo – L’attività da eurodeputato di Massimiliano Smeriglio, ex vice di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio eletto al Parlamento Ue con il Partito Democratico, recentemente ha fatto notizia per due voti. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda la risoluzione che definisce la Russia uno Stato terrorista. Smeriglio, indipendente nel gruppo socialista, ha votato contro sollevando non poche polemiche in Italia. Ma qualche settimana prima che il Qatargate facesse tremare l’Aula di Strasburgo, l’europarlamentare con un passato da storico è stato uno degli unici due esponenti Democratici (l’altro è l’ex magistrato Franco Roberti) a votare a favore di una risoluzione proposta dal gruppo della Sinistra per avviare un dibattito in Aula sui diritti umani in Qatar

Perché ha votato in linea contraria al suo gruppo dei Socialisti e democratici?

«Mi sembrava chiaro e necessario fare una discussione pubblica sul Qatar in fase di apertura dei mondiali». 

E perché – come ha dichiarato il parlamentare di Renew Europe Pierre Karleskind – i socialisti, italiani compresi, hanno votato contro?

«La motivazione era più che altro formale: gran parte dei parlamentari erano contrari perché c’erano in corso delle missioni.  I deputati della delegazione italiana sulle risoluzioni più ostili hanno votato sempre correttamente, senza far sconti al Qatar».  

Conosce Antonio Panzeri?

«Certo, l’ho conosciuto qui al Parlamento europeo».

Ha mai parlato con lei di Qatar?

«No, sono fortunato, Mi occupo di cultura e Paesi poveri».

Il Parlamento europeo è più facilmente “corruttibile” rispetto ad altre istituzioni?

«Ci sono due temi: uno è la corruzione e il muoversi al di fuori del perimetro della legalità. L’altro riguarda la scarsa regolamentazione delle lobby al Parlamento Ue, che sono aumentate a dismisura negli ultimi anni: pensiamo solo alle case farmaceutiche che hanno investito milioni di euro durante la pandemia, oppure alla guerra che ha portato a grandi investimenti da parte di chi si occupa di sicurezza e armi. Le regole attuali non sono sufficienti per fermare questo fenomeno. Il paradosso sa qual è? Che una persona serissima come Irene Tinagli, la quale – in quanto presidente di una commissione – dichiara tutti i suoi meeting, viene accusata di incontrare i lobbisti. Dopo di che dobbiamo chiederci come si fa a gestire il rapporto con i Paesi autoritari. Perché qui siamo in presenza di nuove forme di lobbismo: Paesi autoritari che vengono a sponsorizzare eventi, petrolio, energia. Merci che spesso l’Europa è costretta ad accettare. Adesso al centro c’è il Qatar, ma che dire dell’Arabia Saudita che è venuta qui per la causa di Expo 2030?».

Come ha reagito allo scandalo che ha portato alla rimozione della greca Eva Kaili come vicepresidente del Parlamento?

«Sono arrabbiato perché in tempi come questi è fondamentale che la nostra credibilità democratica non venga minata. Un fatto così abnorme è un macigno che fa male anche perché dimostra che si arriva a utilizzare i diritti umani come merce di scambio con Paesi autoritari. Il contesto lo rende ancora più grave».

I socialisti europei si sono costituiti parte lesa. Un modo per prendere le distanze dal terremoto che potrebbe travolgerli?

«Pagano un prezzo molto alto. Io credo sia arrivato il momento di fare autocritica, è una batosta per il gruppo certo, ma bisogna reagire, aumentando la trasparenza, a partire dall’avvio di una commissione d’inchiesta sul caso Qatar. Bisogna essere un soggetto proattivo, cambiare in fretta le regole di auto-condotta e di ingaggio nei gruppi: sono norme vecchie che si riferiscono a un’epoca passata. Non ci possono essere più ex ministri che vengono qui a fare i mercanti».  

Perché è successo a sinistra? 

«È evidente che organizzazioni che si occupano di verificare la legittimità di processi e pratiche e di esercitare la capacità solidale trovino più spazio a sinistra. E lì possono esserci maggiori cortocircuiti». 

Nelle ultime ore ci sono state diverse dimissioni dal gruppo dei socialisti, comprese quelle di Pietro Bartolo. E altre si attendono nelle prossime ore. Questo scandalo è un problema anche per il Partito democratico?

«Non penso. In realtà al momento c’è solo una persona legata al Pd tra i coinvolti (Francesco Giorgi, assistente del deputato Pd non indagato Cozzolino e compagno della ex vicepresidente Kaili ndr)».

Esiste una doppia morale a sinistra come dice Matteo Renzi?

«Io credo che la questione morale sia finita da tempo e che anche Berlinguer sia stato ampiamente frainteso, visto che non si riferiva alla moralità dei singoli ma alla sistematica occupazione da parte dei partiti dei gangli di governo di tutte le funzioni più importanti. È ovvio che chiunque a sinistra senta una superiorità morale verso qualcuno sbaglia. Qui si tratta solo di essere molto onesti con sé stessi rispetto a quello che sta succedendo».

Il Pd lo sta facendo? Il capogruppo europeo Brando Benifei ha detto che è colpa della destra se non sono state fatte le leggi anti-lobby. 

«Devo ribadire ancora che il Pd non è coinvolto in questo scandalo. E poi se arrestano un capogruppo è un conto, altro se arrestano un usciere… Con tutto il rispetto per l’usciere. Al momento io vedo solo una delegazione composta da persone perbene». 

Lei ha firmato contro l’emendamento che definiva la Russia uno Stato terrorista. Domani al Parlamento europeo ci saranno numerosi esponenti del “coraggioso popolo ucraino” per ricevere il premio Sacharov, il più importante riconoscimento che il Parlamento assegna per la libertà di pensiero.  

«E io presenzierò al premio con grande piacere. Supporto la resistenza del popolo ucraino e ho votato decine di risoluzioni a favore di Kiev. In questo caso specifico contesto la questione sul piano del diritto internazionale e la posizione dell’Unione europea che rischia di schiacciarsi su quella della Nato. In Europa c’è una condizione troppo emotiva che non ci fa svolgere la nostra funzione di spazio politico indipendente».

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Trapani, precipitato un aereo dell’Aeronautica militare: si cerca il pilota

13 Dicembre 2022 - 20:06 Redazione
Il caccia Eurofighter Tycoon era di rientro alla base quando è caduto in località Locogrande, a pochi chilometri a Nord di Marsala

Un aereo militare dell’Aeronautica italiana, di stanza nell’aeroporto di Trapani Birgi, è precipitato durante il suo viaggio di rientro alla base. A confermarlo sono state fonti dello scalo civile, che riferiscono di ricerche tuttora in corso per individuare il pilota. Si spera che possa essere riuscito a salvarsi lanciandosi dal velivolo. Mentre l’Eurofighter Typhoon era in fase di avvicinamento all’aeroporto, il contatto con la torre di controllo si è interrotto nella zona di Guarrata a Marsala. Secondo quanto riferito dalle fonti, l’aereo sarebbe precipitato in località Locogrande, a pochi chilometri a Nord di Marsala. Qui si stanno concentrando le ricerche del pilota.

Articolo in aggiornamento

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Qatargate, sequestrati a Giorgi 20mila euro. La vicepresidente rimossa Eva Kaili: «Io innocente»

13 Dicembre 2022 - 19:54 Redazione
Il compagno dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera starebbe collaborando con la magistratura belga. Gli agenti hanno diffuso le immagini del denaro trovato finora per oltre 1,5 milioni di euro

Proseguono le indagini e le perquisizioni sul caso Qatargate, la presunta rete di corruzione ordita dal Paese del Golfo che coinvolgerebbe diversi esponenti politici dell’Unione Europea. Nella giornata di oggi, 13 dicembre, gli agenti della Guardia di Finanza hanno sequestrato circa 20mila euro in contanti durante una perquisizione nella casa ad Abbiategrasso, nel Milanese, di Francesco Giorgi, il compagno dell’ormai ex vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili. Entrambi sono stati arrestati assieme all’ex eurodeputato Antonio Panzeri, per cui Giorgi ha svolto il ruolo di assistente parlamentare. Kaili ha negato il suo coinvolgimento nel presunto caso di corruzione. «La mia assista dichiara la sua innocenza e che non ha nulla a che fare con la corruzione dal Qatar», ha dichiarato quest’oggi alla tv greca il legale di Kaili, l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos.In precedenza, nel corso delle perquisizioni alle abitazioni di Panzeri e dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Kaili, la polizia belga ha trovato oltre un milione e mezzo di euro in contanti. La polizia belga ha diffuso le immagini del materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni, dove si vedono mazzette di banconote da 50, 20, 100 euro. Il conteggio dovrebbe includere anche i contanti nascosti nella valigia dal padre dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera, che sarebbe stato sorpreso mentre abbandonava un lussuoso hotel, con un trolley contenente 600 mila euro in banconote da 50. E l’arresto «in flagranza» dell’uomo ha permesso agli investigatori perquisire l’abitazione della vicepresidente Kaili, senza dover rispettare la sua immunità parlamentare. Secondo quanto sostiene la procura federale belga, l’ex vicepresidente dell’Eurocamera è stata spostata nelle scorse ore nel carcere di Haren, alla periferia nord-orientale di Bruxelles, non lontano dall’aeroporto internazionale di Zaventem. La procura, interpellata a riguardo dall’Ansa, non ha voluto tuttavia confermare se anche Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, e Niccolò Figà-Talamanca, gli altri tre arrestati, si trovino nella stessa struttura.

Gli interrogatori

Secondo quanto riportato l’Ansa, dai primi interrogatori effettuati nei giorni scorsi dall’Ufficio Centrale per la repressione della corruzione in Belgio, una delle quattro persone imputate per il presunto caso Qatargate ha parlato a lungo con gli inquirenti belgi. E secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Giorgi avrebbe parlato «per ore» con i giudici, tanto che il giudice istruttore Michel Claise ha dovuto posticipare gli altri interrogatori per raccogliere tutte le sue dichiarazioni. Le sue parole potrebbero confermare, se non ampliare, quanto già scoperto dagli investigatori belgi in mesi e mesi di indagini segrete. Nei primi interrogatori alle quattro persone fermate per il Qatargate, secondo quanto riporta il quotidiano L’Echo, sarebbe spuntato anche il nome dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella. Non risulta indagato, ma il suo nome sarebbe «stato fatto da due persone, tra cui uno dei quattro imputati». Alla testata belga Tarabella ha dichiarato di «non avere assolutamente nulla da nascondere».

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Il calo di Tesla «punisce» Elon Musk: non è più l’uomo più ricco del mondo. La classifica aggiornata di Forbes

13 Dicembre 2022 - 19:43 Redazione
Dopo il crollo in Borsa del colosso delle auto elettriche, il patrimonio del proprietario di Twitter è sceso a 185 miliardi di dollari

Anche i ricchissimi piangono. In poche ore oggi 13 dicembre il miliardario Elon Musk ha visto dimezzarsi il valore della sua partecipazione nella società di auto elettriche Tesla, scesa oggi in borsa sotto i 500 miliardi dollari per la prima volta dal novembre del 2020. Il neo-proprietario di Twitter perde così il suo primato nel mondo: non è più l’uomo più ricco del pianeta, superato dall’imprenditore francese Bernard Arnault, amministratore delegato del gruppo di beni di lusso LVMH. A incoronare il nuovo Paperon de’ Paperoni è stata la rivista Forbes nella sua classifica dei miliardari in tempo reale. Arnault risulta ora il più ricco di tutti con un patrimonio netto di 188 miliardi di dollari. Il capitale di Musk è invece sceso a 185 miliardi di dollari: si tratta del valore più basso dal 2021. «Ora Musk “vale” oltre 130 miliardi di dollari in meno rispetto al 4 novembre 2021», spiega Forbes, «quando le azioni del suo produttore di veicoli elettrici hanno raggiunto il massimo, dopo l’annuncio del grosso ordine di Hertz per Tesla». E ancora, il patrimonio di Musk risulta essere inferiore di oltre 70 miliardi di dollari rispetto al 13 aprile 2022, «il giorno prima di rendere pubblica la sua offerta pubblica di acquisto per Twitter da 44 miliardi di dollari». Dall’inizio del 2022 i titoli di Tesla hanno perso in tutto il 55%. L’ultima perdita registrata dal colosso delle auto eletttriche a Wall Street è del 5,48%. Musk ne è l’amministratore delegato e il maggiore azionista, con una quota dichiarata del 14% circa. Alla fine di settembre 2021, mentre le azioni di Tesla salivano alle stelle, Musk superava Jeff Bezos, diventando la persona più ricca del mondo e la terza proprio dopo Bezos e lo stesso Arnault, raggiungendo momento un patrimonio di almeno 200 miliardi di dollari.

FORBES/ Classifica dei miliardari in tempo reale

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Aumento in bolletta? Illegale. Ecco perché l’intervento dell’Antitrust cambia lo scenario per i consumatori – L’intervista

13 Dicembre 2022 - 19:18 Ygnazia Cigna
«Se i gestori hanno già iniziato ad applicare il rialzo, devono restituire l'importo», spiega ai lettori di Open Emmanuela Bertucci, legale di Aduc

2,66 milioni di consumatori si sono visti comunicare dai rispettivi operatori un aumento ingiustificato nelle bollette di gas e luce. Così l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, è intervenuta contro sette aziende fornitrici di elettricità e gas, che in tutto rappresentano circa l’80% del mercato, perché l’aumento attuato viola il decreto aiuti bis del governo Draghi, che aveva bloccato ogni eventuale aumento dei prezzi in bolletta. Non si tratta, però, di tutti i contratti luce e gas, ma di quelli a prezzo fisso. I contratti a prezzo pieno e variabile non sono coinvolti nella vicenda. L’Autorità era già intervenuta in precedenza nei confronti di 4 aziende: Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola. Ora, le società interessate in questa nuova azione dell’Antitrust sono EnelEniHeraA2A, EdisonAcea ed Engie. Cosa questa decisione significa per i consumatori e che cosa potrebbe cambiare Open lo ha chiesto a Emmanuela Bertucci, legale di Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori.

Cos’é successo ai consumatori? Può darci un contesto della vicenda?

Il 10 agosto 2022 è entrato in vigore il decreto aiuti bis del governo Draghi che contiene una norma sulle condizione economiche dei contratti energetici di luce e gas. Questa norma prevede che i gestori non possono modificare i prezzi dei contratti fino al 30 aprile 2023, e che qualora avessero già inviato preavvisi di modifica non sarebbero stati validi. Ma alcune aziende, secondo l’Antitrust, hanno violato la norma. L’Agcom era già partita con un procedimento “pilota” contro 4 aziende e aveva già comunicato che stava aprendo istruttorie contro altre 25 società. Solo che la metà di loro si è messa in regola e l’altra metà no.

Che giustificazione hanno dato all’Antitrust?

La norma in questione prevede che i preavvisi comunicati prima dell’entrata in vigore della stessa sono inefficaci salvo nei casi in cui le modifiche contrattuali siano già state perfezionate. Semplificato: se il prezzo era stato modificato prima di agosto 2022 non si attiva la sospensione. Le compagnie quindi hanno interpretato la norma dicendo che per perfezionamento si intende il momento in cui hanno comunicato le modifiche al consumatore. Ma Antitrust e Arera hanno contestato che in realtà il perfezionamento si ha nel momento in cui la modifica entra in atto.

Nei confronti dei consumatori come hanno aggirato la norma?

In molti modi. In un caso hanno aggirato la norma comunicando agli utenti che il loro contratto era in scadenza e che per il rinnovo era prevista una modifica di prezzo. Ma dato che si tratta, nella maggior parte dei casi, di contratti a tempo indeterminato non sussiste alcuna scadenza del contratto. Un altro modo è stato proporre un nuovo contratto a un prezzo diverse per cause di forza maggiore, come ad esempio le contingenze energetiche dovute alla guerra. Tecnicamente non si tratta di una modifica delle condizioni contrattuali perché si sta proponendo proprio un nuovo contratto, ma secondo Antitrust anche questo è stato un modo per aggirare il decreto aiuti bis. Oltre ad essere in contrasto con esso perché la norma prevede che ogni modifica dei prezzi è illegittima e sospesa. In un altro caso hanno deciso di recedere il contratto per impossibilità sopravvenuta. Ad esempio, se non hanno più energia da fornire, il contratto si può rescindere. Ma questa rescissione non viene fatta con una comunicazione del gestore, deve essere concordata con il cliente o disposta da un giudice (quindi con una causa). In alcuni casi i gestori hanno provveduto alla recessione del contratto, ma violando anche la norma che prevede un preavviso di 6 mesi.

Ora cosa cambia per i consumatori? Avranno i soldi indietro?

Se i gestori hanno già iniziato ad applicare ai consumatori la modifica di prezzo, devono restituire l’importo agli utenti. La modalità concreta con cui avverrà la restituzione non è stata specificata. Quello che cambia è che tutti i gestori energetici che hanno un prezzo fisso non possono modificare o aumentare i prezzi fino ad aprile 2023. Rimane quindi il prezzo pre-crisi energetica. Questo era già previsto nella norma e quindi l’aumento era stato modificato ad agosto, ma l’Antitrust ha appunto sanzionato chi non ha rispettato la norma.

Poniamo che un consumatore sia all’oscuro di tutta questa vicenda. Cosa può fare per capire se è stato vittima di un aumento ingiustificato?

Diciamo che non può esserne oggettivamente all’oscuro perché quando viene proposta una modifica, il consumatore viene contattato per iscritto. Ma nel caso in cui non se ne fosse accorto, il mio consiglio è di vedere intanto se ha un contratto a prezzo fisso e, nel caso, vedere se ha ricevuto delle modifiche e guardare anche le bollette. Se si ritrova con prezzi maggiori allora è stato vittima. In questo caso io consiglio di inviare una pec per chiedere il rimborso. Se questo non dovesse arrivare allora si contatta l’Antitrust sottolineando che nonostante il loro provvedimento, i singoli gestori non sono intervenuti.

E se dovessero ignorare anche l’Antitrust?

Io escluderei che ignorino anche il provvedimento Antitrust. È probabile, però, che si rivolgano al Tar perché non si parla ancora di un provvedimento definitivo. L’Antitrust, però, ha chiarito di aver attuato delle misure cautelari: i gestori devono intanto sospendere la pratica, poi l’istruttoria si concluderà. La partita quindi è tutt’altro che chiusa, ma la norma è chiara.

Foto di copertina: Elaborazione grafica di Vincenzo Monaco

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Francia-Marocco, cresce l’attesa per la semifinale. Parigi mobilita 10mila agenti per evitare incidenti nel dopopartita

13 Dicembre 2022 - 18:47 Redazione
L'annuncio del ministro degli Interni francese Gerald Darmanin: «Dispositivo su larga scala per garantire la sicurezza dei tifosi»

Le autorità francesi dispiegehranno 10mila agenti di pubblica sicurezza per l’attesa semifinale dei Mondiali di calcio tra Francia e Marocco in programma domani 14 dicembre alle ore 20. Ad annunciarlo è il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, davanti all’Assemblea Nazionale: «Perché la partita rimanga una festa, domani sera verrà messo in atto un dispositivo su larga scala per garantire la sicurezza dei tifosi. Saranno mobilitati 10mila tra poliziotti e gendarmi», ha detto. L’obiettivo dichiarato è quello di evitare incidenti nel dopo partita. Dei 10mila mobilitati, la metà saranno disposti nella regione di Parigi, «in particolare intorno agli Champs-Elysées», che pure, ha precisato Darmanin, «non sarà chiusa al traffico». Battuta nei quarti l’Inghilterra, la Francia è attesa in semifinale dal Marocco, grande sorpresa del torneo, reduce dalla vittoria contro il Portogallo. Ma all’entusiasmo sportivo si affiancano i timori delle autorità dopo gli scontri nel dopo partita già avvenuti nella capitale francese lo scorso 11 dicembre proprio dopo la qualificazione del Marocco alla semifinale. Circa 20 mila sostenitori della squadra nordafricana si erano riversati quella sera sugli Champs-Élysées, mettendo a dura prova le forze dell’ordine, schierate in tenuta antisommossa. Lanci d’oggetti, veicoli incendiati, danni agli arredi urbani e numerosi scontri con gli agenti avevano caratterizzato la lunga notte di festeggiamenti, finita con 74 arresti. Nelle scorse settimane, incidenti e disordini si erano verificati dopo i successi del Marocco anche a Bruxelles e Milano. In Francia, secondo i dati dell’istituto nazionale di statistica Insee (2021), vivono circa 840mila immigrati di origine marocchina.

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Alessia Sbal, funerali a Ciampino: lacrime e rabbia. La sorella sviene per un malore

13 Dicembre 2022 - 18:21 Redazione
Si sono svolte oggi le esequie della 42enne investita lo scorso 4 dicembre da un tir sul Grande raccordo anulare a Roma

Si sono svolti oggi al palazzetto dello sport di Ciampino i funerali di Alessia Sbal, la donna di 43anni travolta e uccisa lo scorso 4 dicembre da un tir mentre si trovava sul Grande Raccordo Anulare a Roma. Presente alle esequie la madre Tina che, distrutta dal dolore, è stata sostenuta sino all’ingresso del palazzetto: «Me l’hanno massacrata. Alessia non c’è più, capito? Non mi chiama, non mi scrive più. Non esiste», si è sfogata la donna, rinnovando poi l’appello a eventuali testimoni a parlare di quanto accaduto. «Non mi vergogno a dire che quando ho visto il corpo di mia figlia all’obitorio era un disco di cotone – ha detto a fatica – Non mi è rimasto nulla da abbracciare». Il feretro in legno chiaro è stato portato in spalla all’interno del palazzetto dalla sorella di Alessia e dagli amici più stretti, mentre in sottofondo risuonava la canzone Gli angeli di Vasco Rossi. La sorella della 43enne, dopo aver posato la bara, ha avuto un malore e si è reso necessario l’intervento degli operatori del 118. A dare l’ultimo saluto ad Alessia sono accorse decine di persone, anche solo per lasciare un fiore, una lettera, un ricordo. Alcuni amici e parenti si sono presentati ai funerali con una maglietta con la foto della donna. Al termine del rito, nel momento in cui il feretro è stato posto sul carro funebre, amici e familiari hanno lanciato in aria palloncini bianchi e due colombe, a cui ha fatto seguito un lungo e commosso applauso. Intanto proseguono le indagini degli inquirenti. Al momento, l’unico indagato per la vicenda è Flavio Focassati, 47enne, che era alla guida del camion e a cui è stato contestato il reato di fuga dopo incidente ed è stato arrestato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Letta si congeda alla Camera da segretario del Pd: «Caso Qatar scandaloso. Pronti a costituirci parte civile nel processo» – Il video

13 Dicembre 2022 - 18:19 Redazione
Il leader uscente ringrazia il gruppo parlamentare per il sostegno e passa il testimone ideale «al prossimo segretario o segretaria»

Intervenendo oggi 13 dicembre alla Camera nel dibattito in vista del Consiglio europeo, Enrico Letta si è congedato dall’Aula da segretario del Pd, carica da cui è dimissionario dopo la sconfitta alle elezioni del 25 settembre. «Quello di oggi è per me l’ultimo intervento da segretario del mio partito», ha svelato Letta aprendo il suo discorso. «Il nostro partito è impegnato in un congresso importante: dopo di me arriverà un segretario o una segretaria», ha proseguito, facendo riferimento alla sfida alle porte per la sua successione tra il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la deputata ed ex europarlamentare Elly Schlein. Quindi l’omaggio ai colleghi tra i banchi di Montecitorio: «Voglio cogliere l’occasione per ringraziare qui il mio gruppo parlamentare per il lavoro impotante di questi mesi e per il sostegno che non mi ha mai fatto mancare». Nel suo intervento, Letta ha poi ribadito il sostegno all’Ucraina e chiesto al governo-Meloni e all’Europa di non interrompere questa linea d’azione, nonostanze i segnali di stanchezza che – ha osservato – si percepiscono nell’opinione pubblica. Mentre a Bruxelles infuria lo scandalo sulle presunte tangenti versate dal Qatar per corrompere parlamentari europei e altri personaggi influenti della politica Ue, Letta ha speso anche parole nette sull’inchiesta che coinvolge esponenti italiani di centrosinistra. «C’è bisogno di una Europa autorevole e forte e le notizie dell’inchiesta che abbiamo ascoltato raccontano altro, raccontano qualcosa di scandaloso e inaccettabile. Quelle vicende fanno un danno gravissimo all’Ue e alla democrazia: un danno a noi, ai nostri ideali. Quella non è la nostra Europa: la nostra Europa è quella della purezza degli ideali e del coraggio di David Sassoli», ha detto il segretario uscente. Fonti del Pd contattate da Ansa hanno poi precisato che il partito si considera parte lesa nella vicenda ed è pronto a costituirsi parte civile nel caso si aprisse anche in Italia un filone processuale.

Foto: ANSA/ETTORE FERRARI
Video: Agenzia Vista

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Venezia, camion con il volto di Mussolini sul Canal Grande. La protesta: «Uno sfregio alla città»

13 Dicembre 2022 - 17:49 Redazione
Le forze dell'ordine valutano se possono esserci gli estremi per una denuncia per apologia per fascismo

Un camion con l’effigie di Benito Mussolini sulle portiere e la scritta “Duce” davanti è apparso nelle scorse ore sul Canal Grande a Venezia. L’automezzo non è passato inosservato a molti veneziani e turisti, anche per la sua posizione davanti al celebre hotel Breuer e alla vicina Basilica della Salute. Il camion era posizionato su una chiatta da trasporto, davanti al noto albergo e si presume possa appartenere a un fornitore dell’hotel o degli esercizi commerciali presenti in zona. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno avviato gli accertamenti del caso, per valutare se possono esserci gli estremi per una denuncia per apologia di fascismo. Monica Sambo, segretaria del Partito Democratico di Venezia, è stata tra le prime a esprimere pubblicamente sdegno e a protestare per quanto accaduto. Sambo ha postato su Facebook la foto del veicolo e ha aggiunto: «Uno sfregio alla città che non si comprende come sia potuto accadere. È una vergogna inaccettabile e non si capisce come possa avere transitato indisturbato sino a Venezia per poi addirittura essere trasportato sul Canal Grande. Ci aspettiamo che tutte le istituzioni si schierino e intervengano a difesa dell’Italia democratica e antifascista». L’esponente dem veneziana ha chiamato in causa il sindaco Luigi Brugnaro: «Chiediamo al Sindaco di intervenire immediatamente e di segnalare quanto avvenuto con prontezza alla procura della Repubblica oltre che di avviare immediatamente una verifica su come sia potuto accadere questo scempio alla città. Evidentemente nel clima generale delle forze di destra che governano si pensa che queste cose possano essere concesse».

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Processo Saviano, Meloni non testimonierà. Lo scrittore: «Paura di giustificare le sue scelte politiche»

13 Dicembre 2022 - 17:46 Redazione
Matteo Salvini, l'altro destinatario dell'appellativo "bastardi" pronunciato dall'intellettuale in diretta tv, non potrà costituirsi parte civile

La premier italiana Giorgia Meloni non testimonierà al processo contro Roberto Saviano. A dare la notizia è lo stesso scrittore: «Non è stata chiamata né dal pm né dalla parte civile e quindi io mi troverò a rispondere del reato di cui mi accusano e non avrò il confronto con Meloni, che probabilmente teme una certa debolezza in questo processo». La leader di Fratelli d’Italia e ora presidente del Consiglio, ha querelato l’intellettuale dopo un intervento televisivo fatto a Piazzapulita su La7, nel dicembre 2020, in cui aveva attaccato duramente sia Meloni che Matteo Salvini sulla politica migratoria e la gestione dei porti italiani: «Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong» aveva detto Saviano, «“taxi del mare”, “crociere”. Mi viene solo da dire: “bastardi”. A Meloni, Salvini, bastardi: come avete potuto?». Un appellativo che costò la querela da parte dell’allora leader all’opposizione, Meloni, e che ora porta lo scrittore a difendersi in tribunale. Ma la presidente del Consiglio non ci sarà. «Qualora ascoltata nel dibattimento dovrà comunque rispondere delle scelte politiche fatte in questi anni che sono poi la materia del mio giudizio nei suoi confronti. Quindi è gravissimo il sottrarsi del primo ministro a questo processo», ha commentato Saviano.

Salvini chiede di costituirsi parte civile ma il giudice respinge

Ai tempi Matteo Salvini decise di non seguire le orme dell’attuale premier: dal leader della Lega non è mai arrivata alcuna querela contro Saviano. Ora il tentativo del ministro delle Infrastrutture è quello di aggregarsi alla denuncia di Meloni chiedendo di costituirsi parte civile, ma il giudice ha respinto la richiesta avanzata. «Non potendosi ritenere l’onorevole Salvini danneggiato dalla stessa condotta che vede l’onorevole Meloni come persona offesa», ha spiegato in aula il giudice, «trattandosi di condotta riferibile a lei sola, respinge istanza di costituzione di parte civile nel procedimento» a carico di Roberto Saviano. Starà ora a Salvini la scelta di dar vita a un altro procedimento ancora o di fermarsi qui. Intanto lo scrittore insieme al suo legale difendono l’esistenza di «un diritto di critica che non può essere negato», ribadendo la gravità della non presenza in aula di Giorgia Meloni. «Questo non è un processetto» ha detto il legale di Saviano, depositando una lista di testimoni che comprende ministri e protagonisti del soccorso in mare. «Se non vogliamo le politiche del soccorso in mare dello schieramento sovranista non possiamo cogliere la natura della critica del mio assistito». Alla fine della terza udienza del processo per diffamazione, avvenuta nella mattinata di oggi 13 dicembre, Saviano ha anche parlato di Salvini: «È stato escluso Matteo Salvini come parte civile, probabilmente temeva di essere messo in ombra dal primo ministro Meloni e quindi è andato in rincorsa per cercare di partecipare a questo processo. Ma non ci sarà. È stata solo una strategia come fa solitamente per cercare di avere solo clamore mediatico temendo che Meloni gli tolga il palio della visibilità».

«Processi in Italia lentissimi, ma con me hanno messo il turbo»

Poco prima di entrare in aula invece lo stesso scrittore ha annunciato la sua presenza su Instagram: «Ironia della sorte: quando sono vittima i processi procedono lenti, quando sono imputato mettono il turbo», ha scritto riferendosi ai tempi celeri in cui sono state fissate le udienze. «Pare che questo processo (che mi vede imputato) sia una vera e propria eccezione, perché di norma i processi in Italia procedono lenti, lentissimi. Pensate che dal 2008 sono coinvolto come vittima, nel processo per minacce mafiose che ho subito dal clan dei Casalesi; in quindici anni non si è ancora celebrato il secondo grado».

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Meloni: «Leggi razziali macchia indelebile per l’Italia. Il governo è pronto a combattere l’antisemitismo» – Il video

13 Dicembre 2022 - 16:56 Felice Florio
La presidente del Consiglio ha partecipato all'inaugurazione di una lapide commemorativa dei giornalisti romani vittime della repressione nazifascista

Dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 15 dicembre, esposte in Aula alla Camera e depositate al Senato, la presidente del Consiglio è andata nella sede dell’ordine dei giornalisti del Lazio. Il pomeriggio del 13 dicembre, Giorgia Meloni ha preso parte all’inaugurazione di una lapide commemorativa con su incisi i nomi dei giornalisti romani vittime della repressione e della violenza nazifascista. «La sfida nella lotta alla discriminazione e all’antisemitismo non è qualcosa per cui dobbiamo guardare indietro ma all’oggi. Non è una sfida che abbiamo vinto, perché l’antisemitismo riemerge con altre facce e strumenti nuovi e diversi. È una battaglia che coinvolge le istituzioni, la politica e il governo, e chi racconta la realtà. Il governo italiano è sempre pronto, concentrato e attento per combattere ogni forma di discriminazione e antisemitismo che rischia ancora di essere presente fra noi», ha dichiarato Meloni. Il capo dell’esecutivo ha usato parole nette per condannare le politiche razziali adottate nel Ventennio: «Le leggi razziali del 1938 rappresentano il punto più basso della storia italiana, una vergogna che ha segnato la nostra storia per sempre, come ho detto più volte e lo ribadisco. È una macchia indelebile, un’infamia che avvenne nel silenzio di troppi». Anche il ministro della Cultura è intervenuto alla celebrazione, annunciando un’iniziativa che si terrà a Milano durante la prossima Giornata della memoria: «Inaugureremo una segnaletica ad hoc che condurrà chi arriva alla stazione centrale di Milano al Binario 21», ha detto Gennaro Sangiuliano. Il Binario 21 è il luogo dal quale partivano i treni diretti verso i campi di sterminio nazisti. Erano colmi di deportati ebrei e oppositori politici. Pochissimi di loro fecero ritorno in Italia: tra i superstiti c’è la senatrice a vita Liliana Segre. «Sono piccoli tasselli di quel che stiamo facendo anche per contrastare il pericolo rappresentato dall’antisemitismo. Abbiamo il dovere di coltivare la memoria», ha rimarcato Sangiuliano.

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