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Fusione nucleare, l’annuncio Usa: per la prima volta ottenuto surplus energetico in laboratorio. La soddisfazione dei ricercatori: «Svolta storica»

13 Dicembre 2022 - 16:53 Redazione
La segretaria al dipartimento per l'Energia statunitense ha presentato ufficialmente i risultati del laboratorio californiano: «Una svolta storica»

È infine arrivato l’annuncio ufficiale della segretaria al dipartimento per l’Energia Jennifer Granholm. I ricercatori sono riusciti a generare un surplus energetico in un laboratorio della California tramite fusione nucleare. Una svolta storica che corona lo sforzo degli scienziati: «I ricercatori e lo staff della National Ignition Facility hanno dedicato le loro carriere a vedere l’innesco per fusione diventare realtà – ha detto la responsabile Granholm – e questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte». In conferenza stampa è intervenuta anche Arati Prabhakar, consigliera per la scienza del presidente Joe Biden, che ha parlato di «pietra miliare per la scienza» e di «meraviglia ingegneristica». La direttrice dell’Ufficio presso la Casa Bianca per le politiche scientifiche e tecnologiche ha sottolineato gli sforzi e il lavoro dei ricercatori: «Non ne è bastata una, sono state necessarie numerose generazioni di persone che hanno perseguito questo obiettivo». Il direttore del laboratorio nazionale Lawrence Livermore ha sottolineato che ci sono ancora molti ostacoli da superare per arrivare alla commercializzazione di questo sistema di produzione energetica. «Con sforzi e investimenti concertati – ha spiegato Kim Budil – saranno necessari alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie per metterci nella posizione di costruire una centrale».

La dimostrazione con il cilindro

Durante l’evento, il vice amministratore per i programmi di Difesa della National Nuclear Security Administration Marvin Adams ha spiegato e e cercato di dimostrare visivamente come funziona questa la fusione nucleare. Tenendo in mano un cilindro, il dirigente ha spiegato che dentro c’era una piccola capsula sferica con un diametro pari a metà di quello di una palla da basket e che 192 raggi di altrettanti laser sono entrati dalle due estremità del cilindro, colpendone la parete interna e depositando energia. Ciò ha dato il via alla reazione, come era già successo altre centinaia di volte. Ma questa volta, per la prima volta, questo esperimento è stato progettato in modo tale che il combustibile di fusione rimanesse abbastanza caldo, abbastanza denso e abbastanza in circolazione da accendersi, producendo più energia di quella che i laser avevano depositato.

Foto: Ansa EPA/MICHAEL REYNOLDS | In conferenza stampa, il vice amministratore per i programmi di Difesa della National Nuclear Security Administration Marvin Adams usa un cilindro per spiegare come è avvenuto l’esperimento

Il test dei ricercatori californiani

L’anticipazione era arrivata dal Washington Post, che aveva reso noto il successo del team di ricercatori avvenuto lo scorso 5 dicembre. Un passo avanti fondamentale nella ricerca per l’utilizzo dell’energia atomica da fusione che il quotidiano statunitense aveva definito «una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica». Il test realizzato la settimana scorsa «ha prodotto più energia con la fusione di quella dei laser utilizzati» per provocare la reazione stessa, ha spiegato il Federal Lawrence Livermore National Laboratory. Secondo quanto riportato dal Financial Times, nella struttura del governo statunitense la fusione nucleare realizzata grazie al laser più grande al mondo ha prodotto intorno ai 2.5 megajoules di energia.

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Brasile, i seguaci di Bolsonaro danno l’assalto al quartier generale della polizia. Incendiati bus e auto – Il video

13 Dicembre 2022 - 16:48 Redazione
La violenza è esplosa dopo l'arresto del leader indigeno Xavante, accusato di minacce contro il presidente designato Lula

Sarebbero sostenitori del presidente uscente Jair Bolsonaro i responsabili del vero e proprio assalto avvenuto nella notte sudamericana al quartier generale della polizia federale di Brasilia: i video e le immagini che circolano mostrano auto e bus dati alle fiamme. A innescare la protesta violenta, l’arresto da parte delle forze dell’ordine del leader indigeno José Acasio Sereré Xavante, su ordine del giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes. Xavante, uno dei partecipanti da oltre 40 giorni alle manifestazioni di bolsonaristi davanti al comando dell’esercito, è accusato di aver minacciato il presidente della Repubblica eletto, Luiz Inacio Lula da Silva, e di aver difeso l’intervento militare. Subito dopo il suo arresto, decine di persone hanno circondato la sede della polizia federale, dando alle fiamme veicoli e autobus. L’agenzia di stampa Reuters riferisce la testimonianza di alcuni presenti che raccontano di aver visto estremisti, «molti dei quali indossavano le magliette verdeoro del Brasile che simboleggiano il movimento di estrema destra del presidente», affrontare le forze di sicurezza fuori dal quartier generale. La polizia dal canto suo ha utilizzato granate e lacrimogeni per disperdere la folla. «Il centro di Brasilia sembra una zona di guerra», ha scritto su Twitter Alan Rios, giornalista del sito di informazione locale Metropoles. «Autobus e automobili incendiati, edifici e segnali stradali distrutti, bidoni della spazzatura e bombole di gas che sporcano il pavimento dopo essere stati usati come armi». Nel frattempo, l’uomo che Lula ha indicato come prossimo ministro della giustizia, Flávio Dino, poche ore fa ha provato a rassicurare i brasiliani: «Purtroppo ci sono persone che vogliono il caos antidemocratico e illegale? Sì, ci sono. Ma queste persone non hanno prevalso oggi e non prevarranno domani».

Foto: EPA/Andre Borges
Video: Twitter / Leonardo Rossatto

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Milano, aggredito a colpi di machete un medico del pronto soccorso: la lite degenerata dopo un tamponamento

13 Dicembre 2022 - 16:32 Redazione
I carabinieri hanno fermato a Rozzano il sospetto aggressore, un 62enne pregiudicato. La vittima operata d'urgenza è in terapia intensiva

I Carabinieri hanno fermato l’uomo sospettato di aver aggredito questa mattina a colpi di machete un medico del Policlinico di San Donato Milanese: il presunto responsabile è un 62enne pregiudicato. I militari lo hanno identificato e bloccato a Rozzano, in provincia di Milano, mentre stava per salire a bordo della sua auto. Dopo aver aggredito il medico 76enne Giorgio Falcetto, l’uomo si è dato subito alla fuga, ma i testimoni sono riusciti a individuare la targa e a riferirla alle forze dell’ordine. Nel frattempo la vittima, colpita più volte alla testa con un machete, è stata sottoposta a una delicata operazione neurochirurgica: è ora in terapia intensiva, in prognosi riservata, all’ospedale San Raffaele di Milano. Nella mattinata di oggi Falcetto era uscito dal pronto soccorso, con cui ha mantenuto un rapporto di consulenza, per spostare la macchina che aveva lasciato nell’area delle ambulanze. Arrivato in piazza Malan, Falcetto ha visto un’auto che stava tamponando la sua. A quel punto sarebbe cominciato il diverbio con l’uomo che di lì a poco avrebbe colpito il medico con un machete più e più volte.

Le prime ricostruzioni raccontano che, al culmine della discussione, l’aggressore si è diretto verso la sua macchina per prendere l’arma. Tornato indietro si sarebbe poi scagliato contro il medico ferendolo gravemente. Da anni il dottor Giorgio Falcetto lavora nel pronto soccorso dell’ospedale milanese. Nato e residente a Biella, dove nel 2009 è stato eletto anche consigliere comunale, dopo la laurea in Medicina nel 1970, ottiene la specializzazione in chirurgia troncopolmonare e vascolare. L’aggressione che lo ha ridotto in fin di vita è avvenuto a poche decine di metri dopo piazza Malan, vicino al punto di transito anche degli studenti del campus universitario di San Donato Milanese. «Un mio compagno ha visto tutto», dice una studentessa ad Ansa, «era sconvolto, ha detto che ha visto tanto sangue». E ancora: «Falcetto lo conoscevo solo di vista ma sono molto turbato. Stavo arrivando a lavoro e ho visto diverse persone che lo cercavano di alzare. La macchina dell’aggressore era già andata via», racconta un impiegato del polo sanitario.

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SPORTFerrariFormula 1Mattia Binotto

Frédéric Vasseur, chi è il nuovo team principal della Ferrari che sostituirà Mattia Binotto

13 Dicembre 2022 - 15:29 Redazione
Il passaggio di consegne formale avverrà il 9 gennaio prossimo: 54enne, francese, ha una lunga carriera come dirigente nel mondo delle corse automobilistiche

Francese, 54 anni, una lunga carriera in Formula 1. Frédéric Vasseur è il nome scelto per sostituire Mattia Binotto come team principal e general manager Ferrari. Il passaggio di consegne con l’ingegnere che lavorava a Maranello da 28 anni – e che ha comunicato le sue dimissioni a fine novembre – avverrà a cavallo tra 2022 e 2023: Binotto lascia il 31 dicembre, Vasseur subentra il 9 gennaio. «Nel corso della sua carriera ha unito con successo i suoi punti di forza tecnici, grazie alla sua esperienza in qualità di ingegnere, a una costante capacità di stimolare il meglio nei suoi piloti e nei suoi team – ha commentato l’amministratore delegato Ferrari, Benedetto Vigna – questo approccio e la sua leadership sono ciò di cui abbiamo bisogno per far crescere la Ferrari con rinnovata energia». Il manager francese ha una lunga esperienza, oltre 25 anni, nel mondo delle corse automobilistiche, a partire dalle formule junior fino alla Formula 1. Nato il 28 maggio 1968 a Draveil, vicino a Parigi, Vasseur si è formato come ingegnere specializzato negli sport motoristici alla Scuola superiore di tecniche aeronautiche e costruzioni automobilistiche. Nel 2005 ha vinto il titolo costruttori in Gp2 Series con il team da lui fondato e quello piloti con Nico Rosberg. E l’anno dopo ha bissato con Lewis Hamilton, che all’epoca aveva 20 anni. Vasseur ha poi lavorato con Renault e con Sauber-Alfa Romeo, che quest’anno ha ottenuto un ottimo sesto posto al mondiale costruttori. «Sono molto felice e onorato – ha detto il manager – di assumere la guida della scuderia Ferrari come team principal. Per me, un appassionato di motorsport da tutta la vita, la Ferrari ha da sempre rappresentato l’apice del mondo delle corse. Non vedo l’ora di lavorare con il team talentuoso e appassionato di Maranello, per onorare la storia e l’eredità della Scuderia e per conseguire dei risultati per i nostri tifosi in tutto il mondo».

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ESTERIAntonio GuterresFranciaONUParigiUcraina

Ucraina, alla Conferenza di Parigi raccolto 1 miliardo di euro di aiuti. Guterres (Onu): «Investire nella ricostruzione del Paese»

13 Dicembre 2022 - 15:28 Ygnazia Cigna
Al summit la stretta di mano del ministro degli Esteri Tajani con l'omologa francese: «L'Italia è pronta a fare la sua parte. Favorire ogni tipo di trattativa»

Si è conclusa la conferenza internazionale di sostegno all’Ucraina organizzata dal governo francese a Parigi. Il risultato più immediato è stato annunciato in conferenza stampa dalla ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, a «Sono felice di poter annunciare che gli aiuti raccolti per Kiev superano il miliardo di euro», ha scandito Colonna parlando al fianco del premier ucraino Denys Chmyhal, precisando che «si tratta di nuovi stanziamenti, e di contributi in natura, non di prestiti». Nel dettaglio, ha fatto sapere la ministra, 415 milioni saranno destinati all’energia, 25 milioni per l’acqua, 38 milioni per l’alimentazione, 17 milioni per la salute, 22 milioni per i trasporti, mentre resta ancora da assegnare a necessità di spesa poco meno di mezzo miliardo. Il premier ucraino Chmyhal si è congratulato per il «potente segnale» inviato dalla conferenza dei donatori, esprimendo riconoscenza a «tutti i Paesi che restano nostri alleati in questi tempi bui». L’Ucraina riconquisterà la sua sovranità e la sua intergrità territoriale, ha promesso Chymyhal. Anche in vista di tale scenario, il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha invitato la comunità internazionale a non limitarsi agli aiuti umanitari, ma a «investire nella ripresa e nella ricostruzione dell’Ucraina, per evitare che la crisi si trasformi in povertà, fame e indigenza per milioni di cittadini».

Il ruolo dell’Italia

«L’Italia è pronta a fare la sua parte per aiutare la popolazione ucraina. Non è soltanto una questione militare». Così aveva detto in mattinata il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando alla conferenza, cui ha partecipato in rappresentanza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tajani ha annunciato di aver inviato «decine e decine di tonnellate di materiale elettrico, di trasformatori, di commutatori, per permettere all’Ucraina di avere una rete elettrica funzionante durante l’inverno e anche per favorire il riscaldamento della popolazione civile». Si è poi augurato che la guerra finisca al più presto con una soluzione, però, che sia giusta per l’indipendenza di Kiev. Sollecitato sulla possibilità di trattative all’orizzonte, Tajani ha insistito sulla necessità di «favorire ogni tipo di trattativa» auspicando che Turchia, Cina e Stati Uniti possano giocare un ruolo di mediazione. «I russi – ha puntualizzato il ministro – già potrebbero dare un segnale di disponibilità, se lo vogliono dare, sulla questione della centrale di Zaporizhzhia. Se intendono muoversi nella giusta direzione, potrebbe essere un passo in avanti verso una trattativa che permetta di far sperare i nostri cittadini e i cittadini di tutto il mondo».

«Cominciamo a pensare alla ricostruzione»

Come Italia, ha ribadito Tajani, «abbiamo fatto tanto. La protezione civile, fin dall’inizio della guerra ha contribuito ad inviare materiali, tutto ciò che serve per alleviare le difficoltà della popolazione civile». Ha riferito di aver parlato in mattinata con il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il quale gli ha l’impegno costante anche in sintonia con la Protezione civile europea. «Come sapete – ha detto -la nostra Protezione civile è all’avanguardia, stiamo facendo di tutto per aiutare la popolazione». Tajani ha inoltre sottolineato che bisogna «cominciare a pensare alla ricostruzione». Ci ha tenuto a sottolineare che il nostro Paese «ha imprese all’avanguardia, in tanti settori, dalle costruzioni, al settore elettrico, alle infrastrutture: siamo pronti a fare la nostra parte. A giocare un ruolo da protagonisti per aiutare un Paese che sta affrontando per la guerra».

Foto: EPA/TERESA SUAREZ – Il presidente francese Emmanuel Macron accoglie insieme alla ministra Catherine Colonna il primo ministro ucraino Denys Shmyhal e la first lady Olena Zelenska – Parigi, 13 dicembre 2022.

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Conte attacca Meloni: «Supina continuità con Draghi. La pacchia è finita per lei e le sue bugie» – Il video

13 Dicembre 2022 - 14:51 Felice Florio
Il leader del Movimento 5 stelle ha mosso accuse nei confronti della presidente del Consiglio e del governo, «a favore di speculatori, evasori e corrotti»

L’intervento di Giuseppe Conte nell’Aula della Camera dei deputati, dove è in corso la discussione sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 15 dicembre, si è rivelato un durissimo attacco diretto alla presidente del Consiglio «e alle sue incoerenze». Il leader del Movimento 5 stelle ha sviluppato un parallelismo tra la campagna elettorale di Fratelli d’Italia e le azioni dell’esecutivo che adesso guida. «Non è in discussione il radicamento dell’Italia nell’Alleanza atlantica, il punto è come ci si pone: la postura dell’Italia in questi consessi. In passato lei aveva parlato, in caso di vittoria, di “un’Italia libera, forte, sovrana” – ha ricordato Conte -. Quello che notiamo oggi è però davvero incoerente rispetto a questi proclami, notiamo un’acquiescenza alla volontà di Washington e un essere supini rispetto alla strada del perenne invio di armi, in piena continuità con l’ex presidente Draghi».

Le piroette sul Mes

L’ex presidente del Consiglio ha sollecitato Meloni anche sul tema del Mes. Il governo aveva deciso, con una mozione, di rimandare la decisione sulla ratifica delle modifiche del trattato, in attesa del pronunciamento della Corte federale tedesca. Che, negli scorsi giorni, ha dato il suo via libera. Ora che l’Italia resta l’unico Paese a dover ratificare l’intesa, Conte ha incalzato l’esecutivo. «Lei e Salvini mi avete rivolto l’accusa più grave e infamante che si può rivolgere a un presidente del Consiglio, quella di alto tradimento, nel periodo più duro della pandemia, quando mi avete accusato di aver sottoscritto la riforma del trattato del Mes nottetempo senza informare gli italiani. Quella notizia era falsa, ignobile è stato il tentativo di fomentare l’odio e la ribellione sociale ma soprattutto ora siamo alla nemesi della storia: che imbarazzo rifugiarsi dietro alla Corte costituzionale tedesca per chi ha sempre rivendicato il primato dell’interesse nazionale. Questo è un sovranismo da operetta, ma adesso dovrete scegliere se votare la ratifica della riforma del trattato del Mes oppure continuare nella vostra storica posizione: se deciderete per la ratifica non deluderete molti italiani, che ormai si stanno abituando alle vostre contraddizioni e alle vostre piroette».

L’elenco di incoerenze

Conte ha portato avanti un’elencazione serrata delle promesse di campagna elettorale e le rispettive smentite. Ha ricordato lo slogan «”basta inquinamento dei mari“, poi si insedia – a Palazzo Chigi – e annuncia nuove trivellazioni, con il plauso degli industriali petroliferi». Sull’immigrazione, «proponeva la ricetta facile del blocco navale, ma mai come in questo periodo le Ong stanno trasportando profughi sulle nostre coste». Conte ha pungolato Fratelli d’Italia per non aver votato cinque volte il Pnrr, «e adesso ribadite all’opinione pubblica l’importanza strategica di questo piano». Ancora, un passaggio sul tema della legalità. «Lei ha detto, presidente Meloni, che il tratto distintivo del governo sarà la lotta all’illegalità. Cita frequentemente Falcone e Borsellino. Ma come sta conducendo questa battaglia? Facendo favori a evasori e corrotti, favorendo chi va in giro con le tasche piene di contanti». Per il presidente dei 5 stelle, «l’acme», ovvero «il punto più alto dell’incoerenza è la legge di Bilancio». Meloni, in campagna elettorale, «aveva scelto come slogan “siamo pronti“. E adesso lamentate di aver avuto poco tempo per la Manovra».

«Il buon Natale – del governo – a speculatori, evasori e corrotti»

A proposito di motti, Conte ha dichiarato: «Oggi, presidente Meloni, ha coniato un nuovo, vuoto slogan, “più Italia in Europa“. In campagna elettorale, ripeteva: “È finita la pacchia in Europa“. La pacchia è finita per lei e le sue bugie. Lei sta confezionando una Manovra all’insegna delle austerity – d’altronde – lo spazio fiscale è come il coraggio, se uno non ce l’ha, non glielo si può dare». In chiusura, il leader pentastellato ha confezionato le accuse più dure sulle quali sono piovuti i fischi e i borbottii della maggioranza. «Sdoganate un’evasione di cittadinanza. Vi accanite contro i fragili, contro le fasce indifese della popolazione, impoverite il ceto medio e sdoganate una sorta di evasione di cittadinanza. Voi state lavorando in modo scientifico per arricchire sempre di più i ricchi e impoverire sempre di più i poveri. Per i ricchi state stendendo tappeti rossi. Dimezzate le imposte per le plusvalenze. E poi gli extraprofitti: avete previsto solo due miliardi e mezzo nonostante le speculazioni in atto». E conclude: «Avete detto “siamo pronti“. Per cosa? Per tagliare speranza alle persone in difficoltà. Presidente Meloni, lei il buon Natale lo sta augurando solo a pochi privilegiati: speculatori, evasori e corrotti».

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Concessioni balneari, l’idea di Santanchè: «Ai privati le spiagge libere con tossicodipendenti e spazzatura»

13 Dicembre 2022 - 14:21 Redazione
La provocazione della ministra del Turismo, che non ha più le deleghe sulle spiagge, dal palco dell'assemblea di Confesercenti

Non vorrebbe intervenire sul tema, perché le deleghe sulle spiagge non le ha più e sono ora passate al ministro Musumeci. Ma all’assemblea di Confesercenti una domanda sulle concessioni balneari arriva, e la ministra del Turismo non si sottrae alla risposta. L’intenzione del governo, spiega Daniela Santanchè, è quella di non svendere il nostro patrimonio costiero alle multinazionali, «dobbiamo fare le cose bene, studiare, fare una mappatura ci vorrà del tempo. E poi fare delle gare che consentano a chi fa questo lavoro di continuare a farlo». Ma la ministra ha un’idea su come si potrebbero valorizzare le coste: mettere a gara le spiagge messe peggio. «Sarebbe bene prima assegnare quelle spiagge che ora non sono assolutamente servite», spiega Santanchè, che poi entra nel dettaglio, «ci sono tossicodipendenti, rifiuti. Nessuno pensa a tenerle in ordine: forse si potrebbe cominciare da lì». La ministra torna sul tema delle grandi aziende e catene che potrebbero partecipare ai bandi di gara e vedersi assegnate le spiagge in concessione. «Consegnarle a delle multinazionali ci toglierebbe le nostre peculiarità, come un certo tipo di cibo, un certo tipo di accoglienza – si dice preoccupata Santanchè – Mi fa sentire male l’idea: pensate se non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melanzane, cose che fanno parte della nostra identità».

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Tre bambini morti, il quarto in fin di vita: cosa è successo nella tragedia del lago gelato di Birmingham

13 Dicembre 2022 - 13:38 Redazione
Sul posto è rimasto ferito anche un poliziotto che ha tentato di perforare il ghiaccio per salvare i ragazzini. Ecco la ricostruzione della vicenda

Tre ragazzini di 8, 10 e 11 anni sono morti annegati in un lago vicino a Solihull, nei sobborghi di Birmingham, quando all’improvviso il ghiaccio sotto i loro piedi si è spaccato. Un quarto bimbo di 6 anni che stava giocando con loro è riuscito a sopravvivere, ma lotta tra la vita e la morte dopo essere stato soccorso e trasportato in ospedale per ipotermia e arresto cardiaco e dove attualmente è ricoverato in gravi condizioni. Sul posto è rimasto ferito anche un poliziotto che ha tentato di perforare il ghiaccio per salvare i ragazzini. Anche lui è stato portato in ospedale per ipotermia, ma non è grave. La tragedia si è consumata domenica pomeriggio. E ieri, una veglia è iniziata a Solihull in onore delle giovani vittime. 

Jack Jhonson: il piccolo che ha provato a salvare i coetanei

Uno dei tre bambini tragicamente morto è Jack Johnson e ha 10 anni. È diventato noto alle cronache nell’immediato perché ha tentato di salvare gli altri ragazzini sprofondati nel gelo ma è finito anche lui in acqua. Secondo quanto riferiscono i familiari, Jack non conosceva gli altri tre bambini caduti nel lago che, invece, sembrerebbe appartenessero tutti alla stessa famiglia. Stando alle ricostruzioni apprese finora, tutto è iniziato quando uno di loro è rimasto incastrato con la gamba in una crepa del ghiaccio. Gli altri si sono avvicinati per aiutarlo, ma in quel momento il pezzo di ghiaccio ha ceduto completamente. E il piccolo Jack, assistendo alla scena, si sarebbe tuffato in acqua per salvarli. Non ha avuto scampo però, le temperature erano attorno allo zero ed è morto anche lui. Una zia del ragazzino di 10 anni ha raccontato che quando il piccolo si è tuffato è stato seguito anche dal nonno che ha provato a rompere altre parti di ghiaccio per cercare di salvare il nipote. Ma non solo: anche altri residenti hanno provato a intervenire ma era troppo tardi e sono riusciti a riportare in superficie solo i corpi senza vita di tre di loro.

Foto di copertina: Langar Aid/Twitter | Soccorritori impegnati a Solihull si ristorano al termine delle ricerche

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Niente misure contro la Juventus: la Procura di Torino rinuncia all’appello

13 Dicembre 2022 - 13:34 Redazione
L'udienza avrebbe dovuto avere luogo il 21 dicembre

La Procura di Torino rinuncia alle misure nei confronti della Juventus, sia per quanto riguarda la società che le persone fisiche. Non ci sarà dunque l’appello contro la decisione del gip del tribunale di Torino, Ludovico Morello, che lo scorso ottobre aveva respinto la richiesta di misure interdittive nei confronti di alcuni esponenti del club bianconero, tra cui Andrea Agnelli. Tra le misure richieste dai magistrati, anche il sequestro preventivo nei confronti del club bianconero di circa 437mila euro, in relazione al presunto reato di dichiarazione fiscale fraudolenta, contestato ad alcuni dirigenti presenti e passati dalla società bianconera. Il gip aveva ritenuto che mancasse il rischio di reiterazione del reato, in quanto le ‘manovre stipendi’ erano legate all’emergenza Covid e quindi a un «periodo storico non più attuale». L’udienza per l’appello era stata fissata per il 21 dicembre. Dovrebbe avere luogo, invece, la prima udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio per 12 indagati e per la società Juventus in qualità di parte civile. I capi di imputazione, secondo quanto ricostruisce Sky Sport, sono 4: il più grave è l’aggiotaggio. La competenza, su richiesta degli indagati, potrebbe essere spostata al tribunale di Milano, in quanto la Juventus è una società quotata in Borsa.

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Aiuti Ucraina, marcia indietro di Crosetto: «Se decideremo sesto pacchetto, i documenti rimarranno secretati»

13 Dicembre 2022 - 13:29 Redazione
Il Senato ha poi approvato la risoluzione di maggioranza alla fine delle comunicazioni del ministro della Difesa

Il sesto decreto di aiuti all’Ucraina, se arriverà, sarà secretato come quelli precedenti del governo Draghi. Nessuna svolta, nessun cambio di passo come invece lo stesso ministro della Difesa aveva annunciato che ci sarebbe potuto essere. «Avendo il precedente esecutivo scelto secretazione e passaggio al Copasir, non vorrei sembrasse una scortesia a Conte far vedere che il nostro governo quanto a trasparenza potrebbe essere superiore», aveva detto Guido Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera due settimane fa. Martedì 13 dicembre, durante le comunicazioni al Senato sulla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina, il ministro ha fatto sapere che ci sarà piena continuità con il governo precedente, anche nella classificazione dei documenti, ma che non è stato ancora deciso nulla su un possibile sesto pacchetto di aiuti militari a Kiev. «Quando il governo deciderà un eventuale sesto pacchetto di aiuti militari, sulla base di esigenze manifestate, seguirà la stessa procedura e si relazionerà con il Copasir sui contenuti dell’eventuale cessione», sono state le parole del ministro. «In questi due mesi – ha spiegato Crosetto – il ministero della Difesa e il governo non hanno fatto altro che dare attuazione alle scelte precedenti ai cinque decreti del governo Draghi ed ereditati come impegni dal governo Meloni». Su come intenda invece proseguire, il ministro ha fatto intendere che la maggioranza non ha ancora preso una decisione ma che il sostegno all’Ucraina non è in discussione. «Nulla può giustificare un attacco e l’invasione a una nazione annettendone i propri territori – ha proseguito in aula Crosetto, criticando l’aggressione russa – alcuni sostengono che sarebbe stato più semplice e più facile trovare altre strade: ma tra ciò che era semplice e ciò che era giusto abbiamo scelto di fare ciò che era giusto». Il Senato ha approvato poi la risoluzione di maggioranza con 143 si, 29 no e 1 voto contrario.

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«Siamo un luogo per famiglie»: Gardaland non rinnova il contratto a una creator di OnlyFans

13 Dicembre 2022 - 12:41 Redazione
Ilaria, 25 anni, avrebbe lavorato presso il parco divertimenti di Castelnuovo del Garda fino allo scorso 27 novembre

Da hostess a Gardaland a star di Onlyfans. È la storia di Ilaria Rimoldi, 25 anni, che per avere un’entrata in più ha iniziato a pubblicare foto osè sul celebre social che consente di scaricare contenuti visibili a chi paga un abbonamento. Una scelta che, secondo quanto racconta al Corriere del Veneto, le avrebbe impedito di ottenere il rinnovo del contratto presso il parco divertimenti di Castelnuovo del Garda. Lì, infatti, avrebbe lavorato per due stagioni. Da luglio 2021 a gennaio 2022, e da marzo di quest’anno fino al 27 novembre.

Una «struttura per famiglie»

Inizialmente la sua scelta di arrotondare con «immagini sexy, in lingerie» non sembrava aver disturbato i suoi datori di lavoro. Tanto che lei stessa, in un’intervista risalente allo scorso luglio, li definiva «molto aperti». E aggiungeva: «La vita privata di una persona resta comunque la vita privata di una persona e a lavoro nessuno mi ha mai giudicata o mi ha fatto notare niente». Ma poi, racconta oggi Ilaria, «la voce si è sparsa, è capitato che alcuni visitatori mi riconoscessero. E quest’estate sono stata convocata dalla direttrice del parco divertimenti e dal capo del personale». La ragazza racconta che in quella sede le sarebbe stato fatto presente che «quella è una struttura per famiglie». E che le sue foto su Onlyfans «non si addicono all’immagine che il parco vuole dare all’esterno». A quel punto Ilaria avrebbe rivendicato la sua libertà di fare ciò che preferiva nel tempo libero. Aggiungendo che «se volevano potevano alzarmi lo stipendio permettendomi di guadagnare la stessa cifra che mi garantisce quella mia seconda attività. Ovviamente hanno rifiutato». Il suo stipendio era, allora, di circa mille euro: «Tra affitto, auto, spesa e bollette, facevo fatica ad arrivare a fine-mese». Poi, la decisione di sbarcare sulla piattaforma, proponendo un abbonamento da dieci dollari mensili: «Il primo mese ho guadagnato 600 euro, ma poi il numero delle persone che mi seguono è aumentato e a novembre sono arrivata a guadagnare 5mila euro».

La replica

Nel frattempo dall’azienda avrebbero iniziato, racconta, a usare «ogni pretesto che serviva per mettermi in difficoltà. Ad esempio mi sono ritrovata con l’orario di lavoro che, all’improvviso, è stato quasi dimezzato». Fino a che, alla fine dello scorso mese, il contratto è scaduto e non è stato rinnovato. La società dal canto suo ci tiene ad assicurare che «Gardaland riconosce e promuove l’importanza delle risorse umane all’interno dell’ambiente lavorativo e incentiva la creazione di rapporti di rispetto e collaborazione con e tra i propri dipendenti». Ciononostante, prosegue in una nota, «nell’ambito delle politiche aziendali si invitano i collaboratori, per le proprie attività digital, a evitare l’utilizzo improprio dei loghi o delle immagini di Gardaland non in linea con la vocazione familiare del Parco divertimenti». Patrizia Gobat, coordinatrice regionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, al Corriere ha commentato: «Ci sono sentenze della Cassazione che legittimano il procedimento disciplinare nei confronti del lavoratore che, nel tempo libero, mette in atto condotte che si ripercuotono negativamente sull’immagine dell’azienda». Questo non significa, conclude, che «la persona non può utilizzare il proprio corpo come meglio crede. Ma deve sempre tenere a mente che le proprie attività private non devono mai, neppure indirettamente, essere associate all’azienda con la quale collabora. Nè devono compromettere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente».

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Corruzione dal Qatar, Eva Kaili destituita dalla carica di vicepresidente del Parlamento europeo

13 Dicembre 2022 - 12:23 Redazione
625 voti a favore e 1 solo contrario, più 2 astenuti. Applicato l'articolo 21 del Regolamento dell'istituzione

Dopo il via libera della Conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo, l’aula, nella plenaria di Strasburgo in corso, ha votato per la destituzione della vicepresidente Eva Kaili, l’eurodeputata greca attualmente detenuta per la presunta corruzione ordita dal Qatar. L’esito della votazione è stato di 625 voti a favore e solo 1 contrario, più 2 astenuti (su 628 votanti). Il voto nominale è stato richiesto dai gruppo S&D, Left e Identità e democrazia.

L’avvocato di Kaili, intanto, ha assicurato che la sua assistita non ha mai percepito tangenti dal Qatar: «Si dichiara innocente ed estranea alle tangenti dal Qatar», ha detto Michalis Dimitrakopoulos.

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