Iran, rilasciati i quattro calciatori arrestati a Capodanno. Pugno duro di Teheran: ripristinati i controlli sul velo islamico
Sono stati rilasciati dalle autorità iraniane i quattro calciatori arrestati l’1 gennaio per aver partecipato a una festa di Capodanno, alla quale erano presenti sia uomini che donne e dove si è consumato alcol. «Tutti i calciatori presenti alla festa di compleanno nella città di Damavand sono stati rilasciati», ha dichiarato il Club dei giovani giornalisti (Yjc), un’agenzia di stampa legata alla tv di Stato, citando una fonte anonima. La denuncia era partita da alcuni vicini che hanno segnalato alle autorità di Teheran di aver sentito urla e schiamazzi. La polizia, intervenuta sul posto, aveva disposto l’arresto in virtù del fatto che in Iran è severamente vietato organizzare e partecipare a feste miste tra uomini e donne, oltre che il consumo di alcolici, sin dalla Rivoluzione islamica del 1979. Secondo l’agenzia Fars, due dei calciatori liberati oggi, 2 gennaio, appartengono all’Esteghlal FC, una delle due principali squadre iraniane.
La stretta sull’hijab per le donne in auto
Intanto, dopo quasi quattro mesi dall’inizio delle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, il regime di Teheran ha ripreso a monitorare l’utilizzo del velo islamico da parte delle donne in auto. «La polizia ha iniziato la nuova fase del programma Nazer-1 (sorveglianza in lingua farsi) in tutto il Paese che riguarda l’assenza di hijab nelle auto», ha dichiarato un funzionario di polizia all’agenzia di stampa Fars e Arab News. Tale provvedimento, lanciato dalla polizia iraniana nel 2020, si basa sull’invio di un sms a chi trasgredisce le disposizioni sul velo. «L’assenza del velo è stata osservata nella vostra auto. È necessario rispettare le norme speciali e non ripetere questo atto», si legge nel testo del messaggio, riportato dall’agenzia stampa iraniana. In una versione precedente, poi rimossa, si precisava inoltre che alla ripetizione dell’infrazione avrebbero fatto seguito «conseguenze legali e giudiziarie». Dopo le manifestazioni di protesta scoppiate in seguito alla morte della giovane 18enne, fermata a settembre dall’autorità morale per non aver indossato correttamente l’hijab, la polizia aveva interrotto gli arresti delle donne che camminavano per le strade dell’Iran a capo scoperto.
Iran: «smantellata la più grande rete di sostegno ai dissidenti»
Il ministero delle Informazioni e della sicurezza nazionale iraniano ha affermato, in una dichiarazione citata dall’agenzia Irna, dello smantellamento di una «grande rete per fornire sostegno finanziario ai membri dell’Organizzazione Mujahedin Khalq (Mko) e anche attrezzature per le operazioni terroristiche del gruppo dissidente e i suoi elementi principali sono stati arrestati». L’operazione avrebbe portato all’arresto di sei membri della rete stessa e la convocazione di dieci componenti davanti alle autorità di Teheran per rispondere del «trasferimento di denaro in Iran, organizzato dall’Mko, attraverso il riciclaggio organizzato». Per il regime iraniano «il leader della squadra, Alimohammad Dolati, un membro importante dell’Mko, possiede uffici negli Emirati Arabi Uniti e nei Paesi Bassi e ha trasferito denaro, armi, esplosivi e apparecchiature di comunicazione ai gruppi terroristici attraverso uffici affiliati in Iran. Il team ha assunto alcuni fuorilegge e delinquenti in Iran per realizzare scene durante gli attuali disordini nel paese», concludono. Il gruppo dissidente (Mko) è infatti accusato dalle autorità – insieme a Stati Uniti e alleati – di esser dietro le proteste anti-sistema nel Paese, ormai arrivate al quarto mese.
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