Roma, cadaveri fatti a pezzi per fare spazio nel cimitero di Prima Porta: i dipendenti di Ama sotto indagine
Cadaveri mutilati e articolazioni rotte per fare spazio nei loculi del cimitero. E anche finte cremazioni Da qui parte l’inchiesta che vede imputate 16 persone, tra cui alcuni dipendenti di Ama, l’azienda che gestisce i rifiuti a Roma, e alcuni responsabili della agenzia funebri. A loro carico ora pesano le accuse di vilipendio di cadavere e truffa. Al centro del processo c’è il cimitero di Prima Porta, attualmente gestito da Ama. E i danni sono pari a 500mila euro. Secondo quanto riferisce Il Messaggero, Pasquale, Mario, Lamberto, Augusto, deceduto nel 1980, e Adele, morta nel 1985, sono alcuni dei nomi dei defunti che compaiono nelle informative dei carabinieri che stanno indagando sul caso.
Come aggiravano i familiari delle vittime
La legge prevede che dopo 20 o 30 anni dalla sepoltura e scaduto il periodo di affitto del loculo, i cadaveri possono essere spostati nell’ossario. E quel che emerge dall’inchiesta nella Capitale è che ama avrebbe fatto queste operazioni prima del tempo previsto, in modo abusivo, e in accordo con alcuni dipendenti delle agenzie funebri. Per effettuare quest’operazioni chiedevano circa 300 euro ai parenti delle vittime, inconsapevoli che fosse una pratica illegale. In particolare, ai familiari non veniva specificato che il cadavere sarebbe stato fatto a pezzi tramite l’uso di seghe e martelli. E Prima Porta non sarebbe un caso isolato. Anche al cimitero Flaminio sarebbero avvenuti comportamenti simili con cadaveri mutilati «mediante la disarticolazione degli arti, poiché non avevano ancora raggiunto lo stato di mineralizzazione», scrivono nelle indagini i carabinieri . Che specificano: «Si trattava di cadaveri ancora intatti, o con evidenti residui di carne, grasso o pelle». Inoltre, un’inchiesta parallela riguarda le finte cremazioni: ad alcuni parenti dei defunti sarebbero state consegnate urne con della terra dentro.
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