La Geo Barents arriva a Taranto dopo due salvataggi in mare: «Ma non possono sequestrarci la nave»
La Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere con a bordo 85 naufraghi, è arrivata stamattina nel porto di Taranto. I naufraghi sono stati recuperati in due diversi salvataggi. 41 recuperati in mare nel corso di un salvataggio e 44 nel successivo trasbordo da un mercantile. Entrambe le operazioni sono state fatte su richiesta dell’Imrcc (Italian Maritime Rescue Coordination Centre). Il team di Msf ha fornito la documentazione dell’Unhcr per fare domanda d’asilo. Ma ora i riflettori sono puntati sulla nave, che è la prima di una Ong ad aver operato un salvataggio dopo l’approvazione del cosiddetto decreto sulle Organizzazioni non governative. Che stabilisce un nuovo codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte di queste ultime.
La richiesta di Imrcc
Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, ha detto all’agenzia di stampa Ansa che esclude la possibilità di un sequestro della nave: «Non c’è un motivo valido. Noi stiamo spendendo più soldi in legali che nella ricerca e soccorso. È un paradosso, è ridicolo. Noi stiamo salvando vite e stiamo consultando i legali per contestare ogni misura, ogni nuova regole per vedere se questo è in linea con la normativa, anche internazionale». Gil dice che i soccorsi «sono stati chiesti e coordinati dalle autorità italiane. Quindi, non c’è motivo per il sequestro e per qualsiasi tipo di sanzione».
«Salvare è un obbligo»
Ma Gil durante un’intervista a Radio Anch’io ha anche detto che un sequestro sarebbe incostituzionale: «Le nuove norme sulle navi delle Ong sono in contraddizione con il diritto internazionale. Quando c’è un caso aperto, per tutti i comandanti c’è l’obbligo, non l’opzione, di intervenire sull’emergenza per salvaguardare la vita delle persone». Fra i migranti a bordo della Geo Barents c’è anche un ragazzo che ha raccontato ai soccorritori di aver assistito all’omicidio di persone che non avevano abbastanza soldi per pagare il viaggio. Proprio ieri la premier ha difeso il decreto: «Le Ong non facciano la spola con gli scafisti», ha detto Meloni in un video sui social.
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