Ucraina, Erdogan a Putin: «Necessario cessate il fuoco unilaterale». Mosca: «Solo se Kiev riconosce territori annessi»
Mentre sul fronte continuano i combattimenti tra le truppe russe e le forze armate ucraine, in ambito diplomatico rispunta sul tavolo un nuovo tentativo di mediazione da parte di Ankara. Durante un colloquio telefonico, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ribadito al leader del Cremlino, Vladimir Putin, che gli sforzi per giungere a una pace in Ucraina devono essere sostenuti da un «cessate il fuoco unilaterale», nonché da una «visione per una soluzione equa». Obiettivo sul quale la Russia sembra essere disposta a ragionare a patto che Kiev soddisfi «le richieste note e tiene conto delle nuove realtà territorio», afferma il Cremlino riferendosi ai territori annessi illegalmente attraverso i referendum «farsa» di fine settembre. I due leader, fa sapere Reuters, hanno poi discusso di energia, relazioni bilaterali e di Siria, dove per Erdogan sono necessari «passi concreti» al fine di «ripulire il nord del Paese dai gruppi terroristi Pkk, Pyd e Ypg». Nella telefonata tra i due capi di Stato, il presidente turco ha poi affermato di aver rafforzato le infrastrutture per la creazione di un centro per il gas naturale in Turchia. «In breve tempo – afferma Erdogan, citato da Anadolu – sarà completata una road map per la creazione di un centro per la distribuzione di gas naturale in Turchia, con la collaborazione della Russia».
I colloqui incrociati tra i presidenti, in questi dieci mesi e mezzo di invasione, non sono stati affatto rari. L’ultimo di questi, l’11 dicembre. Il presidente Erdogan aveva discusso con l’omologo russo degli stessi temi: accordo sul grano, la necessità di arrivare a un punto di svolta nell’offensiva turca contro le milizie curde e – ancora – l’hub del gas sul territorio della Turchia. Mentre nel colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Erdogan aveva ribadito il suo impegno a «soddisfare i bisogni umanitari del popolo ucraino durante i rigidi mesi invernali» ed espandere il «corridoio del grano». Nel frattempo, in un comunicato, pubblicato sulla Tass, il Patriarca Kirill ha invitato «tutte le parti coinvolte nel conflitto interno a stabilire una tregua natalizia dalle 12:00 ora di Mosca del 6 gennaio alle 12:00 del 7 gennaio, in modo che gli ortodossi possano partecipare alle funzioni religiose della vigilia e del giorno di Natale».
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