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Soumahoro, addio a Fratoianni e Bonelli: «Stupito per assenza di solidarietà». La sua verità sui soldi delle coop: «Accanimento contro di me perché faccio paura»

09 Gennaio 2023 - 15:51 Redazione
Il deputato passa al gruppo Misto e parte al contrattacco dopo mesi di accuse sull'inchiesta che ha coinvolto le coop gestite dai suoi famigliari

Dopo la tempesta che lo ha travolto negli ultimi mesi, il deputato Aboubakar Soumahoro respinge le accuse a lui rivolte in un corposo dossier. Nel testo affronta le polemiche recenti, chiarisce ciò che sapeva sulle cooperative nel mirino della Procura di Latina, e fa delle considerazioni di più ampio respiro sui pregiudizi che avrebbero influenzato il deterioramento della sua immagine pubblica. Dopo crescenti tensioni, inoltre, prende una decisione definitiva: lasciare l’Alleanza Verdi-Sinistra e aderire al gruppo parlamentare Misto. La decisione arriva dopo le indiscrezioni, trapelate alla fine di dicembre, secondo cui la coalizione ne stava valutando l’espulsione. Soumahoro anticipa i tempi e ne approfitta per levarsi qualche sassolino dalla scarpa: «Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS)». E dunque, prosegue, la sua scelta sarebbe «stata motivata da un’attenta e sofferta meditazione» anche sul piano umano, oltre che politico.

Il contestato «diritto all’eleganza»

Le due cooperative legate ai familiari del deputato sono state il punto di inizio di una lunga serie di accuse e polemiche. Come quella scoppiata dopo le sue dichiarazioni nei salotti di La7, quando a chi contestava il vestiario lussuoso della sua compagna, sottolineandone la discrepanza con le difficoltà economiche lamentate sul lavoro, Soumahoro aveva risposto: «Il diritto all’eleganza e alla moda è libertà, la moda non è né bianca né nera». Dichiarazioni che avevano suscitato la perplessità del pubblico e l’indignazione dei sindacati: «Oltre al diritto alla moda dovrebbe esserci anche l’obbligo e il dovere di pagare il salario», aveva commentato la UilTucs Latina, l’organizzazione che ha preso le parti dei due lavoratori che denunciarono di aver ricevuto una richiesta di fatture false per poter essere pagati. Soumahoro risponde oggi alle accuse nel citato dossier: «Mi spiace sinceramente che non sia stato compreso ciò che realmente intendevo dire quando ho parlato di diritto alla moda e all’eleganza, laddove intendevo riferirmi al diritto di chiunque di vestirsi come meglio crede», esordisce. Salvo aggiungere: «Tuttavia trovo davvero singolare che mi si chieda di esprimere un giudizio di valore circa foto della mia compagna risalenti a 4 anni prima che io la conoscessi». Il testo contiene anche una parentesi in difesa di suddetta compagna, Liliane Murekatete: «Soprannominata provocatoriamente ‘lady Gucci’ la donna è stata al centro di una serie di pesanti commenti e insinuazioni da parte della stampa e di opinionisti di varia natura».

La questione Karibu

Soumahoro si esprime anche sull’indagine della procura di Latina, e più nello specifico su una delle due cooperative coinvolte nell’inchiesta, la Karibu. Spiegando: «A fine 2021 lessi da alcuni articoli di stampa sulla mancata retribuzione ad alcuni dipendenti della Karibu e – pur non avendo alcun interesse diretto nelle cooperative – chiesi immediati chiarimenti a riguardo». «Venni informato – prosegue – del fatto che non erano ancora pervenuti tutti i soldi necessari per pagare gli stipendi, che si erano sollecitati gli Enti pubblici, e, così mi venne detto, che auspicabilmente tutto si sarebbe risolto in tempi ragionevoli».

I dubbi sulla presenza di bambini nelle baraccopoli di Foggia

Soumahoro ci tiene anche a fare le dovute puntualizzazioni in merito alla notizia secondo cui avrebbe fatto una distribuzione di doni per i bambini nelle baraccopoli in provincia di Foggia. Dove, ha sostenuto qualcuno, i bambini non c’erano. «Per rispondere a coloro che dicono che nel borgo non ci sono bambini, vorrei precisare che i bambini ci sono eccome, tuttavia non possono vivere nell’insediamento per via delle condizioni ambientali e sanitarie completamente inadeguate per loro, quindi i genitori sono spesso costretti a portarli e lasciarli a famiglie italiane o di loro connazionali per ospitarli presso le loro abitazioni, e di questo ha contezza chiunque operi realmente sul territorio». Sostiene che gli stessi braccianti possono confermare la sua versione riguardo a ciò che successe nel 2021: «Organizzammo una campagna di raccolta per allietare il Natale sia dei bambini che dei braccianti all’interno dell’insediamento, per l’occasione fu organizzata una festa in cui si sarebbe svolta la distribuzione dei doni. Quel giorno ci fu un incendio – cosa purtroppo non rara, viste le condizioni di cronica assenza di sicurezza negli insediamenti – che ci costrinse ad interrompere la festa». Per questo, conclude, «consegnammo i regali ai braccianti che li distribuirono ai bambini in un secondo momento. Solo la mala fede può suggerire conclusioni diverse da quanto realmente successo».

«Ciò che rappresento disturba»

Non risparmia un commento finale sulle cause che a suo avviso hanno determinato un «ingiustificato accanimento» nei suoi confronti. Un afro-discendente, spiega, «va bene finché è un ‘negro da cortile’, finché protesta con gli striscioni, che che peraltro ho fatto mille volte e non smetterò mai di fare, se è povero e sta ai margini. Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba». Gli attacchi sarebbero stati dunque inaspriti da due dimensioni: una «relativa a lui come individuo» e una al «modello sociale» rappresentato dalla Lega Braccianti da lui fondata. Ovvero un sistema in cui «i lavoratori dei campi non solo stranieri ma anche italiani si autodeterminano e si autogestiscono». Qualcosa che, a suo avviso, «fa molta paura, toglie potere a un sistema di assistenzialismo che ha come obiettivo quello di mantenere lo stato di emergenza, semplicemente perché finché c’è emergenza ci sono soldi a pioggia per gestire l’emergenza, e, dal momento che nulla accade per caso, forse questo può far comprendere perché vi sia stato così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti».

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