Il ministro Valditara: «Un docente tutor in ogni gruppo classe dal prossimo anno, sarà pagato di più»
Il ministro della Pubblica Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara annuncia un tutor in classe per gli studenti “difficili” e per quelli più bravi a partire dal prossimo anno. In un’intervista a Il Messaggero Valditara annuncia quella che definisce una rivoluzione: «Arriva la figura del docente tutor per ogni gruppo classe. Il docente dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più. Dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento. Ma anche quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare». Il ministro promette l’avvio di una formazione specifica a partire da quest’anno. Mentre l’anno prossimo arriverà direttamente nelle classi.
L’orientamento per genitori e figli
Valditara annuncia anche un cambio di passo sull’orientamento per la scelta della scuola superiore: «Deve dare consigli ai giovani e alle famiglie sulle scelte più opportune sulla prosecuzione degli studi. Occorre cioè da una parte che la scuola sappia individuare le potenzialità dello studente, dall’altra è necessario recuperare informazioni dai territori per conoscere le concrete prospettive formative e occupazionali. La scuola deve far emergere le attitudini dei ragazzi, come l’arte socratica della maieutica». E fa sapere che presto anche i programmi di alcune materie cambieranno: «Ho voluto istituire un gruppo di lavoro composto da illustri professori di materie scientifiche che prenderà contatto con il premio Nobel Giorgio Parisi e con l’Accademia dei Lincei. L’obiettivo è rimodulare l’insegnamento di Matematica e Fisica: partire dal reale per arrivare all’astrazione».
L’alternanza scuola-lavoro
Valditara parla anche dell’alternanza scuola-lavoro, per la quale ha già promesso importanti cambiamenti: «Al Sud ci sono talvolta difficoltà a trovare imprese. Bisogna prevedere agevolazioni che favoriscano la disponibilità delle imprese, e nel contempo modulare l’offerta formativa in ragione dei bisogni del territorio. Penso, per il Sud, all’agrifood, all’alberghiero, alla nautica, ai beni culturali, alla gestione delle risorse ittiche. In Italia ci sono 1,2 milioni di posti di lavoro non coperti perché mancano le qualifiche adeguate. La scuola, tramite la formazione, deve servire a colmare questo gap».
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