Ecco perché il prezzo delle uova nella Ue è aumentato del 49% in un anno (e più che raddoppiato negli Usa)
«Le uova sono i nuovi Bitcoin». Questo è quello che si legge in un tweet della giornalista economica Genevieve Roch-Decter. Sotto la frase, un grafico che mostra l’impennata del prezzo delle uova negli Stati Uniti, dove un pacco da 12 è passato dagli 1,60 dollari del 2019 agli oltre 3,50 di inizio 2023. Un fenomeno che non ha risparmiato l’Europa. Spesso si è parlato dei rincari dei beni alimentari dovuti al caro energia e all’inflazione, ma le uova spiccano per l’aumento di prezzo. A dicembre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, Eurostat, citata da Ansa, ha rilevato un incremento nel prezzo delle uova del 49%. Una cifra significativa, soprattutto se messa a confronto con altri aumenti più contenuti. Secondo Altroconsumo, in un anno, il prezzo della pasta è cresciuto del 23%, quello dell’olio extravergine di oliva del 18% e del caffè del 9%. Il latte, invece, ha fatto segnare un aumento del 32%. Come abbiamo scritto anche su Open, a far crescere i prezzi sono gli incrementi nei costi dell’energia, che a loro volta hanno a che fare con l’incertezza dei mercati riguardo l’approvvigionamento di combustibili fossili a causa della guerra in Ucraina. I due fenomeni si fondono nell’inflazione. Tuttavia, guardando alle uova, c’è di più.
50 milioni di animali abbattuti per l’influenza aviaria
Tra i primi a lanciare l’allarme sono state le testate statunitensi. Cnbc non ha dubbi, «il primo responsabile è il più grande focolaio di influenza aviaria, che si sia mai visto degli Usa, che quest’anno ha ucciso milioni di galline ovaiole». Altre testate, come Bloomberg, e la Cnn confermano la tesi. E la situazione è simile in Europa, con l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) che a giugno aveva parlato della maggior incidenza del virus degli ultimi anni, e a dicembre ha dicembre 2022 ha ribadito come dall’autunno 2021 allo stesso periodo dell’anno successivo siano stati abbattuti a causa del virus oltre 50 milioni di animali in tutta Europa. In Italia, sono almeno 200 mila le galline, i polli e i tacchini abbattuti perr evitare la diffusione della malattia nell’ultimo anno.
Il distanziamento sociale: 6 galline per metro quadrato
Il problema, come spiegano le associazioni animaliste, è esasperato dalla condizione in cui spesso le galline sono costrette a vivere. Stipate in enormi capannoni, senza la possibilità di vedere la luce del sole, senza potersi muovere liberamente, senza poter vivere una vita sana. La miglior certificazione, quella biologica, consente comunque agli allevatori di far vivere fino a 6 galline per metro quadrato. Che possono arrivare a 13 in assenza di particolari certificazioni. Al di là delle questioni etiche, è chiaro che non si tratta di spazi che permettono di rispettare il distanziamento sociale per evitare la diffusione del virus.
January 8, 2023
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