Ultima generazione in tribunale, udienza per l’attivista Simone Ficicchia: «Tentativo di repressione sproporzionato» – I video
Il pm di Milano Mauro Clerici ha ridotto la richiesta della procura di Pavia di applicare a Simone Ficicchia, portavoce di Ultima Generazione, la misura della sorveglianza speciale, chiedendo quella semplice. La richiesta dell’obbligo di dimora, secondo il pubblico ministero, non deve essere applicata. Il Tribunale di Milano si è riservato di decidere e depositerà il provvedimento entro 30 giorni. Il 20enne è indagato dalla Questura di Pavia per le diverse azioni di disobbedienza civile non violenta contro la crisi climatica a cui ha preso parte da febbraio ad oggi. «Il contesto di queste condotte è comunque di limitata offensività», ha commentato il pm. Le misure di prevenzione che potrebbero essergli applicate sono diverse: dalla sorveglianza con l’obiettivo di prevenire altre iniziative considerate criminose fino all’obbligo di non allontanarsi dal comune di residenza per un tempo che va da uno a cinque anni. Difeso dall’avvocato Gilberto Pagani, Ficicchia ha già fatto sapere in questi giorni che l’esito di quest’udienza non fermerà le manifestazioni di dissenso di Ultima Generazione. «Siamo consapevoli di ciò che facciamo e ce ne assumiamo la responsabilità, agendo pacificamente e a viso scoperto, sempre», ha dichiarato l’attivista. «La repressione che stiamo subendo è, però, sproporzionata rispetto alle azioni non violente che portiamo avanti», ha aggiunto. E gli attivisti di Ultima Generazione hanno preso ancora una volta posizione per ribadire le loro richieste, ed esprimere solidarietà a Simone, organizzando un presidio di fronte al Tribunale. «Siamo in disaccordo con questo processo perché le persone veramente pericolose sono i politici, le persone al governo, che spendono i soldi dei cittadini in combustibili fossili», dichiara Alice, attivista di Ultima Generazione, a Open.
Chi è Simone Ficicchia
Simone Ficicchia è un attivista di 20 anni residente a Voghera, in provincia di Pavia, per cui la Questura di Pavia ha chiesto la sorveglianza speciale per «pericolosità sociale» con obbligo di dimora nel Comune dove risiede. Nelle 18 pagine del fascicolo della Questura sono circa una trentina i procedimenti aperti a suo carico per le diverse azioni svolte in questi mesi, tra blocchi del traffico e imbrattamenti. E proprio uno di questi blocchi gli è costato il foglio di via – una misura che prevede per un periodo non superiore a tre anni l’allontanamento da un Comune – da Roma. Ciononostante, nei giorni scorsi si è diretto nella capitale per un’intervista televisiva, ma è stato bloccato in albergo dalle autorità e accompagnato a riprendere il treno. Per la Questura di Pavia, l’attivista di Ultima Generazione «emerge come esponente di punta di tale organizzazione, risultando sempre in prima linea nelle azioni delittuose perpetrate da tale associazione». E risultano «impressionanti gli episodi di cui si è reso protagonista nell’anno in corso e le numerosissime violazioni di legge». Oltre a diversi fogli via emessi da più città, al 20enne sono stati contestati reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio, al danneggiamento e imbrattamento fino alla resistenza a pubblico ufficiale.
«Non so se potrò continuare»
«È la prima volta che viene applicata una misura del genere all’interno del movimento del clima. Non so se potrò continuare, se queste misure me lo permetteranno», dichiara oggi Ficicchia dopo essersi messo simbolicamente dietro lo striscione con gli altri attivisti. «Il governo è uscito allo scoperto richiamando norme al limite della costituzionalità perché non trovava altri modi per fermarci», ha aggiunto. Ficicchia si è sempre detto consapevole delle conseguenze legali a suo carico, ma dopo esser stato informato lo scorso dicembre del fascicolo della Questura di Pavia si è detto sorpreso del livello di «tentativo di repressione» messo in atto nei suoi confronti. «Andando a leggere l’impianto accusatorio – ha denunciato Simone con un video social nei giorni scorsi – ho trovato un elenco dei miei comportamenti e delle mie frequentazioni e non pensavo potessero arrivare a un livello di invasione del genere».
Nella citazione del Tribunale di Milano si parla del 20enne come di un «soggetto socialmente pericoloso […] denunciato e condannato più volte». Ma – spiega Simone – «questo elemento non corrisponde al vero: al momento non è presente alcun processo in corso a me riferito e mai c’è stata alcuna condanna. E la resistenza a pubblico ufficiale di cui si parla è, in verità, la resistenza passiva non violenta che adottiamo sempre». Secondo Ficicchia, quest’udienza è stato un tentativo di «intimidazione»: «Vogliono vedere se aumentando la repressione su una persona, gli altri decidono così di fare un passo indietro. Ma questo non succederà».
Il legale: «Il processo? Un atto politico»
Secondo l’avvocato che difende in aula il 20enne si tratta di un atto politico. «Assimilare questi cittadini a mafiosi, terroristi e malavitosi è un insulto all’intelligenza, alla verità e alla decenza. Questa proposta di misura di prevenzione è un atto politico che proviene direttamente da una questura, cioè dal ministero degli Interni e dal Governo», commenta l’avvocato Pagani. «Ci aspettiamo giustizia – ha detto oggi fuori dall’aula – perché questo è un provvedimento che vuole colpire i diritti di chi manifesta. Lo Stato e il potere non vogliono prendere una soluzione contro il cambiamento climatico e Simone fa in modo di portare questo tema all’attenzione pubblica ed è ingiusto che venga colpito». A suo avviso, il focus dell’udienza di oggi dev’essere sottolineare come le istituzioni siano andate «oltre la criminalizzazione del dissenso: qui è in gioco, oltre al diritto di esprimere le proprie opinioni, anche la sopravvivenza dell’umanità sul nostro pianeta».
Il presidio degli attivisti
«No gas no carbone», recita lo striscione di Ultima Generazione che ha organizzato un presidio in solidarietà del portavoce a processo. «Se Simone diventerà un sorvegliato speciale allora dobbiamo diventarlo tutti. Siamo l’ultima generazione, ma non vogliamo esserlo», dichiarano gli attivisti.
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