Sale il budget per i collaboratori di Palazzo Chigi. Ma i ministri senza portafogli sono di più (e ci sono due vicepremier)
Non un euro in più per lo stipendio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dei ministri senza portafogli, ma finanziamenti per aumentare numero di impiegati ed emolumenti per il personale che affianca i sottosegretari alla presidenza del Consiglio e i ministri di cui sopra (che non hanno budget proprio). È la novità che si legge nel bilancio previsionale 2023 di Palazzo Chigi e che supera, in questa voce di spesa, il budget previsto dal governo di Mario Draghi.
Tre i capitoli coinvolti:
- Trattamento economico fondamentale del personale non proveniente da pubblica amministrazione degli uffici di diretta collaborazione del presidente, degli eventuali vicepresidenti e del Sottosegretario di Stato, segretario del Consiglio dei Ministri al netto dell’Irap;
- Contributi previdenziali a carico dell’amministrazione sulle competenze accessorie corrisposte al personale di diretta collaborazione;
- I fondi Irap (sul primo capitolo).
Il totale è presto fatto, solo guardando agli aumenti: 428.668,00 + 239.489,00 + 28.054,00 arrivano a quasi 700mila euro (696.211). Nel complesso, per questi collaboratori si spenderanno 5.564.033 euro. Non molti soldi quando si parla di bilancio dello Stato, ovviamente. Ma dopo anni di richieste di rigore, i nuovi fondi dedicati allo staff potrebbero non essere apprezzati dagli elettori di centrodestra. Da palazzo Chigi fanno però sapere che il budget aumentato corrisponde alla presenza di due vicepremier – che con Draghi non c’erano – e di un nuovo ministro senza portafogli (il totale è salito a nove). E in effetti, all’epoca del Conte 1, quando i vicepremier erano due ma i ministri senza portafogli otto, il conto era in linea con quello attuale. Anzi, leggermente più alto. Per la voce principale, quella del totale dei fondi per lo staff relativo a sottosegretari, vicepremier e ministri senza portafogli si spendeva 3.722.909 euro. Oggi siamo a quota 3.273.159.
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