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Ginnastica, Giulia Galtarossa risponde a Maccarani: «Il rito del peso c’è sempre stato, ho barato per non danneggiare le ginnaste»

12 Gennaio 2023 - 05:58 Redazione
giulia galtarossa emanuela maccarani farfalle ginnastica
giulia galtarossa emanuela maccarani farfalle ginnastica
L'ex ginnasta replica: «Maccarani scarica tutto sulle sue collaboratrici, ma è sempre stata responsabile»

Nei giorni scorsi Emanuela Maccarani, l’allenatrice della ginnastica ritmica accusata dalle sue allieve, si è difesa sostenendo che se l’è presa con lei chi non è riuscita ad andare alle Olimpiadi. La direttrice tecnica dell’Accademia di Desio ha parlato delle accuse: Nina CorradiniAnna Basta e Giulia Galtarossa: «Non trovo un senso ma capisco che c’è una nuova sensibilità verso body shaming, bullismo, abusi, violenza verbale. E c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Con i social, poi, viaggia tutto velocissimo». Oggi proprio Galtarossa risponde a Maccarani in un’intervista a Repubblica. «Io sono stata due volte campionessa del mondo. Non ho gareggiato alle Olimpiadi per colpa della sua ossessione sul peso. Mi sono ammalata per questo. Sono stata in cura per anni». Galtarossa, 31 anni, dice che Maccarani, nel frattempo deferita dalla procura federale, l’ha chiamata dopo il suo primo sfogo sui social network. «Mi confermò quanto scritto. Poi mi disse che sperava che io non portassi avanti la vicenda», aggiunge. L’allenatrice sostiene che non sia mai esistito un rito collettivo del peso. Galtarossa la smentisce: «Avviene da sempre. Lo dimostra il fatto che mi sono ritrovata nei racconti di Anna e Nina. E loro sono state a Desio 10 anni dopo di me. Lei scarica tutto sulle sue collaboratrici, ma è sempre stata responsabile». Poi rivela: «Avevo espressamente chiesto alla Maccarani di non costringermi a pesare le ginnaste. Perché stavo ancora affrontando la mia malattia del disturbo del comportamento alimentare. Nel corso degli anni, essendo sua assistente, mi ci sono ritrovata. Prima di ogni allenamento mi chiedeva di riferirle i pesi. Ma quando capivo che una ragazza era in difficoltà, scrivevo un peso inferiore sul quaderno perché sapevo che altrimenti la sua giornata sarebbe stata compromessa».

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