La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola: «Via la pensione ai politici corrotti»
La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola parla del Qatargate e delle potenze straniere che fanno attività di lobbying a Bruxelles. E annuncia una serie di provvedimenti per fermare la corruzione. «Alcune regole ci sono già: dichiarazioni sugli incontri, conflitto di interessi, chi ti paga, cosa dichiarare. Possiamo rinforzarle subito e renderle operative. E da subito fermiamo gli accrediti permanenti per gli ex europarlamentari. Su questo ho ricevuto il sostegno unanime dei capigruppo. Ho il permesso di approfondire subito tutti i temi immediatamente. Poi ci sono altre questioni che riguardano il comitato etico o la commissione d’inchiesta e che richiedono tempo. Sono procedure sui cui dobbiamo stare attenti. Toccano le istituzioni», spiega in un’intervista a Repubblica. A queste va unito il blocco delle “porte girevoli”: «Per me è importante introdurre un sistema per cui non si può cominciare subito a fare lobbying. Dovremo negoziare, a partire dalla tempistica. Su quanto deve durare il divieto». Ma non solo: Metsola pensa anche a «un codice di condotta che se viene violato si può venire da me, in presidenza, con una raccomandazione del comitato che si occupa di questi casi. Voglio insomma assicurarmi che ci siano sanzioni disponibili e rapide. Le sanzioni sono i veri deterrenti. Oggi è così per tutti? Ad esempio per i relatori-ombra? No e allora voglio che non sia più così». Infine, le sanzioni: «Alcune sono già previste nel regolamento. Si può perdere lo stipendio. Un paio di gruppi hanno chiesto di andare oltre e di bloccare anche la pensione. Chi viene condannato a più di più di due anni di reclusione, perde la pensione. È un’ipotesi ma devo vedere se è legalmente possibile. So che il potere può portare il crimine e allora servono dei “firewall”. L’allarme insomma deve suonare prima».
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