Roma, il giallo del Dna nello stupro di Capodanno a Primavalle: «Quello degli indagati non c’è»
C’è un giallo sul Dna nella vicenda dello stupro di Capodanno a Primavalle. I tre maschili ritrovati sugli abiti della ragazza che lo ha denunciato non appartengono a nessuno dei cinque accusati dalla procura di Roma. La storia è cominciata un anno fa, quando la polizia arrestò tre ragazzi accusati di violenza sessuale. La vittima era una studentessa di 17 anni. Il teatro della presunta violenza una villetta a schiera situata nel quartiere. Successivamente le chat degli indagati avevano confermato la presenza di droghe e alcool durante la serata. Mentre si era parlato di pistole puntate nei confronti degli ospiti e della vittima che aveva cercato di scansarli senza successo.
Il risultato dei test
Successivamente la ragazza avrebbe tentato il suicidio. Ora, racconta l’edizione romana di Repubblica, il risultato del test del Dna. La perizia del giudice per le indagini preliminari certifica che sui vestiti e sulla biancheria intima della ragazza sono saltati fuori i Dna di cinque persone. Tre sono maschili, uno è femminile, l’ultimo è della stessa ragazza. Anche il sangue trovato sui reperti appartiene a lei. Nei giorni scorsi sono arrivati gli avvisi di conclusione delle indagini. L’accusa è di violenza sessuale e lesioni nei confronti di Flavio Ralli e Claudio Nardinocchi. Patrizio Ranieri invece è alla sbarra con giudizio immediato.
La procura dei minori
Tre invece gli indagati per la droga: Marco Palmieri, Simone Maria Ceresani (nipote del politico democristiano Ciriaco De Mita) e Marco Chiappini. C’è poi un’indagine in chiusura per minacce e detenzione illegale di armi a carico di Gabriel Pedrazzi. La procura minorile invece ha chiuso le indagini nei confronti di altre sei persone. La figlia di una nota soubrette è accusata di spaccio di droga. Un’altra ragazza avrebbe portato del Rivotril alla festa. Una terza è accusata di stupro per un rapporto a tre. Ci sono poi altri due 17enni accusati dello stupro nei confronti della ragazza che ha denunciato. E il ragazzino figlio del padrone di casa della villetta. Che dovrà fronteggiare l’ipotesi di reato di favoreggiamento.
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