Messina Denaro: i grandi giornali nel mondo raccontano l’arresto dell’«ultimo padrino»
L’arresto di Matteo Messina Denaro è un evento che ha creato scalpore, non solo in Italia: dall’Inghilterra alla Germania, passando per la Francia, la cattura del «most-WANTED boss» dopo trent’anni di latitanza è stata una notizia che ha fatto parlare il mondo intero. Un fatto di cui, per esempio, rende conto la Bbc, l’emittente britannica di Stato, che ha dedicato una breaking news al «boss mafioso più ricercato d’Italia». Ha fatto eco il connazionale Guardian, riportando la cattura dell’«ultimo padrino» in un articolo che precisa come Messina Denaro detenga «la chiave di alcuni dei crimini più atroci perpetrati dalla mafia siciliana, inclusi gli attentati dinamitardi che hanno ucciso i leggendari magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino».
Informazioni analoghe a quelle citate dalle americane Cnn e Usa Today, in articoli arricchiti dalle immagini che ritraggono il momento dell’arresto o l’aspetto fisico del boss nell’ultimo scatto realizzato prima della latitanza. Tra le testate d’oltreoceano, anche NBC News, la divisione notizie della rete televisiva americana NBC, ha voluto inserire tra le notizie in evidenza l’arresto di quello che viene considerato «il capo del famigerato gruppo criminale organizzato di Cosa Nostra».
Anche le testate tedesche, da Spiegel a Welt, si sono interessate all’arresto del «criminale più ricercato d’Italia, già condannato per omicidio e latitante dal 1993». Mentre il francese Le Monde ricorda che il 60enne era solito vantarsi di poter «riempire un cimitero» con le sue vittime. «Il boss mafioso più ricercato d’Italia, Messina Denaro, arrestato dopo 30 anni di latitanza», ha titolato France24. Un titolo quasi del tutto identico a quello scelto da Libération.
La notizia è stata rilanciata anche da Al Jazeera. E ha catturato l’attenzione dell’agenzia di stampa russa Interfax, che nel suo articolo ricostruisce come «tra i crimini in cui è coinvolto Denaro ci sono il rapimento del dodicenne Giuseppe Di Matteo nel 1993 e il suo omicidio nel 1996. Il ragazzo era figlio di Santino Di Matteo, un ex mafioso che ha deciso di collaborare con le autorità».
Il giornale online ucraino Ukraïnska pravda cita infine le parole del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che in seguito alla cattura ha voluto ringraziare «le forze dell’ordine, la magistratura, le migliaia di persone che quotidianamente, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia».
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