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La Maddalena: dov’è e di cosa si occupa la clinica di Palermo in cui è stato arrestato Matteo Messina Denaro

16 Gennaio 2023 - 10:15 Ygnazia Cigna
La struttura presenta un dipartimento oncologico di III livello, il più alto nella classificazione degli ospedali oncologici siciliani pubblici e privati

È la clinica La Maddalena S.p.A, il luogo in cui hanno arrestato il boss latitante da 30 anni Matteo Messina Denaro, in un blitz coordinato dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Si trova a Palermo in via San Lorenzo 312 ed è una casa di cura privata, che si sviluppa su 11 piani per un totale di circa 15mila metri quadri. Il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto ha fatto sapere che il boss si trovava sul posto perché si era «sottoposto a delle terapie». Secondo quanto si apprende da fonti investigative, Matteo Messina Denaro era in cura da oltre un anno presso la struttura. La causa risiederebbe in un tumore al colon. Non era allettato, ma aveva metastasi epatiche per cui si sottoponeva a cicli periodici di trattamenti chemioterapici. Secondo quanto precisato dalla stessa clinica in una nota, si era presentato sotto falso nome. Si faceva chiamare Andrea Bonafede, nato il 23 ottobre 1963. «Sono state date immediate disposizioni all’amministrazione, alla direzione sanitaria, ai medici del reparto e al personale parasanitario di fornire alle forze dell’ordine, che si ringraziano, tutta la documentazione clinica del paziente e puntuali risposte alle informazioni richieste», si legge ancora nella nota. Stefania Filosto, proprietaria-direttrice della clinica nonché moglie del fondatore della stessa, ha commentato al Corriere della Sera: «Non avremmo mai immaginato che un signore malandato e acciaccato in attesa di essere ammesso alla clinica potesse essere addirittura il boss cercato da trent’anni». «Non avevamo alcuna idea di chi fosse, figuriamoci se potevamo saperlo o riconoscerlo», ha confermato all’AGI un medico che preferisce restare anonimo. Filosto ha raccontato che il latitante «era in coda per fare un tampone, come tanti pazienti della clinica», quando «improvvisamente sono comparsi degli uomini armati alla vista dei quali il boss, ormai vecchio e malato, ha tentato di fuggire superando i cancelli fino a via San Lorenzo dove i carabinieri del Ros lo hanno acciuffato».

La clinica

La Maddalena è una struttura ad alta specificità con un dipartimento oncologico di terzo livello, il più alto nella classificazione degli ospedali oncologici siciliani pubblici e privati. Ha poi un’unità funzionale di microchirurgia oculare. Il dipartimento e l’unità sono accreditati col servizio sanitario nazionale e regionale per tutti i servizi ambulatoriali, di day-hospital e di degenza ordinaria. La clinica, infatti, oltre al dipartimento oncologico e all’unità di microchirurgia oculare svolge anche diversi servizi ambulatoriali, quali ginecologia; elettromiografie; cardiologia. Ma anche visite chirurgiche, senologiche, dermatologiche, oculistiche, ortopediche, pneumologiche e psicoterapeutiche. A capo della struttura c’è il presidente Guido Filosto, il vicepresidente è invece Michele Ciaccofera. L’amministratore delegato è Leone Filosto. Uno dei consiglieri è Carlo La Barbera. Oggi Messina Denaro si era recato sul posto per fare un tampone antiCovid, dovendo essere ricoverato in day hospital. «Stamattina alle 6 non c’era nulla, poi i miei collaboratori mi hanno chiamato: ci sono i Ros, mi hanno detto, e si è presentato un militare in assetto di guerra, stiamo cercando una persona, mi ha detto, stia tranquillo. In ogni piano c’era uno di loro, dei carabinieri in assetto di guerra», ha raccontato ancora all’AGI il medico protetto dall’anonimato. La struttura è stata messa in sicurezza con un ingente numero di forze armate la scorsa notte. Sul posto, nelle scorse ore, sono scrosciati gli applausi da parte dei pazienti e dei familiari presenti nei confronti dei carabinieri del Ros. In queste ore, il boss è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano.

Foto copertina: Agenzia Giornalistica Italia

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