Australian Open, vietate le bandiere russe e bielorusse: lo stop dopo il blitz sugli spalti. Mosca protesta – La foto
Gli organizzatori degli Australian Open, uno dei tornei del Grande Slam, hanno vietato l’esposizione di bandiere russe e bielorusse durante la kermesse sportiva. La politica iniziale prevedeva l’utilizzo di qualunque bandiera, a patto che non creasse problemi allo svolgimento del torneo. Ma in mattinata, l’organo di governo nazionale – il Tennis Australia – ha deciso di vietare gli stendardi di Mosca e Minsk dopo che uno spettatore ha esposto una bandiera russa a bordo campo durante la partita del primo turno tra la tennista ucraina Kateryna Baindl e la russa Kamilla Rakhimova. «Abbiamo deciso di vietare le bandiere della Russia e della Bielorussia agli Australian Open», spiega la Federazione sportiva che in una nota ha fatto sapere di aver cambiato idea sulla politica iniziale del torneo. «Inizialmente i fan potevano portare le bandiere, ma ieri (lunedì 16 gennaio, ndr) abbiamo avuto un incidente: una bandiera russa è stata posizionata a bordo campo e per questo abbiamo deciso di applicare immediatamente il divieto», conclude l’ente, citato dal Washington Post. Alcuni tifosi ucraini presenti allo stadio durante la competizione tra le tenniste di Mosca e Kiev, hanno chiamato la polizia e la sicurezza poiché convinti che i sostenitori russi stessero intimidendo Baindl mostrando la bandiera bianco, blu e rossa a bordo campo. Tuttavia, uno dei sostenitori russi ha negato di aver mancato di rispetto alla tennista. «Stavo solo esprimendo sostegno a Rakhimova, che aveva solo sua madre nel palco dei suoi sostenitori».
Sulla vicenda è intervenuta anche Jacinta Allan, premier ad interim del governo di Victoria che alla Bbc ha elogiato la decisione del Tennis Australia. «L’invasione russa dell’Ucraina è aberrante. E questo è un messaggio molto, molto chiaro: i diritti umani sono importanti, sia nello sport che più in generale nella nostra comunità». Aryna Sabalenka, tre volte semifinalista del Grande Slam e bielorussa, ha detto ai giornalisti che, sebbene preferisca tenere separati politica e sport, comprende la decisione di Tennis Australia. Tempestiva la reazione del Cremlino che tramite l’ambasciatore russo in Australia Alexey Pavlovsky – citato dalla Tass – si è scagliato contro il divieto, definendo la mossa solo un altro esempio dell’inaccettabile politicizzazione dello sport: «La decisione di vietare le bandiere russa e bielorussa agli Australian Open è un altro esempio dell’inaccettabile politicizzazione dello sport. Oltre alla discriminazione nei confronti dei tennisti russi, che devono competere sotto bandiera neutrale, l’Australian Tennis Foundation è andata anche oltre, vietando tifosi sugli spalti dal mostrare sostegno ai nostri atleti. Purtroppo, gli organizzatori hanno ceduto a palesi manipolazioni politiche a scapito dello spirito del fair play, che era insito negli Australian Open». Dal giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli atleti russi e bielorussi non gareggiano sotto la bandiera del proprio Paese. Ma non solo. Il 30 dicembre scorso era arrivata anche la conferma da parte del presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), Thomas Bach, secondo il quale non ci sarebbe stata nessuna riammissione di Russia e Bielorussia alle competizioni sportive internazionali previste per il 2023.