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Guerra in Ucraina, le testimonianze dell’ex comandante Wagner fuggito in Norvegia

17 Gennaio 2023 - 17:32 David Puente
L'ex comandante wagneriano racconta delle esecuzioni dei mercenari che si rifiutavano di combattere in Ucraina

In questi giorni circola la notizia di un giovane ex Wagner, il gruppo paramilitare russo di Yevgeny Prigozhin, che ha chiesto asilo in Norvegia. La storia del 26enne Andrey Medvedev era già nota al pubblico da dicembre 2022, ma la novità riguarda la fuga e la conferma ufficiale della sua partecipazione attiva nel gruppo terroristico, per voce dello stesso Prigozhin. Quest’ultimo, di fronte alla volontà di Medvedev di collaborare per denunciare i crimini di guerra commessi in Ucraina, lo ha descritto come «molto pericoloso» e di cui non fidarsi. Andrey non è un semplice ex Wagner. Il suo nome in codice come mercenario era Dzhoga (Джога) ed era comandante di una divisione del gruppo paramilitare operante in Ucraina. Una volta deciso di non proseguire la collaborazione, iniziata il 6 luglio 2022 per un periodo di 4 mesi, la società di Prigozhin gli rinnovò il contratto senza il suo consenso. Consapevole delle conseguenze, Andrey si presentò presso la sede di San Pietroburgo per restituire il distintivo di fronte agli occhi increduli dei presenti.

In quanto disertore, Andrey si era messo in contatto con l’organizzazione per i diritti umani Gulagu.net rilasciando un’intervista dove denuncia le attività illegali ad opera dei mercenari in Ucraina. Ricercato dagli uomini di Prigozhin, aiutati dalle autorità russe, Andrey riesce a scappare in Norvegia dove viene arrestato al confine durante la notte tra il 12 e il 13 gennaio 2023. Una volta presentata la richiesta di asilo, venne condotto e interrogato a Oslo per rilasciare le sue prime dichiarazioni sui crimini di guerra condotti dal gruppo in Ucraina. La sua testimonianza non riguarda soltanto i crimini condotti contro gli ucraini, l’ex mercenario racconta di come gli stessi russi venivano uccisi se non eseguivano gli ordini o se tentavano di disertare. Tra i casi riportati c’è l’esecuzione di Evgeny Nuzhin, di cui Andrey afferma di esserne stato il comandante. A The Insider dichiara di essere a conoscenza e di aver assistito a diverse esecuzioni di altri mercenari – che si erano rifiutati di combattere. Sarebbe in possesso di un video relativo all’uccisione di due mercenari ad Alchevsk, cittadina sotto il controllo della autoproclamata Repubblica di Lugansk, ad opera di un reparto speciale del servizio di sicurezza Wagner chiamato “MED” (МЕД), presumibilmente legati all’FSB russo in quanto passavano il confine senza alcun controllo.

Contrariamente a quanto si racconta in Russia, le famiglie dei mercenari Wagner deceduti durante i combattimenti in Ucraina non vengono affatto risarciti. Il trucco utilizzato dalla società di Prigozhin è quello di dichiararli come dispersi, evitando problemi con l’agenzia assicurativa di fronte al numero elevato di perdite sul campo. Andrey racconta dell’arrivo dei detenuti russi e di come l’intero gruppo sembrava composto da kamikaze, citando un plotone dove erano sopravvissuti appena tre persone su trenta nel giro di pochi giorni. Prigozhin, contattato dal media norvegese Aftenposten, ha confermato la presenza tra le file di Wagner del 26enne Andrey Medvedev. Lo ha fatto tramite un post Telegram del canale ufficiale della sua azienda, sostenendo che l’ex mercenario sarebbe di origine norvegese e di essere ricercato dal servizio di sicurezza di Wagner in quanto lo ritengono responsabile di maltrattamenti nei confronti dei prigionieri. Nel post Telegram, Prigozhin conclude con quello che potrebbe essere un ulteriore tentativo di screditare Andrey: «Fate attenzione, è molto pericoloso».

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