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Csm, annuncio a sorpresa: voto anticipato a domani per chiudere la partita su Giuffrè

18 Gennaio 2023 - 12:44 Felice Florio
L'ex magistrato e leader di Unione popolare Luigi de Magistris corrobora le ritrosie di M5s e Pd su Valentino: «Il suo nome nelle mie indagini quando facevo il pm in Calabria»

Il parlamento non tornerà a riunirsi in seduta comune martedì 24 gennaio, come dichiarato dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè al termine della seduta di ieri, quando solo nove candidati su 10 hanno raggiunto il quorum per essere nominati membri laici del Consiglio superiore della magistratura. A sorpresa, nella mattina di oggi, 18 gennaio, è giunta la notizia che l’elezione del decimo componente di nomina parlamentare è stata anticipata a domani, ore 14.30. C’è chi sostiene che sia arrivato direttamente dal Quirinale l’input ad accelerare un’elezione sulla quale si è già trovato l’accordo: il nome che completerà la rosa dei laici è quello di Felice Giuffrè. Il professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Catania, vicino in passato al Movimento sociale italiano, è stato proposto in quota Fratelli d’Italia per sostituire Giuseppe Valentino. Su quest’ultimo, proprio mentre si celebrava il primo scrutinio, sono emerse accuse di rapporti ambigui con uomini di ‘ndrangheta e la conferma di un fascicolo d’indagine aperto a Reggio Calabria. Prima i parlamentari del Movimento 5 stelle, poi quelli del Partito democratico hanno chiesto garanzie al partito di Giorgia Meloni.

Durante la prima chiama si è deciso di interrompere il flusso di preferenze su Valentino e farle convergere, last minute, su Giuffrè. Con alcune schede, però, già compilate a favore dell’avvocato penalista calabrese, Giuffrè non ce l’ha fatta a raggiungere il quorum dei due terzi degli aventi diritto. Dovrebbe farcela domani: così l’organo di autogoverno della Magistratura potrà entrare nella pienezza delle sue funzioni. Intanto, critiche su Valentino sono arrivate anche da un ex magistrato che per anni ha operato in Calabria. Luigi de Magistris, oggi leader di Unione popolare, ha dichiarato: «Fratelli d’Italia ha proposto per la nomina a componente laico del Csm l’avvocato Giuseppe Valentino, storico esponente della destra di Reggio Calabria. Pare che fosse in pole position per divenire vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura. Poi qualcuno si è ricordato che il nome di Valentino è nelle carte giudiziarie di indagini e processi molto delicati di mafia in Calabria. Conosco bene quelle carte, di cui per buona parte sono stato titolare quando facevo il pm in Calabria».

Le indagini di de Magistris che coinvolgevano Valentino

Nella sua ricostruzione, de Magistris ha sottolineato che in questo caso «non si tratta di giustizialismo e presunzione di innocenza, di indagini o di archiviazioni, di condanne o assoluzioni. Voglio citare un fatto che sarebbe da solo sufficiente per far ritenere improponibile la candidatura al Csm di Valentino e quindi che fa comprendere il livello di sensibilità del partito della premier Meloni su questione morale e contrasto alle mafie: in un’intercettazione ambientale che posizionammo con la squadra mobile della questura di Reggio Calabria, circa 20 anni fa, nello studio dell’avvocato Paolo Romeo, già parlamentare e già imputato e poi condannato per mafia, l’allora deputato e sottosegretario alla giustizia di Alleanza nazionale del governo Berlusconi Giuseppe Valentino preparò e scrisse sotto suggerimenti e consigli di Paolo Romeo, come se fosse la lettera tra Totò e Peppino nello storico film, il discorso che per conto del Governo avrebbe tenuto in quei giorni all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’appello di Reggio Calabria. L’avvocato Romeo con assoluta confidenza rivolgendosi all’amico “Peppino” condivideva con lui l’intervento da tenere sulla giustizia. Paolo Romeo, il cui profilo giudiziario è illuminante per comprenderne l’elevato spessore di influenza politica e istituzionale, è stato quindi in parte l’autore, apparentemente occulto, del discorso del governo sulla giustizia nella città in cui operano tra le principali e più pericolose ‘ndrine».

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