I testimoni del femminicidio di Martina Scialdone: «Le ha sparato ed è tornato nel ristorante con l’arma, ci siamo nascosti sotto i tavoli»
Dopo aver sparato a Martina Scialdone, Costantino Bonaiuti è rientrato nel ristorante Brado di via Amelia al Tuscolano. Con la pistola in mano. E questo ha provocato un fuggi fuggi da parte degli altri clienti. Alcuni si sono nascosti sotto i tavoli. A raccontarlo è Silvia, una dei presenti, in un’intervista rilasciata all’edizione romana di Repubblica. E mentre il ristoratore conferma di aver chiamato la polizia alle 23, anche la testimone dice di aver visto le forze dell’ordine dopo l’omicidio. Circostanza confermata persino dalla giudice per le indagini preliminari Simona Calegari su Facebook. «Ci siamo riparati tutti sotto i tavoli. Alcuni piangevano. Altri gridavano “Le ha sparato, le ha sparato, è armato, allontanatevi, nascondetevi, viene da questa parte, bloccate le porte”. Ero pietrificata, non riuscivo più a muovere le gambe», racconta Silvia.
La lite e la chiamata alla polizia
La cliente ricostruisce i momenti chiave dell’aggressione: «Ad un certo punto, i due hanno cominciato a discutere al tavolo. All’inizio come fanno le coppie normali, come facciamo tutti. Poi però la situazione è diventata più complicata. Martina è entrata in bagno e Bonaiuti l’ha raggiunta. C’era maggiore animosità tra i due, litigavano con toni più accesi, tutti se ne sono accorti». Poi sono usciti e Bonaiuti l’ha strattonata per farla entrare in macchina: «Allora il titolare ha preso il numero di targa e ha chiamato la polizia». Secondo la testimone erano le 23 circa. «Poi Martina è rientrata. Molto di fretta, aveva l’aria di chi cercasse qualcosa, aveva lasciato la sua sigaretta elettronica. La cameriera l’ha fermata e le ha detto: “Se è una scusa per difenderti, se non ti senti sicura, resta qui con noi”. Ma Martina ha di nuovo usato parole rassicuranti ed è andata via».
L’omicidio
La testimone arriva a raccontare l’omicidio: «Le ha sparato sul vialetto a pochi metri dall’entrata del Brado. Martina si è accasciata, piena di sangue, tra le braccia del fratello. A quel punto abbiamo temuto per noi: tra i tavoli gridavano, Bonaiuti armato stava tornando verso il locale. La paura è stata tanta, abbiamo pensato di metterci sotto i tavoli. I ristoratori hanno bloccato la porta d’ingresso scorrevole. Siamo rimasti chiusi dentro per tre, forse quattro minuti ma mi è sembrata una vita». Mentre la polizia «è arrivata solo alla seconda chiamata del ristorante, dopo lo sparo. Saranno state le 23.50. Solo allora via Amelia era piena di volanti. Saranno state una decina in tutto. Mentre l’ambulanza è arrivata qualche minuto dopo la polizia».
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