Alfonso Sabella e Matteo Messina Denaro: «Abbiamo fatto di lui un mito ma non è il Capo dei Capi»
Il magistrato Alfonso Sabella considera l’arresto di Matteo Messina Denaro «la ciliegina sulla torta della vittoria sui Corleonesi». Ma il giudice che ha arrestato Brusca non ritiene che il boss sia il Capo dei Capi della mafia. «Dopo l’arresto di Leoluca Bagarella era fisiologico fosse lui a prendere il posto di capo della componente stragista. Invece il timone passa a Brusca. E dopo l’arresto dei Brusca sostanzialmente Messina Denaro sparisce dai miei radar. Indagavo su quei territori e non ho più avuto tracce di una sua presenza, di sue azioni», dice oggi in un’intervista a il Fatto Quotidiano. Secondo la sua opinione a un certo punto Matteo Messina Denaro «ha tirato i remi in barca».
«Si è fatto i fatti suoi»
«E credo che dopo l’arresto di Vito Vitale si metta sostanzialmente d’accordo con Provenzano per una transizione indolore del potere verso i palermitani. L’efferato stragista si ritira, insomma, al ruolo di moderato, per capitalizzare il più possibile e prolungare la sua latitanza: non comandare significa ridurre i contatti», spiega Sabella. Insomma, Messina Denaro si è «fatto i fatti suoi». Come del resto lo aveva sempre accusato Riina. Per questo, secondo il pm, «è un arresto importantissimo. Ma bisogna essere altrettanto chiari nel dire che non è stato preso il capo dei capi di Cosa Nostra. Che oggi è la terza organizzazione criminale italiana, mentre negli anni Novanta era la prima al mondo».
Le manette che mancavano a Messina Denaro
Infine, Sabella spiega perché Messina Denaro era senza manette durante l’arresto: «Evidentemente non c’erano pericoli. I poliziotti che arrestarono Giovanni Brusca persero la chiave, dovettero tagliargliele col frullino. Aprii un procedimento. Ma Brusca escluse responsabilità e anche di aver subito violenza». Mentre del boss non bisogna fidarsi lo stesso: «Può ancora dare ordini al suo mandamento. E potrebbe alzare il livello ora che è con le spalle al muro. È pur sempre uno stragista».
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