Anche Microsoft costretta a licenziare: a casa entro marzo 10mila dipendenti. Nadella: «Recessione in arrivo, decisione inevitabile»
Come altri colossi del tech, anche Microsoft stringe la cinghia e annuncia il taglio della sua forza lavoro. A farne le spese saranno 10.000 dipendenti, ovvero circa il 5% del totale, in quella che è la maggiore riduzione negli ultimi otto anni. La decisione presa dall’azienda di Redmond è legata all’indebolimento dell’economia globale e alla necessità di concentrasi su obiettivi strategici che includono lo sviluppo settoriale dell’intelligenza artificiale. Microsoft è infatti uno degli investitori di OpenAi, ovvero la società dietro il chatbot (al momento) gratuito ChatGPT. «Queste sono quel tipo di decisioni difficili che abbiamo preso nel corso dei nostri 47 anni di storia per restare rilevanti in un’industria che non perdona chi non si adatta», ha affermato l’amministratore delegato del colosso, Satya Nadella. I licenziamenti, che andranno avanti fino alla fine di marzo, comporteranno una spesa per il colosso tech di oltre 1,2 miliardi di dollari e seguono la riduzione della forza lavoro attuata nel 2014 e nel 2015 che ha portato al taglio di circa 25.000 posti.
«Stiamo assistendo ad aziende in ogni industria che si muovono con cautela mentre alcune parti del mondo sono in recessione e altre ne prevedono una», aggiunge Nadella precisando comunque che Microsoft continuerà ad assumere in aree strategiche: «È importante sottolineare che mentre stiamo eliminando ruoli in alcune aree, continueremo ad assumere in aree strategiche chiave», si legge in un messaggio ai dipendenti, pubblicato nel blog aziendale. I dipendenti licenziati che «saranno trattati con dignità e rispetto – spiega il Ceo – riceveranno una serie di vantaggi», tra cui «un’indennità di licenziamento superiore al mercato di riferimento, copertura sanitaria e maturazione di premi azionari per sei mesi, servizi di transizione professionale e preavviso di 60 giorni prima del licenziamento, indipendentemente se tale avviso sia legalmente richiesto», conclude Nadella sottolineando come tali vantaggi siano relativi ai lavoratori statunitensi. Per i dipendenti al di fuori degli Stati Uniti, invece, i vantaggi saranno «stabiliti in relazione alle leggi sul lavoro di ciascun Paese». Con questa decisione Microsoft va così ad allungare la lista delle aziende della Silicon Valley che hanno annunciato riduzioni alla forza lavoro in questi mesi.
Leggi anche:
- Amazon conferma le indiscrezioni sui licenziamenti: taglierà 18mila posti di lavoro
- Google, crescono le voci sulla raffica di licenziamenti: paura tra i dipendenti sul nuovo sistema di valutazione
- La mannaia di Jeff Bezos anche sul Washington Post, il Ceo annuncia un’ondata di licenziamenti e va via senza rispondere – Il video