Qatargate, parla Francesco Giorgi: «Così Panzeri progettò con la commercialista il piano per gestire i flussi di denaro»
Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare del gruppo S&D al centro della presunta rete di corruzione da Paesi arabi nel mondo degli affari europei, andò in Qatar durante gli ultimi Mondiali di calcio. E ad accompagnarlo c’era anche Monica Rossana Bellini, la commercialista della famiglia Panzeri arrestata ieri 17 gennaio con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. È quanto ha dichiarato ai magistrati belgi l’ex collaboratore di Panzeri, Francesco Giorgi, anche lui agli arresti da oltre un mese, secondo quanto emerge dal formulario del mandato d’arresto europeo spiccato a carico della professionista. Giorgi ha iniziato a parlare con i magistrati belgi, così come lo stesso Panzeri, fornendo informazioni d’interesse sulla genesi e crescita della presunta trama corruttiva. «All’inizio del 2019, credo, Panzeri ha pensato che invece di prendere denaro contante, sarebbe stato preferibile creare una struttura giuridica all’interno della quale avremmo potuto partecipare, principalmente lui, perché io avevo il mio lavoro, e gestire così il flusso di denaro in modo legale», ha detto Giorgi spiegando che per questo motivo Panzeri si sarebbe rivolto alla sua commercialista per mettere a punto il progetto.
«Bellini? Si occupava del rientro dei soldi»
Giorgi è una delle figure centrali del cosiddetto Qatargate, l’inchiesta belga su come Qatar e Marocco avrebbero corrotto europarlamentari e funzionari attuali e passati con l’obiettivo di influenzare la politica comunitaria in loro favore. Negli atti dell’indagine si legge che Panzeri è «sospettato di essere intervenuto politicamente, con persone che lavorano al Parlamento europeo, a favore del Qatar e del Marocco dietro compenso». Ed emerge, in particolare, che Bellini avrebbe «svolto un ruolo importante nel rientro dei soldi cash provenienti dal Qatar creando, insieme a Silvia Panzeri, figlia di Antonio, una struttura di società che desse al flusso di denaro una veste legale».
La società di consulenza “Equality”
Giorgi riferisce di come sia stata così creata in Italia una società di consulenza dal nome Equality che ha fornito servizi per una società con sede in Inghilterra. «Fu il ‘palestinese’ a suggerire di rivolgersi ad Hakan e alla sua società in Inghilterra, di cui non ricordo il nome», di legge nel verbale. «Trattandosi di una società inglese, dovevano essere preparati i documenti in inglese. Il mio coinvolgimento è stato quello di mettere in contatto Panzeri, la sua commercialista Monica Bellini e sua figlia Silvia Panzeri (nessuno di loro parlava inglese) con Hakan e Silvia ha preparato le carte come avvocato». Giorgi ha poi aggiunto che anche lui ha contribuito alla creazione della società sulla base delle sue conoscenze linguistiche. «Per giustificare l’utilizzo di una società italiana da parte di una società inglese, i servizi devono essere forniti in lingua inglese». Quindi, si legge nel verbale, «ho chiesto a conoscenti della mia famiglia che parlano inglese di fornire servizi concreti, senza sapere cosa stava succedendo».
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