La folle challenge del soffocamento uccide una 12enne argentina. Ma TikTok ha affinato le armi per combattere la “Choking Game”
«Non sei da solo». È questo il messaggio che appare su TikTok se si scrive nella barra di ricerca «Choking Game», ovvero “sfida del soffocamento”. Si tratta della nota challenge che circola da diversi anni su più piattaforme e che ha portato alla morte in Argentina della 12enne Milagros Soto. È morta in diretta TikTok davanti agli occhi degli utenti, tra cui alcuni compagni di classe, mentre svolgeva la challenge in questione che incoraggia i ragazzi a farsi mancare l’aria con un laccio al collo fino a perdere i sensi e svenire. A trovare il corpo dell’adolescente è stato il padre nell’abitazione in cui vivevano nella città di Capitàn Bermudez, nella provincia di Santa Fe. Il decesso risale al 13 gennaio scorso. La zia della giovane ha riferito che Milagros soffriva di bullismo e che ha messo in atto la sfida perché voleva ottenere l’approvazione dei compagni di scuola. La zia ha spiegato che la 12enne aveva ricevuto un messaggio su Whatsapp con il link alla sfida. «Abbiamo molti dubbi su tutto quello che è successo – ha aggiunto –. Era una ragazza molto intelligente. Ma credo che qualcuno l’abbia incoraggiata a farlo». La notizia della morte della 12enne è stata riportata da gran parte dei media italiani mettendo in luce la diffusione a macchia d’olio della challenge in oggetto. In realtà, TikTok Italia ha riferito a Open che non vi è alcuna evidenza che la Choking game sia un trend sulla piattaforma.
Cos’è la Chocking game
La Choking game, anche conosciuta come la sfida del blackout o del soffocamento, è una challenge che circola da molto tempo e che negli anni è sopravvissuta alla nascita dei nuovi social. La sfida incoraggia i ragazzi a farsi provocare volontariamente uno svenimento facendo ricorso all’ipoventilazione, legandosi un laccio o una corda intorno al collo fino a svenire. La scena deve poi essere filmata e diffusa sui social. Il caso della 12enne non è la prima morte causata da questa challenge. Già nel 2018 ci fu un decesso in Italia, a Tivoli, dove un 14enne si era messo un cavo della PlayStation intorno al collo per la challenge ed era stato trovato privo di sensi dal padre.
La policy speciale di TikTok
All’epoca era intervenuta la polizia postale che aveva provveduto a bloccare i contenuti relativi alla challenge su YouTube e sugli altri social così da evitare nuove emulazioni. Una gestione del problema avvenuta ex post e molto diversa dal caso di questa 12enne argentina. Se si prova a cercare su TikTok dei contenuti in merito alla Choking game, nella piattaforma appare il messaggio: «Ci sono sempre strumenti di aiuto disponibili se tu o qualcuno che conosci state attraversando un momento difficile». La piattaforma, inoltre, invita gli utenti a rivolgersi al Telefono azzurro o al Telefono amico e ha ideato una pagina in cui dà alcuni consigli su come gestire un eventuale invito a una challenge pericolosa. «Non è un intervento che abbiamo adottato a seguito della morte della 12enne, ma anche mesi fa, se si fosse cercato lo stesso contenuto sarebbe uscito il banner di aiuto», spiega a Open un portavoce di TikTok Italia. «Non abbiamo evidenza, inoltre, che la Choking game ora sia un trend».
Cosa fa la piattaforma per proteggere gli utenti
«Noi abbiamo una struttura continuamente aggiornata che lavora nella prevenzione della circolazione di contenuti dannosi per gli utenti», spiega il portavoce della piattaforma. TikTok adotta, infatti, una serie di algoritmi che mirano a impedire di default la possibilità di trovare contenuti nocivi, come la Choking game. Laddove non riesce ad arrivare la tecnologia, subentra il team che lavora 24 ore su 24 in questo ambito. «Sono diversi – riferisce TikTok Italia – i passaggi di verifica che vengono fatti sui video. Ma a volte capita l’errore e qualcosa esce dal controllo della piattaforma». In questa battaglia per la tutela degli utenti, anche questi ultimi hanno un ruolo centrale: laddove un contenuto sfugga alla piattaforma, gli utenti che lo intercettano possono (e dovrebbero) segnalarlo.
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