Usa, nessun cyber-attacco dietro lo stop ai voli: «Un dipendente aveva cancellato per errore dei file»
Ci sarebbe un errore umano alla base del grande stop ai voli statunitensi accaduto lo scorso 11 gennaio, con oltre 1.100 ritardi e 94 cancellazioni. Secondo i primi risultati delle indagini della Federal Aviation Administration un dipendente ha involontariamente cancellato i file del database generale, provocando così la cancellazione di migliaia di voli e ritardi sia in entrata che in uscita dagli Stati Uniti. Nell’interruzione durata ore, i piloti non hanno potuto accedere al sistema Notice to Air Missions (NOTAM) in grado di fornire informazioni sui pericoli, su eventuali modifiche alle strutture aeroportuali e sulle informazioni che possono influire sui voli. «Il personale contrattuale ha involontariamente cancellato i file mentre lavorava per correggere la sincronizzazione tra il database primario in tempo reale e un database di backup», spiega il rapporto preliminare della Federal Aviation Administration. L’indagine ora continua ma l’agenzia afferma di non aver trovato alcuna prova che colleghi l’incidente «a un attacco informatico o a un danno colposo». La FAA informa anche di un’azione di rinforzamento del sistema NOTAM «al fine di renderlo più resiliente». Lo stop ai voli era arrivato dopo un altro momento non poco delicato per l’aviazione federale, quando durante il periodo natalizio la violenta tempesta Elliott si era abbattuta sugli Stati Uniti provocando un enorme caos anche per i viaggi di tutto il Paese. Intanto le critiche all’agenzia non mancano: un gruppo di legislatori di Washington DC ha scritto alla FAA definendo «assolutamente inaccettabile» l’interruzione avvenuta, chiedendo anche spiegazioni su come l’agenzia sarebbe riuscita ad evitare episodi simili in futuro. Per le prossime ore l’amministratore ad interim della FAA Billy Nolen ha annunciato un briefing con i legislatori al fine di discutere le preoccupazioni avanzate.