Non è finita: l’altra inchiesta sulla Juventus e il rischio di nuove stangate
Non è finita con 15 punti di penalizzazione. La sentenza che condanna la Juventus apre prospettive importanti per la procura federale. Che in attesa dell’appello ha altri due dossier aperti sui bianconeri. Grazie alle carte dell’inchiesta Prisma. Un totale di 15 faldoni e migliaia di pagine di intercettazioni. Cosa succederà? Le strade sono due: la Juve potrebbe rischiare altre sanzioni. Che peggiorerebbero la sua situazione in questo campionato e molto probabilmente influenzerebbero anche il prossimo. Lasciando i bianconeri per due anni senza gli introiti della Champions League, come minimo. Oppure la Corte della Federazione potrebbe considerare i bianconeri già puniti con la sentenza di ieri. In quel caso tutto si chiuderebbe senza ulteriori punizioni.
La manovra stipendi
I dossier sul tavolo della procura sono due. Uno, spiega oggi Repubblica, punta sulle cosiddette manovre stipendi. Ovvero le operazioni con cui i calciatori hanno soltanto posticipato gli emolumenti nelle stagioni 2019/20 e 2020/21. I giocatori hanno firmato rinunce fittizie e poi accordi privati per avere i soldi in unica soluzione o come incentivo all’esodo. Il caso più famoso è quello di Cristiano Ronaldo. La carta che inguaia i bianconeri è spuntata tra le carte della procura. La firma del calciatore non c’è. Quella dell’ex direttore sportivo Fabio Paratici sì. Gli accordi scritti su carte non federali violano l’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva. «La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto». Basta quindi averlo pattuito.
La carta Ronaldo
Il dossier sugli stipendi ha raccolto 17 adesioni. E l’accordo era su carte non federali. Quello specifico di Cr7 riguardava il versamento di 19,5 milioni di euro. Sui quali ora il portoghese potrebbe fare causa. Le violazioni potrebbero portare a una multa pari a tre volte il valore dell’accordo. E per la Juventus sarebbe una stangata senza precedenti. Secondo il collegio di legali schierati dalla Juventus nelle operazioni che hanno portato alle plusvalenze non c’erano elementi per «fondare la natura fraudolenta e artificiosa delle operazioni concluse e dei valori ad esse assegnati». La tesi difensiva sulla manovra stipendi è ancora coperta.
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