In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
FACT-CHECKINGCoronavirusModernaSanitàVaccini

La storia fuorviante di Moderna e il vaccino anti Covid pronto «prima che si diffondesse il virus»

24 Gennaio 2023 - 10:25 David Puente
Moderna iniziò a lavorare al vaccino contro il virus dopo la pubblicazione della sua sequenza genetica e quando non erano stati decisi i nomi Sars-Cov-2 e Covid-19

«Moderna: avevamo il vaccino prima che ci fosse il Covid» titola in prima pagina La Verità nell’edizione del 20 gennaio 2023, il tutto basandosi su una dichiarazione che avrebbe rilasciato il CEO della società Stéphane Bancel a Davos nel corso di un’intervista a CNBC. Una narrazione fuorviante in realtà nota, già diffusa nel 2021 a seguito di un altro episodio, che aveva innescato nei lettori l’idea che ci fosse un complotto prima della diffusione del Sars-Cov-2. L’articolo, in realtà, contiene alcuni elementi chiave che permettono di comprendere una parte del contesto.

Per chi ha fretta

  • Si sostiene che Moderna stesse lavorando a un vaccino anti Covid-19 prima ancora dell’arrivo della malattia.
  • La dichiarazione del CEO di Moderna risale a un incontro a colazione con la conduttrice della CNBC durante il WEF del 2020.
  • Che Moderna fosse al lavoro per un vaccino contro la Covid-19 prima del WEF 2020 era già noto, e comunque successivo alla pubblicazione della sequenza genetica del virus.
  • All’epoca non esistevano i nomi Covid-19 e Sars-CoV-2, come giustamente afferma il CEO di Moderna nell’intervista del 2023.

Analisi

Ecco uno dei post che condivide lo screenshot dell’articolo de La Verità:

Queste sono le parti sottolineate nell’immagine:

Egli [l’amministratore delegato di Moderna, ndr] ricorda di quando, durante l’edizione 2020, si erano incrociati nella sala colazioni e lui l’aveva informata che la compagnia stava «lavorando su un vaccino per il Covid. Allora», sottolinea giustamente la conduttrice, «il Covid-19, in realtà, nemmeno esisteva». «Si, non aveva ancora un nome», conferma, raggiante, il ceo della casa farmaceutica.

L’articolo prosegue così:

Si. Moderna aveva un vaccino prima che l’Oms inventasse la sigla «Sars-Cov-2»: era stato concepito a gennaio 2020; il virus venne ribattezzato un mese dopo. Un vaccino espresso.

Ciò che riporta lo screenshot de La Verità è soltanto una parte dell’intervista, uno spezzone che circola sui social come nel caso di questo tweet dell’utente James Cintolo (@healthbyjames):

BREAKING — Moderna CEO Admits On Live Air At Davos They Were Making A COVID-19 Vaccine In January Of 2020 Before SARS-CoV-2 Even Had A Name

Lo screenshot non riporta un’altra parte dell’articolo che cita una breve cronologia degli eventi:

Che la corporation americana avesse bruciato le tappe non era un mistero. Il mistero è come ci sia riuscita, considerate anche le reticenze cinesi nelle prime fasi dell’emergenza. All’inizio, le autorità del Dragone punivano i sanitari che osavano lanciare l’allarme per l’epidemia di polmoniti.

Dei prodigi di Moderna parlò sulla Verità , a maggio 2020, Antonio Grizzuti. Due giorni dopo che Pechino aveva comunicato la sequenza genetica del nuovo patogeno, i ricercatori statunitensi avevano messo a punto lo schema di quello che sarebbe diventato l’immunizzante a mRna. Era il 13 gennaio 2020. Il Wef sarebbe partito otto giorni dopo.

La cronologia

Sul sito dell’OMS è presente una cronologia degli eventi completa. Riportiamo le date importanti per il fact-check con un’informazione in più riportata da Open il 24 gennaio:

  • il 31 dicembre 2019 la Commissione sanitaria municipale di Wuhan segnala un gruppo di casi di polmonite.
  • il 3 gennaio 2020 un articolo della BBC riporta l’arresto a Wuhan di 8 persone accusate di aver diffuso notizie false e senza verifica su un virus in circolazione (articolo di Open qui).
  • il 5 gennaio l’OMS pubblica un comunicato sui focolai sul virus (attenzione alla nota sottostante).
  • il 12 gennaio 2020 la Cina condivide la sequenza genetica del virus, all’epoca noto come Novel Coronavirus (2019-nCoV).
  • Il WEF del 2020 si era svolto tra il 21 e il 24 gennaio 2020, periodo in cui Stéphane Bancel avrebbe parlato con la giornalista nella sala colazioni.
  • Nel report dell’OMS dell’undici febbraio 2020 il virus veniva ancora chiamato 2019-nCoV.
  • Il nome della malattia Covid-19 venne annunciato l’undici febbraio 2020 nel sito dell’OMS. Lo stesso giorno venne annunciato il nome del virus Sars-CoV-2 al posto di 2019-nCoV.

Una nota doverosa per evitare incomprensioni. Nel link del comunicato pubblicato il 5 gennaio 2020 nel sito dell’OMS leggiamo nel titolo «Covid-19», ma non è quello originale di quel giorno. Nel corso degli ultimi anni il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cambiato alcune sezioni, inclusi gli url degli articoli e dei comunicati. Il comunicato originale del 5 gennaio 2020 riportava il seguente titolo (archiviato qui): «Pneumonia of unknown cause – China».

Come possiamo notare dalla cronologia, risulta comprensibile che il nome Covid e Covid-19 durante il WEF del 2020 non esistesse ancora.

L’intervista a Davos nel 2023

Nel sito di CNBC troviamo sia il video che l’articolo riguardo l’incontro con Bancel, dove viene riportato come la produzione di un vaccino a mRNA sia più flessibile rispetto ad altre tecnologie:

Bancel noted that one advantage the mRNA platform offers is the lack of any capacity constraint in production of the new vaccine. “All the products use the same manufacturing process. We can use the same people, the same equipment and raw materials as the Covid vaccine.”

Secondo Bancel, i vaccini a mRNA hanno uno stesso processo di produzione e questo ha dato manforte per lo studio del nuovo vaccino RSV, argomento di discussione dell’incontro. Di fatto, come sappiamo da tempo, i vaccini a mRNA non sono una novità del 2020 in quanto vengono studiati da più di 10 anni e Moderna ci lavora attivamente almeno dal 2012. Anche il concorrente Pfizer (con BioNTech) sviluppava vaccini di questo tipo nel 2018 contro l’influenza.

Nessuna novità nel gennaio 2020

Nell’intervista a CNBC sostengono che nella sala colazioni di Davos il CEO di Moderna abbia ammesso di lavorare a un vaccino contro il nuovo Coronavirus, quando però l’attuale nome non era ancora stato scelto. L’incontro di Davos si sarebe svolto tra il 21 e il 24 gennaio 2020, mentre qualche giorno prima era già di dominio pubblico che la società Moderna stesse lavorando a un vaccino contro il nuovo virus. Lo afferma Anthony Fauci in un’intervista a Scientific American pubblicata il 22 gennaio 2020:

We’ve already started to develop a vaccine. We got the [genetic] sequence from the Chinese. We’re partnering with a company called Moderna to develop a messenger RNA–based platform for a vaccine.

Gli accordi per un vaccino contro MERS-CoV

La storia di Moderna e della produzione dei vaccini «prima della pandemia» non è nuova, trattata di fatto dai colleghi di PoliticFact in un articolo del 25 giugno 2021. All’epoca si sosteneva che ci fossero dei “documenti segreti” che avrebbero dimostrato che il governo americano avesse dei vaccini contro la Covid-19 sviluppati da Moderna settimane prima dell’epidemia Covid-19. In realtà, l’accordo (disponibile qui) riguardava il Coronavirus responsabile della MERS (virus che veniva studiato sia da Moderna che dall’NIH).

Conclusioni

Di fatto, Moderna stava già lavorando a dei vaccini contro un tipo di Coronavirus prima ancora che arrivasse il Sars-CoV-2. Il nome di quest’ultimo, così come il nome della malattia Covid-19, sono successivi di fatto all’evento di Davos del 2020. Moderna stava lavorando a un vaccino a mRNA contro Sars-CoV-2 prima del WEF 2020, in quanto conosceva già la tecnologia a mRNA da diversi anni e avendo a disposizione la sequenza genetica del virus diffusa a inizio gennaio 2020.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti