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Ue, sfida al femminile Metsola-von der Leyen per la guida della prossima Commissione? La partita 2024 nel Ppe (e la variabile Draghi)

27 Gennaio 2023 - 18:39 Simone Disegni
Un'intervista del capo dei Popolari europei Manfred Weber apre i giochi in vista delle Europee 2024. Le due leader partono favorite, ma molto può cambiare. Lo scenario

Sedici mesi. È la distanza che ci separa, giorno più giorno meno, dalle prossime elezioni europee. Gli oltre 400 milioni di cittadini aventi diritto al voto saranno chiamati a rinnovare il Parlamento europeo – in queste settimane al centro dello scandalo Qatargate – a maggio 2024. Una data lontana? Sì e no. Sì, per le novità imprevedibili sempre plausibili nella storia e nella politica, come ci hanno ricordato (drammaticamente) gli ultimi tre anni. Il vento politico, di qui ad allora, potrebbe cambiare insomma, anche più volte. No, però, sul piano dei preparativi organizzativi e politici di chi ha già da tempo cerchiato quella data sul calendario. In Italia, uno su tutti: Matteo Renzi. Che da qualche tempo nelle sue interviste non perde occasione di indicare quell’appuntamento elettorale come quello della possibile “svolta” (leggi: la salita in doppia cifra) per la nuova federazione in gestazione tra Azione e Italia Viva. Ma anche a Bruxelles, ovviamente, gli ingranaggi hanno cominciato a muoversi. Dopo il rinnovo del Parlamento europeo, come ogni cinque anni, ci saranno da rieleggere tutte le cariche apicali dell’Unione: dalla presidenza della Commissione europea a quella del Consiglio europeo, dall’Alto rappresentante per la politica estera sino alla guida, ovviamente, dello stesso Parlamento. E ognuna di queste nomine è il frutto di delicati compromessi che tra famiglie politiche, che devono tenere conto – oltre ovviamente ai risultati delle elezioni – degli equilibri geografici e di genere.

Match a due nel centrodestra?

Chi c’è in pista, dunque, per i top jobs brussellesi del prossimo quinquennio? Oggi dalla stampa tedesca comincia a filtrare qualche primo segnale. Proveniente dai vertici del Ppe, l’europartito che nelle ultime legislature ha sempre avuto – con numeri variabili – la maggioranza relativa all’assemblea di Strasburgo e dunque la prima parola sulla scelta delle cariche apicali. In un’intervista al Berliner Morgenpost, il capo dei Popolari Manfred Weber ha lasciato intendere che due “candidati naturali” alla posizione più operativa, la guida della Commissione europea, il Ppe li ha già. E sono entrambe donne. «Ursula von der Leyen ha dichiarato qualche giorno fa che non ha ancora deciso se correre per un secondo mandato. Tutte le opzioni sono sul tavolo», ha detto Weber, per poi precisare però che «il Ppe è ben posizionato, con due donne estremamente capaci in posizioni di guida: Ursula von der Leyen e Roberta Metsola sono personalità convincenti con profili diversi. Sarebbero entrambe eccellenti candidate». La politica maltese, da un anno alla guida dell’Assemblea di Strasburgo, è in ascesa nella politica europea e nell’opinione pubblica, e potrebbe contendere dunque alla presidente uscente la nomination per il prossimo quinquennio.

Scelta dal basso o coup de théâtre dei governi?

Ma come e quando avverrà dunque la scelta, in casa Ppe? Su questo Weber non può che togliersi un pesante sassolino dalla scarpa, considerato come andarono le cose l’ultima volta, dopo le elezioni del 2019. La strada che Weber proporrà ai vertici dei governi europei sarà quella di seguire il processo dello Spitzenkandidat: ossia che le diverse famiglie europee scelgano al proprio interno – con i relativi processi democratici – il o la propria candidata per la guida della Commissione europea, e che i governi – cui spetta a norma di Trattati l’indicazione formale del nuovo presidente – rispettino l’esito delle elezioni nominando il candidato del gruppo politico che sarà stato più votato. L’aver messo da parte questo processo nel 2019, ricorda Weber, è stato una «pesante sconfitta» per la democrazia (in quella tornata, lo Spitzenkandidat indicato dai Popolari era proprio lui, ma nei successivi negoziati intergovernativi i capi di Stato e di governo fecero una scelta diversa, quando Emmanuel Macron sparigliò e tirò fuori dal cilindro il nome di Ursula von der Leyen, popolare e già ministra di Angela Merkel). Se il Ppe dovesse imporsi nuovamente, in termini relativi, alle prossime elezioni europee, a contendersi la guida della prossima Commissione europea potrebbero essere dunque l’attuale inquilina di palazzo Berlaymont o l’attuale presidente del Parlamento europeo. Ma se i governi dovessero tenersi le mani libere, guardando a un nome “terzo” dopo il voto, tutto potrebbe cambiare. E nelle campagne umbre dimora un ex premier italiano libero da altri impegni di cui nelle capitali europee si parla sempre un gran bene…

Foto di copertina: EPA/JULIEN WARNAND – Le presidenti di Parlamento europeo e Commissione europea, Roberta Metsola e Ursula Von Der Leyen – Strasburgo, 18 gennaio 2023.

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