«Non ho maltrattato le atlete, mi accusano per vendetta»: la difesa dell’allenatrice interdetta per maltrattamenti
«Non ho maltrattato le atlete. Chi mi accusa lo fa per vendetta perché non ha ottenuto risultati. I miei erano allenamenti corretti e non punitivi». Lo ha detto Stefania Fogliata, la coach bresciana di ginnastica ritmica interdetta dall’attività di allenatrice per un anno per presunti maltrattamenti fisici e psicologici, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Brescia. La donna, che è stata sospesa anche dalla Procura federale che la ascolterà il prossimo 1 febbraio, è stata interrogata per oltre due ore, assistita dall’avvocato Giacomo Marini che ha nominato nelle scorse ore. Dopo aver chiesto la revoca della misura interdittiva – come riporta Brescia Today – e ottenuto il rinvio dell’udienza al tribunale sportivo, il suo legale ha inoltre annunciato a sorpresa che «chiamerà a testimoniare la moglie di Vladimir Putin», riferendosi alla star della ginnastica ritmica russa Alina Kabaeva, oro olimpico ad Atene e accreditata – dai media internazionali – di essere la partner segreta del leader del Cremlino.
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura avevano notificato il provvedimento per l’allenatrice di Calcinato dopo l’indagine nata nell’agosto scorso dalla testimonianza di alcune atlete. Nell’ordinanza del Gip che prevede il divieto di esercitare la professione di allenatrice sull’intero territorio nazionale, si parla di «un quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse». Tra le accuse anche quella di costringere le allieve a «saltare pranzi o la scuola» e a sottoporsi ad «allenamenti ed esercizi gravosi esasperandole per finalità agonistiche». L’allenatrice avrebbe infatti chiamato “maiale” e “Goblin” le ragazzine che riteneva fuori forma. «Aveva l’ossessione del peso», hanno raccontato dalla palestra di Calcinato nel Bresciano.
«Adottava un regime di alimentazione rigido. Soprattutto dando indicazioni alla segretaria e collaboratrice di dare meno cibo ai pranzi. E tempestando le ragazzine con continui messaggi al fine di indurle a mangiare sempre meno. E di inviare fotografie per verificare la loro linea fisica». Sulla questione si era espressa anche la Federginnastica: «In riferimento alla notifica della Procura di Brescia nei confronti di Stefania Fogliata, la FGI tiene a precisare che «l’allenatrice non è a contratto con la Federazione», spiega. «La società in cui lavorava – Accademia di Ginnastica Ritmica Nemesi a Calcinato (BS), costituita nel 2016 e affiliata solo nel 2021 – è un soggetto privato autonomo e non collegato alla Federazione».
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