Lula ferma l’invio delle armi per l’Ucraina, la mossa brasiliana per non provocare il Cremlino
Luiz Inácio Lula da Silva, eletto presidente del Brasile lo scorso 30 ottobre, sceglie di non unirsi al blocco occidentale che sta supportando l’Ucraina con l’invio di armamenti. Secondo quanto riportato dal quotidiano Folha de S. Paulo, Lula avrebbe posto un veto alla fornitura di munizioni per i carri armati: la linea è quella di mantenere una posizione il più neutrale possibile per non indispettire Mosca. Il capo di Stato brasiliano, inoltre, avrebbe negato di aver ricevuto sollecitazioni dal governo tedesco per l’invio di armi. Il giornale cita la Germania anche perché le armi che il Brasile avrebbe potuto spedire a Kiev sarebbero consistite in munizioni per i carri armati di fabbricazione tedesca. I Leopard, appunto, che Berlino ha deciso di inviare a Volodymyr Zelensky qualche giorno fa. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrebbe anche avviato i suoi canali diplomatici per convincere anche altri Paesi a donare armi all’Ucraina. In questo senso, lo stop di Lula sarebbe arrivato durante un incontro tra i capi delle Forze armate brasiliane il ministro della Difesa, José Múcio. Alcuni militari e i politici a conoscenza dell’episodio avrebbero raccontato che nella riunione si era valutata la possibilità di vendere un lotto di munizioni per i Leopard già a disposizione, al fine di intascare una somma di 25 milioni di real, corrispondenti a circa 4,5 milioni di euro. Opzione che Lula avrebbe scartato, scrive il quotidiano Folha de S. Paulo, per non provocare reazioni di tipo economico da parte russa contro il Brasile.
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