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Crosetto risponde agli insulti di Medvedev: «Io sciocco? Ha ragione: perché avrei aiutato anche i russi»

28 Gennaio 2023 - 16:08 Redazione
Nonostante le insinuazioni continue da parte dell'ambasciata russa in Italia e dello stesso consigliere di Putin, spiega il ministro della Difesa italiano, «mi ostino a pensare che sia giusto aiutare una nazione aggredita»

Respinge al mittente l’insulto dal Cremlino il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, dopo che il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, lo aveva sostanzialmente definito un «raro sciocco», dopo il via libera anche dall’Italia dei carri armati e nuove armi per Kiev. Su Twitter la risposta di Crosetto non si è fatta attendere: «Se è “sciocco” aiutare una nazione aggredita a difendere la sua esigenza – scrive il ministro della Difesa – lo sono. Lo avrei fatto anche a parti invertite». A Medvedev poi rivolge un invito provocatorio: «Pensi a mettere fine alla guerra». In una nota poi Crosetto ha contrattaccato ancora: «Se i russi non cercassero una vittoria totale, ma solo la fine delle ostilità e il ripristino della legalità internazionale, che sono l’unico obiettivo del Governo italiano e della mia azione di ministro, basterebbe che mettessero fine alle ostilità e si sedessero al tavolo della pace. Solo in questo modo, e immediatamente, cesserebbe tutto. Sia la guerra sia gli aiuti militari dell’Italia e degli altri Paesi che stanno soltanto aiutando uno Stato aggredito a difendersi da uno Stato aggressore».

«Probabilmente – aggiunge il ministro – ha ragione il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Medvedev, noto per la sua saggezza e la sua obiettività, nel definirmi “uno sciocco raro”. Ha “ragione” Medvedev perché, nonostante ciò che lui o l’Ambasciatore russo in Italia possono cercare di fare, insinuare e premere per farmi cambiare idea, diffondendo fake news sulla Difesa italiana o attacchi personali di bassa lega, io mi ostino a pensare che sia giusto aiutare una nazione aggredita senza alcuna ragione e alcun motivo, come l’Ucraina, a difendere le proprie città, il proprio popolo e la propria esistenza. Sarei stato pronto a farlo – conclude – anche per il popolo russo, a parti invertite».

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